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Qualiano

Luogo: Qualiano (Napoli)
Qualiano (Qualiànë in napoletano) è un comune italiano di 25.396 abitanti della provincia di Napoli in Campania. Oggi la cittadina è parte dell'agglomerato urbano di Napoli. È stato un comune ad economia prevalentemente agricola. Negli ultimi trent'anni, però, un vasto processo di speculazione edilizia ha portato ad un'abnorme assorbimento di persone proveniente dalla vicina città di Napoli. Etimologia Qualiano si chiamava Caloianum, come si evince dal primo elenco completo di tutti i casali esistenti nel regno di Napoli; in un elenco successivo, di epoca angioina, si trasforma in Coliana. Qualiano ha dato origine a due tesi interpretative sul significato del termine: una vuole fare risalire l'origine del nome in Colo Ianum, per culto al dio Giano (lo confermerebbe il ritrovamento di una grossa testa di divinità bifronte e barbuta); l'altra lo riconduce a Gaudianum, nel senso di «città nel bosco», pur evidenziando che il toponimo Gualdo è variamente diffuso in tutto il territorio del ducato Longobardo. Storia Epoca romana la storiche sull'origine di Qualiano vengono avvalorate e confrontate da svariati ritrovamenti archeologici che lasciano supporre, senza ombra di dubbio, il ruolo e la funzione del borgo romano di Collana, soprattutto se viene proiettato in quel fenomeno che investì tutti i centri della Campania e meridionali dominati da colonie greche prima e poi romane. Storicamente si conosce la tragica fine dell'egemonia greca della città di Cuma, avvenuta nell'anno 334 a.C. ad opera dei Romani, che da Capua giungevano a Cuma per poi proseguire via mare. Di conseguenza questa nuova realtà politica d'espansione della nascente civiltà romana interessò anche Qualiano, data la sua posizione geografica: punto nodale per raggiungere Cuma da Capua a Roma. Di questo antico tracciato viario è testimone l'antica strada Consolare Campana che raggiungeva Capua, Aversa e Pozzuoli. Recenti ritrovamenti archeologici fanno inoltre supporre che fosse un centro prediletto dal patriziato romano per il clima salubre e la florida vegetazione (lo storico Tito Livio descrisse e decantò le ricchezze naturali dell'intero agro giulianese). Resti di statue in marmo acefale, murature in opus reticulatum e latericium, pavimentazioni in mosaico colorato: tipici elementi del periodo di massimo splendore dell'Impero Augusteo; enormi vasi di creta per la conservazione di derrate alimentari (grano, orzo, ecc.), una cisterna per la raccolta dell'acqua a forma rettangolare con copertura a volta. Una necropoli del IV secolo a.C. venne alla luce durante i lavori per la costruzione del primo intervento di case popolari (in via Cavour). Erano ventidue tombe - di cui la maggior parte a casse in blocchi di tufo giallo - sei erano alle Cappuccine ed un sarcofago monolitico in tufo e vi si trovarono svariati elementi di arredo funerario: dal lacrimatoio al cratere, vasi a vernice nera: Askos, Skyphos, ecc. Tutto ciò si può ammirare al museo archeologico di Napoli, nella sala LX «La Necropoli di Qualiano». Le testimonianze finora elencate sono venute alla luce interessando una zona urbana unitaria: la località San Pietro ad Aram, avendo come capisaldi l'Alveo dei Camaldoli, tratto della Consolare Campana e la località Pioppitelli (via Palumbo); difatti quest'area era caratterizzata da una strada lunga nella quale sono venute alla luce tombe, ville patrizie, cisterne per la conservazione dell'acqua ed una villa rustica di notevole interesse storico-archeologico per il materiale rinvenuto che va dal IV secolo a.C. al III secolo d.C.: ceramica a vernice nera «campana», unguentari, monete bronzee dell'imperatore Decio Traiano, lame di ferro di attrezzi agricoli, frammenti di vetro, ecc. Dalla lettura di questa realtà archeologica si può supporre che Qualiano fosse un centro di stazionamento per le legioni di soldati romani che scendevano da Roma per proseguire verso Cuma: una «Statio romana». Dagli scavi effettuati non sono venuti alla luce né mura di difesa, né altra struttura con lo stesso scopo. Quindi possiamo ipotizzare che il casale di Qualiano sorgeva su di un'area sicura e priva di pericoli e godeva tranquillità e garanzia da uno stato precostituito: l'Impero romano, anche se in decadenza, del IV e V secolo d.C. Già nel IV secolo a.C. Qualiano registra la presenza del popolo sannita, mentre la formazione di un centro o villaggio agricolo (fagus) si deve risalire al III secolo a.C. con la presenza del popolo osco-sannita, che raggiunse la massima importanza e crescita urbana nel IV o V secolo d.C. durante il periodo di decadenza romana. Epoca moderna Qualiano dal 1340 al 1805 fu feudo del monastero di Santa Chiara in Napoli. Dal 1806 al 1836 fece parte del Comune di Panicocoli (Villaricca) e il 5 settembre 1836 Ferdinando II, con proprio decreto, le conferì l'autonomia amministrativa. I periodi storici che si susseguono in questo arco di tempo - da quello angioino-aragonese a quello del vice regno spagnolo (1500 e 1600) - interessano relativamente il modesto agglomerato di Qualiano, mentre notevole importanza, sotto il profilo urbanistico, ebbe il secondo periodo borbonico (1815-1860). In questa realtà illuministica per il territorio, operata dai regnanti Borboni, Qualiano trasse non pochi benefici. Attualmente Qualiano fa parte del comprensorio giuglianese con i comuni di Villaricca, Calvizzano, Giugliano in Campania, Marano di Napoli e Mugnano di Napoli. Evoluzione demografica Abitanti censiti Amministrazione Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 525. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Voci correlate Stazione di Giugliano-Qualiano Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Qualiano Collegamenti esterni Qualiano in Open Directory Project, Netscape Communications. (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Qualiano")
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