Destinazioni - Comune

Cardeto

Luogo: Cardeto (Reggio Calabria)
Cardeto (Cardìtu in reggino), è un comune italiano di 1.767 abitanti della provincia di Reggio Calabria, in Calabria. L'abitato è situato sulla sponda destra del torrente Sant'Agata e presenta una caratteristica struttura a gradinata. La storia Le origini dell'antico centro pre-aspromontano, che deve il suo nome alla pianta del cardo (lat. carditum "luogo di cardi") o, come sostengono altri, al cardo romano, probabilmente vanno ricercate tra i secoli X e XI. In quel periodo, infatti, sotto l'imperatore Basilio I, la sede vescovile di Reggio fu elevata a "Metropoli dei possessi bizantini dell'Italia meridionale" il che le permise di diventare il nucleo principale della chiesa grecanica meridionale, meta di un continuo afflusso di monaci basiliani, di cui ne ritroviamo traccia nell'antico monastero femminile di Sant'Andrea di Mallamaci - poi divenuto Santa Maria di Mallamaci - in località Mallemace o nell'abbazia di S Nicola di Foculica in località Badia. L'altra ipotesi afferma che il paese ospitò i primi abitanti quando i bizantini, intorno all'anno 1000, per fronteggiare al meglio la minaccia araba fecero erigere varie fortificazioni nell'entroterra delle città, edificando delle kastre, detti anche motte, tra le quali ricordiamo la vicina Motta Sant'Agata di cui Cardeto fu casale fino al 1783 (da qui l'odierna divisione del paese in "Sopra Casale" e "Sotto Casale"). Probabilmente furono gli stessi agatini che, in cerca di un luogo più sicuro per sottrarsi alle continue incursioni, spingendosi verso l'interno fondarono Cardeto. A conferma di questa tesi ritroviamo in località Serra i ruderi di un'antica fortificazione, chiamata "torre saracena" dagli indigeni, che sarebbe servita agli "Agatini" come torre d'avvistamento, vista anche la posizione strategica dalla quale si gode di un'ottima vista sullo stretto, per prevenire i continui assalti saraceni. Le prime notizie attendibili risalgono al 1595 quando, l'allora arcivescovo di Reggio Calabria, mons. Annibale D'Afflitto, effettuò la prima visita di tutta l'arcidiocesi. Arrivando nel "rus Cardeti", che contava circa "300 anime", visitò insieme al parroco del posto, il "greco" Giuseppe Bova, la chiesa dei Santi Cosma e Damiano (di cui non vi è più traccia), la chiesa di San Pietro, quella di San Sebastiano e l'Abbazia di San Nicola "de Foculica" (nell'attuale contrada Badia) retta dall'abate Lelio Furnari de' Monsolino, tesoriere della chiesa metropolitana di Reggio Calabria. Quest'ultima, nel 1644 divenne tra l'altro, commenda del Sovrano Ordine di Malta appartenente al Priorato di Capua e venne conosciuta come Commenda di San Nicola da Reggio o Monsolina. Nel Censimento del 1447 insieme alla città di Sant'Agata risulta avere 365 fuochi che diventano 649 nel 1532, 854 nel 1545, 1108 nel 1561, 971 nel 1591. Nei primi censimenti da "casale autonomo", invece, risulta avere 164 fuochi nel 1669 e 187 nel 1732. Il comune divenne completamente autonomo nel 1806 grazie alla ristrutturazione amministrativa operata da Giuseppe Bonaparte. Il terremoto del 1783 e quello del 1908, insieme all'alluvione del 1951 provocano ingenti danni alla comunità danneggiando gravemente le due chiese presenti nel posto, una delle quali, quella del Santo patrono San Sebastiano, sarà riaperta definitivamente solo nel 2000. Cardeto risulta essere, inoltre, sede di numerosi ed antichi luoghi di culto. Oltre alla già citata Abbazia di San Nicola di Foculica, di cui già si hanno notizie nel 1310, l'attuale chiesa di Mallamaci consacrata a Maria