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Face Festival Aspromondo XII Edizione - Nuove opere nel Bosco degli Artisti in Aspromonte

Scritto da Redazione , 02/11/23

Dieci nuove opere realizzate per il Bosco degli Artisti in Aspromonte (Calabria) attraverso una partecipata residenza fra arte, natura e sostenibilità.

FACE Festival Aspromondo riscopre le meraviglie nascoste della “montagna bianca” calabrese e dei paesi ad essa connessi attraverso un percorso di simbiosi tra arte, natura e uomo.

L’idea da cui parte il progetto è quella di ospitare artisti con un comune obiettivo: realizzare in Aspromonte un museo a cielo aperto, il Bosco degli Artisti, attraverso percorsi di bellezza, condivisione, inclusione e coesione, tra i profili montani e le suggestioni ancestrali del Parco Nazionale dell’Aspromonte, nella splendida cornice dell’Ex Vivaio Forestale Cucullaro e tra i boschi di Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte (RC).

Un progetto che punta a rafforzare il legame tra arte e territorio, attraverso un ciclo di attività, spazi creativi e una residenza internazionale, che ha dato agli artisti coinvolti l'opportunità di entrare in contatto con esperienze, luoghi, culture e modi di fare arte differenti. Curato dall’art-director e docente Paolo Genoese e dal regista Giacomo Triglia, il progetto nasce in sinergia tra il Comune di Santo Stefano in Aspromonte e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.

Sono dieci le opere permanenti prodotte durante la residenza artistica 2023 del FACE Festival Aspromondo, che vanno ad arricchire il Bosco Degli Artisti di Gambarie D’Aspromonte. Il processo generativo di questi dieci progetti in dialogo con il bosco è passato attraverso la custodia dello spazio e attraverso la sensibilità degli artisti partecipanti. Le opere sono divenute - durante la residenza - testimonial sostenibili di un processo culturale: promuovere strategie di consumo alternativo e a basso impatto ambientale, utilizzando il veicolo artistico, il talento, la capacità di creazione e aggregazione, come motori per vivere e scoprire i luoghi. 

Tamara Marino per Make a wish scolpisce una botola di ghisa dorata che una volta ricollocata nel bosco diventa una porta verso il mondo dei desideri invitando all’interazione il visitatore. La scenografa Federica Sorace ci porta ad abbracciare gli alberi attraverso un gesto comune come indossare dei vestiti, la sua opera è Respiro. 

Generato, non creato della stessa sostanza della Madre è la grande scultura di Paolo Infortuna che attraverso il ferro restituisce al bosco due nuovi grandi abitanti. Tonino Denami con un blocco di roccia preesistente scolpisce un embrione per Siamo figli della Terra; il collettivo Zeroottouno riflette sull’uomo e l’ossessione di misurare le forze che muovono la vita attraverso l'installazione Vis naturai et tempus, in cui la scultura in marmo di carrara si assemblerà al germoglio di faggio scelto per l’installazione nel corso degli anni.

La stanza Rossa di Beatrice Valenza in collaborazione con Maria Teresa Oliva per l’idea generatrice, crea un percorso immersivo tra gli alberi, delimitato da “pareti” di stoffa rossa semitrasparente, all’interno del quale poter lasciare, togliere o spostare qualcosa che può essere illusorio o concreto. Portare quindi il fruitore ad attraversare la stanza rossa.

Il collettivo Technelab propone due differenti approcci psicologici per il bosco: Prospettiva rifugio, un modulo abitativo accidentale costruito con materiale reperito nel bosco stesso che segue la teoria che spiega perché alcune persone preferiscano stare ai margini di un ambiente piuttosto che al centro. E L’Arte non è la cura è la malattia, un lettering rosa di 20 metri dal doppio significato. 

Giuseppe Negro con l’Ignoto prende coscienza dello spazio e del silenzio circostante rendendo sacro uno spazio sospeso tra due faggi grazie ad una grande circonferenza in legno sormontata da un calco della testa di Afrodite; Maria Wozniak, stilista canadese, con Textile Poetry prende ispirazione dall’Aspromonte e dall’impatto ambientale e agricolo dell’arte e del design tessile.

Larissa Mollace con l'installazione fotografica ambientale Non accettare caramelle dagli sconosciuti invita a scoprire la casa della Baba Yaga, che il pubblico potrà raggiungere proprio come nella favola di  Hansel e Grethel seguendo un sentiero fatto di ciottoli-caramelle, memorabilia dell’opera.

Tutte le opere del Bosco non vivono senza la partecipazione attiva del fruitore: pongono delle domande, si fanno attraversare, si fanno girare attorno, ti fanno accomodare, alcune anche rannicchiare e stare al riparo. Fanno fermare a riflettere.

Opera di Tonino Denami c
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