Viaggio artistico tra le chiese di Conca dei Marini
Un tuffo in Costiera Amalfitana ci porta oggi a Conca dei Marini, il quarto comune più piccolo d’Italia per superficie, ma ricco di chiese e opere d'arte da abbinare alla classica gita sul mare. Il comune deve il suo nome alla tipica conformazione geografica, a conca, richiamando la vicinanza al mare e la conoscenza dei marinai delle tecniche di navigazione. Tra le cose da vedere assolutamente durante un soggiorno in questa splendida località della costiera, le chiese di Conca dei Marini e le preziose opere d'arte custodite al loro interno.
Indice
Non solo mare: visita alle chiese di Conca dei Marini
Anticamente colonizzata dai romani, Conca dei Marini ha saputo sfruttare la propria vicinanza ad Amalfi, appoggiandola nelle imprese che la videro protagonista tra le Repubbliche Marinare e intrecciando rapporti commerciali con tutti i popoli del Mediterraneo, dei quali ancora oggi porta i segni artistici, architettonici e culturali impressi tra le vie e i monumenti del centro storico.
Il borgo si sviluppa lungo tre chilometri di costa, caratterizzandosi per le tipiche casette bianche, costruite su due livelli: il primo dedicato alle cantine e ai depositi nei quali i pescatori riponevano le attrezzature per la pesca; il secondo, adibito ad abitazione vera e propria. Dell'antica storia peschereccia, serba ricordo la zona della Marina di Conca: la piccola baia circondata dalle casette imbiancate, che oggi rappresenta il principale stabilimento balneare del paese, nonché il porto in cui tuttora attraccano le imbarcazioni dei pescatori locali.
È qui che incontriamo la prima tra le chiese di Conca dei Marini, ovvero la graziosa cappella dedicata alla Madonna della Neve, dove ogni anno, il 5 di agosto, viene celebrata la festa patronale con una suggestiva processione in mare.
Oltre che per la festa religiosa, Marina di Conca fu celebre tra gli anni Sessanta e Settanta per aver ospitato molti personaggi famosi, tra cui spiccano Gianni Agnelli, la principessa Margaret d'Inghilterra e Jacqueline Kennedy Onassis.
Le chiese di Conca dei Marini nel centro storico
Una passeggiata artistica nel centro storico ci svela il volto delle più belle chiese di Conca dei Marini, a partire da quella dedicata a San Giovanni Battista, nota anche come Chiesa di Sant'Antonio di Padova.
Si tratta di un edificio di fondazione remota e incerta, che si erge su un'alta rupe e domina l'intero specchio d'acqua della conca, aprendosi su un panorama mozzafiato.
Caratterizzata da un campanile con la volta a cuspide, ricoperta da piastrelle maiolicate, sfoggia una facciata barocca con l'immagine di Sant'Antonio accompagnata dalla frase "Proteggerò questa città".
Restaurata per la seconda volta nel 1990, a causa del terremoto dell'Irpinia, la chiesa è composta da tre navate divise da due file di grosse colonne, sulle quali insistono archi a tutto sesto decorati con pregiati stucchi, che terminano in absidi coperte. Malgrado la ricca decorazione barocca, è ancora possibile riscontrare lo stile medievale nello slancio della crociera che copre il presbiterio e di quelle che coprono la navata principale.
Sempre in una splendida posizione, sorge la Chiesa di San Pancrazio Martire, circondata da un ampio cortile su cui sono disposte due file laterali di palme e le tre porte d'ingresso, al di sopra delle quali spiccano bellissimi mosaici di scuola ravennate, realizzati nel 1957 e raffiguranti San Pancrazio e Sant'Antonio di Padova con al centro la Madonna del Carmine.
All'interno, la chiesa è formata da tre navate e tre absidi: le navate laterali sono sovrastate da volte a crociera e possiedono tre piccole cappelle. Tra le chiese di Cava dei Marini, qui si venera la Madonna del Carmelo, celebrata con una solenne processione in occasione della festa del 16 luglio.
