Destinazioni - Comune
San Giorgio a Cremano
Luogo:
San Giorgio a Cremano (Napoli)
San Giorgio a Cremano è un comune italiano di 47.783 abitanti della provincia di Napoli in Campania, è la ventunesima città della Campania per popolazione.
Geografia fisica
Situato alle falde del Vesuvio, oggi è ormai parte integrante dell'agglomerato urbano della città di Napoli ed è collegato a questa con la Circumvesuviana. Ricordata molte volte per essere stata la città di Alighiero Noschese, Luca Giordano e Massimo Troisi.
Storia
Le numerose eruzioni del Vesuvio, che si susseguirono a partire da quella del 79, resero il territorio su cui ora si stendono San Giorgio a Cremano e i comuni limitrofi sostanzialmente disabitato fino agli inizi del sec. X. Tali territori erano genericamente denominati Foris Flubeum, ad indicare che erano separati da Napoli dal corso dell'antico fiume Sebeto.
Malgrado all'epoca l'area fosse sostanzialmente disabitata, alla fine del IX secolo vi fu tuttavia un insediamento di guerrieri musulmani di imprecisate dimensioni, pronti a intervenire su comando del Vescovo-duca Atanasio che li aveva assoldati come mercenari perché conducessero per suo conto azioni militari contro i suoi nemici (Capua, Salerno, Benevento e Spoleto). La costituzione di un primo nucleo abitativo stabile può essere fatta risalire intorno al 993, quando nella zona detta Capitiniano (pressappoco l'attuale cimitero) fu edificata una piccola cappella votiva consacrata a San Giorgio. Alla fine del sec. XI fu edificata nello stesso luogo una chiesa, attorno alla quale si sviluppò un primo Casale con il nome di San Giorgio a Capitiniano. Con il passare del tempo il Casale cominciò a svilupparsi verso il mare nella zona detta Cramano, tanto da cambiare nome in San Giorgio a Cramano, come attestato già nel 1334 sotto il regno di Carlo d'Angiò. Si vennero a creare così due nuclei abitativi, il quartiere di sopra e quello di bascio, che intanto aveva assorbito l'antico casale di S.Aniello a Cambrano. Il centro cittadino rimase però la parte alta, dove nel frattempo la chiesa di San Giorgio Vecchio prendeva l'aspetto attuale a tre navate in stile gotico. Solo nel 1570, con l'edificazione della chiesa di Santa Maria del Principio, la vita religiosa del Casale, e con essa quella cittadina, si sposta nella parte bassa. Tuttavia la violenta eruzione del 1631 colpisce duramente San Giorgio, distruggendo il centro cittadino, la chiesa di Santa Maria del Principio e i documenti storici in essa custoditi. Solo poche costruzioni furono risparmiate, come la stessa chiesa di San Giorgio Vecchio e la cosiddetta Torre Ummarino. Nel 1670 viene ricostruita la chiesa di S. Maria del Principio, sulle rovine della precedente e il Casale cominciò nuovamente a ripopolarsi. La città conobbe un periodo florido sotto il dominio spagnolo ed ancor più sotto i Borbone, grazie alle iniziative promosse da Carlo III, che diede impulso alle attività economiche dell'intera area vesuviana. Fu in quel periodo che la città divenne luogo di villeggiatura di famiglie nobili napoletane, come testimoniano le numerose ville settecentesche.
Molto importante fu la presenza nel paese del pittore Luca Giordano, specialmente per la cappella di S. Maria del Carmine al Pittore, che egli fece costruire verso la fine del secolo XVII e che alla fine del secolo divenne rettoria e fu un notevole centro di aggregazione della popolazione contadina della zona circostante. Luca Giordano morì all'inizio del secolo in cui sarebbero sorte le famose ville settecentesche, e non ebbe il tempo, quindi, di adeguarsi ai modelli del tempo. La "casa del Giordano" è inclusa nell'elenco delle ville vesuviane con la denominazione di Villa Marulli al viale Bernabò di San Giorgio a Cremano .
