Destinazioni - Comune

Cisterna di Latina

Luogo: Cisterna di Latina (Latina)
Cisterna di Latina è un comune italiano di 35.551 abitanti della provincia di Latina nel Lazio. Città di origini antichissime, sorge ai margini settentrionali dell'Agro Pontino, al confine fra le province di Roma e Latina, ed è un centro agricolo e industriale di rilievo. È conosciuta come la "città dei butteri" ed ospita nel suo territorio l'oasi WWF del giardino di Ninfa, monumento naturale considerato fra le aree verdi più belle del mondo Geografia fisica Territorio Cisterna di Latina sorge alle porte dell'Agro Pontino, in un territorio in larga parte pianeggiante, ad eccezione di rilevi dei Monti Lepini e dei Colli Albani che partono dai 50 metri sul livello del mare, ai confini con i territori comunali di Cori e Velletri. Fino al 1932, il suo territorio era fra i più grandi e vasti d'Italia, comprendendo una larga fetta delle antiche "paludi pontine", di cui era l'ingresso. Successivamente parte del suo territorio fu ceduto al neonato comune di Latina. Clima Il clima è di tipo mediterraneo. L'inverno è molto mite. L'estate è calda e, a volte, afosa nonostante venga mitigata dal vicino mare. Classificazione climatica: zona C 1216 GR/G. Storia L'età antica Le origini di Cisterna sono antichissime: nel suo territorio, sono state rinvenute tracce del passaggio di uomini preistorici in piccole cavità naturali in località Finocchione. I Volsci fondarono nel territorio vicino il centro di Ulubrae, ma recenti ritrovamenti ed analisi fanno supporre che anche l'antica e perduta città volsca di Suessa Pometia potesse situarsi nei dintorni. Suessa Pometia fu distrutta e sottomessa da Tarquinio il Superbo, secondo quanto scrive Tito Livio nella sua opera Ab Urbe condita. Il centro di Ulubrae, mai identificato, è attestato da Orazio, Plinio il Vecchio, Svetonio e Giovenale, che hanno scritto delle ville che furono costruite qui, tra questi si ricordano Cicerone scrisse in una delle sue Epistole: Anche Augusto, secondo Svetonio, avrebbe vissuto fino ai diciotto anni nella villa di famiglia a Ulubrae. Intanto, nel 312 a.C. il console Appio Claudio Cieco avviava la costruzione della Via Appia, collegando Roma alle città del Sud Italia. Lungo l'Appia si svilupparono due stazioni di sosta: Ad Sponeas e Tres Tabernae, così chiamata per la presenza di tre taverne, oggi riprese nello stemma cittadino. Tres Tabernae è citata negli Atti degli Apostoli, quando si descrive il viaggio di San Paolo verso Roma e si ricorda che l'"apostolo delle genti", qui fu accolto e ristorato dalla locale comunità cristiana, la quale lo accompagnò fino a Roma. Intorno al III secolo d.C., le paludi conobbero una nuova espansione e l'abitato di Ulubrae fu abbandonato e i suoi abitanti furono così costretti a lasciarlo per trasferirsi a Tres Tabernae. Tres Tabernae crebbe progressivamente di importanza e diventò sede vescovile. Si sa che vi fu edificata una cattedrale paleocristiana, dedicata a San Paolo (in ricordo del passaggio dell'apostolo), di cui non è rimasta traccia. Nel 307 vi fu assassinato l'imperatore Flavio Severo, ucciso dal luogotenente di Massenzio, Eraclio. Le invasioni barbariche, provocarono la distruzione delle opere di bonifica e quindi una progressiva espansione delle paludi, provocando il declino della città. Nel 592 papa Gregorio Magno unì la sua diocesi a quella di Velletri. Tres Tabernae subì diverse e pesanti devastazioni da parte dei Saraceni, fino a quella fatale dell'868, quando fu definitivamente distrutta. Il Medioevo e il Rinascimento Gli abitanti di Tres Tabernae decisero, costretti anche dalla continua espansione della palude, di trasferirsi sopra un piccolo colle. Il borgo conobbe una certa ripresa solo a partire dall'anno Mille, quando viene citato, per la prima volta, con il nome di Terra di Cisterna. La tradizione vuole che questo nome derivasse da un'antica cisterna presente nel territorio, fatta costruire dall'imperatore Nerone per rifornire d'acqua la sua villa di Anzio, tradizione che diede origine al toponimo medievale Cisterna Neronis, altro nome del borgo nel Medioevo. Tale cisterna sarebbe tuttora esistente nei sotterranei del cinquecentesco Palazzo Caetani, che sorse appunto sulla cima del colle. Tale teoria sembrerebbe confermata da alcuni recenti ritrovamenti archeologici di opere idrauliche romane rinvenute nel centro storico della città, a pochi metri da Palazzo Caetani. Lo scrittore Antonio Pennacchi nel libro Una nuvola rossa sostiene che la cisterna di Nerone rientra invece in un ambizioso progetto di bonifica delle paludi portato avanti dall'imperatore. Infine un autore locale, Umberto Pichi, ha proposto una originale teoria secondo la quale il nome deriverebbe dall'espressione di chiamare le località a sud di Roma, Terrae Cis Aeterna e quindi Terra di Cisterna. Secondo Cesare Baronio il nome sarebbe derivata da una contrazione del nome tardolatino "Tristavernae" evolutosi in "Tistaverna" e quindi "Cisterna". Nel frattempo sul territorio, lungo l'attuale Via Tivera si sviluppò l'abbazia benedettina di Sant'Eluterio (in altre fonti è citata come Abbazia del Marmosolio) fondata da un eremita. L'espansione della palude costrinse i monaci ad abbandonare l'antico convento e a trasferirsi a Valvisciolo. Cisterna diventò un feudo dei Conti di Tuscolo, potentissima famiglia romana che la cedettero ai Frangipane nel 1146. I Frangipane rafforzarono il borgo con una cinta muraria e con l'edificazione di una rocca. Il 5 settembre 1159 fu eletto papa, il cardinale Rolando Bandinelli che assunse il nome di Alessandro III. Tuttavia la sua elezione, fu ostacolata dall'Imperatore Federico Barbarossa che inviò le sue truppe per far arrestare il Papa. Quest'ultimo, protetto dai Frangipane, fuggì prima a Cisterna e poi a Ninfa dove fu ufficialmente incoronato. L'Imperatore quindi decise di vendicarsi assediando i due abitati e distruggendoli. In seguito i Frangipane ricostruirono Cisterna. Nel 1328 fu nuovamente assediata e distrutta da Ludovico il Bavaro. Gli abitanti però avvertiti da un velletrano, avevano già abbandonato da tempo il centro che rimase spopolato per tre secoli. Nel 1504 papa Giulio II affidò Cisterna in feudo ai Caetani. Fu Bonifacio Caetani, ad intraprendere diversi lavori urbanistici per ricostruire Cisterna, distruggendo le rovine del castello e sostituendole con una residenza rinascimentale; Palazzo