Pentedattilo
Pentedattilo è una frazione del Comune di Melito Porto Salvo (RC), uno dei centri più caratteristici dell'area Grecanica. Posto a 250 metri sul livello del mare, il borgo antico è arroccato sulla rupe del Monte Calvario, dalla quale trae il nome per via della caratteristica forma di mano ciclopica (penta daktylos = cinque dita). Colonia calcidese nel 640 a.C., fu un fiorente centro economico per tutto il periodo greco-romano. Con la dominazione bizantina e i saccheggi sarceni iniziò un lungo periodo di declino. Nel XII secolo Pentedattilo fu conquistato dai Normanni e trasformato in baronia, passando, nel corso degli anni, a diverse famiglie nobiliari: prima agli Abenavoli, poi ai Francoperta e agli Alberti, protagonisti del misfatto noto come "Strage degli Alberti" (16 aprile 1686), che ha ispirato il romanzo "La tragedia di Pentidattilo", di Andrea Cantadori. Protagonisti della vicenda, i membri delle famiglie Alberti e Abenavoli, la cui antica rivalità per questioni di possidenza, trovò sfogo nel pretesto passionale e amoroso. La "Strage degli Alberti" ha dato origini a varie leggende: una di queste afferma che gli spuntoni rocciosi che sovrastano il paese rappresentano le dita insanguinate della mano dell'assassino, il barone Abenavoli (la "Mano del Diavolo"); un'altra, narra che durante le sere d'inverno è ancora possibile sentire le urla del marchese Lorenzo Alberti. Pentedattilo fu gravemente danneggiata dal sisma del 1789, spopolandosi. Nei primi anni '80, il borgo fu riscoperto dalle associazioni culturali e di volontariato, iniziando un lento cammino di recupero e valorizzazione. Ogni estate, Pentedattilo è tappa fissa del festival itinerante "Paleariza", importante evento della cultura grecanica; tra agosto e settembre ospita anche la rassegna cinematografica internazionale di cortometraggi "Pentedattilo Film Festival". L'incanto di questo luogo ha ispirato una celebre litografia dell'artista Maurits Cornelis Escher (1930).
* Marcello Sestito, L'architettata mano. Pentedattilo palmo di pietra
* Vito Teti, Il senso dei luoghi. Paesi abbandonati di Calabria