I successivi moti indipendentisti ispirati dalla rivoluzione francese trovarono non poca resistenza nella città, devota alla monarchia borbonica. Tuttavia la città divenne Repubblica Paesana nel 1799. La Carboneria, che da lì a poco sarebbe nata, trovò i primi iscritti anche in questa città che, in tal modo, contribuì ai moti del 1820. Dopo l'unità d'Italia San Giorgio a Cremano subì un periodo di decadenza, pur restando un apprezzato e ricercato luogo di villeggiatura.
Allo studio e alla ricostruzione delle vicende storiche e culturali della città si è a lungo dedicato il sacerdote Giovanni Alagi, coadiuvato a suo tempo da Giovanni Coppola, originario di Portici, sacerdote, bibliofilo e cultore di studi umanistici. In epoca borbonica qualche funzionario scelse San Giorgio come cittàdina a buon mercato dove costruirvi una propria dimora per godere in qualche stagione dell'anno di un po' di fresco e silenzio che questi luoghi anticamente offrivano. All'inizio degli anni settanta l'Ufficio Commercio del Comune di San Giorgio a Cremano registrava la presenza di 58 aziende tessili. Micro-imprese, dove abili mani confezionavano ogni giorno migliaia di camicie destinate al mercato italiano e a quello estero. È il retaggio di un'antica tradizione che risale alla metà del Settecento, quando le seterie della zona si erano specializzate nella produzione di camicie, da giorno e da notte, allo scopo di soddisfare le richieste dei nobili più alla moda. Purtroppo oggi, la tradizione sartoriale è andata perduta e quella passione di alcuni artigiani, prevalentemente, in camicie e cravatte non si è trasmessa alle nuove generazioni, sia perché non era un settore di eccellenza e sia per le esose "gabelle" che gravavano e gravano su certi settori produttivi cittadini, che nell'indifferenza della politica locale, più vocata all'intrallazzo ed alla tutela degli interessi privati,. rispetto a quelli pubblici sono state lasciate chiudere.
Si ricorda anche Giorgio Maione, storico viticoltore e commerciante del paese, nella sua casa di famiglia,
Etimologia
Per quanto riguarda il nome della città, il primo è stabile nel tempo ed indica il santo tutelare scelto dalla comunità, mentre il secondo farebbe riferimento a "cremato" in riferimento ad eruzioni vulcaniche che avrebbero appunto cremato parte dei territori comunali.
SAN GIORGIO - Il nome fa riferimento alla forte venerazione per il Santo che secondo la tradizione salvò, alla fine del X secolo, gli abitanti dall'eruzione del Vesuvio. Attestato fin dalle origini, non si è mai modificato, eccetto che nella parlata popolare in Santo Iorio. Ciò è dipeso dalla tendenza del dialetto napoletano a trasformare la g palatale in i (genero in iennero). I Sangiorgesi scelsero un santo che avesse fama di combattente, che aiutasse contro le insidie dei nemici e di eventi naturali. Per questo scelsero San Giorgio, che già a Napoli era conosciuto presso i poveri ed i contadini. È anche vero che la chiesa di Forcella San Severo nel IX secolo veniva anche detta di S. Giorgio e questa chiesa aveva molti possedimenti nella zona vesuviana e sul territorio che poi diede origini al paese.
CREMANO - Il termine Cremano non è un antico toponimo indicante una località compresa fra Portici e San Giorgio. Ragion per cui è erroneo far discendere il nome della città come vorrebbe qualcuno da San Giorgio nei pressi di Cremano. Tuttavia il termine Cremano ha subito trasformazioni sostanziali nel corso dei secoli. L'ipotesi più attendibile è che esso derivi da Cremato, indicante appunto una striscia di terra che sarebbe stata "cremata" dalla lava. Tuttavia sull'etimologia del termine Cremano non vi è ancora accordo.