Caetani, appunto. Poi, nella loro opera di riqualificazione, i Caetani curarono la costruzione della chiesa di Santa Maria Assunta e di una stazione postale lungo l'Appia. In seguito Bonifacio istituì un Principato e fece di Cisterna la capitale. Il prestigio della famiglia Caetani, unita alla fama delle vicine paludi pontine e alle abbondanti riserve di caccia, fece sostare a Cisterna numerose personalità storiche come papa Paolo III, papa Urbano VIII, numerosi vescovi e cardinali nonché diversi aristocratici della Capitale. Nel 1589, vi sostò Papa Sisto V, nel 1596 Papa Clemente VIII, nel 1792 Papa Benedetto XIII, nel 1839 Papa Gregorio XVI. Dalla fine del XVIII secolo alla bonifica pontina Papa Pio VI avviò un massiccio progetto di bonifica, il quale però fu bruscamente interrotto dalla Rivoluzione francese e dall'invasione del Lazio delle truppe napoleoniche. Quest'ultime, si dedicarono a distruggere le opere di bonifica avviate dal Papa, provocando il ritorno della palude, apportando a Cisterna un rovinoso declino. Inoltre la diffusione del brigantaggio, i cui esponenti sfruttavano le foreste della palude, per nascondersi, causò diversi morti e scontri con i Carabinieri. Nel 1825 fu visitato, in una gita di piacere, dal marchese Massimo d'Azeglio, politico del Regno di Sardegna nonché collaboratore di Cavour. Il marchese, inoltre descrive alcuni momenti della vita quotidiana nelle paludi, dai rodei dei butteri, le passeggiate dei briganti nel centro cittadino e la festa patronale di San Rocco. Nel 1840 vi sostò per una notte lo scrittore danese Hans Christian Anderson che lasciò un bel ricordo della città nel libro "Bazar di un poeta". Nel 1863, papa Pio IX vi si fermò in visita pastorale. Nel 1870, in seguito ad un plebiscito passò al Regno d'Italia e mutò il suo nome in Cisterna di Roma. Nel 1890 Buffalo Bill, che con il suo circo di cowboy aveva fatto tappa a Roma e aveva sfidato gli italiani a domare il fiero cavallo americano del West. Il buttero cisternese Augusto Imperiali raccolse la sfida, riuscendo a domare il cavallo ed entrando così nella leggenda. Si racconta che Buffalo Bill rimase così offeso per la sconfitta, che abbandonò l'Italia in fretta e in furia. Nel 1902, in quello che all'epoca era parte del suo territorio comunale, nella frazione di Ferriere di Conca (oggi nel territorio comunale di Latina) fu uccisa santa Maria Goretti. Dall'inizio della bonifica alla seconda guerra mondiale Nel 1929, iniziò il processo di bonifica della palude promosso dal regime fascista. Cisterna fu dichiarato come il quartier generale dei lavori di bonifica, soprattutto dell'area settentrionale (il cosiddetto "bacino di Pescinara"), su cui sorse successivamente la città di Littoria (oggi Latina). Nel 1934 fu costituita la provincia di Latina e Cisterna ne entrò a far parte, assumendo il nome di Cisterna di Littoria. Il 22 gennaio 1944, gli Alleati con lo sbarco di Anzio, tentarono di cogliere alle spalle i tedeschi che si erano arroccati nei fronti sul Garigliano e a Cassino e conquistare Roma. Lo sbarco però non dette gli effetti sperati, poiché la tattica attendista scelta dal generale Lucas, comandante del corpo d'armata alleato, permise ai tedeschi di Kesselring di organizzarsi e di bloccare gli Alleati sulle posizioni iniziali. Nelle prime fasi dell'Operazione Shingle (nome in codice dello Sbarco di Anzio), una colonna di reparti scelti statunitensi, composto da circa cento uomini, guidata dal generale William Orlando Darby, si muoveva da Anzio verso Cisterna ma si incrociò casualmente in località Isolabella con una divisione tedesca, che aveva ben trecento unità al suo interno. Lo scontro fu fatale per gli americani: solo due soldati riuscirono a rientrare a Nettuno. La città di Cisterna riconobbe l'opera di questi soldati gemellandosi nel 1982 con la città americana di Fort Smith, nell'Arkansas, città nativa del generale Darby e titolando a quest'ultimo il locale Istituto Tecnico Industriale e Commerciale. Dopo lo scontro di Isolabella, gli americani avevano bruciato il "fattore sorpresa", e i tedeschi avevano preparato una linea difensiva compresa, al cui centro si trovava appunto Cisterna. La città si trovò così al centro degli scontri armati, subendo pesanti bombardamenti. La popolazione civile, in preda al panico, si rifugiò in buona parte nelle grotte sotterranee di Palazzo Caetani, nella cripta dell'ex convento di Sant'Antonio Abate nelle cantine, nelle campagne. Il 19 marzo, però i tedeschi, forti delle difficoltà alleate, che si erano impantanati, decisero di sgomberare l'abitato, costringendo gli abitanti, (in quello che verrà chiamato l'Esodo Cisternese), a lasciare Cisterna. Ad aprile, gli americani riuscirono finalmente a sbloccare la situazione e a conquistare Aprilia. A maggio, raggiunti dai rinforzi, le forze alleate sferrarono una dura offensiva (Operazione Buffalo). I tedeschi crollarono all'altezza di Borgo Sabotino e si videro costretti a cedere Littoria e si arroccarono su Cisterna. Gli Alleati, concentrarono qui i loro sforzi e dopo una battaglia durissima riuscirono ad entrare a Cisterna. I tedeschi si rintanarono allora dentro Palazzo Caetani ma alle prime ore del pomeriggio del 25 maggio, si arresero agli Americani. Cisterna e l'intero Agro Pontino erano completamente liberati ma la città era rasa al suolo con quasi il 96% degli edifici distrutti. Dal dopoguerra ad oggi La ricostruzione della città avvenne abbastanza velocemente, seppur in maniera caotica e disordinata. In seguito, per arginare il caos edilizio, fu avviata la costruzione di un nuovo quartiere, lungo Via Primo Maggio, a est di Piazza XIX Marzo. Il nuovo quartiere sorse in condizioni disagiate e ad alta densità abitativa, tanto che i cisternesi lo ribattezzarono "Shanghai" (in dialetto Sciangai) come l'omonima città cinese, allora fra le più popolate al mondo. A partire dagli anni settanta, Cisterna conobbe un forte sviluppo economico e demografico, dovuto prevalentemente all'insediamento della città nell'area tutelata dalla Cassa del Mezzogiorno che favorì la trasformazione della città in centro industriale e attirò un notevole flusso di popolazione da tutte le regioni d'Italia. La sua popolazione passò dalle 7.000 unità degli anni quaranta a 20.000 negli anni settanta e ai 30.000 degli anni ottanta. Il massiccio sviluppo demografico portò necessariamente ad una notevole