L’isola di Pantelleria e i suoi capperi
La Perla Nera è un’isola quasi incontaminata, dal clima mite e gradevole. È una delle mete più ambite dai vacanzieri
Indice
Pantelleria è una piccola isola siciliana che appartiene al Comune di Trapani. Ha una superfice circa 4 volte più grande di Lampedusa ed è collegata regolarmente con i porti di Mazzara del Vallo e Trapani. È dotata anche di un aeroporto, che garantisce voli di linea da e per il continente. E ovviamente, è una delle mete più ambite dai vacanzieri.
È un’isola quasi incontaminata, chiamata La Perla Nera. Ha un clima mite ma ventoso, e avendo un’origine vulcanica, è formata da rocce acide ricche di materiali sodici, unici al mondo, che sono presenti solo su quest’isola e per questo prendono il nome di Pantelleriti.
Cosa vedere a Pantelleria
Parlando di Pantelleria, non possiamo non citare il lago Specchio di Venere, che con uno splendido colore cangiate dal verde chiaro al turchese, è immerso nel più totale silenzio, e trasporterà i turisti in un’atmosfera magica. Si tratta di un cratere spento di un antico vulcano, sulla cui sponda meridionale sono situate sorgenti termali con acque calde e sulfuree, e il cui fondale è ricoperto da fango ricco di benefici per la pelle. Poi ci sono le Favare, forti getti di vapore acqueo misto a minerali, che emergono a intermittenza dal sottosuolo in più punti, attraverso spaccature della roccia. Il Museo Vulcanologico ubicato a Punta Spadillo è formato da tre sale, in cui sono esposti ben 50 campioni di rocce eruttive e petrografiche dell’isola, con in più la possibilità di prendere visione dei pannelli di approfondimento sulla storia vulcanologica del territorio. Infine, la flora tipica dell’isola: la ginestra, il pino marittimo, il timo, la lavanda, il rosmarino, la mentuccia, l’origano.
E poi ci sono i capperi!
I capperi di Pantelleria
La pianta più tipica dell’isola di Pantelleria è però, senza ambra di dubbio, quella del cappero, che qui cresce spontaneamente.
Tecnicamente, il cappero di Pantelleria è un arbusto della famiglia delle capparidacee, originaria delle regioni aride e rocciose del bacino del Mediterraneo. I boccioli dei suoi fiori, anche conosciuti come “bottoni floreali” o “gemme”, non ancora schiusi, sono piccoli, duri e dal colorito verde intenso.
L’odore è particolarmente marcato, poiché coltivati su terreni lavici esposti al sole, ricchi di glucoparrina, una sostanza florida di proteine che gli conferisce un sapore decisamente diverso rispetto agli altri tipi di capperi che si trovano in commercio.
Quella di Pantelleria inoltre, è l’unica specie di capperi coltivata in loco a essere stata insignita del Marchio IGP nel 1993 dal Ministero delle Risorse Alimentari e nel 1996 dall’Unione Europea.
La coltivazione dei capperi di Pantelleria
Coltivati su terreni esposti al sole, i capperi di Pantelleria vengono prodotti dal periodo che va dal primo maggio di ogni anno al 31 ottobre. Ogni 8–10 giorni i contadini si dedicano alla raccolta dei boccioli, che viene effettuata rigorosamente all’alba. Tutte le gemme raccolte vengono poi fatte maturare in una salamoia realizzata con sale grosso, rigorosamente marino e amalgamati tra loro per 10 giorni. Poi, rimessi nuovamente sotto sale e ripetuta una seconda volta l’operazione (cambiando spesso l’acqua di vegetazione) vengono immessi sul mercato.
Benefici e proprietà dei capperi di Pantelleria
Del cappero di Pantelleria parlavano già i greci e i latini, che lo utilizzavano spesso come ingrediente principale di molte specialità culinarie. Menzionato perfino nella Bibbia e da Plinio il Vecchio, era noto nell’antichità per le sue proprietà afrodisiache e per le sue proprietà organolettiche. È ricco di vitamine del gruppo A, B1, B2, B3, B5, B6, di vitamina C, di vitamina E, K e J. Contiene potassio, calcio, magnesio, selenio ed è privo di grassi: perfetto per chi sta seguendo una dieta ipocalorica.
I capperi di Pantelleria in cucina
In cucina, i capperi di Pantelleria sono perfetti per preparare la pasta alla puttanesca, condire pesce e bistecche di carne, fare una colorata caponata di verdure o ancora realizzare la famosa insalata Pantesca, tipica dell’isola. Ecco la ricetta!
Ingredienti per 4 persone
4 patate medie
12 pomodori pachino
20 olive nere
Capperi di Pantelleria sotto sale
Una cipolla rossa di Tropea
Mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva
Mezzo bicchiere di aceto di vino rosso
Timo
Origano
Foglioline di basilico fresche
Sale
Come preparare l’insalata Pantesca
Con una spazzolina delle setole morbide ripulite le patate da eventuali residui di terra e poi sciacquatele accuratamente sotto il getto d’acqua fredda corrente. Prendete una pentola di medie dimensioni e mettete al suo interno dell’acqua che farete bollire insieme alle patate per 30 minuti circa. Quando risulteranno morbide, tanto da poter essere punte con uno stuzzichino di legno, togliete le patate dalla pentola, fatele raffreddare un pochino e sbucciatele e tagliatele a cubetti. Pelate e tagliate a rondelle la cipolla rossa di Tropea, lasciandola immersa nell’aceto di vino per circa 10 minuti. Eliminate il sale dai capperi di Pantelleria, sciacquandoli con cura sotto l’acqua fredda e scolandoli per fagli perdere l’acqua in eccesso. Togliete le olive nere dalla salamoia in cui sono immersi. Lavate e tagliate i pomodorini a metà. Prendete ora una scodella capiente e versateci dentro tutti gli ingredienti che vi siete preparati fino a questo momento (ricordandovi di togliere le cipolle rosse di Tropea dall’immersione in aceto di vino, fatta precedentemente). Condite infine, la vostra insalata pantesca con una bella manciata di timo trito e origano, un filo di olio extravergine di oliva e sale quanto basta. Mescolate bene tutti gli ingredienti tra loro e ponete l’insalata in frigo per un paio di ore prima di servirla in tavola ai vostri commensali, decorandola in ultimo con l’aggiunta di foglioline di basilico fresco...