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiese
Chiesa di San Giorgio Vecchio
Chiesa di Santa Maria dell'Aiuto
Chiesa di Santa Maria del Principio
Chiesa di Sant'Anna
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Tempio Regina dei Gigli
Ville Vesuviane
Villa Amirante
Villa Avallone ora Tufarelli
Villa Bonocore
Villa Borrelli
Villa Bruno
Villa Caracciolo di Forino
Villa Carafa di Percuoco
Villa Carsana
Villa Cerbone
Villa Cosenza
Villa F. Galante
Villa G.A. Galante
Villa Giarrusso e Maria
Villa Giulia o de Marchi
Villa Jesu
Villa Leone
Villa Lignola
Villa Marulli
Villa Marullier
Villa Menale
Villa Ocsia
Villa Olimpia
Villa Pignatelli di Montecalvo
Villa Pizzicato
Villa Righi
Villa Salvetella
Villa Sinicropi
Villa Tanucci
Villa Tufarelli di Sotto
Villa Ummarino
Villa Vannucchi
Villa Zampaglione
Istituzioni
2º Comando delle Forze Operative di Difesa (2º FOD o COMDOF2), da cui dipendono tutti gli Enti del Comando Militare Sud.
Sport
La squadra di calcio di S. Giorgio a Cremano milita attualmente nel campionato di Eccellenza. Lo stadio comunale si trova nei pressi della stazione della Circumvesuviana e all'interno vi giocano il S.Giorgio 1926, l'Atletico Sangiorgese, il Manzoni e lo Sporting San Giorgio. Inoltre sul territorio sono presenti anche le due compagini sportive di Basket, l'Athletic System San Giorgio dal 1998 e Il Diamond Basket San Giorgio militanti nel campionato di prima divisione.
Persone legate a San Giorgio a Cremano (compresi i nati in altro comune)
Luca Giordano (1634 – 1705), insigne pittore barocco, che a San Giorgio aveva un casale e una cappella
Bernardo Tanucci (1698 – 1783), politico e statista del Regno delle Due Sicilie
Carlo Filangieri (1784 - 1867), generale e politico
Guglielmo Massaia (1809 – 1889), missionario cattolico e cardinale
Augusto Vera (1813 - 1885), filosofo e politico (nato ad Amelia provincia di Terni)
Maria Grazia Tarallo (1866 – 1912), suora cattolica, proclamata beata nel 2006
Giovanni Alagi, sacerdote cattolico e cultore di studi storici locali
Alighiero Noschese (1932 – 1979), attore teatrale e televisivo
Giovanni Coppola (1948 - 1987), sacerdote cattolico, bibliofilo e studioso di storia locale
Massimo Troisi (1953 – 1994), attore, regista e sceneggiatore cinematografico
Lello Arena (1953), attore, regista e sceneggiatore italiano (nato a Napoli)
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Cultura
Feste e tradizioni
Processione di San Giorgio
La statua di un santo veniva portata in processione per numerosi motivi: per fecondare il terreno, per allontanare la siccità o alluvioni, per difendere il territorio da alcuni pericoli mortali.
Le origini della processione sono molto antiche. Si pensa che già nel X secolo si facesse una processione portando una statua di legno raffigurante San Giorgio. Non era la statua conservata al Cimitero, perché l'immagine di San Giorgio a cavallo fa la sua comparsa nel Duecento e quella presente al Cimitero risale al Quattrocento mentre la statua a mezzo busto è del Seicento. Questa prima processione veniva fatta nella località Capitiniano. Era una zona semiselvatica, tortuosa, poco abitata. La statua veniva messa su di una base fornita di due stanghe, ornata con fiori, ceri accesi e trasportata a spalle. Il tragitto non era ben delineato, ma veniva modificato a seconda delle richieste e delle necessità dei devoti. La processione non usciva dal territorio di Capitiniano, perché nella parte bassa primeggiava Sant'Aniello. Quando nel Duecento iniziò la decadenza del casale di Sant'Aniello, il tragitto della processione si allungò e forse si pensò anche ad una statua più grande.
