Il mistero delle Macchine Anatomiche a Napoli
Per secoli hanno alimentato la cosiddetta “leggenda nera”, che secondo la credenza popolare, Raimondo di Sangro fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, e imbalsamarne stranamente i corpi in modo che mantenessero nel loro interno tutti i visceri, le arterie e le vene.
In realtà si crede che il principe si occupava di medicina; lo scheletro della donna era su una pedana e si faceva girare di ogni intorno per osservarne tutte le parti. Il suo intento, infatti, era quello di meravigliare gli osservatori contemporanei.
Le Macchine Anatomiche, conservate nella Cavea della Cappella Sansevero, a Napoli, sono gli scheletri di un uomo e di una donna, in posizione eretta, dove è possibile ammirare l’intero sistema circolatorio costituito da vene, arterie e capillari, ancora oggi, dopo circa due secoli e mezzo, perfettamente integri.
Sotto la direzione del principe Raimondo di Sangro, furono realizzate dal Dottor Giuseppe Salerno il quale, si pensa, abbia inoculato in due cadaveri una sostanza, probabilmente a base di mercurio, creata in laboratorio, che avrebbe permesso la “materializzazione” dei vasi sanguigni. Oppure si è ipotizzato, che il sistema circolatorio sia frutto di una ricostruzione effettuata con diversi materiali, tra cui cera d’api.
Queste Macchine, in origine, si trovavano in una stanza del palazzo del principe, nominata “Appartamento della Fenice”, come è riportato nella Breve nota (anonima giuda settecentesca al Palazzo e alla Cappella Sansevero). Questa fonte descrive in modo dettagliato le Macchine, dai vasi sanguigni della testa a quelli della lingua, inoltre riporta che ai piedi della donna era posto “il corpicciuolo d’un feto” con accanto la placenta aperta, visibili fino a pochi decenni fa, poi rubati. Le Macchine anatomiche, dopo la morte del principe di Sansevero, sono state spostate nella Cappella per salvarli da distruzione e dispersione.
Nel 2008 i ricercatori dell’Università College London hanno ricevuto l’autorizzazione, da parte degli attuali proprietari della cappella, a eseguire esami scientifici sulle Macchine. Da questi studi è emerso che gli scheletri sono effettivamente umani, ma i sistemi circolatori sono artificiali e costruiti da filo metallico e cera colorata, con errori nella riproduzione del circuito sanguigno, impossibile per una persona reale poter vivere con queste malformazioni.
Nel 2014 un gruppo di medici dell’ospedale San Gennaro di Napoli ha effettuato un altro esame, dando ragione ai colleghi londinesi per quanto riguarda lo scheletro e il sistema circolatorio finto, ma hanno smentito le anomalie presenti nei circuito sanguigno provando che nella realtà sono compatibili con la vita e che il sistema coronarico è stato riprodotto con grande maestria, vista la conoscenza ridotta dell’epoca.
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