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Ponderano

Luogo: Ponderano (Biella)
Ponderano (Pondran [pʊn'draŋ] in piemontese) è un comune italiano di 4.019 abitanti della provincia di Biella, in Piemonte. Toponimo Ponderano deriva dal pondere aurum. Dovrebbe quindi essere un riferimento al latino “PONDERARIUM”, inteso come luogo di pesatura di metalli auriferi, con certificazioni ufficiali. Con molta probabilità furono i Romani a dare il nome di PONDERANIUM, alteratosi quindi in PONDERANUM o “PONDERARIUM” che indicò il luogo delle pubbliche misure. Secondo una seconda versione potrebbe derivare da un “PONS AERIANUS” dal nome personale “AERIUS”. Storia L’origine del paese risale, almeno secondo la tradizione, all’epoca dei Romani che avrebbero istituito in questa località il luogo di pesatura dell’oro estratto dal torrente Oremo e dalla Bessa. Prima della conquista romana, Ponderano faceva parte del distretto degli ICTIMULI o VITTIMULI, popolo di origine ligure o celtica che i Romani conobbero nel Biellese quando, circa nel 200 a.C., occuparono la Gallia Cisalpina. I Vittimuli possedevano miniere poste sulle rive dell’Elvo e nei monti del Biellese a cui i Romani diedero il nome di “AUROFODINE” e da cui veniva estratto oro che probabilmente veniva poi pesato a Ponderano, ove sembra esistesse un “PONDERARIUM” (Ponderario), edificio in cui venivano conservati una stadera e i campioni di pesi e misure. Per trovare le prime notizie storiche su Ponderano occorre risalire all’anno 882, quando, il 16 marzo, il Serenissimo Imperatore Carlo III, detto il Grosso, a persuasione di Littuardo vescovo di Vercelli, donava a favore della Chiesa di S. Eusebio di Vercelli la sua gran Corte, detta Biella della quale Ponderano faceva parte, con sue corti, ville, alpi e pertinenze. Nel primo periodo feudale il paese fece parte del Comitato di Vercelli e compare infatti nel diploma imperiale del 988 con il quale l’imperatore Ottone III conferma il possesso della zona a Manfredo di Cavaglià, figlio di Ajmone, conte di Vercelli che aveva già ottenuto da Ottone I le corti di Ponderano e dei territori circostanti Biella per cambio fatto con la Chiesa di Vercelli. Nell’anno 998, l’uccisione del Vescovo Pietro di Vercelli da parte di Arduino Marchese di Ivrea, con la complicità di Manfredo, provocò la reazione dell’imperatore Ottone che con diplomi del 7 maggio 999 e del 1º novembre 1000 restituì alla Chiesa di Vercelli i beni e i possessi del Marchese e dei suoi parenti e amici, confermando il dominio di tutto ciò che l’imperatore Carlo aveva concesso a Littuardo Vescovo nell'882. Dal Vescovo lo accettarono poi i discendenti di Manfredo, Signori di Montiglio e Camairano ai quali venne però successivamente confiscato da Enrico II per essere ridato, nel 1014, al Vescovo di Vercelli, Leone. Dopo alterne vicende, nel 1243, il legato pontificio Gregorio di Montelungo lo vendette al Comune di Vercelli, dal quale passò nelle mani degli Avogadro di Cerrione per rimanervi fino al 1404 quando questi si sottoposero ai conti di Savoia. Amedeo VIII, ricevuto l’atto di dedizione, li reinvestì di tutti i feudi posseduti e, tra gli altri, del luogo, castello e giurisdizione di Ponderano. Gli Avogadro si impegnavano allora a difendere e proteggere la comunità e i singoli e ad assolvere per essi a tutte le imposizioni esterne chiedendo in cambio alla comunità il pagamento di ventotto fiorini all’anno. Tramite i bandi e gli ordini veniva poi regolamentata tutta la vita della comunità, non solo dal lato giuridico, ma anche da quello sociale e economico, con particolare riguardo all’attività agricola. Nel 1409 il Castello fu distrutto da un incendio che coinvolse anche gran parte del Borgo e che danneggiò in modo grave l’antica Chiesa. Nel 1551, previa autorizzazione del duca di Savoia, gli Avogadro cedettero il feudo, con tutta la giurisdizione, alla famiglia Dal Pozzo che già in precedenza vi vantava interessi patrimoniali e che lo mantenne di proprietà fino alla soppressione dei feudi. Verso la fine del XVIII secolo si registra una mancata insurrezione tentata da alcuni ribelli armati, sostenuti da un Avogadro di Formigliana, che minacciarono il saccheggio del paese. La popolazione unita disperse però gli armigeri dell’Avogadro e impedì che tale disegno venisse portato a termine, molti ribelli, arrestati, vennero fucilati e l’Avogadro stesso poté salvarsi solo grazie all’intervento del principe di Carignano. Il 14 dicembre 1798 Ponderano passò sotto il dominio dei Repubblicani Francesi che vi istituirono una “Milizia Patriottica”, ma nel 1815, con la caduta di Napoleone, ritornò sotto la giurisdizione di casa Savoia. Per tutto il XIX secolo, escluso un brevissimo periodo durante il quale subì la dominazione austriaca (1859), Ponderano rimase in mano ai Savoia che, dopo l’unità d’Italia, lo inserirono nella provincia di Novara. Nel 1927 il paese passò alla provincia di Vercelli ed in seguito alla provincia di Biella. Persone legate a Ponderano Vittorio Pozzo, direttore tecnico della nazionale italiana di calcio negli anni trenta e quaranta. Nacque a Torino dove Pozzo morì il 21 dicembre 1968, ma la sua famiglia era originaria di Ponderano. Fra i titoli nobiliari che competono ad Amedeo di Savoia-Aosta vi è quello di conte di Ponderano. Evoluzione demografica Abitanti censiti Amministrazione Sport Calcio La squadra di calcio della città è l'A.S.D. Ponderano che ha vinto il girone C di Prima Categoria. Nella stagione 2014/15 disputerà il campionato di Promozione. Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Ponderano Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
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