Destinazioni - Comune
Bellegra
Luogo:
Bellegra (Roma)
Bellegra è un comune italiano di 3.058 abitanti della provincia di Roma nel Lazio. Sorge sul Monte Celeste, a 815 metri sul livello del mare ed ha una superficie di 18,77 chilometri quadrati. Fu edificata sulle rovine dell'antica Vitellina, o Bitella di cui sono ancora visibili alcuni tratti di mura ciclopiche.
Geografia fisica
Territorio
Nel territorio comunale scorre il fiume Sacco.
Clima
Classificazione climatica: zona E, 2758 GR/G
Il clima di Bellegra è tipico delle zone appenniniche di media ed alta montagna, con inverni mediamente lunghi e freddi ed estati fresche e temperate. La neve è fenomeno frequente, e in caso di freddo marcato può cadere abbondante e perdurare al suolo diversi giorni essendo il paese arroccato in cima e quindi esposto ai venti. Le temperature in pieno inverno possono toccare punte di -11 °C.
Nel Febbraio 2012 il manto nevoso al suolo ha superato il metro e mezzo di altezza.
Temperature medie annuali Gennaio 12.6 Febbraio 11.3 Marzo 13.3 Aprile 19.3 Maggio 22.2 Giugno 23.4 Luglio 29.4 Agosto 29.2 Settembre 23.5 Ottobre 22.7 Novembre 15.3 Dicembre 11.0
Storia
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 136 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Romania 99 3,29%
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
La Cappella di Santa Lucia si trova vicino alla casa dei signori De Pompiliis dai quali fu costruita nel 1756 ed ai quali appartiene in proprietà. Possiede un solo altare e ha in un quadro le immagini della beata vergine Maria di Santa Lucia e di altri santi dipinti su tela.
La Chiesa di San Nicola è costituita dal presbitero e da un’unica navata, sull’arco principale si legge la dedica: LAUS DEO, BEATAE VIRGINI MARIAE ET S. NICOLAI ECCLESIAE PATRONO. È artisticamente decorata in stucchi anteriori al 1671, la navata è coperta con la volta a botte, che sostituì nel 1873 il soffitto a cassettoni, è illuminata da sette finestroni dei quali 3 aperti nel lato destro, 3 nel fianco sinistro ed uno sulla parete frontale.
Chiesa di San Sisto
Convento di San Francesco
Faggi e castagni circondano il Ritiro francescano che ospitò, in occasione del suo soggiorno sublacense nel 1223, San Francesco. Nei secoli successivi il complesso crebbe e nel 1683 il convento venne eretto a Ritiro francescano anche se incerte appaiono, ancora oggi, le sue origini. Al suo interno è presente un museo francescano, in cui sono documentati gli aspetti legati alla vita monastica, ma anche le testimonianze della religiosità popolare. Incerte sono infatti le origini del convento di San Francesco per il quale, essendo stato più volte rimaneggiato, non è possibile risalire con certezza, attraverso le analisi stratigrafiche e murarie, all’epoca della fondazione. La presenza di San Francesco a Bellegra, comunque, è attestata da più eventi e legata tra l’altro ad un’opera di proselitismo, noi oggi diremmo di promozione, secondo quanto si può leggere nelle cronache dell’ordine dei Frati minori. Un’opera di “conversione” che per i tempi e la presenza massiccia del fenomeno del banditismo nella valle dell’Aniene ha del “miracoloso”. È una testimonianza della conversione di tre briganti, da parte del poverello di Assisi sarebbe dimostrata, secondo alcuni studiosi, dalla presenza nel convento di antiche pitture e iscrizioni che rammentano il fatto, e dal conservarsi delle loro presunte spoglie, collocate nella cappella di S. Teofilo da Corte, identificabili con quelle ricordate nel XVII secolo nella sagrestia della chiesa. È certo, comunque, che la presenza di San Francesco nel convento di Bellegra ha rappresentato un momento importante per l’affermazione, all’interno dell’ordine, di questo convento, ma la presenza francescana sul territorio, non bisogna dimenticarlo, ha rappresentato un momento importante anche per la vita civile.
Architetture militari
Mura Poligonali
A Bellegra esistono il primo ( sec. VII e VI a.C.) e il terzo tipo (sec.III e II a.C.) di mura poligonali. Le mura poligonali sono un genere di costruzioni, che consiste nel sovrapporre massi su massi senza malta. Si nominano poligonali perché in facciata si presentano in forma di poligoni. In passato si chiamarono ciclopiche, per la grandezza dei blocchi utilizzati, pelasgiche perché attribuite ai Pelasgi, il primo più grezzo è formato di massi poco aderenti fra loro a volte con sassi frapposto, il terzo tipo (dove si può ammirare la perfezione in Piazza San Sisto) è composto con massi aderenti disposti su linee parallele.
Aree naturali
Grotte dell'Arco
Sono le uniche grotte che si trovano nella provincia di Roma e, per il loro sviluppo in lunghezza e per l’ampiezza di alcune sue grandi sale, rappresentano una delle più importanti manifestazioni carsiche ipogee presenti nella Regione Lazio. Da questo piccolo bacino e da un suo emissario sotterraneo si è originato un fenomeno di carsismo naturale appunto “le Grotte dell’Arco”, lunghe quasi 1.000 m.
Le Grotte dell’Arco sono ricche di stalattiti, stalagmiti, inghiottitoi e camere per l’osservazione della fauna di grotta in particolare chirotteri, anfibi e ancora micro e mesofauna tipica di tale strutture. Nella Grotta inoltre è presente una colonia di pipistrelli che sono sotto protezione della Regione Lazio per la particolarità della specie. Sono denominate “Grotte dell’Arco” perché ad una trentina di metri più a valle della sua entrata, si trova un arco naturale di pietra. Lo sviluppo morfologico di questo “gioiello” che Bellegra possiede è caratterizzato da una galleria di 940 mt di lunghezza, percorsa per gran parte dal deflusso idrico di una sorgente carsica emergente nella parte terminale interna della cavità, alimentata internamente verso monte da un sistema carsico secondario di reti di condotte principali e di fessurazioni minori secondarie.
Il torrente sotterraneo anticamente faceva da serbatoio di acqua per un mulino, detto nel dialetto locale “ Mola”.
La Grotta si può suddividere in tre tratti : 1. iniziale; 2. mediano; 3 terminale.
Il tratto iniziale è composto da una prima galleria fangosa lunga 190 mt alta dai 7 ai 10 mt, e da una seconda galleria lunga circa 80 mt ed alta dai 12 ai 15 mt, facilmente attraversabili con una passerella; il tratto mediano è composto da una galleria lunga 150 mt, avente un’altezza media di 20 mt e tre saloni: il salone ciclopico, il salone titanico e la sala del duomo; il tratto terminale è composto dalla galleria dell’altarino e dalla galleria terminale, entrambi questi tratti sono visitabili esclusivamente da speleologi attrezzati.
Nel 1999 sono stati rinvenuti due gruppi di pitture rupestri ( un gruppo di figure rosse ed uno a figura nera) e di resti paleontologici, che arricchiscono l’ importanza scientifica della grotta.
Amministrazione
Nel 1872 Civitella cambiò denominazione in Civitella San Sisto, e nel 1880 in Bellegra.
Altre informazioni amministrative
Fa parte della Comunità montana dell'Aniene
Note
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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