espansione urbanistica dell'abitato che si allargò in tutte le direzioni, con la nascita di numerosi nuovi quartieri alla periferia della città. A partire dal 1975 la crescita fu finalmente regolata attraverso l'approvazione del primo Piano Regolatore Generale che regolò principalmente l'espansione con lo sviluppo e la costruzione del quartiere San Valentino a nord-est del centro. Sempre negli anni settanta furono avviate in città importanti progetti di sperimentazione agricola con lo sviluppo di coltivazioni specializzate fra cui la più fortunata fu quella del kiwi, produzione del quale Cisterna detiene tuttora il primato nazionale. Negli anni novanta, la città ha risentito della crisi industriale che ha investito l'area dell'Agro Pontino, dovuto soprattutto alla chiusura degli stabilimenti industriali del territorio, a causa dell'abolizione della Cassa del Mezzogiorno e dei privilegi fiscali che ne derivavano. Onorificenze Monumenti e luoghi d'interesse Architetture religiose Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo L'attuale edificio della Chiesa di Santa Maria Assunta è il frutto delle ricostruzioni effettuate dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale. La nuova chiesa, ha mantenuto l'antico aspetto neoclassico un uno spazio a navata unica affiancato da due fila di cappelle intercomunicanti. È sopravvissuta una statua marmorea del patrono San Rocco, della scuola del Canova e un crocifisso ligneo del XVIII secolo. Ex Convento di Sant'Antonio Abate (Il Mulino) L'edificio, in stato d'abbandono, contiene affreschi di interesse storico realizzati da Girolamo Siciolante da Sermoneta e dai fratelli Federico e Taddeo Zuccari. Il complesso comprende una chiesa del XVI secolo con affreschi raffigurati scene tratte dal Vangelo (in particolare la conversione degli Apostoli); v'è inoltre un chiostro al centro dell'edificio, ornato da affreschi coperti parzialmente da intonaco e rappresentanti, probabilmente, la vita di San Francesco. Sotto il complesso si stende inoltre una rete di grotte e cunicoli inesplorati simili a quelli di Palazzo Caetani e probabilmente collegati ad essi. Chiesa di San Francesco d'Assisi La chiesa di San Francesco d'Assisi è un edificio moderno, dai lineamenti semplici e geometrici, abbellita all'interno da pitture a mano sul tema dell'Eucaristia (cancellate da un restauro del 2014). La chiesa fu consacrata nel 1975 e dedicata al Santo d'Assisi perché la nuova parrocchia, che comprende l'area dei quartieri sud della città, fu costituita su ispirazione di un sacerdote francescano, padre Luigi Zangrilli. Chiesa di San Valentino La chiesa di San Valentino sorge al centro dell'omonimo quartiere, lungo via Giovanni Falcone. Consacrata il 12 dicembre del 2010 (la parrocchia invece fu istituita il 30 ottobre 1986) ha una facciata a capanna e linee essenziali. L'abside è interamente coperto da una vetrata raffigurante un sole nel cielo, metafora della luce di Dio e realizzata dall'artista veronese Albano Poli. Chiesa della Madonna dell'Olmo La chiesa sorse alla fine degli anni cinquanta per iniziativa della comunità di Olmobello, un piccolo borgo agricolo sorto dopo la bonifica dell'Agro Pontino. La chiesa ospita un dipinto donato dalla Basilica di Santa Maria dell'Olmo di Cava de' Tirreni nonché un'antica statua lignea di San Francesco d'Assisi proveniente dal convento abbandonato di Sant'Antonio. Monastero Tibetano di Via Tivera Inaugurato il 23 luglio 2010, nella campagna della città (precisamente in località Quattro Strade), il monastero tibetano è il secondo più grande d'Italia dopo quello di Cecina e vi vive stabilmente una piccola comunità di monaci buddhisti. Architetture civili Palazzo Caetani Palazzo Caetani fu costruito nel 1560, per volontà di Bonifazio Caetani, e venne ultimato nel 1574. Il palazzo, i cui lavori furono diretti dall'architetto Francesco da Volterra fu fatto erigere sulle rovine dell'antica rocca dei Frangipane, di cui ha inglobato una torre quadrata in pietra, l'unico edificio sfuggito alle devastazioni precedenti. Danneggiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, conserva affreschi dei fratelli Zuccari e di Girolamo Siciolante da Sermoneta. Nei suoi sotterranei si snodano le misteriose Grotte di Palazzo Caetani, di cui non si conosce l'esatta estensione e lo scopo per cui furono create ma che diedero rifugio alla popolazione durante la guerra. Palazzo del Comune Il Palazzo del Comune (che i cisternesi chiamano più familiarmente "comune vecchio") è un edificio risalente alla metà del XIX secolo e sede del Municipio fino al 2001, quando fu inaugurata la nuova sede del Palazzo dei Servizi, a pochi metri di distanza e più idoneo alle esigenze della città. Il Palazzo oggi è soprattutto sede di mostre e incontri. L'ex aula consiliare, la Sala delle Statue, conserva due statue di Peppino Impastato del 1981 e un'opera artistica di Duilio Cambellotti. Ospita inoltre la sede centrale della Polizia municipale, del Corpo forestale dello Stato e di alcuni associazioni onlus. Palazzo Calabresi Appartenuto alla famiglia Calabresi nel XVIII-XIX secolo, è oggi uno dei pochi palazzi gentilizi rimasti a Cisterna dopo gli ultimi eventi bellici. Presente in Via Garibaldi, angolo Via Paliani, si presenta con una struttura di fondazione risalente al XVI secolo con successivi interventi. Palazzo Renzi Sempre in Via Garibaldi, angolo Via dei Fiori, si trova Palazzo Renzi, apparentemente in stile classicheggiante settecentesco ma di fondazione almeno cinquecentesca, come risulta essere l'intero borgo di Cisterna. Appartenne alla facoltosa famiglia Renzi, imparentata con le altre famiglie notabili locali. Palazzo della Confraternita delle Anime del Purgatorio È un edificio di cui poco rimane. Si trova in Via dell'Anello, angolo Via Garibaldi, ed è in stile classico con cornicione tardo-settecentesco. Dai fregi che riporta è un esempio di architettura piuttosto rara nel tessuto urbano di Cisterna, considerando che poche erano le famiglie nobili della città. Appartenne alla Confraternita delle Anime del Purgatorio. Casa Sciara Presente su Via Ugo Bassi, è una casa del tardo Cinquecento rifacentesi allo stile classico campestre di Palazzo Caetani, dal quale diverse abitazioni traggono ispirazione. Presenta un grande arco in travertino al centro, che permette l'accesso agli appartamenti sovrastanti. Le finestre recano architravi in travertino