Iglesias
Nei secoli della dominazione spagnola fu una delle città regie della Sardegna. È sede vescovile, erede storica dell'antica diocesi di Sulcis. La zona dove sorge l'odierna città di Iglesias era già frequentata in epoca preistorica: le tracce più antiche d'insediamento umano risalgono al neolitico antico; sono invece attribuibili alla cultura di Ozieri (IV millennio a.C.) le tombe ipogeiche, dette Ddomus de Janas, scoperte nell'area montuosa di San Benedetto. Dal IX secolo d.C., invece, riappaiono tracce urbane, con la chiesa tardo-bizantina di San Salvatore, recentemente restaurata e recuperata. Gli ugolini Della Gherardesca vi costruirono un castello (pesantemente modificato e restaurato nei secoli), detto "di Salvaterra" o "di San Guantino", le mura, palazzi, un ospedale e un acquedotto. Finanziarono inoltre la costruzione di diverse chiese, fra le più importanti si possono citare la chiesa di Santa Chiara, edificata fra il 1284 e il 1288, e quella di Nostra Signora di Valverde, costruita tra il 1285 e il 1290. Per tutto il periodo della dominazione aragonese e spagnola si diffuse l'uso del catalano e poi del castigliano, idioma dal quale deriva l'attuale denominazione "Iglesias" (Chiese). A questo periodo risale, inoltre, la ristrutturazione di quasi tutti gli edifici di culto cittadini e delle fortificazioni difensive. I segni di questa presenza ricca e produttiva, da un punto di vista soprattutto culturale, sono quindi numerosissimi e riscontrabili ancora oggi in gran parte dell'edilizia storica iglesiente. Particolarmente suggestivi risultano i riti della settimana di Pasqua, organizzati dalla antica Arciconfraternita del Santo Monte.