A pochi passi dalla chiesa è presente il belvedere di Punta Vreca, che affaccia a picco sul mare. Il nome deriva dalla forma, che richiama quella di una nave, con in cima una croce di ferro battuto.
Nel novero delle chiese di Cava dei Marini, quella dedicata a San Michele Arcangelo conserva un bell'altare maggiore del Settecento, due balaustre di marmo che dividono il presbiterio, le tele di scuola napoletana che si trovano nelle quattro cappelle laterali della prima campata, l'antico organo e il pavimento originale dell'absidale.
Caratteristico è il piccolo pulpito ligneo. La sacrestia fu completata nel 1824. Il campanile costituito da due registi quadrati termina nella parte superiore in una cella cilindrica con sei monofore.
Il Conservatorio di Santa Rosa da Lima e le sue sfogliatelle
Fondato nel 1681, l'edificio religioso noto come Conservatorio di Santa Rosa da Lima è un ex-monastero domenicano, ora adibito ad albergo di lusso, posto su una rupe che domina l'intera costa.
Dichiarato "Monumento di rilevante interesse storico-artistico" della provincia di Salerno, il monastero ci racconta una storia originale, strettamente legata a quella della famiglia Pandolfo, che si stanziò a Conca dei Marini nel XV secolo. Oltre a cariche pubbliche, i membri della famiglia vantavano un grande potere economico e grandi proprietà, fra le quali la fonte termale di Capasso, nel comune di Contursi, il suolo che incorpora la Grotta dello Smeraldo e il palazzo munito di una torre sito in Via Torre, abbellito con grandi blocchi di pietra tufacea lungo i bordi della terrazza.
Ancora oggi, nell'archivio della parrocchia di San Pancrazio Martire si conserva un libro sulla storia di questa famiglia, nel quale si legge che il capostipite, tale Pompeo, fu un giovane capitano milanese che, attratto dal culto di Sant'Andrea (il cui corpo è custodito nel Duomo di Amalfi), si stabilì a Conca. Un'altra versione narra, invece, che il padre della fondatrice del monastero, Francesco, sposò la marchesa Giovanna Gagliano con la quale ebbe molti figli. I Pandolfo si assunsero l'onere di riparare la chiesa abbandonata di Santa Maria di Grado, ceduta dal vescovo nel 1539; decidendo di costruirvi accanto un monastero.
È proprio in questo luogo ameno che ebbe origine la famosa Sfogliatella Santarosa, il dolce tipico di Cava dei Marini.
Furono le suore di Santa Rosa a inventare la deliziosa sfogliatella che poi si diffuse in tutta la Campania, diventando tipica della tradizione napoletana: immediatamente la sua bontà fu apprezzata e le suore, visto il successo, le diedero il nome della loro protettrice.
All'interno del convento, quale nucleo originario, la Chiesa di Santa Maria di Grado fu ampliata e abbellita in chiave tipicamente tardo barocca nel periodo di massimo splendore dell'adiacente Conservatorio.
La chiesa è composta da un'aula rettangolare, sormontata da una volta a botte. Un piccolo portico, sul quale si trova una stanza dove sono ancora i sedili usati delle domenicane per assistere alle funzioni, precede l'ingresso. L'entrata è fiancheggiata da due locali: quello di sinistra era l'antico confessionale delle monache, uno spazio angusto con una grata, dove il prete si sedeva affinché le monache invisibili all'interno del conservatorio ricevessero il sacramento della confessione; l'altro è un ripostiglio al piano inferiore della torre campanaria. Quest'ultima vagamente somigliante a quella del Duomo di Amalfi.
Completano il quadro dell'architettura religiosa le numerose cappelle sparse sul territorio, testimonianza della devozione e della bellezza variegata delle chiese di Cava dei Marini.
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