piuttosto semplici ma ben inseriti nel complesso. Purtroppo l'edificio presenta un avanzato stato di deperimento. Casa Montani È una casa cinquecentesca con arco lavorato e cortile interno con pozzo, piuttosto rimaneggiata, presente su Via Lauretana. Altro Piazza XIX Marzo Piazza XIX Marzo è il cuore di Cisterna. Vi si affaccia il Palazzo Caetani, la chiesa di Santa Maria Assunta è ed attraversata dal Corso della Repubblica. Al centro si trova un piccolo giardino con la statua della Fontana Biondi, simbolo cittadino. L'attuale piazza iniziò ad emergere nel XIV secolo durante i lavori di riqualificazione urbanistica promossi dalla famiglia Caetani. L'area che congiungeva l'Appia al borgo fu trasformata in una zona di sosta per i cavalli; intorno fu costruita la chiesa di Santa Maria Assunta e una stazione postale (l'edificio ampliato a inizio Novecento corrisponde con numerosi rimaneggiamenti al vecchio palazzo comunale). La zona diventò una vera e propria piazza nel XVIII secolo, quando sul lato sud sorse un deposito di grano (trasformato in Corsozio Agrario, fu demolito nel 1993). Nel XIX secolo la piazza conobbe nuove sistemazioni in occasione della visita di papa Pio IX. Nel 1883 furono realizzati il giardino centrale e la Fontana Biondi. La fontana fu fatta edificare da Menotti Garibaldi, al quale fu dedicata la piazza fino al 1946. In anni recenti la piazza è stata mattonata in selci e chiusa al traffico. Gli interventi hanno però suscitato aspre polemiche per l'apparente snaturamento dell'originale impianto ottocentesco, già segnato dalla costruzione a lato della chiesa del Palazzo dei Servizi, edificio moderno che contrasterebbe con il contesto. Fra le voci che si sono alzate, vi è stata anche quella del noto critico d'arte Vittorio Sgarbi, all'epoca sottosegretario ai Beni Culturali che dichiarò: Nuovi interventi urbanistici sono stati previsti con la costruzione di un palazzo residenziale in luogo dell'ex Consorzio e di un teatro. I progetti partiti nel 2005 si sono poi interrotti suscitando accese proteste per i due vasti crateri che interessano il lato sud e nord della centralissima piazza. I lavori risultano tuttora incompiuti. Diverse proteste si sono levate dalle associazioni culturali cittadine anche per lo stile moderno ed "eccentrico" che avranno i due nuovi edifici (il nuovo teatro ha la forma di un cubo, il palazzo ha una facciata di colore verde). La piazza, prende il nome dal 19 marzo 1944, giorno in cui la popolazione civile fu costretta dai tedeschi ad abbandonare le proprie case, dopo che fu dato l'ordine di "sfollare la città", e si scrive XIX Marzo (e non 19 marzo), per ricordare proprio il diciannovesimo giorno di marzo del 1944. Fontana Biondi La Fontana Biondi fu realizzata nel 1885 dallo scultore Ernesto Biondi, su una precedente costruzione, eretta in tutta fretta, in occasione della visita di Papa Pio IX nel 1863. La statua, raffigura una divinità romana (la dea Feronia), che impugna nel braccio destro un ramo d'ulivo ed ha, incatenato ai suoi piedi, un demone, simbolo della malaria. Negli anni cinquanta, la statua fu posta su una base granitica, che simula una piccola montagna con grotte e anfratti. È considerata in un certo senso, il monumento-simbolo della città. La fontana era però precedente alla statua: Menotti Garibaldi, figlio di Giuseppe eletto deputato per il collegio di Velletri-Cisterna, era rimasto stupefatto nello scoprire che la gente di Cisterna beveva direttamente dalla palude e perciò fece costruire nel 1872 la fontana, facendovi arrivare l'acqua di una sorgente nei pressi di Ninfa. Corso della Repubblica Corso della Repubblica, già Corso Umberto I, è l'arteria principale di Cisterna, ricalcando il percorso della Via Appia Antica, che attraversa l'abitato. Il corso, già da prima della limitazione al traffico attivata negli ultimi anni, è luogo di ritrovo e incontri per molti cisternesi. Siti archeologici Area archeologica di Tres Tabernae Situata lungo la statale Appia, costituisce il luogo dove era ubicata l'antica città romana. Nonostante il valore storico e la presenza di mosaici non è stato mai sviluppato un sito archeologico di interesse turistico: per impedire che gli agenti atmosferici danneggiassero i resti rinvenuti si è deciso, in attesa di poter avviare un reale recupero, di interrarli nuovamente. Aree archeologiche di San Valentino-Via Machiavelli Altri resti risalenti probabilmente all'epoca romana sono stati rinvenuti negli attuali quartieri di San Valentino (in particolare nell'area nord del Parco Giovanni Paolo II dove sono emersi i resti di una strada e di una necropoli) e lungo l'attuale via Machiavelli (strada e mosaici). Anche questi resti, in attesa di poter avviare un reale recupero, sono stati interrati mentre le parti più preziose, nel timore di atti vandalici e delle azioni dei tombaroli, sono state trasportate a Roma. Area archeologica di Caprifico di Torrecchia Di grande valore l'area archeologica di Caprifico di Torrecchia dove è emerso un tempio d'origine volsca dedicato alla dea Minerva e l'unico ad aver conservato intatto il tetto in terracotta. I resti di questo tempio, sono oggi conservati nei musei di tutto il mondo. Il ritrovamento di questo tempio ha spinto in molti ad ipotizzare che quest'area, fra l'attuale Cisterna e i Monti Lepini, fosse la sede della mitica città di Suessa Pometia. Monumenti naturali Giardini di Ninfa Il Giardino di Ninfa, si trova interamente compreso nel suo territorio comunale, è stato creato sulle rovine della città medievale di Ninfa agli inizi del XX secolo da Gelasio Caetani. In seguito, grazie all'opera dei suoi eredi e oggi della Fondazione Roffredo Caetani, il giardino si è arricchito di numerose piante e alberi provenienti da ogni parte del mondo, creando un'atmosfera idilliaca e richiamando ogni anno, migliaia di turisti. L'americano The New York Times, lo ha definito il "primo giardino romantico del mondo" mentre l'inglese The Daily Telegraph lo ha inserito nella lista dei dieci giardini più belli del mondo. Nei pressi dell'oasi è stato ricreato artificialmente l'ambiente delle Paludi Pontine prima delle bonifica, l'area gestita sempre dalla Fondazione Caetani è nota come Riserva del Pantanello e consiste in sei stagni di variabili dimensioni. Tenuta di Torrecchia Vecchia Torrecchia Vecchia, a nord della città, fu un castello edificato intorno al 1100, passato