Luogo - Museo
Museo dell’Abbazia della SS. Trinità
Luogo:
Via Michele Morcaldi, 6, Cava de' Tirreni (Salerno)
La Badia di Cava de’ Tirreni si avvicina al compimento di un millennio di vita: dieci secoli di storia monastica ininterrotta da quando, nel 1011, Sant’Alferio fondò quel cenobio con felice intuizione nella scelta del sito.
Una inesauribile vitalità e una illuminata politica culturale hanno caratterizzato questa ed altre famose badie benedettine sulla scia della celebre Abbazia di Montecassino, che fu in passato anche modello di fasto e di eleganza. Del resto, le prospere finanze della badia cavense, detentrice di vasti possedimenti nel Mezzogiorno, consentivano agli abati di ingaggiare gli artisti più prestigiosi e aggiornati del momento e di utilizzarne altri, di minore livello, in maniera più continua.
Molte opere si possono ammirare nella collocazione originaria o in quella acquisita nel corso dei vari ammodernamenti, altre furono sistemate nel Museo che occupava tre suggestive sale appartenenti all’antico Palatium della fine del XIII secolo, riservato agli ospiti.
Altre opere sono entrate a far parte delle collezioni del monumento in momenti successivi all’esecuzione, come la pala dipinta per la chiesa di S. Cesareo da Agostino Tesauro o il tondo eseguito da Francesco Penni su disegno di Raffaello. Alla vasta campionatura di protomi, anfore, sarcofagi romani e frammenti di sculture medievali della prima sala seguono, esposti nella magnifica sala duecentesca, preziosi ed eleganti pitture tre-quattrocentesche di scuola senese, una statua lignea policroma raffigurante una Madonna con Bambino riferibile allo stesso arco temporale e un’ampia raccolta di dipinti su tavola del Cinquecento.
La nutrita sequenza di dipinti su tela, ai quali, anche per la lunga permanenza in deposito, è venuto a mancare il vaglio della critica più aggiornata, è ospitata nella sala recentemente ristrutturata. Essenziali o idilliche interpretazioni di famosi argomenti biblici, affollate scene di battaglia o di mistiche riunioni, imponenti raffigurazioni di dottori della chiesa e di estatici santi consentono un percorso ideale che abbraccia due secoli di pittura, il XVII e il XVIII, in significative manifestazioni di fattura naturalistica, classicista o barocca e nel formato del grande quadro o del bozzetto.
Nelle vetrine sono esposti oggetti in metallo, porcellana, avorio e ceramica, di epoche e botteghe diverse.
Emergono tra gli altri una cassettina eburnea del XII secolo di delicata fattura bizantina, rari esemplari di ceramica medievale, probabilmente prodotti nelle stesse officine conventuali, una pregevole campionatura di piatti di botteghe abruzzesi del secolo XVIII secolo, mattonelle maiolicate di manifattura quattrocentesca napoletana e preziosi paramenti liturgici. Una carta nautica del secolo XIV e alcuni corali, sistemati in due bacheche, forniscono solo un saggio del prezioso materiale cartaceo e pergamenaceo che la Badia custodisce nel ricchissimo archivio.
Angelina Montefusco