Galleria Alberoni
La Galleria ha riaperto i battenti al termine di una complessa ristrutturazione che ne ha rinnovato l'allestimento e consentito la messa a norma degli spazi, in particolare la Sala degli Arazzi, secondo criteri conservativi e microclimatici. Oggi è così possibile ammirare l'eccezionale collezione dei diciotto arazzi esposta nella sua completezza. Il percorso espositivo riqualificato e ampliato si propone di valorizzare le preziose collezioni artistiche qui conservate, ricche di importanti dipinti fra i quali opere di Gian Paolo Panini, Domenico Viani, Zenone Veronese, Giovan Battista Lenardi, numerosi altri quadri di genere, opere a soggetto sacro e dipinti di storia. La visita si è arricchita di due nuove sezioni: quella che espone i più antichi e preziosi paramenti alberoniani e quella che conserva le sculture. Non manca una sezione biografica dedicata al Cardinale Alberoni, ove oggetti, abiti, suppellettili dell'alto prelato restituiscono un quadro della sua vita, dei costumi e gusti del tempo.Il Collegio, che dal secolo scorso sussiste come Opera Pia con funzioni di seminario, venne istituito dal cardinale Giulio Alberoni (1664-1752) per la formazione dei chierici indigenti ed aperto nel 1751 nell'antico Ospedale di San Lazzaro. Qui è esposta una parte delle collezioni del cardinale, figura chiave della politica farnesiana e artefice, in qualità di rappresentante ducale presso la corte di Spagna (1714-1719), delle nozze tra Filippo V ed Elisabetta Farnese. Nel 1802 venne fondato l'osservatorio meteorologico; nel 1874 si aggiunsero l'osservatorio astronomico e il gabinetto sismologico, con un archivio dati dal 1922. Tra gli oggetti d'arte, provenienti dalle collezioni alberoniane già conservate nei palazzi romani e nella residenza piacentina, figurano importanti opere di Antonello da Messina (Ecce Homo), Dughet, Cerquozzi, Courtois, Mola, Reni, Giordano, Gaulli, Solimena, Ceruti, Pannini, Ferrari, oltre ad una raccolta di dipinti fiamminghi di Bouts, Provost, Mabuse, de Blés, che costituisce un unicum nella nostra regione. Altrettanto preziosa nel collezionismo locale è la raccolta degli arazzi fiamminghi divisi in tre serie: serie di Priamo (sec. XV), tessuta in occasione delle nozze di Massimiliano d'Asburgo con Maria di Borgogna; serie di Enea e Didone (sec. XVII), su cartoni di Gian Francesco Romanelli; serie di Alessandro Magno (sec. XVII), su cartoni di Jacob Jordaens. Tra le oreficerie sacre si segnala l'ostensorio con pietre preziose del piacentino Angelo Spinazzi (1761), autore di reliquiari e di altri oggetti di uso liturgico conservati nell'Opera Pia. Oltre alle raccolte artistiche, il Collegio ospita la biblioteca, ricca di preziosi volumi, l'archivio con il fondo alberoniano, nonché le attrezzature dei gabinetti di fisica e di scienze naturali, quest'ultimo costituitosi sulle raccolte donate al Collegio nel 1810 da padre Zaccaria da Piacenza dell'ordine francescano minore.