Dal 1570, data di costruzione della chiesa di Santa Maria del Principio, la processione partiva da quella chiesa, attraversava le strade comode e raggiungeva sia la parte bassa che quella alta del paese. La statua che veniva portata non risulta fosse quella che oggi si conserva al Cimitero. Forse con la nuova chiesa fu creata anche una statua nuova del santo utilizzata magari solo per la processione. Non è pervenuta a noi.
Con i parroci don Donatello Buono e don Gabriele de Luciano la processione si svolgeva probabilmente la domenica dopo il 23 aprile. Quando nel 1631 la chiesa di Santa Maria del Principio fu coperta dalla lava, mentre la chiesa di San Giorgio Vecchio non subì nessun danno, la processione prevedeva anche una sosta breve presso quella chiesa per poi ritornare indietro. Verso la fine del Seicento il parroco Carlo Borrello da Roma ottenne, dietro insistenza dei sangiorgesi, la concessione per sette anni, rinnovabile, dell'indulgenza plenaria a chi visitasse la chiesa di San Giorgio Vecchio. La processione di quel tempo prevedeva già fuochi d'artificio, musiche, canti, danze popolari, gare di ogni genere, bancarelle con dolciumi e giocattoli.
Nel Settecento la chiesa di Santa Maria del principio ricevette in dono da Emmanuela Caracciolo Pignatelli, duchessa di Montecalvo, una nuova statua di San Giorgio, a mezzo busto, ed è quella che noi oggi veneriamo. Questa statua a poco a poco si ricoprì d'argento, ma dopo i ripetuti furti non fu più rivestita dell'armatura. Essa fu portata in processione al posto di quella utilizzata nel Seicento. Compare alla processione anche il governo della Congrega dell'Immacolata.
Nell'Ottocento, con il parroco don Domenico de Somma, abbiamo notizia della doppia processione di San Giorgio. La prima avveniva nell'ultima domenica di aprile, accompagnata dalla musica, da un distaccamento di cavalleria e alle volte di fanteria. C'era di nuovo la sosta alla chiesa di San Giorgio Vecchio per una settimana intera per la venerazione di tutti. Poi nella prima domenica di maggio la statua veniva portata in parrocchia. Fa anche la sua comparsa il carro sul quale venivano posti dei ragazzi vestiti da angioletti che cantavano le lodi al santo accompagnati dal suono di alcuni strumenti musicali. Questo carro era trainato da quattro cavalli e girava sia nella domenica precedente al 23 aprile per distribuire i premi agli abitanti dei paesi confinanti e sia il giorno 23 aprile per i sangiorgesi. Questa usanza fu abbandonata nel 1867.
Durante l'eruzione del 1º e 6 maggio 1855, al tempo del parroco don Domenico Baldari, la lava si fermò ai confini di San Giorgio a Cremano nei giorni 12 0 13 maggio. Gli abitanti invocarono molto San Giorgio e l'Immacolata e promisero che se la lava si fermava avrebbero portate le due statue lì dove la lava si era fermata. Così avvenne. Il 20 maggio 1855 dalla parrocchia Santa Maria del Principio partì la processione con la presenza del cardinale di Napoli Sisto Riario Sforza. Seguivano la processione anche la Congrega dell'Immacolata e San Raffaele. In questa occasione, per la prima volta, venne portata anche la statua dell'Immacolata. Questo avvenne anche per le eruzioni del 1868 e del 1872.
Alla fine del 1800, con il parroco don Francesco Pannico, si svolgevano tre processioni, tutte nel mese di maggio perché c'erano più villeggianti. Non si teneva più quella dell'ultima domenica di aprile che era stata la prima e originaria processione di San Giorgio.
