I paesi fantasma più affascinanti d'Italia
Oggi facciamo un giro tra i paesi fantasma più suggestivi d'Italia, in un intrico avvincente di miti, leggende, borghi abbandonati e natura esplosiva. Un'Italia perduta che ancora ci chiama.
Paesi fantasma, borghi abbandonati, case, strade e sentieri riconquistati dalla natura a seguito dell'abbandono dell'uomo.
Un patrimonio nascosto eppure di grande fascino quello dei paesi fantasma che, da nord a sud, raccontano l'Italia di un tempo sospeso, dove la quotidianità si è intorratta all'improvviso o è sfiorita lentamente. Borghi abbandonati dai quali ancora, sembrano salire voci lontane che ne raccontano la storia e le tante leggende...
Borgo fantasma di Pentedattilo
Il borgo fantasma di Pentedattilo, nel Parco Nazionale d'Aspromonte, si scorge già costeggiando la SS 106 lungo il litorale ionico calabrese, all'altezza del comune di Melito Porto Salvo.
La particolare roccia con “le cinque dita”, altrimenti nota come “La mano del diavolo”, dalla cui forma prende nome Pentedattilo, è strettamente legata alla vicenda storica della “Strage degli Alberti” (delitto passionale compiuto dal barone Bernardino Abenavoli, nel 1686), subito sfumata in leggenda.
Pentedattilo rimane sospeso nel tempo e nello spazio fino a quando un progetto virtuoso non decide di farne un albergo diffuso, rianimato da piccole botteghe artigiane. Oggi, tra i paesi fantasma, vanta un lento cammino di recupero e valorizzazione: ogni estate, il borgo abbandonato è tappa fissa del festival itinerante "Paleariza", importante evento di musica grecanica, e della rassegna cinematografica internazionale di cortometraggi "Pentedattilo Film Festival".
L'incanto di questo luogo ha ispirato una celebre litografia dell'artista Maurits Cornelis Escher (1930).
Civita di Bagnoregio
Tra i paesi fantasma più belli e precari in assoluto, il borgo di Civita di Bagnoregio, al centro di un’ampia vallata al confine tra Lazio e Umbria, si staglia scolpito nei calanchi e nelle forme ondulate dell'argilla.
Nota come la "Città che muore", per via dei continui smottamenti di terreno che la trascinano sempre più a valle, il borgo fantasma di Civita è tra i più suggestivi d’Italia. Si raggiunge attraversando un viadotto “appeso” come un antico ponte levatoio ai piedi di una fortezza.
Fu il terremoto del 1695 a causare il distacco dell’abitato e la distruzione dell’unica via d’accesso, condannando Civita di Bagnoregio a un destino comune ad altri paesi fantasma. Oggi Civita è meta di un turismo crescente, che la vede rinascere come borgo musealizzato tardomedievale, cui si accede dalla scenografica Porta Santa Maria, un arco in peperino con loggetta, opera del Vignola.
Nel mese di giugno si tiene anche il tradizionale Palio della Tonna.
Craco, paese fantasma
Il borgo fantasma di Craco, in provincia di Matera, ha conosciuto negli anni '60 un'evacuazione che lo ha reso un vero e proprio borgo abbandonato. Tuttavia, questo fenomeno ha contribuito a rendere particolare l'abitato di Craco, che per tale caratteristica è diventato una meta turistica e set cinematografico per vari film.
La struttura del borgo antico risale al 1154, con case arroccate intorno al torrione quadrato che domina il centro. A causa di una frana di vaste proporzioni, nel 1963 Craco iniziò a essere evacuata e parte degli abitanti si trasferì a valle, in località "Craco Peschiera".
Dopo il terremoto del 1980 Craco Vecchia venne completamente abbandonata, trasformandosi in uno dei più famosi paesi fantasma d'Italia. Nel 2010, il borgo è entrato nella lista della "World Monuments Fund" tra i monumenti da salvaguardare. A partire dal 2011, un percorso di visita guidata, lungo un itinerario messo in sicurezza, permette di percorrere il corso principale del paese, giungere a quello che resta della vecchia piazza e addentrarsi nel nucleo del borgo abbandonato.
Curon Venosta
Più che paese fantasma è passato alla storia come "paese sommerso", ma il principio non cambia: Curon Venosta, borgo della Val Venosta in provincia di Bolzano, è tra i borghi abbandonati più belli d'Italia.
L'immagine ormai celebre del campanile che riemerge dal Lago di Resia è il simbolo indiscusso di questa località che, nel 1950, venne allagata dalle acque di un bacino artificiale.
Mentre il borgo assume lentamente le sembianze di un paese fantasma e la popolazione si trasferisce sul lato orientale della valle, il campanile svetta dalle acque, unico superstite di un luogo cancellato dalla storia per diventare, paradossalmente, un'immediata attrazione turistica.
Il vecchio campanile di Curon e la chiesa annessa risalgono al 1357. In inverno, quando il lago è gelato, il campanile è raggiungibile a piedi, anche se la leggenda vuole che proprio durante i mesi invernali le campane prendano inspiegabilmente a suonare, benché rimosse il 18 luglio 1950, poco prima dell’allagamento.
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