Il Cristo Velato a Napoli: la scultura del mistero
Cuore della Cappella Sansevero, a Napoli, il Cristo Velato è una delle opere più note e suggestive al mondo, tanto da richiamare, da oltre due secoli, viaggiatori, turisti e studiosi increduli della trasparenza e della plasticità che hanno reso un sudario di marmo un “vero” tessuto, quasi fosse un processo alchemico di “marmorizzazione” della stoffa.
Quando Raimondo di Sangro incaricò il giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino, di realizzare una statua di marmo, a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore morto e coperto da un sudario, non poteva certo immaginare un simile effetto finale: un unico blocco di pietra trasformato in un velo.
E proprio il velo è il messaggio stilistico dell’opera che, nel suo stile tardo barocco, dona movimento e vitalità alle membra del corpo del Cristo, per questo chiamato “Cristo Velato”: le pieghe del tessuto gli imprimono sofferenza, la vena gonfia sembra ancora palpitante sulla fronte, le trafitture dei chiodi sui piedi e sulle mani esili, così come il costato scavato e rilassato nella morte liberatrice sono il segno di una ricerca intensa, che, ancora oggi, ci colpisce e ci emoziona.
Il “velo” è leggendario e misterioso, proprio come la figura del suo committente, il Principe di Sansevero, da tutti ritenuto alchimista e sperimentatore, e della complessa simbologia della Cappella Sansevero che lo ospita. D’altra parte, era anche nelle intenzioni del di Sangro suscitare meraviglia, tant’è che egli stesso constatò come il velo marmoreo fosse tanto impalpabile da lasciare stupiti i più scaltri osservatori.
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