Pentedattilo: dai paesi fantasma del Parco Nazionale d’Aspromonte all’Huffington Post
Anche noto come “La mano del diavolo”, il borgo aspromontano di Pentedattilo, nel Parco Nazionale, è incoronato dall’Huffington Post tra i paesi abbandonati d’Italia che tornano virtuosamente a nuova vita.
Le cinque dita del diavolo e il Parco Nazionale dell'Aspromonte
Si scorge già costeggiando la SS 106, in macchina o in treno, la particolare roccia con “le cinque dita”, altrimenti nota come “La mano del diavolo”, dalla cui forma prende nome Pentedattilo, uno dei borghi calabresi più suggestivi dell’Aspromonte, parte integrante del Parco Nazionale.
Legato alla vicenda storica della “Strage degli Alberti” (delitto passionale compiuto dal barone Bernardino Abenavoli, nel 1686), subito sfumata in leggenda, Pentedattilo rimane sospeso nel tempo e nello spazio incontaminato del Parco Nazionale, fino a quando un progetto virtuoso non decide di farne un albergo diffuso, rianimato da piccole botteghe artigiane.
La perla del Parco Nazionale
Oggi il borgo è a tutti gli effetti una delle perle più preziose del Parco Nazionale, sede del “Pentedattilo Film Fest”, importante rassegna internazionale di cortometraggi che si tiene “tra le cinque dita” del Parco Nazionale in due diversi periodi dell’anno, agosto e dicembre.
Vistare questo piccolo borgo del comune di Melito Porto Salvo significa anche immergersi nell’atmosfera folkloristica della Bovesìa, tra i borghi calabresi del Parco Nazionale di etnia grecanica, per scoprire la magia di una cultura antichissima, capace di mantenere ancora vive le proprie tradizioni, la musica e la lingua.
Gli altri paesi fantasma del Parco Nazionale nei dintorni? Da non perdere Gallicianò, borgo di Condofuri, e Roghudi!
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