Luogo - Archivio
Archivio di Stato di Biella
Luogo:
via Arnulfo, 15 a, Biella
La nuova sede dell'Archivio di Stato di Biella è stata progettata negli anni '80 sul lato nord
del complesso rinascimentale di San Sebastiano, nel centro della città.
Con nuova forma architettonica, negli anni '90, è stata ricostruita in superficie, sul sito di edifici demoliti negli anni
sessanta, la palazzina che ospita gli spazi aperti al pubblico e gli uffici, mentre i depositi sono previsti su due
piani interrati. Questo ha permesso il trasferimento da palazzo Cisterna, nel borgo del Piazzo, prima sede dell'Istituto, ormai divenuta inagibile, ma non avendo ultimato i lavori, si è dovuto ricorrere ad un deposito sussidiario collocato in zona periferica
rispetto alla principale, in un capannone industriale, anni '50.
La sezione di Biella, divenuta poi Archivio di Stato, fu istituita nel 1967. Dando corpo al progetto di "archivio del Biellese" pensato da Quintino Sella a fine ottocento, poi ripreso dal commissario prefettizio Ferrerati negli anni '30 del 1900, concentra la maggior parte della memorai storica del Biellese con una consistenza di circa 6000 ml di fonti cartacee, pergamene, mappe e disegni, cartoline e fotografie, datati a partire dall'anno 1082 fin quasi ai giorni nostri. Al suo interno si è costituito il Centro studi cavaliere Pietro Torrione, sorto grazie alla liberalità della famiglia dello storiografo locale, che ha donato archivi, biblioteca, arredi e oggetti d'arte.
La sezione di Biella, divenuta poi Archivio di Stato, fu istituita nel 1967. Dando corpo al progetto di "archivio del Biellese" pensato da Quintino Sella a fine ottocento, poi ripreso dal commissario prefettizio Ferrerati negli anni '30 del 1900, concentra la maggior parte della memorai storica del Biellese con una consistenza di circa 6000 ml di fonti cartacee, pergamene, mappe e disegni, cartoline e fotografie, datati a partire dall'anno 1082 fin quasi ai giorni nostri. Al suo interno si è costituito il Centro studi cavaliere Pietro Torrione, sorto grazie alla liberalità della famiglia dello storiografo locale, che ha donato archivi, biblioteca, arredi e oggetti d'arte.