Assunta sorge ai primi del Seicento su quello che era, fin dal XIV secolo, uno dei sei monasteri femminili di Reggio Calabria, appartenente all'ordine di San Basilio e consacrato a Sant'Andrea; risulta, inoltre, da alcuni documenti, anche la presenza in epoca remota di un'abbazia (mai rinvenuta) dedicata a San Filareto. L'economia attuale del paese è prevalentemente fondata sull'agricoltura e sull'allevamento. In particolar modo si producono ottimi salumi e formaggi molto apprezzati in tutto il territorio reggino. Il paese ha dato i natali a numerosi personaggi illustri. La più bella descrizione del posto è quella fatta dal Cardinale Luigi Tripepi. Frazioni Le frazioni di Cardeto sono: Pantano, Mannarella, Sant'Elia, Mallamaci, Cartalimi, Iriti, Piraino, Colachecco, Loddini, Castanea, Chimputo, Ambele, Lamberta, Giurricando, Garcea, Calvario, Scranò, Scala. Il dialetto "cardetano" L'idioma parlato nel piccolo centro preaspromontano appartiene alla famiglia della lingua calabro-sicula o lingua siciliana. È la lingua più usata in ogni tipo di circostanza informale. Un idioma ricco di influenze linguistiche, dovute alle colonizzazioni, alle dominazioni ed alle incursioni di differenti popoli. Principalmente comunque il dialetto è composto dalle lingue classiche: il greco e il latino. Altrettanto importanti, comunque, sono le influenze arabe, francesi e spagnole. Le influenze greche È attestato l'utilizzo dell'idioma greco e della pratica del rito grecanico fino al Settecento. Il Barrio nel 1571 scriveva così: «Agatha graecum oppidum [...] Sunt in hoc agro pagi Cardetum et Misoripha. Incolae in communi sermone latina et graeca lingua utuntur, rem vero divinam graeca lingua graecoque ritu faciunt», e poi ancora il Marafioti nel 1601: «Dalla Motta partendoci n'incontra il fiume S. Agata, e sovra il fiume in un luogo alto circondato di sassosi precipitij, sta fabricato il castello chiamato S. Agata, nelle cui campagne sono due casali, cioè Cardito e Misorifa [...] In questo castello [...] gli uomini e donne sono molto accorti et animosi e parlano la lingua greca e nella stessa lingua si celebra la loro santa Messa, si ministrano i Sacramenti e si recitano i divini Uffizij». Lo studioso Rodotà scriveva a meta del Settecento: «In Cardeto e in Montebello la lingua greca prevale di presente all'italiana. In S. Agata, in Armo, in Mosorrova, in San Lorenzo, nella Motta di S. Giovanni, in Melito e Bagaladi si usa dal volgo l'una e l'altra favella». Nel 1820, K.Witte, visitando l'Aspromonte grecanico scriveva: "In Cardeto parlasi un certo greco corrotto ed è il primo paese da questa parte della Provincia dove si parli il greco e l'italiano, ma il primo idioma in questo paese si parla da pochi". Alla data della prima rilevazione generale delle minoranze straniere, eseguita in sede di censimento subito dopo l'unità (1881), la totalità degli abitanti di questo villaggio veniva indicata come greca (doveva trattarsi peraltro di una generalizzazione fortemente anacronistica, se solo quarant'anni più tardi la sommersione della grecità vi sarebbe risultata completa e definitiva). A conferma di questa tesi, il linguista G. Morosi, nel 1873, constatava che: «Una quinta colonia era Cardeto (Bova; Condofuri, con Amendolea e Gallicianò, suoi casali; Roccaforte, con Chorlo di Roccaforte; Rochudi o Rofudi, con Chorìo di Rochudi le altre quattro), nel territorio di Gallina, in fondo alla valle solcata dalla fiumara S. Agata; ma l'avito linguaggio, ancor vivo e vegeto a Bova e nelle terre circonvicine, è pressoché spento a Cardeto, dove soli due o tre vegliardi, e