a varie famiglie nobiliari e progressivamente abbandonato. Negli anni ottanta l'area passò nelle mani dell'imprenditore Carlo Caracciolo che trasformò le rovine del castello e del borgo agricolo seicentesco in una giardino privato valorizzato da giochi d'acqua, creazioni floreali, piante particolari e opere d'arte. Ai lavori per la valorizzazione della tenuta, Caracciolo chiamò a lavorare alcuni fra i maggiori artisti del XX secolo come l'architetto Gae Aulenti, il designer del verde Dan Pearson e il pittore Tullio Pericoli. La villa viene aperta in pubblico solo in occasioni particolari. È stata dichiarata "monumento naturale". Bosco di San Biagio (o del Filetto) Il Bosco del Filetto è quanto rimane di una riserva di caccia dei Caetani che si estendeva lungo la vasta area oggi compresa fra via Tivera, il quartiere San Valentino e la località Torrecchia. Nell'ottobre del 1589 vi fu organizzata una sontuosa battuta di caccia in onore di Papa Sisto V durante la quale, Onorato Caetani, fece sgorgare il vino dalle querce come fossero fontane. Il bosco ospita al suo interno una base dell'AGESCI e conserva diverse rovine romane e medievali, probabilmente appartenenti all'antica città di Tiberia scomparsa nel XII secolo. Ospita anche una grotta di travertino. Monumenti cittadini Monumento ai caduti di tutte le guerre. Il monumento sorge nell'omonima piazza, sul lato destro del Palazzo del Comune. Il primo stabile, fu realizzato in bronzo nel 1925, per onorare i caduti della prima guerra mondiale e rappresentava un soldato ferito, sorretto da un angelo. In seguito all'autarchia, decisa dal fascismo, il monumento fu fuso e al suo posto vi fu elevata una semplice stele marmorea. Distrutta durante la seconda guerra mondiale, vi fu eretto un nuovo monumento negli anni cinquanta, sempre in marmo. Monumento alle vittime civili della seconda guerra mondiale. Il monumento, un semplice cubo con diversi dipinti, è stato inaugurato nel 1995. Monumento in memoria dell'esodo cisternese. Il monumento ricorda tutti i cisternesi costretti a lasciare le loro case dai tedeschi dopo il 19 marzo 1944. È una lastra in bronzo ed è posta in Piazza Caetani. Monumento ai marinai d'Italia. Costruito nel quartiere Mariotti, il Monumento è dedicato ai tanti marinai cisternesi che morirono durante la seconda guerra mondiale. Monumento ai bersaglieri d'Italia. Costruito nel quartiere di via I Maggio, il monumento raffigura un bersagliere in bronzo ed è stato inaugurato nel 2002, in occasione delle cerimonie del 25 aprile. Monumento agli aviatori d'Italia. Inaugurato a San Valentino nel 2010 è costituito da un piccolo aereo donato dalla base dell'Aeronautica Militare di Latina Scalo. Monumento a Salvo D'Acquisto e ai Caduti di Nassiriya. Il monumento a Salvo D'Acquisto, è stato inaugurato nel settembre 2003, in occasione del sessantesimo anniversario dell'eroica morte del carabiniere Salvo D'Acquisto. In seguito alla strage dei militari italiani a Nasiriyya, nel novembre del 2003, il monumento è stato dedicato anche a quest'ultimi. Monumento ai Bonificatori. Inaugurato nel settembre 2007, il monumento ricorda le migliaia di persone cadute sul lavoro, durante le opere di bonifica. Monumento ai Caduti sul Lavoro. Inaugurato nel 2009 su iniziativa degli ex dipendenti della Goodyear dove diversi operai si ammalarono e morirono a causa delle scarse condizioni di sicurezza dello stabilimento, si trova all'entrata della città. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Etnie Gli stranieri residenti nel territorio sono 2.113 (Istat - Censimento 2011), il 6% della popolazione totale. Tradizioni e folclore Il Carnevale Cisternese è una manifestazione recente, che vede sfilare le ultime due domeniche di Carnevale e il Martedì grasso, i carri allegorici, realizzati dai quartieri e dalle scuole della città e che raffigurano i temi più disparati, dalla politica alla cronaca, passando per le più classiche raffigurazioni di grandi film e opere letterarie. Processione di San Rocco, si tiene tradizionalmente la sera del 15 agosto. Il sacro corteo attraversa tutte le vie principali del centro della città con la partecipazione della locale "Confraternita di San Rocco" i cui membri sfilano ovviamente indossando l'abito confraternale composto da "sacco" bianco e mozzetta rossa, e provvedono al trasporto a spalla delle statue del patrono e della Madonna, dell'icona del Cristo, e del reliquiario contenente parte di un dito di San Rocco, conservato nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, da dove fu tratto rocambolescamente in salvo durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Corsa all'Anello, si tiene tradizionalmente il giorno di Ferragosto, dove i butteri più bravi si sfidano correndo a cavallo lungo Corso della Repubblica, cercando di centrare con una lancia, un anello sospeso. Giostra del Saraceno, manifestazione di recente istituzione. Le quattro contrade della città si sfidano cercando di colpire un "saraceno" mobile con arco e frecce. La manifestazione rievoca le antiche giostre della Cisterna medievale. Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, rappresentazione delle quattordici stazioni della Via Crucis lungo il Corso con la partecipazione di centinaia di figuranti. Si svolge la sera del Venerdì Santo. Natale Cisternese, concerti ed eventi in vista delle feste natalizie. Caratteristico è il presepe, realizzato nelle grotte di Palazzo Caetani. Festa della Madonna del Divino Amore, è una delle più tradizionali della cittadina e si sviluppa a Cisterna Vecchia. Ad essa sono associate una corsa ciclistica ultratrentennale, una Santa Messa presso la cappellina in via dell'Anello e giochi quali la gara di spaghettata e corsa ai sacchi cui si possono aggiungere, ormai sempre più di rado, eventualmente altri spettacoli. Cultura Teatri Teatro Tres Tabernae Nel 2003 è stato inaugurato, presso i locali della parrocchia di Santa Maria Assunta, il Teatro "Tres Tabernae". Il teatro s'è trasformato negli anni, in un centro per ospitare incontri ed eventi teatrali. Teatro SpazioZeroNove Il teatro, gestito da privati, è stato aperto nell'estate del 2009 nella zona commerciale della città ed è riuscito ad avviare col tempo una vera e propria stagione teatrale, con la partecipazione di artisti e compagnie provenienti da tutta Italia. Cinema-Teatro Luiselli Il Cinema Teatro Luiselli, si trovava nel centro