Museo Archeologico Territoriale della Penisola Sorrentina "Georges Vallet"
Il Museo Archeologico Territoriale della Penisola Sorrentina, intitolato al famoso archeologo e studioso Georges Vallet ed ospitato nelle sale di Villa Fondi de Sangro, è nato dall’esigenza di accogliere la documentazione ed i risultati delle campagne di scavo effettuate nella Penisola Sorrentina per ricostruire le fasi di popolamento e di trasformazione di questo territorio dalla preistoria all’età romana nel contesto complessivo della Campania antica. Al piano terreno, le prime due sale illustrano rispettivamente la fase preistorica, con reperti dalle grotte e dagli insediamenti della zona, e le testimonianze della cultura del Gaudo (II millennio a.C.) relativi a contesti tombali con vasellame e manufatti litici pertinenti ad un abitato scoperto a Piano di Sorrento in località Trinità. L’ingresso che conduce al piano superiore ospita esempi di scultura ed elementi architettonici di epoca arcaica, come una testa marmorea da Massa Lubrense ed i capitelli in tufo da Vico Equense. Nelle sale del primo piano sono esposti alcuni corredi funerari provenienti dagli scavi eseguiti nelle necropoli arcaiche e classiche di Massalubrense e Sant’Agata sui due Golfi (località Deserto), Vico Equense (Via Nicotera) e Sorrento. In un corridoio di passaggio alle sale interne sono presentati materiali dal santuario arcaico di Athena a Punta della Campanella, con il calco di un’iscrizione rimasta in sito del II secolo a.C. Segue poi una sezione che illustra la formazione dell’antica Surrentum, con reperti rinvenuti dai quartieri urbani e dalle necropoli della città, tra cui un trapezoforo con erma maschile in tufo, bei vasi a figure rosse del IV secolo a.C., columelle, nonché manufatti in vetro e terracotta di epoca ellenistica e romana. Nella stessa sala sono anche esposti rilievi marmorei e capitelli dalla villa di Capo di Massa ed un plastico della Villa di Pollio Felice a Capo di Sorrento. Sempre pertinente ad una villa imperiale rinvenuta a Sorrento è anche una statua colossale di peplofora in marmo che conclude il percorso museale al piano terra. Nel parco all’esterno dell’edificio museale è stato ricostruito lo splendido ninfeo a mosaico asportato, per esigenze di tutela, da una villa marittima in località Marina della Lobra a Massa Lubrense. Realizzato intorno al 55 d.C. in tessere musive di pasta vitrea, concrezioni e conchiglie, esso reca scene di giardino fiorito popolato da uccelli ed ornato da scomparti con figure allegoriche e quadretti con nature morte.