incompiutamente, lo serbano ancora». Al dialetto romaico cardetano, il Morosi, conferiva un'importanza ed una conservazione linguistica e fonetica superiore rispetto allo stesso idioma parlato nella Bovesia. Anche se oramai il greco di Calabria è scomparso da queste terre, molte sono le parole ed i toponimi che risentono dell'influenza grecanica. Vocaboli chjastima - Βλαστήμια flastimia (bestemmia) bucalàci - boubalàkion (lumaca) bucàli - baukalion (boccale) bùmbula - bombule (piccola brocca per l'acqua) calandruni - kalòs ("bello") e andros ("uomo"), cioè "bell'uomo grande" catuoju - katogheion (porcile, stanza bassa) carcarazza - karakáksa (gazza) catinazzu - katanàssò, battere fortemente i piedi per terra (espressione di rabbia) carcariari - karkáiro, rimbombo (ridere in continuazione) ciuramita - keramidion (tegola) ciuràsa - kerasos (ciliegia) curcuci - kourkoùkia, noccioli (ciccioli) cuddhura - kollyra (pane di forma circolare) fulea - Φωλιά folia nido firriari - féromai, correre, lanciarsi giufà - koùfos semplicione gurna - goùrna, vasca piena d'acqua, stagno, buca piena d'acqua 'nguniare - gonia angolo (accovacciarsi) grasta o 'rasta - gastra (vaso per fiori) jinia - Γένια jenia prole, razza jimbu - ky'mbé, gobba (gobba) ncasari - anagkázo, premere, calcare (socchiudere, connettere una cosa con un'altra) mpaticari - empatéò (pestare con i piedi) 'mpizzàri - (eks)èpeson (perdere, sciupare, sprecare) 'nàca - nàke (culla) jiersu - cerso (terreno incolto) paddecu - pidekos, babbuino (rozzo) pizzolu - pezoùlion, banco di pietra (soglia della porta, sedile di pietra, scalino) putiga - apotheke (catalano botiga) bottega petrusìnu - petroselinon (prezzemolo) pricopa - Βερίκοκο precopi albicocca scotulari - koutulo scuotere, sbattere schimizzi - brutto scìfu - skyphos (coppa) scordo - skordon (aglio) siddiare - Ενοχλώ siddieggo annoiare singa - Γραμμή singa linea spittudda - Spinthulla, Spinter, Spitha (Scintilla) spuría - sporia (striscia di campo) tiganu - tèganon (pentola, tegame) timogna - themoonia (cumulo di grano) zzìmbaru - xìmaros (caprone) Toponimi Ambèle - vigneto Cartalimi katalyma (composto da keitun e lùo = "luogo dove sciolgo"), etimologicamente significa "luogo dove si sciolgono le bestie (come, caravanserraglio), luogo dove si fa tappa, luogo dove si toglie il basto agli animali, ripostiglio per il grano". katàlimni (più probabile) composto da katà ("sotto") e limni ("lago"), dunque "che sta sotto il lago" Castanea - forse da Kastanìa (omonima città greca) o Castanea (lat. castagno, inteso come "castagneto") Chiumputo - finito Chieti – dal nome della ninfa delle acque Thetis Crupazza - da crupi ("vaso"). Vicino peraltro a Zuccaladi (vedi) Dromo – bosco, selva, querceto o via, strada (drymòs) Iriti - dal nome della dea Iris, messaggera degli dei Mandalà - mandalion "chiavistello". Probabilmente luogo nel quale venivano fabbricate le serrature, le chiavi, i "mandagghi" (stesso etimo). Laccu – "pietra" o "luogo pietroso" (lakkos) Lanzariu - anzaro ("luogo pianeggiante presso un dirupo, altura, terrazzamento") Liddu - ligda untume (fanghiglia lasciata dallo scorrere dei torrenti) Malacrinò - vedi cognomi Mallemace - vedi cognomi Piraino – nome del ciclope Piracmone (o lat. pirus "pero", inteso come "luogo di pere") Riacedu - Ryaki ("piccolo ruscello") Zuccaladi - composto zuccalà e adi (Zuccalà - "pignataio, venditore o fabricante di 'pignate', pentole, vasi in terracotta" e il suffisso -adi "luogo di"). Vedi anche Crupazza. Probabilmente insieme alla Crupazza erano le zone in cui veniva prodotto e/o venduto il