Rivello
Rivello (Rëvìëllë in dialetto lucano) è un comune italiano di 2.804 abitanti della provincia di Potenza, in Basilicata. Geografia Centro collinare a 479 m s.l.m., con località a 250 m s.l.m. (C.da Fiumicello) e altre a 1.000 m s.l.m. (loc. Fontana di S. Antonio); si estende per una superficie di 68 km². Confina a nord con Casaletto Spartano (SA) e Lagonegro, ad est col comune di Nemoli, a sud con i territori di Maratea e Trecchina, mentre ad ovest con i comuni di Sapri (SA) e Tortorella (SA). Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003 Clima La stazione meteorologica più vicina è quella di Maratea. Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +8,7 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di +23,4 °C. Classificazione climatica di Rivello: Zona climatica D; Gradi giorno 1780. Storia Le origini della città si fanno risalire all'Alto Medioevo; tuttavia, i numerosi reperti archeologici (rinvenuti nella contrada detta, appunto, "Città") fanno supporre che Rivello sia l'erede della città lucana - esistente già dal periodo preromano - di Sirinos. Notoria è la divisione, a partire dal medioevo, della città in due distinti quartieri, quello superiore, i cui abitanti, detti bardàv'ti, erano legati uno alla chiesa di rito latino (San Nicola di Bari) e quello inferiore, i cui abitanti, bardàsci, erano fautori della parrocchia di rito greco (Santa Maria del Poggio). Resistono ancora nella toponomastica ("Fonte dei Lombardi" e "Piazza dei Greci"), riferimenti alle due etnie contrapposte, che diedero vita alla città: longobardi, sicuramente stanziatisi a seguito delle invasioni barbariche, e greci, probabilmente provenienti, a seguito della sua distruzione da parte dei Saraceni, dalla vicina Velia da cui si dice derivi il nome moderno (Rivello ovvero Re-Velia). Difatti, il motto del comune recita ancor oggi "Iterum Velia renovata Revellum" (Una volta Velia, rinnovata in Rivello). Un'altra probabile origine etimologica del nome, va ricercata in una formazione del tipo iterativo "RE + VALLARE" cioè fortificare di nuovo, da cui un latino tardo REVALLO; dall'analogia con "ripa", "riva" (che darebbe la forma intermedia RIVALLO) potrebbe aver portato, per metafonia A>E, alla forma RIVELLO. Feudo dei Sanseverino, dei Ravaschiero e dei Pinelli, Rivello si riscattò, nel corso del XVIII secolo, divenendo città libera (Università). L'ultimo feudatario, Oronzo Pinelli, non avendo avuto discendenti maschi, accettò di cedere il Feudo, ma curiosamente, sul rogito di cessione del Comune stipulato nel 1719 (Restituta libertas), oltre a 55.000 ducati, da pagarsi a rate coi relativi interessi, pattuì che ogni anno avrebbero dovuto dare a lui e poi ai suoi eredi, una certa quantità di salami artigianali e precisamente: "Cantare (unità di misura pari a circa 89 kg) quattro di salami di ogni bontà, così' come si fanno in detta terra di Rivello.......(omissis)", a conferma della bontà dei salumi che ancora oggi si confezionano in paese. Le notevoli testimonianze architettoniche e le numerose opere artistiche testimoniano il ricco passato di Rivello; le attività più fiorenti erano quelle dell'artigianato orafo e del rame, esportate in giro per il mondo. Il XVIII secolo fu quello più fiorente, tanto che vi fu una forte immigrazione che portò ad un notevole incremento demografico, come testimoniano gli archivi ecclesiastici. Purtroppo l'arrivo dei Francesi causò un declino, dovuto all'incertezza del momento storico. In seguito al Congresso di Vienna ed alla reastaurazione del regime Borbonico, vi furono segnali di ripresa; ma il destino era ormai segnato: con l'arrivo dei Piemontesi, dopo l'impresa dei Mille e quindi la costituzione del Regno d'Italia, le scelte politiche dei primi governi, il fenomeno del brigantaggio, la miseria e la mancanza di lavoro, costrinsero centinaia di Rivellesi, così come in tutto il centro - sud, ad emigrare per le Americhe, in cerca di miglior fortuna. Dopo la seconda guerra mondiale, ripartì l'emigrazione, questa volta in direzione del Nord Italia, in particolare verso la Lombardia, ma anche per la Germania, la Svizzera, la Francia e il Belgio. Questo fenomeno fu molto marcato tra la fine degli anni cinquanta e la metà degli anni settanta. Monumenti Il monumento di maggior pregio è senz'altro il convento di Sant'Antonio, posto nella parte bassa dell'abitato, distante dal centro. Edificato a partire dal 1512, conserva, sotto le arcate