Le processioni si svolgevano la mattina della prima e seconda domenica di maggio, mentre quella della quarta domenica di maggio avveniva di pomeriggio portando le statue di San Giorgio e dell'Immacolata verso San Sebastiano al Vesuvio, nel luogo dove si era arrestata la lava del 26 aprile del 1872. La processione fu detta "della lava". All'inizio del Novecento il parroco Pannico volle imitare la processione di San Gennaro che ancora oggi, tra aprile e maggio, viene realizzata portando circa 50 statue di altri santi venerati a Napoli. Anche a San Giorgio a Cremano nelle processioni della prima e seconda domenica di maggio vennero portate statue di santi prelevate dalla parrocchia e dalle case private. In tutto erano 19 statue.
La processione era così ordinata: banda musicale, congrega di San Raffaele con stendardo e pannetto, altra banda musicale, le statue di altri santi con San Michele in testa e per ultima San Giuseppe, il parroco ed altri sacerdoti e subito la statua di San Giorgio. Alla processione della quarta domenica di maggio non partecipavano le altre statue.
Nel mese di marzo del 1944 al tempo del parroco don Giorgio, si ebbe una nuova eruzione ed il 22 marzo 1944 furono portate le due statue dove la lava si fermò. Si ritornava poi lì ogni 10 anni.
Nel 1953 venne abolita la processione delle statue mentre rimasero le tre processioni.
Nel 1968 al tempo del parroco don Francesco Sannino le due processioni della prima e seconda domenica di maggio furono ridotte ad una e poi quella della quarta domenica di maggio.
Nel 1972 con il parroco don Pasquale Ascione rimase solo quella della quarta domenica di maggio detta della lava ed oggi si ferma nella zona contrada Patacca. Probabilmente avrà una data fissa e sarà celebrata nella terza domenica di maggio.
Note
^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
^ M. Amari, Storia dei musulmani di Sicilia, Catania, Romeo Prampolini, 1933, I, p.596 e segg.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
Bibliografia
Davide Palomba, Memorie storiche di San Giorgio a Cremano, Napoli, Tipografia dei comuni, 1881
Pino Simonetti, S. Giorgio, il Vesuvio e le sue feste, C.S.T. Editrice, 1983
Giovanni Alagi, San Giorgio a Cremano: vicende - luoghi, con note biografiche e scritti inediti di Davide Palomba, a cura di Giovanni Coppola, San Giorgio a Cremano - Parrocchia Santa Maria del Principio, Napoli 1984
Giacinto Fioretti, Comune di San Giorgio a Cremano: nel ricordo di E. A. Mario,Napoli, Arti grafiche Mineno, 1984
Giovanni Alagi, Il cardinale Massaia a San Giorgio a Cremano, Laboratorio ricerche e studi vesuviani, 1989
Giovanni Alagi, La processione di San Giorgio a Cremano, 1990
I Fatebenefratelli, San Giorgio ieri e oggi - Luoghi e persone di San Giorgio a Cremano dal 1895 al 1950, 1992.
Giovanni Alagi, La chiesa di S. Giorgio Vecchio e il Cimitero comunale, S. Giorgio a Cremano, Centro studi La Pira, 1996
I Fatebenefratelli, Noi ragazzi sangiorgesi degli anni ’40, 1996.
Giovanni Alagi, Bernardo Tanucci a San Giorgio a Cremano, S. Giorgio a Cremano, Centro studi G. La Pira, 2000
Aristide Casucci, San Giorgio a Cremano. Un poco di storia, un poco di colore, un poco di poesia, Pro-loco di San Giorgio a Cremano, 2001.
I Fatebenefratelli, Chiese e cappelle di San Giorgio a Cremano. Raccolta di 20 immagini, Napoli, Tipografia Alfa, 2002
AA.VV., Viaggio tra le ville vesuviane del XVIII secolo, Città di San Giorgio a Cremano, 2002
Voci correlate
Centro Teatro Spazio
Stazione di San Giorgio a Cremano
Stazione di San Giorgio Cavalli di Bronzo
Vesuvio
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