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Gita a Tindari: set del commissario Montalbano

Scritto da Eliana Iorfida, 23/01/20

Oggi partiamo per una gita a Tindari, guidati dalla penna del maestro Andrea Camilleri e del commissario Montalbano. Sede di un celebre santuario mariano, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, e di un sito archeologico a picco sul mare, la classica "gita a Tindari" non delude mai! 

Diversi sono i riferimenti letterari alla città: nelle Verrine, Cicerone si sofferma a lungo su Tindari e sulle spoliazioni subite; Salvatore Quasimodo le dedicò la celebre poesia Vento a Tindari, ma la citazione letteraria più popolare - resa celebre anche grazie agli episodi della fortunata serie Rai Il commissario Montalbanio - richiama esplicitamente il titolo di un romanzo di Andrea Camilleri, La gita a Tindari. 

Scopriamo come organizzare questa gita che coniuga felicemente natura, archeologia, spiritualità e scorci cinematografici mozzafiato. 

Cosa vedere a Tindari

Seguiamo il commissario Montalbano durante la sua gita a Tindari e scopriamo le chicche da non perdere in questa deliziosa frazione del comune di Patti, in provincia di Messina.

La città di Tindari fu fondata da Dionisio I di Siracusa nel 396 a.C., come colonia di mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine. Sede vescovile, venne conquistata dai Bizantini nel 535 e cadde nell'836 per mano degli arabi. Rimase intatto il celebre aantuario dedicato alla Madonna Nera di Tindari, dispensatrice di miracoli.

La nostra gita a Tindari parte proprio dal santuario, che svetta all'estremità orientale di un promontorio panoramico, a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell'antica acropoli, dove oggi sorge un'altra piccola chiesa sui resti della città abbandonata.

Come suggerisce il commissario Montalbano, la devozione alla "Matri 'u Tinnaru" è indubbiamente tra le più antiche devozioni mariane della Sicilia, diffusa e festeggiata su tutta l'isola.

La statua della Madonna Nera, scolpita in legno di cedro, è di epoca imprecisata. La tradizione vuole che sia goiunta dall'Egitto in seguito al fenomeno dell'iconoclastia, tra VIII e IX secolo.

La Madonna di Tindari è quella che si definisce in gergo iconografico una Theotókos Odigitria: seduta nella posizione della Basilissa ("Regina in trono"), regge in braccio il Bambino Gesù, sfoggia una corona in testa e presenta la caratteristica inconfondibile del volto lungo, presente anche in altre raffigurazioni orientali e africane, ma raro tra le statue religiose in Occidente. Alla base della statua, la famosa scritta che riprende il Cantico dei cantici: "Nigra sum sed formosa" ("Sono bruna ma bella").

Cosa vedere a Tindari assolutamente? L'area archeologica con i resti dell'antica città greca, che si estendono ai piedi del santuario e occupa una lingua di spiaggia molto bella, a ridosso del mare.

L'impianto urbanistico è vasto e oggi si trova in discreto stato di conservazione. Datato probabilmente all'epoca della fondazione della città, presenta un tracciato regolare a scacchiera, articolato su tre decumani (strade principali) orientati sud-est e nord-ovest. La strada principale costeggia gli edifici monumentali e di rappresentanza, come il teatro, e sfocia nell'agorà, oltre la quale, nella zona più elevata occupata oggi dal Santuario della Madonna Nera, si trovava l'acropoli originale.

La nostra gita a Tindari si conclude alla base del promontorio, dove si incontra una zona sabbiosa punteggiata di piccoli specchi d'acqua, la cui conformazione si modifica costantemente in seguito alle mareggiate. Questa spiaggia, conosciuta con il nome di Marinello o "Mare secco", evoca numerose leggende:

secondo una di esse, la spiaggia di Marinello si sarebbe formata in seguito alla caduta di una bimba dalla terrazza del santuario. Ritrovata sana e salva, sua madre, una pellegrina giunta da lontano, si convertì e divenne devota della Madonna Nera.

Una seconda leggenda vuole che la grotta che si apre sul costone di Marinello, Grotta Donna Villa, fosse abitata da una maga dedita ad attrarre i naviganti con il suo canto per poi divorarli. 

Tour nei dintorni di Tindari

Cosa vedere nei dintorni di Tindari e del comune di Patti? 

In tema archeologico, la Villa Romana di Patti, scoperta nel 1973, rappresenta un importante esempio di villa suburbana molto simile alla più nota Villa del Casale di Piazza Armerina. Degni di nota i mosaici, che in alcuni ambienti si sono perfettamente conservati, come il Mosaico della Medusa e di Bacco.

Un tour nei dintorni di Tindari non può prescindere da una visita al borgo marinaro di Mongiove, che dista solo 5 Km e si estende nell'area della Riserva Naturale dei Laghetti di Marinello. Qui è possibile fare il bagno in acque stupende e assaggiare le ricette a base di pesce fresco locale, una delizia per il palato.

Riproduzione riservata © Copyright Altrama Italia

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