San Patrizio ai tempi del Coronavirus: la festa è social
San Patrizio non si arrende al coronavirus: la parata si fa comunque, ma sui social!
Il 17 marzo di ogni anno è il giorno più importante in Irlanda: oggi è la festa di San Patrizio, che commemora l’arrivo del Cristianesimo in Irlanda durante il quinto secolo d.C. ad opera del Santo.
Questo 17 marzo doveva essere giorno di festa: San Patrizio, la parata, le celebrazioni. Per la serie «meglio essere intelligenti che fortunati», per bloccare la diffusione dell'epidemia di coronavirus l'Irlanda ha annullato le celebrazioni ufficiali in onore al suo patrono.
L’emergenza coronavirus ha stravolto tutti i programmi, in particolare del popolo irlandese, che da Dublino a New York, da Londra a Boston, sperava di scendere in strada a rendere omaggio al patrono d’Irlanda. Così evidentemente non sarà, ma il popolo irlandese non ha nessuna intenzione di arrendersi ad un nemico invisibile come il virus.
Il coronavirus ha bloccato i festeggiamenti in giro per il mondo ma la gente non si è arresa e la parata si farà comunque, sui social, ognuno da casa propria condividendola su Facebook, Instagram e Twitter con gli hashtag #StPatricksDayTogether e #virtualparade2020.
Neanche a dirlo l’idea è venuta agli irlandesi, che hanno invitato tutti coloro che si erano già attrezzati con costumi, strumenti musicali o più semplicemente hanno voglia di festeggiare a vestirsi indossando qualcosa di verde (colore simbolo di questa festa) e pubblicare sui social le loro foto e i video.
Nel giorno di San Patrizio, gli irlandesi indossano sempre qualcosa di verde: cravatte, guanti, calze, sciarpe, cappelli e maglioni, qualsiasi cosa, per celebrare il santo patrono. Nastri per capelli, trucchi e unghie verdi sono anche ben ammessi. Un colore diventato una tradizione solo nel XIX secolo: fino ad allora, infatti, il colore associato al santo era il blu.
Un grande flashmob internazionale che durerà per tutta la giornata di oggi, 17 marzo, per supportarsi in questo momento così difficile, essere vicini anche da lontani, augurandosi – come da tradizione – un futuro pieno di brindisi.
Per viaggiare con la mente verso l’isola d‘Irlanda si possono poi leggere, o rileggere, classici come «Gente di Dublino» o scoprire autori meno noti come Cecilia Ahern o Brendan Behan.