Destinazioni - Comune

Zoppè di Cadore

Luogo: Zoppè di Cadore (Belluno)
Zoppè di Cadore (Zopè in ladino) è un comune italiano di 271 abitanti della provincia di Belluno in Veneto. Si tratta di un comune sparso in quanto sede comunale è la frazione Bortolot. Il paese è situato nella valle del torrente Rutorto (Ritòrt o anche Ru di Mulinàt), alla quale si accede unicamente per una ardita strada che parte da Forno di Zoldo. Maestosa la vista verso il Pelmo (Sas de Pelf), dato il posizionamento del paese che è letteralmente ai piedi dello stesso. Geografia fisica Zoppè è il comune meno esteso della provincia di Belluno, ma anche il meno popolato e il più elevato (il municipio si trova a 1.461 m). Il comune è proprietario inoltre di una malga con i pascoli annessi presso Pecol di Zoldo Alto, per un totale di 4,01 km². Questa località, detta la Grava, fu ceduta a Zoppè in seguito all'acquisto dei nobili trevigiani Bressa (1790) e nell'Ottocento durante una disputa con l'allora San Tiziano di Goima, l'attuale Zoldo Alto. Storia Secondo mons. Giuseppe Ciani, nel V secolo gli abitanti della valle del Boite, terrorizzati dagli Unni, abbandonarono i loro villaggi e si rifugiarono sulle montagne circostanti. Presso il Colle di Fies, altura a 1.588 m., nei pressi di Zoppè, essi avrebbero edificato un "castello" per difendersi dai barbari. Una volta finita l'invasione, si sarebbero fermati in quel sito, ritenendolo più sicuro. Così il Ciani: "Non pochi gl'indizi ch'ancor ne rimangono: reliquie di fondamenta, un pozzo, forme e ciglioni di campi da seminato nelle circostanze, e sì le tracce d'una strada che dall'oppido di Fiès, correndo per Chiandolada in fianco a Valdecuzza, metteva a quel punto dell'Oltrechiusa, ove il castello di Hodo (Vodo di Cadore, n. d. r.): i paesani non con altro nome l'appellano, che 'Strada de'Pagani'". Un altro sito nelle vicinanze è denominato "Cimitero dei Pagani". Sempre secondo il Ciani, nel 959 Giovanni, vescovo di Belluno, tentò di assoggettare alla sua giurisdizione alcune chiese del Cadore. Dopo lunghe e accanite questioni, si arrivò alla cessione al vescovo della cappella di Zoppè: da quel momento Zoppè appartenne civilmente al Cadore, ecclesiasticamente a Belluno e fu aggregato a Zoldo. Secondo don Pietro De Vido (Prè Pìero, parroco di Zoppè dal 1860 al 1889), nel 1198 un tale Piazza di Comelico vi realizzò una fucina, "stante la comodità del carbone". A tale scopo, "nel luogo detto Pian dal Forno (Piàn dal For) fabbricò delle officine, impiegò al lavoro più uomini, molti ne occupò a far il carbone e molti a condurre la materia minerale la quale veniva levata nelle vicinanze di Col di Santa Lucia (di Livinallongo, n.d.r.) sui monti Fruxile (Fursil, n.d.r.)". Per quanto Prè Pìero non citi alcuna fonte, i resti di un forno rinvenuti nel 1940 durante la realizzazione del nuovo cimitero nella località detta appunto Pian dal For, sembrano confermare questa testimonianza: qui aveva trovato una collocazione ottimale, vicino al torrente Rutorto e in un luogo ricco di legname. Inoltre, la località dove, secondo Prè Pìero, il Piazza si sarebbe costruito la casa conserva ancora oggi quel nome: le famiglie che vi abitano sono soprannominate "i Piaza". Uno dei primi documenti in cui compare il nome di Zoppè è un atto di vendita del 1216: "1216, 18 dicembre, San Vito di Cadore. Vendita. I tre fratelli ... vendono ... un prato situato sul pascolo di Flago e Tamarile, confinante col pascolo di Zoppè (in monte Zopedi)" I primi riferimenti scritti sicuri su un toponimo si hanno però solo a partire dal 1357, quando il Patriarca di Aquileia Nicolò di Lussemburgo concede il possesso di un maso di Zoppè a "Johannes qui fuit de Moglena". Nel 1420 il Cadore passa alla Repubblica di Venezia. Durante il dominio veneziano (1420 - 1797) il Cadore era diviso in 10 "centenari" o "centene". Zoppè, con Vinigo, Peaio e Vodo di Cadore, faceva capo alla centena di Venas. La chiesa di Sant'Anna contiene una pala d'altare raffigurante Sant'Anna ai piedi della Madonna con Gesù bambino, e ai lati San Paolo e San