storico di Cisterna negli anni del dopoguerra ed è stato chiuso negli anni settanta, a causa di problemi finanziari dei proprietari. Lo stabile, dopo anni di abbandono, è stato acquistato dal Comune, in seguito completamente demolito per la costruzione del nuovo e più moderno teatro cittadino. I lavori sono ancora in corso, rallentati da disguidi e scontri fra l'amministrazione comunale e la ditta che ha preso in appalto il cantiere. L'interruzione della costruzione del cinema-teatro ha suscitato polemiche, anche dal punto di vista estetico, per il grande cratere che interessa un intero lato della centralissima Piazza XIX Marzo. Persone legate a Cisterna Roffredo Caetani (1861-1961), creò il Giardino di Ninfa Augusto Imperiali, buttero, nato a Cisterna di Latina nel 1865; Cesare Battisti, terrorista, nato a Cisterna di Latina nel 1954; Leone Caetani, intellettuale antifascista, visse a Cisterna prima dell'esilio; Antonio Monda, scrittore, è cresciuto a Cisterna Riccardo Perpetuini, calciatore, è cresciuto a Cisterna Mattia Perin, calciatore, è cresciuto a Cisterna Gianluca Galasso, calciatore, è cresciuto a Cisterna Mario Spigariol, pittore, famose le sue opere e le sue mostre è cresciuto a cisterna Eventi Fiere dell'Ascensione e della Ricalata si tengono rispettivamente la domenica dell'Ascensione e la penultima domenica di ottobre. Le due fiere, oggi sono prevalentemente eventi commerciali, che richiamano persone e turisti da tutta la provincia, ricalcano due antiche manifestazioni che si tenevano quando i butteri e i pastori, lasciavano (o vi ritornavano) la palude, vendendo i prodotti ricavati o acquistando gli oggetti di cui avevano bisogno. Da qualche anno, l'Associazione Butteri Cisternesi, rievoca in occasione delle Fiere i tradizionali rodei, con l'addomesticamento di cavalli selvatici e la mercatura del bestiame. Cisterna Estate è il cartello, sotto cui si riuniscono le centinaia di manifestazioni, con concerti, esibizioni, mostre artistiche che si susseguono nei mesi di luglio e agosto e tocca l'apice nei giorni fra il 15 e il 16 agosto, in occasione della festa di San Rocco. Negli anni "Cisterna Estate", organizzato con la collaborazione fra la Pro loco cittadina e il Comune, ha richiamato a Cisterna artisti di fama nazionale e internazionale come Ray Charles, Lucio Dalla, Pooh, Nek, Antonello Venditti. Geografia antropica Quartieri Sant'Antonio-La Villa Il quartiere comprende l'area settentrionale della città, in direzione Velletri. Comprende la primissima parte di corso della Repubblica, le vie limitrofe e il quartiere sorto lungo via Roma e via Benedetto Croce (località nota anche come La Villa forse per i resti di un'antica dimora di campagna dei Caetani). Il quartiere, area prevalentemente residenziale, ospita il Cimitero cittadino, il monumento ai Caduti sul Lavoro, l'antico convento abbandonato di Sant'Antonio Abate (noto anche come Il Mulino). Franceschetti La zona residenziale prende il nome dalla famiglia proprietaria del bosco che vi sorgeva fino al dopoguerra. Dopo la costruzione delle case, sorte in gran parte abusivamente, a partire dagli anni settanta, dell'antico bosco non è rimasta quasi nessuna traccia. Anticamente era noto come Colle delle Cese. Le vie riportano, in gran parte, nomi di scrittori e poeti della letteratura italiana o di battaglie della Prima guerra mondiale. Collina dei Pini Il quartiere che sorge lungo l'Appia (direzione Velletri) prende il nome dai sempreverdi che costellano la strada. Cisterna Vecchia Cisterna Vecchia è il nome con cui è tradizionalmente denominato il centro storico della città (recentemente si stanno diffondendo soprattutto in ambito culturale definizioni alternative come Borgo Antico); quasi raso al suolo nel corso della seconda guerra mondiale, ha conservato comunque alcuni edifici d'interesse storico, oggi utilizzati prevalentemente come sedi di abitazioni private. Corso Si chiama quartiere del Corso l'area che si sviluppa lungo Corso della Repubblica (in particolare nel tratto centrale del corso) e le vie e piazze limitrofe. Quartiere già esistente in epoca ottocentesca, quando l'abitato iniziò ad espandersi fuori dalle antiche mura dell'attuale Cisterna Vecchia, fu demolito durante la guerra e ricostruito con edifici moderni. Sciangai Soprannominato così per via del grande numero di abitanti (la metropoli cinese di Shanghai era allora la più popolosa città del pianeta) che aveva all'epoca della fondazione, quando sorge per accogliere gli sfollati della seconda guerra mondiale colpiti dai bombardamenti. La costruzione del quartiere fu finanziato dal Piano Marshall, mentre un gruppo di abitazioni (Le casette) furono donate dall'allora sindaco di New York Fiorello La Guardia. Oggi le casette sono state in gran parte demolite, ne sono sopravvissute cinque lungo via Piero Gobetti. Il quartiere si sviluppa essenzialmente lungo Via Primo Maggio, comprendendo anche tutta l'area compresa lungo Via Po, Via Guido d'Arezzo e Via Benedetto Croce, fino all'incrocio con Via Roma. Nel quartiere è presente il Monumento al Bersagliere, che ospita le reliquie di un milite ignoto caduto durante la prima guerra mondiale. Le vie del quartiere sono state dedicate in gran parte ai musicisti classici Stazione Il quartiere della Stazione si sviluppa attorno alla fermata delle Ferrovie dello Stato, aperta nel 1924, in un'area all'epoca in aperta campagna. Le prime abitazioni iniziarono a sorgere negli anni trenta e la zona fu rasa al suolo durante la guerra. Ricostruito per ospitare le case del Piano Fanfani degli anni cinquanta, oggi comprende l'intera area fra piazza Michelangelo (la Murgia) e Piazza Cesare Battisti, compresa l'area ad est di corso della Repubblica fra Piazza Battisti e l'incrocio con via Martiri delle Ardeatine. Al suo interno è presente la chiesa di San Francesco d'Assisi, risalente agli anni settanta I nomi delle vie sono quasi tutte dedicati alla memoria di partigiani e alle vittime di eccidi della Seconda guerra mondiale. Villaggio Mariotti Il quartiere è essenzialmente una zona residenziale popolare che prende il nome dal primo impresario edile che investì nell'area. Sorto per ospitare gli operai delle industrie che stavano aprendo in città durante il miracolo economico italiano. A partire dagli anni ottanta il villaggio ha iniziato ad ospitare una presenza sempre più consistente di immigrati stranieri, soprattutto