Destinazioni - Comune

Tolve

Luogo: Tolve (Potenza)
Tolve è un comune italiano di 3.315 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata. Geografia Tulbium è l'antico nome di Tolve. Il paese, 30 km a nord-est di Potenza, sorge su uno sperone arenario su cui si sviluppa il rione castello, a 568 metri sul livello del mare, alla confluenza dei corsi del torrente Castagno con la fiumara del Bosco. La collina è circondata da monti alti fino a 1000 metri, ricoperti di boschi abitati da una fauna variegata, tra cui vanno segnalati il lupo appenninico ed il cinghiale. Storia Età preistorica Dell'età preistorica sono giunte a noi, almeno finora, solo tracce. Due insediamenti neolitici, risalenti al 2800-2500 a.C. sono stati ritrovati alle falde del monte Moltone (816 m) e in località Magritiello. Si tratta di villaggi composti di capanne neolitiche con materiali di risulta di scarso valore, importanti tuttavia perché attestano la frequentazione del luogo già nel III millennio a.C. grazie alla sua posizione strategica. Alcuni studiosi hanno ipotizzato frequentazioni neolitiche delle numerose grotte che caratterizzano il territorio, come farebbero pensare incisioni rupestri ritenute autentiche e ritrovate sulle pareti delle grotte stesse. Età arcaica Le testimonianze di età arcaica sono decisamente più ricche, sono stati infatti ritrovati numerosi insediamenti, anche di notevole interesse storico ed archeologico. La Basilicata nell'epoca arcaica era abitata dal popolo dei Lucani, che si fa risalire al mitologico re Italo, da cui deriverebbe l'attuale nome di Italia. I ritrovamenti più noti sono quello della tomba di un guerriero lucano, in località Cappuccini, del quale restano uno splendido elmo di tipo corinzio, uno schiniere in bronzo ed un frammento della spada. Si tratta sicuramente della tomba di un personaggio di rango, vissuto tra il VII ed il V secolo a.C. Età ellenica Tra il VII ed il IV secolo a.C. la presenza umana a Tolve si fa più importante, in relazione alle numerose ed evolute comunità nel territorio. Nella vicina Serra di Vaglio il tempio della Dea Cibele è una testimonianza dei culti di divinità di tradizione italica a cui si affiancavano le tradizioni di origine greca. A questo periodo (IV secolo a.C.) risalgono le ville del Moltone e di piana San Pietro, case coloniche di grandi dimensioni, dotate di confort evoluti per l'epoca (al momento del ritrovamento il bagno della villa del Moltone era il più antico esempio al mondo di bagno con condotte di scarico), autonome per la produzione di suppellettili e abbellite con elementi decorativi che, seppur rozzi, testimoniano lo spirito evoluto degli abitanti. Sono stati ritrovati elementi fittili e decorazioni che dovevano regalare al prospetto della villa una visione elegante ed imponente a chi vi si avvicinava dalle pendici del Moltone. La villa aveva un cortile con impluvium su cui gravitavano un'area residenziale con 4 stanze ed un piccolo ma funzionale impianto termale ed un'area di servizi per la produzione di suppellettili (una fornace attiva sino al momento dell'incendio che distrusse la villa stessa) e per la custodia degli animali. La villa venne abitata stabilmente fino al III secolo a.C., quando, anche a causa delle razzie delle truppe di Annibale, il territorio fu progressivamente abbandonato dalle numerose unità rurali di cui si ha traccia. Epoca romana Dalla fine del III secolo al I secolo le tracce di presenza umana stabile sono piuttosto scarse. Si deve arrivare al periodo imperiale per ritrovare segni di una presenza stabile documentata dalla già citata villa di San Pietro, corredata anch'essa di un impianto termale e di pavimentazioni a mosaico dell'età tardo-imperiale e della villa di Piforni. La villa di San Pietro, il cui impianto originale risale al IV secolo a.C., viene abitata a più riprese, soprattutto nel III secolo d.C. e sono state ritrovate tracce di frequentazioni fino al XIII secolo. Numerosi frammenti di colonne romane, di iscrizioni funerarie e di monete di età augustea sono la testimonianza della riabitazione del territorio da parte di autoctoni che ritornano nelle campagne ridiventate sicure dopo l'affermazione dell'Impero di Roma. Un elemento molto discusso è il cosiddetto Ponte Vecchio o Ponte del Diavolo la cui struttura originaria è di chiaro impianto romano e modificata in epoca medioevale. Alcuni studiosi affermano che è stato costruito in epoca medioevale, ma altri ritengono che vi siano passate le truppe di Gaio Terenzio Varrone di ritorno a Roma, sconfitte nella battaglia di Canne da Annibale. Medioevo In epoca medioevale, Tolve conosce un'ampia espansione dell'attuale abitato. Lo stemma del comune, con un castello a tre torri, ha fatto pensare all'esistenza nel paese di una struttura castellare, ma Tolve non ha mai avuto un castello bensì una fortificazione muraria che avvolgeva tutto il borgo antico, l'attuale centro storico. All'interno del borgo numerose abitazioni e botteghe artigiane