antistanti la chiesa, affreschi di Girolamo Todisco del XVI secolo, tra cui un "unicum" dell'iconografia sacra, ovvero una "Crocifissione dei Martiri Francescani del Giappone". La chiesa, rimaneggiata in forme barocche nel XVIII secolo, conserva interessanti tele del XVI secolo e un pregevole coro ligneo del XVII secolo. Notevoli anche il chiostro, affrescato sempre da Todisco e, nel refettorio, l'Ultima Cena del Pietrafesa. Al piano superiore è allestito il museo archeologico, con reperti provenienti da tutta l'area del fiume Noce (antico Talao) e da quella del Lao. La chiesa di San Nicola, risalente al periodo medievale, fu ampliata e sopraelevata nella prima metà del XVIII secolo in parte sulle rovine dell'antico castello, conserva una pregevole facciata, impreziosita da una scalinata settecentesca tutta in pietra locale, tele del XVIII secolo e affreschi del XIX secolo. Sottostante la chiesa, la cripta di S. Nicola, dalle caratteristiche volte a crociera sorrette da colonnine in pietra locale, che per dimensioni è seconda solo a quella di S. Nicola di Bari, ubicata sotto l'omonima Cattedrale. Sia la Chiesa che la Cripta furono saccheggiate dai soldati di Napoleone, di passaggio, quando posero sotto assedio la cittadina di Lauria (agosto 1806). Addirittura nella Cripta furono ricoverati i cavalli. La Chiesa di Santa Maria del Poggio, scenograficamente innalzata come una fortezza, sulla sommità del colle "Poggio". La costruzione originaria si trova ai piani sottostanti (Cappella di S. Giovanni) risalente all'alto medioevo, fu poi ampliata e sopraelevata nel corso del XVIII secolo, poi rimaneggiata all'interno in forme barocche. Conserva un fonte battesimale del sec. XVI e un polittico del XVII secolo. È attualmente chiusa per restauro in seguito ai notevoli danni inferti dal sisma del 9 settembre 1998. Siccome la comunità era molto religiosa, molti erano i sacerdoti; la tradizione voleva che in ogni famiglia benestante doveva esserci almeno un prete. Questa tradizione contribuì alla creazione di Congreghe, divise per vie e per Cappella. Nel corso del XVIII secolo a Rivello si contavano circa 70 sacerdoti. Per questo motivo il paese è ricco di Cappelle e Chiesette, di seguito elencate: La Chiesa di Santa Barbara, che conserva affreschi di epoca tardo-cinquecentesca, è probabilmente la più antica. La Cappella dell'Annunziata, che conserva affreschi di epoca bizantina. La Cappella di Santa Lucia. La Cappella di San Rocco. La Chiesa di San Michele (attualmente adibita a teatro, ma mai sconsacrata). La Cappella di S. Anna. La Cappella della SS.Trinità. La Cappella del Purgatorio. La Chiesa dell'Assunta. La Cappella della Pietà. La Chiesetta della Madonna Addolorata, posta sulla sommità della collina del centro storico, detta appunto della Motta, sorta sulle rovine del castello. La Chiesetta di S. Margherita, ubicata nell'omonima contrada, realizzata negli anni sessanta del secolo scorso. La Chiesa della Madonna del Popolo, posta a valle della collina del centro storico, nei pressi del fiume Noce. Il Santuario della Madonna di Sovereto eretto nell'800 e nel quale è venerato il simulacro della Madonna Nera ritrovata a Terlizzi (BA) La Cappella della Madonna del Carmine in contrada Cammartino. La Cappella della Madonna Delle Grazie, ubicata in contrada Colla, poco distante dal centro abitato. La Chiesa di S. Giuseppe nella frazione S. Costantino. La Chiesa di S. Maria di Gerusalemme (privata) tra Via S. Maria e Via Roma. La Cappella dell'Immacolata in Rione Rotale. La Chiesetta di San Vincenzo al Rione Medichetta. La cappella privata della famiglia Buraglia, ubicata in Via S. Antonino. La cappella privata della famiglia Palagano in c.da Molingiuolo. Esistono poi, diverse edicole votive dislocate in aperta campagna e lungo sentieri ormai abbandonati. Frazione San Costantino Il paese San Costantino è una frazione del Comune di Rivello (PZ) dal cui centro dista circa 15 minuti di macchina. Situata in collina ad un’altitudine media di 400 m. s. l. m., la frazione comprende, sul versante orientale, anche il rione Medichetta dal quale è separata da un profondo canale che, partendo da un’altitudine di 600 m. s. l. m. al bivio del Palazzo, ne delimita la parte Sud Orientale e raggiunge la costa Tirrenica dell’abitato di Sapri (SA). La particolare posizione geografica consente un’ampia veduta del golfo di Policastro, distante solo pochi chilometri. San Costantino ha una