dalla Romania, dall'India e dalla Nigeria. Il quartiere comprende tutta l'area ovest di Corso della Repubblica nel tratto fra Piazza Cesare Battisti e il Ponte della Ferrovia, fino a Via Oberdan nonché il tratto iniziale di Via Monti Lepini fino all'incrocio con Viale America. L'Annunziata Il quartiere dell'Annunziata deve il suo nome ad un'antica cappella, tuttora esistente, collocata sul tracciato romano della via Appia e dedicata alla Madonna dove era tradizione che i cisternesi trascorressero la Pasquetta. La cappella potrebbe avere un'origine antica: nel catasto del 1818, esattamente al suo posto, vi è una casa (particella 687) appartenente a Luiselli Filippo fu Pietro e classificata come "casa di proprio uso". Il catasto precisa che la denominazione del terreno era, già allora, "Annunciata". Si ritiene dunque che la cappella sia stata fondata su un precedente luogo di culto dedicato ai Santi martiri Argeo, Narciso e Marcellino che il 1º gennaio del 316 in questo luogo furono decapitati e sepolti fino al IX secolo quando i loro corpi furono fatti prelevare da Papa Leone IV per portarli nella Basilica dei Santi Quattro Coronati a Roma. L'Annunziata comprende il tratto di Via Monti Lepini, con relative traverse, fra Viale America e Via Machiavelli, la zona residenziale sorta nei pressi dell'Istituto Tecnico Superiore Darby, l'area di Porta Agrippina, ai confini con il centro storico e le abitazioni di recente costruzione lungo via Enrico Fermi e via Lazzaro Spallanzani, intorno al centro commerciale La Grangia. Le vie del quartiere sono dedicate a personaggi dell'antifascismo (alla sinistra di via Monti Lepini) e a scienziati (sulla destra di via Monti Lepini). Ponte della Regina Il quartiere del Ponte della Regina comprende una vasta area mista ad uso residenziale e agricolo, sorta lungo Via Guglielmo Marconi, una lunga arteria che congiunge la statale Appia al quartiere dell'Annunziata, ma sempre più urbanizzata negli ultimi anni. Il ponte della Regina è il ponte dell'Appia sul fosso di Cisterna, posto nei pressi del termine dell'attuale via Marconi, tuttavia viene talvolta erroneamente indicato con questo nome il cavalcavia di via Marconi sulla ferrovia. Fino agli anni sessanta la zona era chiamata anche Pozzo Cafone o Pizzo Cafone per la presenza dei numerosi immigrati abruzzesi, trasferitisi a Cisterna durante la bonifica prevalentemente come cavatori e tagliatori di travertino delle vicine cave della Bufalareccia, che venivano chiamati dispregiativamente cafoni. Quartiere San Valentino Il quartiere San Valentino è il più grande e il più popolato della città. Comprende tutta l'area intorno a via Monti Lepini, a partire dall'incrocio con via Machiavelli (Residenza del Gallo) fino alla località Quattro Strade, agli estremi confini del centro abitato. Il quartiere è sorto come zona popolare alla fine degli anni settanta su quello che era fino ad allora parte del latifondo della famiglia Sbardella, noto come il Tiro a Segno. Ai primi complessi di case popolari (via Aldo Moro - via Pietro Nenni - via Giovanni Falcone) si è andata affiancando sin dalle origini una vasta zona residenziale. L'area, malgrado ospiti da sola cinquemila persone, un sesto della popolazione cisternese, soffre da sempre di una pesante carenza di servizi. Il quartiere ospita però la più vasta area verde cittadina, i Giardini Giovanni Paolo II meglio noti come il Parco, che si estendono su 10.000 m² di terreno, e l'omonima chiesa parrocchiale, inaugurata il 12 dicembre 2010. Il nome prese spunto da un vicino complesso di villette a schiera già esistente dedicato al Patrono degli innamorati perché pensato per ospitare giovani coppie. Le vie del quartiere sono state dedicate nell'area delle zone popolari ai politici della Prima Repubblica e alle vittime del terrorismo o della mafia. Le aree residenziali degli anni ottanta portano invece il nome dei cisternesi illustri, quelle sorte a partire dagli anni novanta portano il nome delle isole del Lazio. Via Machiavelli Area di recente espansione urbanistica, denominata C8-C9 sul piano regolatore, sorge nell'area un tempo agricola fra San Valentino e l'Annunziata. Il quartiere muta il suo nome dalla sua strada principale, dedicata allo scrittore Niccolò Machiavelli. Cerciabella Il quartiere, zona residenziale costituita da villette a schiera e piccole palazzine, comprende la periferia meridionale della città e si sviluppa fra l'Appia e la provinciale per Latina, a partire dalla località Rotonda della Croce (che mutua il nome da un croce in ferro posta in memoria dei missionari Passionisti negli anni cinquanta). Prende il nome da un'antica quercia centenaria, oggi scomparsa. Recentemente è stata oggetto di un piano di risistemazione urbanistica con la costruzione di una piazza (titolata ai Caduti di Nassiriya), di un centro sociale e della chiesa parrocchiale della Trasfigurazione. Via Nettuno (L'Alberone) Il quartiere nasce e si sviluppa lungo via Nettuno, che unisce la città all'omonimo centro sul litorale romano, comprendendo anche la traversa di via Aprilia e la località di Collemarcaccio. Le strade portano i nomi delle regioni d'Italia. Frazioni Borgo Flora Borgo di fondazione sorto ai margini della provinciale per Latina e popolato da pionieri venetopontini, fu costruito durante la bonifica dell'Agro Pontino e ospita il Monumento Nazionale ai Bonificatori. Prende il nome da una preesistente Tenuta Agricola Flora. Olmobello e Isolabella Due località che si incrociano lungo la strada che unisce Cisterna a Nettuno, luogo di feroci scontri durante la seconda guerra mondiale. Doganella di Ninfa Altro borgo di fondazione degli anni venti e trenta, risulta oggi diviso a metà con il comune di Sermoneta, mutua il suo nome da un antico toponimo legato al vicino Giardino di Ninfa. Popolato da pionieri della bonifica e loro discendenti venetopontini, umbro-marchigiani e lepini. Le Castella Frazione lungo l'Appia verso Velletri, del cui territorio ha fatto parte fino agli anni venti: ospitava in epoca romana una stazione di sosta detta Ad Sponsas. Nel suo territorio sono stati rinvenuti importati resti archeologici di epoca romana, fra cui l'antico abside della chiesa paleocristiana di Sant'Andrea. 