Alla scoperta del Monte Amiata
Nelle giornate serene il suo profilo austero emerge anche a grande distanza tra le colline del Chianti, l’Umbria e la Tuscia laziale: è il massiccio dell’Amiata, un territorio antico di millenni che avvolge i suoi visitatori tra piste innevate, rigogliose faggete, fresche sorgenti, miniere e borghi medievali dove il tempo sembra essersi fermato.
Per chi nel periodo di “neve fresca” vuole alternare le mattinate di snowsports sulla Vetta del Pianello ai pomeriggi all’insegna dell’arte e della cultura, la “bussola” di ViaggiArt segna un itinerario imperdibile, alla scoperta dei preziosi gioielli che punteggiano questo splendido comprensorio.
Partiamo da Abbadia San Salvatore, il borgo più importante e attrezzato, che vale la pena visitare non solo per l’antica Abbazia benedettina da cui trae il nome, ma anche per il centro storico ricco di chiese e il Palazzo del Podestà, edificato nel quindicesimo secolo. La sua storia e quella del monastero si perdono nella leggenda, sulle tracce degli Aldobrandeschi e dei viandanti che attraversavano la via Francigena.
Monte Amiata tra castelli e santuari
Sul versante opposto dell’Amiata, al margine occidentale delle grandi foreste di castagno e faggio, il nostro mini-tour ci porta a Arcidosso, borgo imponente e caratteristico per il suo aspetto turrito, che identifica la sua parte più elevata col Castello Aldobrandesco. Il Santuario della Madonna Incoronata è, invece, uno dei luoghi di culto più importanti della montagna amiatina e ospita al suo interno pregevoli opere del quattrocento senese.
Il vicino borgo di Santa Fiora se ne sta arroccato su una rupe di trachite. Dall’arcata che attraversa Palazzo del Conte si sbuca nella grande piazza, che è il salotto del paese, e poi si scende verso la Pieve delle Sante Flora e Lucilla, il monumento più importante, al cui interno è possibile ammirare le splendide terrecotte attribuite a Andrea della Robbia. Non lontana dall’abitato, la vecchia area della miniera di mercurio, oggi valorizzata da un interessante Museo.
E se il giro per i borghi amiatini vi ha messo appetito, sappiate che non c’è posto migliore per gustare appieno le delizie della grande tradizione culinaria toscana: dai pici alle pappardelle ai funghi, dalle fumanti zuppe di legumi ai secondi di selvaggina, il tutto accompagnato dal DOC di Montecucco o da una delle tante birre artigianali prodotte in questo accogliente territorio.
Eliana Iorfida