pentolame. Cognomi Crea - carne Cilione - discendente della famiglia Cilea (ventre) Denisi - Dionigi (nome personale in Grecia) Doldo - Lanternari, portatori sani di luce Focà - foca (nome personale in Grecia) Fotia - fuoco Malacrinò - bruno Mallemace - oro Manti - indovino Megale - grande Micò - papavero Neniani - Neniaton pianto (lat. nenia dal quale potrebbe derivare il cognome Nania) Pitasi - cappello Pizzimenti - salmerie militari Plutino - arricchito Praticò - attivo Rodà - rosa Romeo - uomo greco di Costantinopoli (bizantino) oppure può derivare da "Romam eo", che è complemento di moto a luogo (si trattava di pellegrini che andavano a Roma), oppure da "(ex) Roma eo" che è complemento di moto da luogo (si trattava di cavalieri, nobili che da Roma partivano per le crociate). Russo - grandi stalloni Sgrò - dai capelli ricciuti Tripepi - degno di Dio Le influenze arabe ambatula - batil ("invano, è inutile che") balata - balat ("lastra di pietra") cantaru - kindar (misura di quantità corrispondente a circa 90 kg) carùbba - harrub [carrubba (frutto del carrubbo)] gèbbia - gebḥ ("vasca d'acqua per irrigazione") giuggiulèda - giulgiulan ("seme di sesamo") gàdhra - adara ("ernia") lattariari - laktariza ("desiderio ardente, penarsi") musuluca - musluk ("specie di mozzarella") rassari - arasa ("allontanare") rifardirsi - rafarda ("tirarsi indietro, rifiutarsi") saladda - salad ("coperta di lana") tambùtu - tabut ("bara") tùminu / tuminàta - tumn ("tomolo" (misura terriera)) zaccànu - sakan "recinto per le bestie" zibbibbu - zabīb ("tipo di uva a grossi chicchi") ziddaruni-diarrea u bizzolu- gradino Toponimi Cartalimi - qal'at limi "forte, castello", fortificazione di Limi (incerto). Il prefisso qal'at vuole significare "fortificazione muraria" e ricorre molto spesso nella toponomastica siciliana (Caltagirone, Calatafimi ecc.); vedi anche toponimi greci. Rahali - (H aspirata) erano costruzioni in pietra, fortini, servivano all'epoca per avvistamento di navi sulle coste dei mari, erano anche luoghi di riposo, di rifornimento, costruiti in pietra. Da qui potrebbe derivare anche il verbo "rahari" - "stancarsi". Tutt'oggi Rahali è un luogo di rifornimento vista anche la presenza di una sorgente d'acqua di cui si approfitta per rifocillarsi anche durante la processione della Madonna di Mallemace. Cognomi Bosurgi - bozurg "grande" dal persiano Morabito - "eremita" Vadalà - abd-allah "servo di Allah" Le influenze francesi Vocaboli broccia - broche "forchetta" buffettuni - bufeton "schiaffone" catugghiari - chatouiller "solleticare" jiffula - gifle "schiaffo" mangiasuma - demangeaison "prurito" sciampagniuni - champagnon "buontempone" sgarrari - egarer "sbagliare" stuiari - estoyer "pulire" brasceri - brasier "braciere" buàtta > boîte "lattina" bucceri > bouchier "macellaio" (a)'ccattàri > acheter "comprare" custureri - couturier "sarto" fumeri - fumier "letame" 'muccatùri - mouchoir "fazzoletto" muntuvari - mentevoir "menzionare, nominare" munzedu - moncel "cumulo, piccolo monte" perciàri - percer "bucare, perforare" racìna - raisin "uva" ràggia - rage "rabbia" sùrici - souris "topo" travagghiàri - travaller "lavorare" zappino - sapin "abete" dal provençal (lingua occitana): ddumari - allumar (accendere) Cognomi Arfuso - deriva dal nome franco-normanno Artus. Nella realtà locale la "t" si è trasformata in "f" mentre nel reggino il cognome è diventato Artuso. Quattrone - dovrebbe derivare da soprannomi dialettali originati dal termine francese quarteron ("quarta parte di una moneta equivalente al 25 cents o comunque quarta parte di un tutto"). Le