17 Rubbie È una piccola frazione a sud de le Castella e al confine con Velletri e a sud con via Aprilia Castel Ginnetti Sorto sul confine col comune di Velletri, prende i nomi dall'antica famiglia dei Ginnetti, antichi latifondisti del luogo. Prato Cesarino-Sant'Ilario-Castelverde Queste tre località si trovano lungo il confine con il comune di Latina. Aree un tempo paludose, dopo la bonifica furono divise nei poderi dell'Opera Nazionale Combattenti e affidate ai coloni venuti dal Veneto e dal Friuli-Venezia Giulia. Per la loro storia, sono da sempre più legati che a Cisterna ai tre borghi confinanti (Borgo Montello, Borgo Podgora e Borgo Bainsizza), tutti e tre frazioni di Latina. Economia La città è il principale produttore italiano di kiwi, la cui coltivazione è iniziata in forme sperimentali negli anni settanta nella frazione di Borgo Flora ed ha ottenuto il marchio IGP con il nome di Kiwi Latina il 19 maggio del 2003. Altre coltivazioni intensive presenti nel territorio riguardano la coltivazione dei prodotti destinati al mercato ortofrutticolo. Il settore industriale, dopo il boom degli anni sessanta-Settanta, è in fase di assestamento e trasformazione e si avvia gradualmente a perdere il grande peso che aveva nell'economia cittadina. L'abolizione della Cassa del Mezzogiorno e la delocalizzazione hanno causato la chiusura di numerosi stabilimenti, fra cui la più clamorosa fu quella della Goodyear nel 1999. Fra le multinazionali che producono attualmente a Cisterna si ricorda lo stabilimento metallurgico della norvegese Hydro Alluminium a Olmobello, che dà lavoro a circa cinquecentocinquanta persone. Altro sito di rilievo è la sede della multinazionale inglese Birdy Age dove vengono realizzati tutti i prodotti del marchio Findus destinato al mercato italiano, sito lungo la Strada Statale Appia, dà lavoro a circa quattrocento dipendenti. Il sito ospita anche un centro per la ricerca agro-alimentare e qui sono nati molti dei prodotti storici del marchio. Si registra inoltra la presenza di numerose piccole e medie imprese nel lavorazione del GPL, nella metallurgia, nell'arredamento, nella grafica, nella meccanica di precisione. D'importanza prettamente locale era la Centrale del Latte di Cisterna-Cooperativa Cisternino e Olivieri, che producevano latte e derivati. In aumento negli ultimi anni, il fenomeno del pendolarismo verso Roma che dista dalla città appena trenta minuti di treno, integrando sempre più la città nell'hinterland della Capitale, trasformandone la sua economia. Infrastrutture e trasporti Strade Cisterna è attraversata dalla Strada Statale 7 Appia che fino agli anni 2000 tagliava in due parti l'abitato, coincidendo all'interno della città, con il Corso della Repubblica. Negli anni duemila è stata aperta, in due tranche, la Tangenziale Cittadina che sostituisce il tracciato urbano dell'Appia congiungendone la zona nord (in prossimità della zona Le Castella) a quella sud (all'altezza dell'incrocio con la SP Cisterna - Borgo Piave) aggirando il centro cittadino. A seguito di tale modifica il centrale Corso della Repubblica è stato convertito a senso unico. Diverse strade provinciali uniscono il territorio di Cisterna ai confinanti comuni di Latina (Via Latina) Cori (Via Monti Lepini), Aprilia (Via Aprilia), Nettuno (Via Nettuno) e Sermoneta (Via Tivera). Sono presenti a Cisterna una serie di linee interne di autobus, che collegano il centro con le frazioni e con i quartieri periferici, gestiti da diverse aziende private. È prevista la costruzione di una bretella autostradale che unisca Cisterna e Latina al casello autostradale sull'A1 di Valmontone. Ferrovie La città è attraversata, proprio all'interno del centro abitato, dalla trafficata Ferrovia Roma-Formia-Napoli ed è sede di una frequentata stazione ferroviaria che dista solo trenta minuti da Roma Termini. Amministrazione Nel 1934 Cisterna di Roma passa dalla provincia di Roma, alla nuova provincia di Littoria, costituita dal governo fascista dell'epoca, e nel 1935 cambia denominazione in Cisterna di Littoria. Nel 1946 cambia ancora denominazione in Cisterna di Latina. Gemellaggi Cisterna è gemellata con: Fort Smith (Arkansas), dal 1984 Grombalia, dal 2003 Sport Calcio Il principale impianto sportivo cisternese è lo Stadio comunale "Domenico Bartolani", costruito nel 1960. È dedicato al figlio dell'imprenditore cisternese Luigi Bartolani, che fu ucciso dai fascisti nel 1938 per ritorsione contro il padre, oppositore di Benito Mussolini confinato in Sardegna. La più importante squadra cittadina è il Pro Cisterna 1926 che milita in Eccellenza. Altri sport Nel quartiere San Valentino sorge il Palazzetto dello Sport. La città vanta una consolidata tradizione nel pugilato con la presenza di numerosi atleti che si sono qualificati ai vertici dei campionati nazionali e internazionali. Fra questi Elio Calcabrini, campione europeo pesi medi negli anni settanta e Mario Pisanti, più volte campione italiano e partecipante a diverse edizioni delle Olimpiadi. Importante è anche la presenza della Polisportiva Cisterna Volley che milita nella Serie B1 del campionato nazionale di pallavolo. Due squadre competono nella pallacanestro: la Fortitudo Cisterna e la Futura Cisterna. L'Atletico Rugby Cisterna invece partecipa ai campionati regionali di rugby. Da non dimenticare il detentore del record mondiale nel tiro al volo nella categoria dello skeet: Claudio Giovannangelo 225 piattelli su 225 non che vincitore di molti altri titoli e trofei sempre a livello internazionale. Curiosità Nella città di Cisterna, sono state ambientate alcuni racconti della raccolta Shaw 150 - Storie di fabbrica e dintorni dell'autore Antonio Pennacchi. Cisterna, inoltre, è stata descritta col nome di Cupìdo, in un altro libro di Pennacchi, Una nuvola rossa. Ai butteri ed alla sfida di Augusto Imperiali è dedicato il libro "I butteri di Cisterna e dell'Agro Pontino. Augusto Imperiali, l'eroe di tutti i butteri" di Mauro Nasi e un racconto di Leonardo Colombati. In un circo momentaneamente di tappa nella cittadina pontina, sono state girate alcune scene del film di Roberto Benigni, La tigre e la neve. Nella canzone di Giovanna Marini "I treni per Reggio Calabria" è citata la stazione di Cisterna. Secondo un articolo de La Repubblica del 13 luglio 1995, i parlamentari leghisti avevano pensato di trasferirsi in massa a Cisterna. Note Voci correlate Battaglia di Cisterna Agro Pontino Valle Artemisia e dei Monti Lepini Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Cisterna di Latina
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