Destinazioni - Comune
Angrogna
Luogo:
Angrogna (Torino)
Angrogna (pronuncia Angrógna, [aŋ'ɡroɲɲa]; Angreugna in piemontese, Engreunha, con la dieresi sulla E in occitano) è un piccolo comune prealpino di 885 abitanti della provincia di Torino, nel Piemonte occidentale, che dista circa 58,8 chilometri a sud-ovest dal capoluogo.
Situata nell'omonima valle, come diramazione secondaria della più importante Val Pellice, dopo Pinerolo, Angrogna occupa una zona dove scorre il torrente omonimo, un piccolo affluente del torrente Pellice.
Insieme al vicino Comune di Torre Pellice, rimane altresì uno dei più importanti centri della Chiesa Valdese di tutto il territorio italiano.
A questo paese inoltre, è stato intitolato l'asteroide 8420 Angrogna, scoperto dall'astronomo Paul G. Comba, i cui antenati vissero qui.
Toponimo
Secondo una tradizione, il nome deriverebbe dalla voce piemontese grogn /'grʊɳ/, che significa bernoccolo, in riferimento alle colline su cui sorge il paese. In realtà, il toponimo ha origine dalla voce gallica agranio il cui significato è prugnolo. Fra le sue bellezze naturali presenti nel territorio si segnala la piccola grotta detta "Guièiza d' la Tana", ricordata da Edmondo de Amicis nel suo libro Alle porte d'Italia.
Storia
Abitata già nella preistoria, come testimoniato dalle incisioni rupestri presenti, divenne presto anche terra di alcuni insediamenti celto-liguri ; tuttavia, essendo un Comune montano distaccato, lungo i secoli non fu d'interesse di dominio territoriale come, ad esempio, i più importanti paesi di bassa valle di Torre Pellice e Luserna San Giovanni.
Questo fece di Angrogna una sorta di oasi naturalistica pressoché intatta, e che servì spesso da rifugio lungo la storia, tanto da fregiarsi oggi, il titolo di Terra di Libertà.
Per primi i protestanti calvinisti della comunità Valdese, che già dal medioevo si dovettero spesso isolare qui durante i periodi delle persecuzioni sabaude
Nel 1532, in località Chanforan si tenne il sinodo di tutte le chiese valdesi di Francia, delle Calabrie e delle Puglie. In tale occasione, venne decisa l'adesione alla riforma protestante e la stampa della cosiddetta Bibbia di Olivetan, che avrebbe visto la luce tre anni dopo. Nel 1555 venne fondato il primo tempio protestante della penisola.
Angrogna, già feudo sotto i Luserna, fu elevata a Marchesato nel 1636, sotto la signoria di Emanuele Manfredi. Con l'inaugurazione del culto pubblico, ebbero inizio però anche dure persecuzioni nei confronti dei suoi seguaci. Divenuto nel 1680 il comune più popolato delle valli con 2.250 abitanti, nel corso del XVII secolo, quando la persecuzione verso i valdesi si fece più feroce, venne più volte distrutto. Nel 1686, Vittorio Amedeo II, in accordo con la politica di Luigi XIV, re di Francia, iniziò la sistematica espulsione dei valdesi dalle loro valli.
Angrogna fu quella colpita molto duramente; le truppe locali distrussero le case dei valdesi, i terreni espropriati e ceduti ad altri agricoltori cattolici provenienti da altre parti del Piemonte. Dopo la conciliazione con Vittorio Amedeo, i valdesi tornarono nel paese, ma il borgo non raggiunse mai più la grandezza e l'importanza svolta prima delle persecuzioni.
La frazione Pradeltorno
La frazione di Pradeltorno - roccaforte naturale per la sua conformazione geografica - fu il centro della resistenza valdese nell'arco di tempo che va dal XV secolo al XVIII secolo. A mettere pace nel territorio occorse l'intervento di Carlo Alberto di Savoia che concesse ai valdesi, il 17 febbraio 1848, i diritti civili e politici. A testimonianza delle persecuzioni resta tutt'oggi una sorta di grotta conosciuta con il nome di Guièiza d'la tana, situata vicino al borgo di San Lorenzo.
Luoghi d'interesse
L'edificio più importante è il Tempio di San Lorenzo. Sorse nei locali della cappella della confraternita del Santo Spirito, posta di fronte alla cattolica Chiesa di San Lorenzo. Edificato nel 1555, nel 1561 venne fatto distruggere da Emanuele Filiberto. Fu ricostruito, ma venne nuovamente distrutto nel 1655, ancora ricostruito, subì una terza ed ultima distruzione nel 1686. L'attuale costruzione risale al 1708, quando, dopo il "glorioso rimpatrio" dei valdesi, si edificò un nuovo tempio sulle rovine dei precedenti. Degno d'interesse è anche il Tempio del Ciabàs, risalente al XVI secolo, famoso perché, vigendo fino al 1794 la proibizione di seppellire i protestanti nei cimiteri piemontesi, vi furono accolte le spoglie di numerose personalità straniere decedute in Piemonte. Terzo esempio di luogo d'interesse, è il Tempio delle Serre, la cui attuale costruzione risale al 1875. Come per il Tempio di San Lorenzo, vide una serie di distruzioni e ricostruzioni. Angrogna, come Luserna San Giovanni e Torre Pellice, è sede di Priorato Cattolico, attualmente retto dal Priore Parroco di Luserna. Sulla piazza principale della cittadina un monumento chiamato La peira d'la rasoun (La pietra della ragione), che ricorda di quando i debitori insolventi venivano posti alla berlina. Altri monumenti degni di rilievo sono in località Chanforan il monumento eretto a memoria del sinodo del 1532 e a Pradeltorno la chiesa gotica eretta nell'Ottocento e la Scuola dei Barba, in cui nel medioevo venivano formati i predicatori valdesi (chiamati appunto Barba). Nella frazione Pradeltorno si trova il Tempio di Pradeltorno che fu realizzato nel 1877.
Religione e lingua
Angrogna è un comune bi-religioso e bi-lingue: buona parte della popolazione è di religione valdese ed è ancora molto diffuso l'uso dell'occitano.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Amministrazione
Altre informazioni amministrative
Angrogna fa parte della Comunità Montana Val Pellice.
Note
^ ISTAT data warehouse
^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
^ Cfr. la voce Angrogna del Dizionario d'ortografia e di pronunzia: [1].
^ http://www.valdangrogna.it/index.php?module=pagemaster&PAGE_user_op=view_page&PAGE_id=48
^ Il termine barba in dialetto piemontese può significare sia la barba della lingua italiana, che il termine "zio"
^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Voci correlate
Pasque piemontesi
Giosuè Janavel
Laura Trossarelli
Altri progetti
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