Destinazioni - Comune

Picerno

Luogo: Picerno (Potenza)
Picerno è un comune italiano di 6.065 abitanti della Provincia di Potenza, in Basilicata.. Geografia fisica Classificazione sismica: zona 1 (sismicità alta), Ordinanza PCM. 3274 del 20/03/2003 Clima Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +3,5 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di +21,9 °C. Le precipitazioni medie annue si aggirano sui 650 mm, distribuite mediamente in 90 giorni, con un picco tra l'autunno e l'inverno ed un minimo estivo. Storia Fondata sulle rovine dell'antica Acerrona col toponimo di Pizini nel 1000 come piccola fortezza normanna cinta da mura, nel 1331 apparteneva alla contea di Potenza, venne ceduta a titolo di feudo alla famiglia Sanseverino di Tricarico, ai Caracciolo, ai Muscettola e ai Pignatelli di Marsico. Assunse un importante ruolo nei moti per la Repubblica Partenopea del 1799 e, con l'imminente caduta della stessa, si oppose fermamente all'esercito sanfedista del cardinale Ruffo; subita una pesante sconfitta, alcuni ribelli picernesi si rifugiarono nella Chiesa Madre ma furono raggiunti e massacrati dagli uomini del brigante Gerardo Curcio, noto come "Sciarpa". Si contarono circa 70 vittime, di cui 19 donne. Dopo la resistenza, Picerno ricevette l'appellativo di "Leonessa della Lucania". Nel 1857 fu quasi del tutto distrutta da un terremoto e in seguito il centro abitato si sviluppò fuori dal cinto di mura antiche. Monumenti e luoghi di interesse Architetture religiose Chiesa Matrice Collegiata di San Nicola Vescovo di Bari: La chiesa madre o chiesa parrocchiale domina il centro abitato, il quale sembra aggrapparvisi. Di pianta greco‑romana, la chiesa parrocchiale, già chiesa collegiata, è dedicata a S. Nicola di Bari, protettore del paese. Un tempo cappella dei Principi Pignatelli di Napoli, venne costruita nel 1611 ed ampliata nel 1727 con la costruzione del coro, della sacrestia e del campanile (1). Quest'ultimo, eretto sotto la direzione dell'abbate D. Saverio Carelli arciprete, fu dotato di due campane una delle quali, di 18 quintali, è dedicata a S. Nicola. Sulla facciata rivolta verso il corso Vittorio Emanuele nel 1926 venne collocato, col consenso e la collaborazione del parroco, un orologio da torre illuminato con un quadrante di m. 2 di diametro e con la carica di 48 ore. Il primo arciprete di cui si ha notizie D. Angelo Abbate Greco, tenne la parrocchia dal 1611 al 1657. Al centro del presbiterio è collocato l'altare maggiore in legno, avente alle spalle un caratteristico coro in noce, opera dell'artigiano Vazza. Il valente ebanista Antonio Tancredi ne fu il restauratore nel 1909. La balaustra in pietra che delimita il presbiterio, è affiancata da due statue: quella dell'Immacolata Concezione di cui la chiesa fu dotata nel 1968 dall'arciprete D. Renato Robilotta, e quella del Cuore di Gesù, già preesistente, modellate rispettivamente in materiale plastico e gesso. Sia il soffitto della navata centrale, che acquista gran pregio per esservi incastonato il bellissimo quadro di De Giacomo pittore napoletano della fine dell'Ottocento, raffigurante il miracolo di S. Nicola: i due fanciulli massacrati e resuscitati, e sia quello dell'abside, furono decorati da una serie di "cassettoni" con al centro un "rosone", rispettivamente quadrangolari ed esagonali, tra il 1910 e il 1911, dall'ebanista Antonio Tancredi da Picerno; lo stesso compì inoltre altri notevoli e pregevoli lavori di restauro nella stessa chiesa. Affreschi e dipinti di un certo valore artistico ornano sia la parte alta della navata centrale che gli altari di quelle laterali. Di gran pregio sono le tele in corrispondenza degli altari di S. Filomena e di S. Giuseppe e di quello di S. Michele. In prossimità del battistero si ammira il quadro « Il battesimo di Gesù ». Il « Cristo coronato