raccontano una vita attiva che ne struttura definitivamente le caratteristiche di centro agricolo-pastorale-artigiano conservato fino ai giorni nostri. La dominazione longobarda lascia molte tracce negli usi e nelle abitazioni dei centri fortificati lucani, poi modificati durante la dominazione normanna. A quest'epoca risale la fortificazione dell'attuale rione castello, di cui restano le scarse tracce sopravvissute ai terremoti e all'incuria dell'uomo. Un altro documento importante è datato 1001: si tratta di un documento bizantino, sottoscritto dal catapano Gregorios Tarkaneiotes, che nell'ambito di una contesa territoriale con la vicina città fortificata (kastron) di Tricarico cita Tolve (Toulbas) riportando anche i nomi di cinque suoi cittadini. Tra essi, oltre a Goinandos, Pancratios, Giovanni di Kara e suo figlio, spicca un Sighenoulphos (nome che tradisce la sua origine longobarda). Tra il IX e l'XI secolo il paese rappresenta insieme ad Acerenza la linea di confine tra il mondo cattolico e il mondo bizantino, di cui si conserva traccia nell'antica chiesa del Purgatorio del IX secolo. In epoca successiva il paese è occupato dai Normanni e nel 1250 il feudatario di Tolve è il conte Galvano, zio materno di Manfredi. Dal Medioevo al Rinascimento Tra il 1300 ed il 1500 il feudo di Tolve passa di mano in mano dagli ungheresi ai francesi, e conosce un periodo di prosperità per la fervida attività artigianale nella produzione di armi da fuoco. Centro fortificato gotico e longobardo, venne successivamente inglobato dai Normanni nella Contea di Tricarico. Nel 1647/48 partecipò ai moti antispagnoli, e nel 1799 all'insurrezione repubblicana. Tolve nella letteratura Tolve viene menzionato in almeno 3 libri: in Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, in Rosso cardinale di Peter Nichols, in Fuochi del Basento di Raffaele Nigro. Studi su Tolve Nicola Montesano, Se non fosse per quel santo. Tolve. La storia, il prete, il patrono. Festa tradizionale di San Rocco Tra i tanti paesi del Mezzogiorno d'Italia in cui il Santo di Montpellier è venerato e festeggiato, un posto di rilievo va senza dubbio riconosciuto a Tolve, vista la lunga tradizione e la vivacità del culto per il santo che ogni anno richiama, nella duplice ricorrenza della festa, 16 agosto e 16 settembre, decine di migliaia di pellegrini da tutta la regione e dalle regioni vicine, come testimoniano le migliaia di ex voto conservati nella "Casa del Pellegrino". In entrambe le occasioni, a mezzogiorno, si svolge una solenne processione per le vie del paese. La statua di San Rocco è portata a spalla dai devoti per le vie cittadine in un solenne corteo che si apre con i Confratelli del Purgatorio in tunica bianca e mantellina rossa. Seguono i pellegrini scalzi, con i ceri delle varie compagnie di appartenenza, artisticamente disposti su basi di legno e raffiguranti chiese, campanili e altre strutture sacre. La vera folla dei pellegrini, di cui alcuni pure scalzi, è quella che segue la Statua e accompagna la processione con un canto tradizionale; La storij r' Sand'Rocc', composto da cento versetti sulle traversie della vita umana e sulla gloria del Santo patrono. In occasione dell'evento festivo la statua è ricoperta da un manto d'oro realizzato componendo i numerosissimi ex voto donati al Santo per testimoniare il particolare legame di devozione e testimoniare le Sue virtù taumaturgiche. Scrive in proposito Carlo Levi nel suo Cristo si è fermato a Eboli: «Il discorso cadde così sui santuari e sui santi, e sul San Rocco di Tolve, un Santo di cui io stesso ho potuto conoscere, per prove e favori personali, la particolare virtù. Tolve è un villaggio vicino a Potenza, e c'era stato in quei giorni un pellegrinaggio, come tutti gli anni, al principio di agosto. Uomini, donne e bambini vi concorrono da tutte le province circostanti, a piedi, o sugli asini camminando il giorno e la notte. San Rocco li aspetta, librato nell'aria, sopra la Chiesa. “Tolve è mia, e io la proteggo” dice San Rocco nella stampa popolare che lo rappresenta, vestito di marrone con la sua aureola d'oro, nel cielo azzurro del paese» Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Persone legate a Tolve Nicola Coviello, giurista Infrastrutture e trasporti Strade Barese, in collegamento con Bari Oppido-Tolve Pozzillo-Taccone Basentana - uscite per Vaglio Basilicata Amministrazione Gemellaggi Chieri Sport Calcio La principale squadra di calcio della città è la Polisportiva Tolve 2008 che milita nel girone A potentino di 3ª Categoria. È nata nel 2008. Voci correlate Comunità Montana Alto Bradano Note ^ Dati di riferimento alla superficie ^ a b Bilancio demografico 2013, dati Istat. URL consultato il 13 settembre 2013. ^ Pubblicato nel Codice Vaticano Latino n° 7401 - fol. 247 ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Collegamenti esterni Sito degli Amici del Pellegrino Associazione di volontariato di Tolve
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