Cosa vedere ad Ariccia, tra fraschette e porchetta
È una delle località più conosciute e popolari a breve distanza da Roma, ideale per una gita fuori porta all'insegna delle ghiottonerie locali. Ecco cosa vedere ad Ariccia e, soprattutto, cosa gustare nelle tipiche fraschette di Ariccia con un menu d'obbligo a base di Porchetta di Ariccia.
Ariccia e il suo indissolubile legame con la porchetta: una bontà che vanta una tradizione millenaria, risalente alla popolazione dei latini e tramandata per generazioni con la stessa cura tutta familiare che, ancora oggi, l'atmosfera delle tipiche "fraschette", le trattorie prese d'assalto dai romani per le migliori gite fuori porta.
Fraschette di Ariccia
Se vi state chiedendo cosa vedere ad Ariccia, la risposta è le fraschette di Ariccia!
Stiamo parlando dei locali rustici e spartani tra i più genuini della ristorazione laziale, dove gustare piatti caserecci e prodotti gastronomici tipici, godendosi un pranzo o una cena in compagnia, immersi nella caratteristica atmosfera conviviale dei Castelli.
Le fraschette di Ariccia sono senza dubbio tra le mete più gettonate di gite fuori porta goderecce, merito soprattutto della famosa Porchetta di Ariccia IGP e del buon vino dei Castelli, che rappresentano l'anima del menu di questi deliziosi localini a conduzione familiare.
L’atmosfera conviviale e senza pretese che vi si respira, rende le fraschette il posto ideale in cui trascorrere una piacevole sosta all’insegna del buon cibo e dell’allegria, senza mai spendere troppo.
Porchetta di Ariccia
La Porchetta di Ariccia, regina indiscussa del menu "made in fraschetta", è il prodotto a base di carne suina cotta, tipica di questa cittadinia in provincia di Roma, che dal 2011 vanta il riconoscimento di indicazione geografica protetta (IGP).
Come nasce la Porchetta di Ariccia? Pare abbia origini antichissime.
In epoca prelatina, erano i sacerdoti incaricati di lavorare e prepare le carni suine da offrire in sacrificio nel tempio di Giove Laziale, sul vicino Monte Cavo, ma si ritiene che fu la nobiltà romana trasferirsi ad Ariccia per la stagione estiva e le battute di caccia a sviluppare quella maestranza artigiana nel preparare la porchetta che ancora oggi continua a tramandarsi nelle famiglie ariccine.
L'odierna reputazione della Porchetta di Ariccia risale invece al 1950, quando i porchettari storici allestirono la prima "Sagra della Porchetta di Ariccia", con lo scopo di celebrare questo rinomato prodotto della gastronomia locale.
Da allora, ogni anno Ariccia offre ai suoi visitatori un assaggio imperdibile di porchetta "in festa", disposta sui banchi addobbati dai venditori che per l'occasione vestono gli abiti tradizionali ariccini.
Cosa rende così speciale la Porchetta di Ariccia? ll metodo di produzione, che prevede un disciplinare rigoroso a partire dalla scelta delle carni fino alla lavorazione vera e propria all'interno dei laboratori di produzione. Infine, il processo di cottura, che avviene in grandi forni muniti di vasche per la raccolta del grasso.
Elemento distintivo della porchetta è la croccantezza della crosta. La carne deve essere sapida, di colore rosato al centro, arricchita da rosmarino, pepe nero e aglio nella giusta quantità.
Secondo la tradizione, possono essere utilizzate solo le carcasse di animali femmine (carne notoriamente più magra e saporita): disossate e condite, devono essere presentate con le zampe anteriori e posteriori e, preferibilemnte, con la testa.
Cosa vedere ad Ariccia
Non solo fraschette e porchetta! Ecco cosa vedere ad Ariccia, nel suo centro storico e nei dintorni...
Tra gli edifici più importanti, Palazzo Chigi, edificato dalla famiglia Savelli alla fine del Cinquecento e poi acquisito dalla famiglia Chigi, che lo ampliò tra il 1661 e il 1672, sotto la direzione di Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana.
Gli interni furono arredati dai pittori seicenteschi Michelangelo Pace detto "il Campidoglio", Giovan Battista Gaulli detto "il Baciccio", Mario Nuzzi "Mario dei Fiori". Il Palazzo Chigi di Ariccia è famoso per aver ospitato alcune scene di celebri film, come "Il Gattopardo" di Luchino Visconti (1963).
Meravigliosa è la Collegiata di Santa Maria Assunta, costruita tra il 1664 ed il 1665 su progetto dell'architetto Gian Lorenzo Bernini e oggi una delle più famose attrazioni turistiche dei Castelli Romani.
Volutamente ispirata al Pantheon, è stata definita uno dei migliori esempi dell'architettura barocca laziale. Gli stucchi interni della cupola, opera di Antonio Ragg, e le opere di Jacques Cortois detto "il Borgognone", Raffaele Vanni, Ludovico e Giacinto Gimignani, Bernardino Mei e Alessandro Mattia da Farnese, ne fanno un vero e proprio scrigno di opere d'arte.
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