di spine » e « S. Francesco e il Crocifisso » affrescano due pareti della sacrestia. Una cancellata in ferro con la didascalia: « A Devozione del popolo e cura dei procuratori del 1868 », affiancata da due angeli lignei scolpiti da Antonio Tancredi nel 1915, delimita l'altare di S. Nicola. Questa chiesa, oltre la pregevole pala d'altare del sec XVI, custodisce altre numerose opere d'arte che meritano essere visitate più che descritte. Fino all'anno scorso due erano le statue del Santo protettore S. Nicola: una a busto intero molto antica ed ancora esistente, e l'altra a mezzo busto in argento, trafugata nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1974; ne rimane la sola antica piramide. La statua trafugata era stata fusa agli inizi dell'Ottocento per interessamento del capo del governo picernese dott. Tommaso Cappiello che in proposito riferisce: « sono riuscito quasi miracolosamente in meno di due mesi a raccogliere 800 ducati per la costruzione della Statua per nostro Protettore S. Nicola. Per la spesa le ho dato ducati cento di mio denaro, oltre circa altri settanta spesi pel viaggio e dimora ». La statua sostituiva quella danneggiata e saccheggiata dai soldati del reggimento di Latour D'Auvergne. Quanto mai suggestivo l'altare del Crocifisso nella navata di sinistra: un gruppo statuario rappresenta, con molta vivezza, la scena della crocifissione; le figure di Maria, della Maddalena e di S. Giovanni sono disposte intorno al grande Crocifisso, creando un'atmosfera di doloroso raccoglimento. Alcune lapidi al centro dell'antipresbiterio, con iscrizioni e date ormai indecifrabili perché cancellate dal passaggio dei fedeli, indicano la cosiddetta « fossa dei preti » a memoria per i posteri, dei sacerdoti ivi sepolti. Su una di esse sono tuttavia appena riconoscibili il cranio, con berretta, stola e tibie; nonché la data del 1822. Altre lapidi ricordano i componenti della famiglia Carelli e Francesco Saverio Caivano di Gerardo e di Aloisa Caivano deceduto in Picerno il 14 gennaio 1856 all'età di 20 anni. In questa chiesa si trovano altre opere di Antonio Tancredi: una cornice che inquadra l'immagine di S. Gerardo Maiella e il tabernacolo di S. Filomena. Una porta in legno artisticamente lavorata dà accesso all'ufficio parrocchiale in cui sono custoditi tutti i documenti della parrocchia ed una ricca biblioteca che, tra le altre opere, contiene le « Omnia » di Sant'Agostino, di pregiato valore. Ne fu fondatore il sacerdote D. Antonio Passavanti, il quale creò, in uno alla biblioteca, il teatro fisso. L'archivio parrocchiale di Picerno conserva la bolla pontificia datata 27 gennaio 1749, che riguarda l'erezione della citata biblioteca. Questa venne arricchita coll'aggiunta di molti volumi pure di gran valore, salvati dalla distruzione, quando venne chiuso il Convento dei Cappuccini. Cappella della Madonna del Carmine Cappella di S. Lucia Chiesa di S. Pasquale Chiesa di S.Antonio e Convento dei Cappuccini La struttura austera di questo edificio nella sua semplicità ne denuncia subito il carattere sacro. La porta centrale d'ingresso immette in un ampio corridoio, su cui si affacciano alcuni ambienti, un tempo adibiti a cucina, refettorio, deposito, foresteria. Al pian terreno si accede anche attraverso un ingresso laterale colonnato che immette nel refettorio, interessante per alcuni affreschi che ornano le pareti, affreschi che rappresentano scene della vita del Redentore. Nonostante il trascorrere del tempo e lo stato di abbandono in cui essi sono stati tenuti, gli affreschi si sono conservati abbastanza bene, ed i colori mantengono, solo di poco sfumata, la vivacità di un tempo. Al piano superiore si accede tramite una scalinata in pietra che conduce alle celle dei frati, alla biblioteca e ad altri locali. Le nude celle ricevono luce da piccole finestre. Ora vi