Destinazioni - Comune

Calatabiano

Luogo: Calatabiano (Catania)
Calatabiano (Cattabbianu in siciliano) è un comune italiano di 5.458 abitanti della provincia di Catania in Sicilia. Geografia Calatabiano è posto a 62 metri d'altitudine, a meno di 3 chilometri dal mare Ionio. Il suo territorio, delimitato a nord dal corso del fiume Alcantara, è costituito da una fertile ed ottimamente irrigata piana alluvionale e dalle retrostanti colline. Dista 42 chilometri da Catania e 58 chilometri da Messina. La popolazione è concentrata per circa il 75% nel centro capoluogo, e per la restante parte nella frazione di Lapide Pasteria. Calatabiano è un comune facente parte del Parco fluviale dell'Alcantara. Storia La storia di Calatabiano è strettamente collegata a quella del suo castello, che si erge su un'altura a 160 metri d'altitudine, all'imboccatura meridionale della Valle dell'Alcantara. Con tutta probabilità, stante l'importanza strategica e militare del sito, una fortezza doveva già essere presente in epoca greca e forse addirittura sicula. A tal proposito Julius Schubring sostenne che i Siculi dovevano tenere un caposaldo all'imboccatura della valle, di fronte al monte Tauro, nominato come Castello di Bidio, ma tale ipotesi non è mai stata suffragata dai reperti archeologici rinvenuti, che hanno invece datazione posteriore al II secolo. Il castello, nella sua conformazione attuale, con l'annesso borgo collinare cinto da mura merlate, fu fondato dagli Arabi, che proprio dal territorio di Calatabiano mossero nel 902 alla conquista di Taormina. Lo stesso toponimo del paese è di chiara origine araba, derivando da قلعة, kalaat (castello) e 'al Bîan, probabile nome proprio del signore locale. Sotto il dominio normanno, regnando Ruggero II, nel 1135 Calatabiano fu elevata a baronia. In epoca sveva, dopo la morte di Federico II, il castello fu dato da Corrado IV a Giovanni Moro, servitore musulmano di suo padre. Dopo la morte di Corrado, Giovanni passò al fianco di Innocenzo IV mettendosi contro Manfredi di Hohenstaufen: in una lettera del 3 novembre 1254, il papa conferma a Giovanni Moro alcuni possedimenti, tra cui il castrum di Calatabiano, in cambio dei quali Giovanni doveva garantire, alla bisogna, aiuto militare per la difesa del Regno di Sicilia. Tra i vari signori che si succedettero nel corso dei secoli, il periodo più fulgido nella storia di Calatabiano si ebbe con la signoria dei Cruyllas. Famiglia di origine catalana, i Cruyllas ottennero la baronia nel 1396 tenendola per circa un secolo, ingrandendo il castello ed edificando la Chiesa del Santissimo Crocifisso. Esauritasi la successione per linea maschile, questa continuò per linea femminile con il passaggio della signoria prima ai Moncada e poi ai Gravina, principi di Palagonia. Nel 1544 si ebbe la venuta del pirata Dragut che, sbarcato sul lido di San Marco, espugnò e saccheggiò il borgo. Nel 1677, a seguito della rivolta antispagnola di Messina i francesi assediarono lungamente il castello, venendo respinti dai 150 difensori spagnoli e poi sopraffatti dai soverchianti rinforzi. Il borgo e il castello vennero completamente abbandonati a seguito del Terremoto del Val di Noto del 1693, che danneggiò gravemente l'abitato. La popolazione si reinsediò ai piedi della collina da dove da qualche decennio insisteva già un piccolo insediamento, primo nucleo della Calatabiano moderna, che progressivamente si espanse sulla pianura. Nel 1813 il parlamento siciliano decretò la fine del feudalesimo nell'isola, elevando nello stesso anno il territorio di Calatabiano a comune autonomo, con i confini che ha mantenuto fino ad oggi. Luoghi d'interesse Architetture militari Castello Di un kastron di età bizantina ci è pervenuta traccia grazie agli scavi effettuati alla fine del XX secolo e agli inizi del secolo successivo. In questa occasione è emerso che non vi è traccia alcuna di occupazione del sito durante il periodo islamico e piuttosto lo stesso kastron venne raso pressoché al suolo, presumibilmente durante l'Assedio di Taormina del 906. Della presenza di un incastellamento veniamo a sapere solo in seguito, grazie al Libro di Ruggero composto da Idrisi nel 1154, che cita per la prima volta il Kalaat-al Bian. L'uso della lingua araba da parte del geografo ha evidentemente condotto all'errata convinzione che il castello fosse di origine berbera. Per la sua grande importanza militare svevi e aragonesi vi apportarono migliorie difensive. Alla famiglia dei Cruyllas si deve l’ampliamento che portò la fortezza alle dimensioni attuali. Di maggior interesse sono il portale di ingresso, costituito da un