Girolamo, attribuita a Tiziano Vecellio. Il notaio di Pieve di Cadore Matteo Palatini, proprietario di un maso piuttosto esteso a Zoppè, amico della famiglia Vecellio, dispose nel suo testamento del 1528 che i suoi eredi facessero costruire una cappella a Zoppè, e che pagassero cinquanta ducati per far dipingere una piccola pala raffigurante Sant'Anna. Il quadro venne custodito gelosamente dagli zoppedini. Tuttavia, per preservarlo dal saccheggio da parte dei soldati di Napoleone, lo avvolsero intorno a un tronco di larice e lo nascosero nel cosiddetto tabià grant (fienile grande) nella frazione di Villa. Il tronco rilasciò però della resina, che finì per rovinare in gran parte il dipinto. I successivi maldestri restauri finirono per rovinare la pala, tanto da far dubitare della paternità tizianesca dell'opera. I viaggiatori ottocenteschi che arrivarono fino a Zoppè videro il quadro in queste condizioni. Nel 2007 la pala fu restaurata con grande perizia, rivelando molti particolari nascosti e restituendole in gran parte l'antica bellezza. Il nucleo originario della chiesa risale al 1530 circa. Il 9 luglio 1737 venne consacrata la nuova chiesa, ampliata in seguito alla istituzione (1726) della Mansioneria (poi elevata a Curazia nel 1774) e della conseguente presenza stabile di un sacerdote. Nel 1843 Zoppè divenne Parrocchia staccandosi dalla chiesa matrice di San Floriano della Pieve di Zoldo. La chiesa venne nuovamente ristrutturata nel 1896 dopo che il paese venne distrutto quasi totalmente da un incendio. Nonostante Zoppè sia geograficamente parte della Val di Zoldo, è tradizionalmente e storicamente parte del Cadore. I traffici si rivolgevano un tempo soprattutto verso quest'ultimo e potevano usufruire, oltre che del passo Cibiana, anche della forcella Ciandolada che la collegava a Vodo di Cadore. Si dice addirittura che gli zoppedini preferissero battezzare i propri figli in Cadore piuttosto che nella vicina pieve di Forno di Zoldo. Assieme a Venas, con Cibiana, Vodo, Vinigo e Peaio fece sempre parte della medesima centena, fino all'avvento di Napoleone. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Persone legate a Zoppè di Cadore Tiziano Vecellio (1480? - 1576), pittore Natale Talamini (1808-1876), sacerdote, poeta, patriota e politico Masi Simonetti (1903-1969), pittore Fiorenzo Tomea (1910-1960), pittore Amministrazione Altre informazioni amministrative La denominazione del comune fino al 1955 era Zoppè. Bibliografia Storia e vita della Parrocchia di Sant'Anna Zoppè di Cadore 1843-1993, a cura di Ermanno Livan, Zoppè di Cadore, Parrocchia di Sant'Anna 1993 - IT\ICCU\BVE\0050681 Ermanno Livan, Vocabolario della parlata di Zoppè di Cadore, a cura di Gabriele Livan, Union dei Ladign de Zopè, 2012 - IT\ICCU\VIA\0240554 Note ^ Consultazione dati del 14º Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni - Tavola: Superficie territoriale (km²) - Belluno (dettaglio comunale) ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ a b AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 848. ^ Dato Istat al 31/8/2010. ^ Giuseppe Ciani, Storia del popolo cadorino, Pavia 1850 ^ Nella premessa al libro manoscritto sulla genealogia delle famiglie di Zoppè, conservato nell'archivio parrocchiale ^ Giuseppe Richebuono, Le antiche pergamene di S. Vito di Cadore, Istituto Bellunese di Ricerche Storiche Sociali e Culturali, 1980 ^ Giuseppe Ciani, Storia del popolo cadorino ^ La copia pergamenacea del testamento del Notaio Matteo Palatini è conservata nell'Archivio Parrocchiale di Zoppè ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. ^ Eletto il 24 novembre 1985. ^ Eletto il 13 gennaio 1991. ^ Eletto il 19 novembre 1995. ^ Eletto il 9 giugno 1996. ^ Eletto al ballottaggio del 30 aprile 2000 (i due candidati alle elezioni del 16 aprile avevano ottenuto lo stesso numero di voti). ^ Eletto il 3 aprile 2005. ^ Eletto il 28 marzo 2010. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3 Voci correlate Unione montana Cadore Longaronese Zoldo
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