regna un profondo silenzio che fa riandare con il pensiero ai tempi lontani, in cui la vita del Convento ferveva di preghiere, di studio e di lavoro. La costruzione del Convento risale al XVI secolo. Fu infatti nel 1588 che, durante il periodo quaresimale, il Vicario generale dell'Ordine francescano Padre Gerolamo da Polizzi, in visita ai Conventi Lucani, propose l'erezione di un Convento in questo territorio. La proposta fu accolta con grande entusiasmo dai picernesi che seppero testimoniare la loro devozione al Santo di Assisi, offrendo quanto ognuno poteva per rendere possibile la realizzazione dell'opera. Scelto il luogo in contrada Paschiere, una delle più amene per ricchezza di acque, abbondanza di verde e per l'esposizione felice, l'Università di Picerno offrì il suolo. Due anni dopo, nel 1590 si iniziarono i lavori, con l'approvazione del Vescovo Sebastiano Barnaba. Oggi la strada che conduce al Convento è ampia, asfaltata e illuminata, fiancheggiata da moderne costruzioni, ma un tempo il luogo era solitario e vi si perveniva attraverso un impervio viottolo. Di una semplicità tutta francescana, vennero dapprima costruite la chiesa con una sola navata ed un solo altare centrale, dedicato a San Francesco, il piano terraneo del chiostro e le sedici cellette disposte lungo i quattro corridoi che ricevono luce dai portici prospicienti l'atrio interno di forma quadrata. Condotti a termine i lavori in breve tempo, il chiostro vide, nel 1596, il costituirsi della famiglia francescana. Seguì, nel secolo XVII, l'erezione di tre cappelle sul lato sinistro della navata principale e di altri locali sovrastanti. Le cappelle intercomunicanti custodiscono, in nicchie, la statua di Francesco d'Assisi, quella di S. Felice da Cantalice e quella di S. Antonio da Padova. Quella di San Vito e quella dell'Immacolata sormontano gli altari in marmo costruiti di fronte alle cappelle, sul lato destro della navata principale. Le suddette statue sono tutte di pregevole fattura, ma di maggior rilievo artistico sono sia quella di San Francesco, sia quella dell'Immacolata Concezione che quella di San Felice da Cantalice. Un corridoio adiacente alla chiesa dei frati immette nel coro, corredato un tempo da organo e stalli in legno, ora tutto in frantumi. Nel 1605 questo Convento diventò centro di studi di filosofia ed offrì, posteriormente, stabile dimora a pochi studenti a causa del limitato numero delle celle; dal 1625 al 1627 fu ancora sede di noviziato, sotto la direzione di Padri che si distinsero per pietà e per cultura, tra i quali è degno di nota Padre Stefano da Muro. Molti giovani picernesi seguirono le orme di San Francesco e si fecero apprezzare in Picerno e fuori. Dal terremoto del 1857 il chiostro fu notevolmente danneggiato. In conseguenza poi delle vicende politiche, legate al dominio napoleonico prima ed all'Unità d'Italia dopo, fu dapprima limitato il numero dei frati e poi, in seguito alle leggi del 1861 e del 1866, il Convento fu definitivamente chiuso. I cappuccini rimasti vennero destinati al Convento di Marsiconuovo. Successivamente, ad evitare malcontento tra il popolo, si provvide a Picerno come pure a Vietri ed a Balvano a riaprire al culto la chiesa dei conventi soppressi. Smembratasi la famiglia francescana molti volumi della ricca biblioteca andarono dispersi, una gran parte fortunatamente fu salvata dall'Arciprete del tempo e custoditi nell'Archivio parrocchiale della chiesa madre, mentre parte del mobilio venne rapinato e disseminato in varie case di privati cittadini e particolarmente in alcune abitazioni di « Bassa la terra ». La chiesa abbandonata era stata arricchita dai frati di ogni più bell'ornamento, tra cui il quadro dell'Assunta spostabile che lascia vedere uno splendido reliquario posto sull'altare maggiore, che si innalza a sua volta su tre scalini