influenze spagnole Dal castigliano bontatusu - bontadoso "pieno di bontà" cciappa - chapa "pietra larga e poco spessa" capezza - cabeza "testa" custureri - costorero "sarto" cucchiàra - cuchara "cucchiaio" palumba - paloma "colomba" pignata - piňata "pentola" scupetta - escopeta "fucile" scamogghi - escamujo "pretesti" Dal catalano 'nzertari - encertar "indovinare" 'muccatùri - mocador "fazzoletto" prèscia - pressa "fretta" timpa > timba "dirupo" Toponimi Garcea/Castellano - potrebbe derivare dal cognome del proprietario di quelle terre. Garcia Castellano infatti è un cognome molto diffuso in Spagna Terusa - variante spagnola del nome Teresa Cognomi Guarnaccia - di origine angioina e sta a indicare i conciatori della tela con cui venivano confezionate le “'ncirate” o mantelli impermeabili. Arfuso - Gattuso- Tradizioni popolari e folklore All'interno del paese opera un famoso gruppo folkloristico che si occupa di mantenere viva e far conoscere all'estero la tradizione musicale "cardola". Il gruppo "Asprumunti" di Cardeto, infatti, è uno dei più antichi e prestigiosi gruppi folkloristici della Calabria. Già nel 1928, l'attuale presidente onorario, Domenico Fedele, ballò alla presenza del Principe Umberto di Savoia, il quale rimase affascinato e trasportato dalla danza del piccolo ballerino. Il gruppo vanta anche comparse in prestigiosi film degli anni cinquanta, come "Patto con il diavolo", "Il brigante di Tocca Lupo" e "Carne inquieta". Negli anni più recenti è stato orgoglioso di vincere per due anni consecutivi (1999-2000) il "Festival Internazionale del Folklore" a Mattinata. Ma la particolarità e la straordinarietà del gruppo "Asprumunti" si evidenzia soprattutto nel ballo: la "Ballata Cardoleda" testimonia oggi antiche memorie della civiltà magnogreca, ancora presente nell'area grecanica dell'entroterra aspromontano. A "Cardoleda" ha dunque origini che vanno ricercate nelle arcaiche radici della danza greca. Ancora oggi vedendo ballare i componenti del gruppo è possibile notare come i danzatori si lascino trascinare, abbandonandosi spontaneamente al ritmo: la danza assume quindi un significato liberatorio-comunicativo, in cui emergono infiniti rituali simbolici, reminiscenze della potente civiltà colonizzatrice. Oggi il gruppo è formato soprattutto da giovani cardetesi ai quali è stato tramandato l'amore e la devozione per il folklore e la tradizione. Ricorrenze San Sebastiano - 20 gennaio (Santo protettore del paese) Ferragosto cardetese - festività civile e religiosa con relativa partita di calcio della Madonna di Mallemace Sagra della Castagna - Sagra dedicata alla castagna principale di Cardeto e si svolge generalmente durante l'ultima settimana di ottobre coinvolgendo sempre migliaia di persone che vengono da ogni parte della provincia reggina. Evoluzione demografica Abitanti censiti Amministrazione Voci correlate Brigata Alpina Cadore Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Cardeto Collegamenti esterni Video amatoriale processione del 20 gennaio 2006 (San Sebastiano, santo protettore del paese) sito del gruppo folkloristico "Asprumunti" Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2012. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 142. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Bibliografia L'isola grecanica dell'Aspromonte. Aspetti sociolinguistici di Paolo Martino (pp. 305–341) Catalogo dei monasteri e dei luoghi di culto tra Reggio e Locri di Domenico Minuto Popoli e terre di Calabria nel Mezzogiorno moderno di Giuseppe Caridi
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