popolazione di circa 400 abitanti, distribuita in diversi rioni (Ariola, Vallinoto, Girone, Roccazzo, Carpineta, San Giuseppe, Calanghe, Palazzo, Medichetta); il nucleo abitativo più compatto è formato da diversi palazzi signorili, edificati nella prima metà del secolo scorso grazie soprattutto alle rimesse degli emigrati del Brasile, dell’Argentina, del Venezuela e della Spagna. Circondato da boschi e in posizione baricentrica rispetto al golfo di Policastro e al massiccio del Sirino, ben collegato all’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria (15 minuti di macchina) e alla stazione ferroviaria di Sapri (20 minuti di macchina), ha l’ambizione di proporsi come centro turistico. Sono presenti diversi servizi, quali la farmacia, l’ufficio postale funzionante a giorni alterni, il servizio di guardia medica festiva, un pub, due bar e due alberghi, attualmente chiusi per lavori di ristrutturazione. La storia I primi insediamenti abitativi si ebbero, probabilmente, nella seconda metà del XVII secolo ad opera di pastori e boscaioli. Si formarono diversi nuclei abbastanza distanti tra loro, che diedero origine agli attuali rioni tra i quali quello di S. Giuseppe si propose quale centro del paese, essendo stato sede di una chiesa edificata nel corso del Settecento (le statue lignee presenti nell’attuale Chiesa, risalgono proprio al XVIII secolo). L’emigrazione verso il Brasile, prima, l’Argentina, il Venezuela e la Spagna, dopo, iniziata, nella prima metà del 1800, consentì, grazie alle rimesse, un certo sviluppo abitativo e, conseguentemente, anche artigianale (muratori, falegnami, fabbri) senza, comunque, costituirne un’apprezzabile tradizione. Nella seconda metà del 1800 S. Costantino e Medichetta, con poco più di mille abitanti (1004 abitanti al censimento del 1891), davano, inoltre, i natali ad un piccolo gruppo di giovani che incominciava a diventare sacerdote o si avviava agli studi universitari (medicina, ingegneria, farmacia). Nel primo decennio del Novecento si assistette, quindi, ad una consolidata crescita culturale: venne fondato il circolo culturale “L’Avvenire” e aperte due scuole private, una cattolica e l’altra laica, per la frequenza dei primi tre anni del ginnasio (attuali tre anni di scuola media). Contemporaneamente si registrò una positiva trasformazione del tessuto urbano: i palazzi di tipo signorile, in stile liberty, tuttora esistenti, inseriti armonicamente nel territorio, risalgono, infatti, a quel periodo. In particolare, nel 1909 fu posata la prima pietra della seconda chiesa, che ambiva a diventare Santuario in onore di S. Giuseppe, ma che, in realtà, oggi è l’unico luogo di culto della Frazione, per altro non ancora ultimato, da quando, intorno agli anni sessanta fu demolita la chiesetta del rione S. Giuseppe, ufficialmente per motivi di sicurezza, ma, in realtà, per disinteresse verso il valore storico – artistico che rappresentava. Sempre nel primo decennio del Novecento fu avviata la costruzione, mai portata a termine, della nuova sede dell’Istituto femminile S. Giuseppe, gestito dalla suore Battistine di Angri (SA); fu aperto l’ufficio postale, la farmacia e l’ambulatorio medico comunale. Dopo la prima guerra mondiale le cose peggiorarono: iniziò un lento declino che portò ad un progressivo spopolamento. Oggi S. Costantino e Medichetta sono abitate soprattutto da anziani, tante sono le case vuote e nulla fa pensare che si possano riempire in tempi ragionevoli. Rioni e contrade Rione Medichetta e Carpineta Si presume che il nome abbia avuto origine dalla coltivazione dell'erba medica, anche se l'antica pronuncia del nome del rione era: "Menichetta" (archivio Vescovile Policastro Bussentino). Medichetta è un piccolo agglomerato urbano del comune di Rivello. È il rione insieme alla frazione di S.Costantino più caratteristico del comune dal punto di vista paesaggistico, dato che, da una posizione di 500 m s.l.m., s'affaccia sul Golfo di Policastro. Il rione è diviso in superiore ed inferiore e conta pochi abitanti residui, la maggior parte dei quali si trova a Medichetta inferiore. Comunità dedita all'agricoltura e alla pastorizia, che ha subìto un duro calo demografico durante il periodo dell'emigrazione. Una grande fetta della gioventù locale si è trasferita in quegli anni nell'America Meridionale in cerca di fortuna e spesso Vi è rimasta definitivamente. Lo stesso vale per il rione Carpineta, abitato ormai da pochi anziani, ma