arco a sesto acuto di pietra arenaria e pietra lavica, e il "Salone dei Cruyllas", diviso simmetricamente da un arco in pietra lavica il cui concio reca le insegne della famiglia. Nella parte più elevata del maschio si trova un’uscita di emergenza sul pendio più ripido e difficilmente accessibile del monte. Solo qualche rudere rimane invece del borgo abbandonato nel 1693. Il castello è stato ristrutturato e divenuto una meta apprezzata dai turisti. La ristrutturazione ha portato alla creazione di bar, pizzerie e sale per convegni edificate all'interno del castello in uno stile decisamente moderno. Il castello, posto sopra una collina alta 220 m rispetto al livello del mare, è raggiungibile tramite una strada tortuosa o tramite una funivia costruita durante la restaurazione del suddetto castello. Ancora oggi sono in atto progetti per il miglioramento del castello e scavi archeologici che portano sempre nuovi reperti risalenti alle epoche precedenti. Fonte. Architetture religiose Sul monte Castello,trenta metri più in basso del maniero, la Chiesa del Santissimo Crocifisso, inaugurata il quattro marzo 1484, ha forme tardo gotiche, un massiccio campanile merlato e due portali ogivali d’ingresso, a ovest e a sud. Sulla facciata vi è un’iscrizione recante la data d’apertura al culto dell’edificio da parte del vescovo Eufemio. Vi è custodito il simulacro di San Filippo Siriaco. Nella celletta alla base del campanile, cui si accede direttamente dall'aula tramite una porta ad arco leggermente bicentrico a conci regolari radiali in pietra bianca, di tipo catalano, è situato nella parete ovest un affresco di Madonna e Bambino che reggono una grossa catena che ha alla fine un giogo a due anelli. L'affresco, di buona fattura inscrivibile non oltre i primi quindici anni del Cinquecento,da considerarsi unico nella regione di filiazione antonellesca, dai Peloritani agli Iblei, che rischia danni definitivi per l'umidità di risalita e per la sottovalutazione dell'importanza, ha un modello stante di tipo desalibesco, col Bambino in piedi (postura riscontrabile nei piccoli monumenti funerari di Antonello Freri) sulla gamba destra della Madre, ed è sensibile alla moda 'rilassata' di un Befulco o di uno Scacco, a loro volta mediatori al sud della naturalezza raffaellesca, con voluti grafismi neobizantini (mani e occhi) e una caratteristica unica: la Madonna guarda con bonaria introspezione, "alla greca", verso l'osservatore.Un forte e distribuito uso del color marrone farebbe pensare a un tentativo di sinopia poi ridipinto. Tali elementi sono stati sottolineati nella conferenza tenuta il 23 maggio 2014 nella chiesetta dall' architetto Ivan Castrogiovanni, che ha lanciato un ennesimo appello per il restauro scientifico. La chiesa del Crocifisso è l'antica chiesa madre di Calatabiano, per la quale fu concepito il crocifisso di cui sotto. La Chiesa Madre di Maria Santissima Annunziata, del 1740, ad una sola navata, si trova nella centrale Piazza Vittorio Emanuele III. Al suo interno si conserva un prezioso crocifisso ligneo del 1502 di Giovanni Salvo D’Antonio, della Scuola Antonelliana. Prospiciente la chiesa si trova la Statua di Santa Caterina d’Alessandria, della Scuola del Gagini. Altro antico luogo di culto è la Chiesa di Gesù e Maria, del 1697, con facciata in muratura e pietra bianca. Fuori dall'abitato vi è un santuario dedicato alla Madonna dell'Imperio. Edificato nel 1092, è dedicato alla Madonna che 13 anni prima aveva assistito le truppe di Ruggiero nella vittoriosa conquista del castello di Calatabiano detenuto dagli Arabi. Architetture civili Castello di San Marco Conosciuto come castello, è in realtà una residenza nobiliare sita sul litorale di San Marco. La costruzione venne intrapresa nel 1689 dal signore dell’epoca, Ignazio Sebastiano Gravina principe di Palagonia, e completata nel volgere di soli due anni. L’aspetto originario di quel che era un complesso di edifici, oggi in parte perduti, era molto diverso da quello attuale, a causa delle continue modifiche realizzate nel corso dei decenni. Nel 1856 venne dato, con l’annesso fondo, in enfiteusi al barone Pasquale Pennisi di Floristella, assumendo l’aspetto attuale con la realizzazione del palmento, della cantina e di case per i contadini. L’annessa Chiesa di Sant’Antonio da Padova, fu edificata nel 1697,. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Tradizione e folklore Una leggenda popolare narra che un giorno un cavaliere su di un cavallo bianco riuscirà a decifrare l’iscrizione sul portale della chiesa del Santissimo Crocifisso, scoprendo il modo per accedere ad un favoloso tesoro custodito nelle viscere del monte Castello. Cultura Eventi La calata di san Filippo La tradizionale calata di san Filippo si svolge in occasione della festa di san Filippo Siriaco, protettore del paese, il sabato che precede la terza domenica di maggio. La tradizione, risalente al 1766, vuole che il fercolo con il simulacro del Santo dalla Chiesa del Santissimo Crocifisso venga portato in processione dai devoti fino al centro del paese. La processione ha inizio alle 18:30 e avviene di corsa attraverso l’accidentata strada in gradoni di pietra bianca, con i devoti con il fercolo dal peso di una tonnellata in spalla e i fedeli assiepati ai lati della strada. Il percorso è ricco di insidie, tant’è che spesso si sono verificati degli incidenti con la caduta del fercolo. I festeggiamenti in onore del Santo si concludono con la processione della risalita del Santo al monte Castello la quarta domenica di maggio. Altre manifestazioni Il Corteo Storico Medievale si svolge in occasione della festa di San Filippo Siriaco. Il corteo rievoca i costumi dei signori Cruyllas, dei soldati e dei popolani del borgo del XV secolo e partecipa a manifestazioni culturali di rilevanza regionale e nazionale. A cura dell' Ass. Cult. "Giovani Oggi" Il Falò dei Cannici il 13 dicembre in occasione della festa di Santa Lucia. La Sagra delle Nespole si svolge la seconda domenica di maggio. La sfilata di gruppi mascherati per il Carnevale. Muzikfest, rassegna di musica indipendente, si svolge in estate sulla spiaggia di San Marco. Le serate medievali di Calatabiano (mese di agosto). Economia L’economia di Calatabiano è storicamente basata sull’agricoltura: le colture che insistono sul territorio sono prevalentemente agrumicole in pianura, mentre le colline, più povere d’acqua, sono coltivate prevalentemente ad ulivi. Coltura tipica è la nespola del Giappone la cui produzione si aggira sulle ottocento tonnellate annue. L'allevamento è prevalentemente ovino e bovino. Le attività della piccola industria si sono sviluppate soltanto recentemente, aggiungendosi alla lavorazione della carta e alla produzione della calce. Il lido di San Marco, con i suoi 2,5 chilometri di spiaggia di ciottoli, costituisce il principale polo turistico. Trasporti e comunicazioni Il territorio di Calatabiano si trova sulla direttrice orientale sicula dei collegamenti stradali e ferroviari. Sono inoltre agevoli i collegamenti con l’entroterra alcantarino. È servito da una stazione ferroviaria. Amministrazione Stemma comunale Lo stemma comunale è, come descritto dal locale "Regolamento sull'uso dello stemma, del gonfalone, delle bandiere, del distintivo del sindaco e del presidente del consiglio": La parte inferiore dello stemma riprende quello della famiglia Cruyllas. Altre informazioni amministrative Il comune di Calatabiano fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.7 (Colline litoranee di Acireale). Sport Calcio Calatabiano ha una società il G.S.C. Calatabiano A.S.D. che milita in Prima Categoria Siciliana. In passato ha avuto una società calcistica denominata "Polisportiva Aurora Calatabiano" che è riuscita a vincere diverse manifestazioni importanti tra le quali: la Coppa Trinacria (1978/79) e la Coppa Sicilia (1980/81) riuscendo a raggiungere come massimo la categoria Promozione Siciliana. L'ultima volta che ha partecipato al campionato di Promozione Siciliana è stata nella stagione 1981/82. Rugby Calatabiano ha una tradizione sportiva nel rugby; negli anni ottanta infatti la società locale di palla ovale ebbe un discreto successo, ma poi fallì. Nel 2005 fu rifondata col nome di Alcantara Rugby, ma fallì nuovamente. Impianti sportivi Calatabiano dispone per il calcio del campo sportivo "Giuseppe Calanna". È presente inoltre un campo di volo con una pista di 500 metri di lunghezza per piccoli aerei da turismo. Galleria fotografica Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ a b c Julie Anne Taylor, Muslims in Medieval Italy. The Colony at Lucera, Lexington Books, 2005 ISBN 978-0-73-911484-1 (p. 129) ^ Vedi Daniele Raneri, Castello di Calatabiano, pdf consultabile online. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008. URL consultato il 05-07-2011. Altri progetti Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Calatabiano» Commons contiene immagini o altri file su Calatabiano Collegamenti esterni Promo Loco Associazione Turistica Il restauro del castello di Calatabiano Calatabiano.net Arte|Cultura|Storia|Turismo Via Cruyllas photo Corteo Storico Città di Calatabiano Etnanatura.it GSC Calatabiano
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