racchiuso da una pregevole balaustra del marmo delle nostre cave, quadro che fortunatamente ancora esiste. Il quadro venne inviato ai Cappuccini da Venceslao Coeberger presumibilmente sul principio del Seicento e pagato dal Vescovo Sebastiano Barnaba. Ornavano le pareti di questa chiesa altre tele di pregiato valore che mani vandaliche, intorno al 1960, asportarono. L'ampliamento della contrada Paschiere, avvenuto col mutare dei tempi per la costruzione di civili abitazioni e di un campo sportivo, nulla ha tolto di sacro alla struttura del Convento; al visitatore questo appare sempre solenne, preceduto dall'ampio piazzale cui dà decoro una colonna in pietra che, sollevata su tre scalini, sorregge una croce pure in pietra. Essa sostituisce quella in legno innalzata quando vennero costruiti la chiesa e il Convento. Chiesa di S. Rocco Questa chiesa, sita nei pressi della stazione ferroviaria, molto curata, è ricercata specie per celebrare matrimoni. In essa si trovano la tomba di Tommaso Cappiello, benemerito medico chirurgo di Picerno, autore del manoscritto, cui si è ricorso più volte per la compilazione del presente lavoro, nonché la tomba della sua consorte Rosa Caivano. Sui due sarcofagi, situati uno sulla parete di destra e l'altro su quella di sinistra della chiesa. Il santo è molto venerato dai picernesi. Cappella della Immacolata Concezione Chiesa di S. Maria Assunta Chiesa del Pantano Chiesa di S. Donato Chiesa del Salvatore Chiesa della Pietà Chiesa della SS.ma Annunziata La trecentesca chiesa della SS.ma Annunziata, sita tra il corso Vittorio Emanuele e la piazza Plebiscito, « fa parte integrante del centro storico del Comune di Picerno ed è sottoposta ai vincoli di tutela in base alla legge 1-6-1939 n. 1089, per il suo interesse storico, artistico-monumentale. Al centro dell'arco acuto del portale in pietra sono scolpite le figure dell'Arcangelo e della Vergine e nella parte superiore dell'antica ed artistica porta in legno, non in perfetto stato di conservazione, è riprodotto lo stemma di Picerno. La facciata principale della chiesetta è arricchita da tre stele in pietra di epoca romano-tardo imperiale, raffiguranti rispettivamente una anfora su una colonna, una donna ed una famiglia. Sull'altare centrale si erge un tempietto, la cui struttura è sorretta da due statue ed è adorna di angeli e putti. In esso sono inserite le statue di Maria e dell'Arcangelo Gabriele, in un gruppo di grande effetto plastico che riproduce la scena dell'Annunciazione. In questa chiesa si trova il tabernacolo in legno di S. Emidio costruito da Antonio Tancredi da Picerno nel 1930. Nel seminterrato, che presenta una finestrella con un arco ogivale a sesto acuto, in occasione di scavi effettuati per il consolidamento della chiesa, sono stati scoperti, nel 1974, degli affreschi databili intorno alla fine del IV secolo. Essi sono sotto la tutela della Sovrintendenza alle gallerie di Matera. Questa chiesa è sempre aperta al pubblico; famiglie particolarmente devote alla Vergine ne hanno direttamente cura, collaborate da tutto il popolo di Picerno che è legato per tradizione a questa chiesetta. Abitualmente la SS.ma Annunziata è festeggiata solo con rito liturgico: alla sera della vigilia del 25 marzo rimane ancora l'uso di accendere, come anche a S. Giuseppe, il falò detto « fucanoy ». Cappella del Rosario Architetture civili Palazzo Calenda Palazzo Iacovelli Palazzo Lazzari Palazzo Caivano Palazzo Salvia Palazzo Tarulli Palazzo Mancini Palazzo Gaimari Palazzo Marchi Architetture militari Torre medievale Torre San Leonardo Altro Fontana Bosco Li Foj Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Etnie e minoranze straniere Al 31 dicembre 2007 a Picerno risultano residenti 74 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono:
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