molto caratteristico per la sua esposizione a gradoni e la veduta paradisiaca sul Golfo di Policastro. Da vedere: la chiesetta di San Vincenzo Ferreri con la piazzetta adiacente, occasione per sostare ed ammirare il panorama del Golfo di Policastro e da percorrere i sentieri dei sovrastanti monte Coccovello di 1505 m s.l.m., di formazione carsica con "inghiottitoi (pozzi) carsici " o doline, e monte Serra del Tuono, alla cima del quale c'è un belvedere sia del golfo di Sapri che di quello di Maratea. La località è definita regionalmente "Terrazzo panoramico lucano sul golfo di Policastro" Rione Rotale La contrada sorse probabilmente attorno ad una masseria situata lungo la vecchia mulattiera che conduceva nel Cilento. Tra i cognomi delle famiglie troviamo i Megale, discendenti sicuramente della antica famiglia nobile di Rivello. La contrada è fortemente vocata, per tradizione, all'agricoltura. Si producono infatti, gli ortaggi più pregiati di tutta la zona. Ottima è la qualità dei fagioli, delle patate, del granturco, delle zucchine. Negli anni sessanta furono realizzati due invasi artificiali che avrebbero dovuto alimentare in impianto irriguo. Detti invasi vengono invece impiegati per gare di pesca e dato che si trovano in mezzo al verde dei boschi lussureggianti, spesso vi si recano comitive per fare dei pic-nic. Nelle vicinanze vi è il bosco dei "Vascelli" che ha fornito legname ad intere generazioni. Gli abitanti sono di carattere taciturno ma orgogliosi, lavoratori e molto attaccati alle loro tradizioni. Il dialetto parlato è simile a quello rivellese, per niente italianizzato, diverso quindi da quello della frazione S. Costantino che risente delle influenze Cilentane. La contrada dispone di un'ampia piazza con al centro la Chiesetta dell'Immacolata, settecentesca, di recente restaurata. La festa si svolge nel mese di agosto, durante la quale si possono degustare le prelibatezze culinarie locali, in particolare i salami (salsiccia e soppressata) e i prosciutti. Le principali contrade Cammartino (da " Cà Martino") Capo Elci ("in capo al luogo ricco di Elci") Fiumicello (luogo dove il fiume scorre dolcemente) Filòto (den. di origine greca) Molingiuòlo (prob. luogo con numerosi mulini) Prato (toponimo etimologicamente indicativo di luogo umido e quindi ricco di pascoli) Vignale (luogo anticamente vocato alla viticoltura) S. Margherita Mascalcia (luogo dove anticamente si praticava la "mascalcia", ovvero la ferratura e la bardatura degli equini in generale) Sonante - Sede del tempio dedicato a Mefitis, dività legata al culto delle acque e da dove prende il nome il fiume Sonante) Sovereto Sorba (luogo dove vi erano ricche piantagioni di Sorbo) Sirino Colla (luogo dove si pagavano le tasse per vendere le merci: dogana) Monticello Roccazzo (luogo pietroso) Palazzo (luogo dove un tempo vi era un grande edificio, prob. adibito a taverna e cambio cavalli) S. Freno Campo Dei Monaci (luogo dove i monaci del convento di S. Antonio avevano il diritto di approvvigionamento di legna da ardere) Vallone Antico Aradonica (den. di origine greca) Crocifisso Bottarile (in realtà si chiamava "Buttarìno"; luogo dove si batteva il lino) Chiani Città (zona dove sorgeva l'antica "città" della Magna-Grecia - secondo alcuni studiosi "Sirinos") Asprina Pietà Infrastrutture e trasporti Strade Fondovalle del Noce - uscita Rivello-Sapri-Lagonegro-Maratea Strada Statale 104 di Sapri Strada Provinciale 27 Lagonegrese Superiore Autostrada A3 - uscite Lagonegro Nord-Maratea-Praia A Mare,Lagonegro Sud,Lauria Nord-Policoro e Lauria sud Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Persone legate a Rivello Girolamo Todisco - pittore del '600 Salvatore Ferrari - pittore del '700 Francesco Flora - Scrittore e critico Letterario del '900 Mariano Lanziani - pittore del '900 Mauro Masi - pittore del '900 Ulderico Pesce - attore e regista teatrale Antonio Scordìa - pittore del '900 Pasquale Cavaliere - Dirigente scolastico Vittorio Soriani - Scrittore e poeta Lingue e dialetti La popolazione di Rivello parla un dialetto gallo-italico. Etnie Sebbene i valori siano ancora molto lontani dalla media italiana, gli stranieri regolari sono 35 (12 maschi e 23 femmine) pari al 1,21% della popolazione rivellese. Le comunità rappresentate sono: Amministrazione Note Voci correlate Comunità montana Lagonegrese Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Rivello Collegamenti esterni Comune di Rivello