Alvito
Alvito è un comune italiano di 2.852 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio. Situato nella Valle di Comino, fa parte del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e della XIV Comunità Montana Valle di Comino. Ha il titolo di città, in virtù sia del Regio Dispaccio del 1739 di Carlo VI sia del Regio Diploma del 1744 di Carlo III, come confermato con decreto del Presidente della Repubblica Italiana del 4 giugno 1987. Geografia fisica Territorio Clima Classificazione climatica: zona D, 1965 GG Storia Età medievale Le prime testimonianze della presenza di un paese (Civitas Sancti Urbani) risalgono al 967, mentre la fondazione del primo nucleo insediativo di "Alvito", il cui nome sembra derivare da mons Albetum (monte Albeto), posto alle sue basi, rimonta all'anno 1096. Nei secoli successivi lo sviluppo demografico ed economico della zona superiore della città (l'attuale frazione Castello) portò alla nascita di altri centri delle vicinanze, tuttora esistenti. Nel corso del XIII secolo la signoria di Alvito passò sotto il dominio della potente famiglia dei conti d'Aquino, e dalla fine del Trecento venne posta sotto il governo della famiglia Cantelmo, trasformandosi all'inizio del XV secolo in Contea. A Rostaino Cantelmo si deve, nel 1350 la ricostruzione del Castello, distrutto nell'anno precedente da un terremoto. Età moderna Nel corso del Cinquecento, dopo essere passata al condottiero Pietro Navarro, la Contea di Alvito entrò nel dominio della famiglia Folch de Cardona, in particolare di Raimondo, viceré di Napoli, e dei suoi figli Ferrante e Antonio. Con questi ultimi, tuttavia, attraversò un periodo di generale degrado. Dal 1595 Alvito e buona parte della Valle di Comino diventano feudo della famiglia Gallio, originaria di Cernobbio, che reggerà le sorti del ducato sino alla fine del XVIII secolo. I Gallio abbellisco il paese, ad esempio costruendo il palazzo ducale (Palazzo Gallio) e aprendo, nel 1665, Via Gallia (oggi Corso Gallio), la strada principale, e ne vivacizzano la vita culturale. Età contemporanea Nel corso del XIX secolo, la cittadina registra, in linea con la storia europea, la crescita della borghesia e la modificazione del tessuto urbanistico. Da un lato vede la costruzione di edifici signorili sul corso principale (come ad esempio i palazzi Graziani e Sipari eretti, rispettivamente, nel 1841 e nel 1858), che decretano la spinta economico-sociale nella parte "bassa" del centro, dall'altro vi è l'acquisizione dei segni di una vita civile propri dello spirito borghese, con la costruzione di nuove arterie stradali (in particolare il collegamento Alvito-Castello, terminato nel 1914) e l'istituzione di servizi primari (Ospedale, Pretura, Liceo, Scuola d'agricoltura). Nella seconda metà dell'Ottocento, si registra in Alvito e in tutta la Valle di Comino un'impennata dell'economia, fondata prevalentemente sull'agricoltura, ma anche, accanto allo stagionale migrazione di buona parte della popolazione bracciantile nella campagna romana, i primi fenomeni di emigrazione sia verso l'Europa che verso gli Stati Uniti d'America. Nel 1919, su iniziativa di Vincenzo Mazzenga, vi fu istituita la prima colonia agricola di Terra di Lavoro, per gli orfani dei contadini periti nella prima guerra mondiale, che rimase attiva sino alla metà degli anni trenta. Durante la seconda guerra mondiale, nonostante la vicinanza con il fronte di Cassino e la presenza di un comando tedesco, Alvito fu risparmiata dagli attacchi aerei. Mentre è stata più volte colpita da eventi sismici, i principali dei quali registratisi nel 1901, nel 1915 e nel 1984, che fortunatamente non ne hanno intaccato il patrimonio storico-artistico. A causa della mai cessata emigrazione, indotta prevalentemente dall'assenza di lavoro, così come avviene in altre piccole realtà meridionali, e nonostante il territorio ricada nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, Alvito subisce da tempo un costante spopolamento. Simboli Blasone Gonfalone Monumenti e luoghi d'interesse Architetture religiose Insigne Collegiata di San Simeone Profeta; Convento di San Nicola (XVI sec.) Chiesa di San Giovanni Evangelista Chiesa di Santa Teresa Chiesa di Santa Maria Assunta (con le spoglie di Santa Mesia Elia martire, patrono del Castello) Chiesa di Santa Maria del Campo Chiesa di Santa Teresa Architetture civili Palazzo Ducale (fine XVI-inizio XVII sec.); Palazzo Castrucci Palazzo Elvino Palazzo Ferrante Palazzo Graziani Palazzo Panicali Palazzo Rosati Palazzo Santoro Palazzo Sipari Villa di Collebuono Villa Mazzenga Architetture militari Castello Cantelmo Ruderi della Torre Palombara (appartenuta a Mario Equicola) Altro Fossa Majura (suggestiva dolina carsica) Aree naturali Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Cultura Persone legate ad Alvito Mario Equicola, umanista, nato ad Alvito nel 1470; Giampaolo Flavio, umanista, nato ad Alvito nel 1520; Berardino Elvino, vescovo di Anglona-Tursi e tesoriere generale della Chiesa, nato ad Alvito nel 1504; Giulio Calvi, teologo e vescovo di Sora, nato ad Alvito nel 1554; Giacomo Castrucci, protonotario apostolico e interprete dei papiri ercolanesi, nato e vissuto ad Alvito (1794-1858); Vincenzo Mazzenga, presidente di Terra di Lavoro e filantropo, nato e vissuto ad Alvito (1865-1942); Domenico Santoro, filologo, storico e poeta, nato ad Alvito nel 1868; Erminio Sipari, deputato e fondatore del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, nato ad Alvito nel 1879; Aniceto Ferrante, vescovo di Gallipoli e scrittore ecclesiastico, morto ad Alvito nel 1883; Achille Graziani, garibaldino e archeologo, morto ad Alvito nel 1918; Antonio Fazio, economista, ex governatore di Bankitalia, nato ad Alvito nel 1936; Eduardo Aguero Zapata, clavicembalista e pianista argentino, ha vissuto ad Alvito (1948-2008). Economia Le principali attività economiche sono legate all'agricoltura, ormai in declino, se si esclude un rinnovato interesse legato alla viticoltura, con la produzione di alcuni vini regolamentati dal disciplinare Atina DOC, e all'artigianato locale. Alvito è anche nota per la produzione di speciali torroni di pasta di mandorle ricoperti di cioccolato fondente. È una tradizione che risale alla fine del XVIII secolo e che ne ha permesso il riconoscimento, da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, tra i prodotti agroalimentari tradizionali laziali. Amministrazione Nel 1927 passa dalla regione Campania al Lazio, e dalla provincia di Caserta a quella di Frosinone. Gemellaggi Alvito, dal 2001 Altre informazioni amministrative Fa parte del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise Fa parte del Gal "Versante laziale del Parco nazionale d'Abruzzo". Fa parte della Comunità montana Valle di Comino Note Bibliografia Il Ducato di Alvito nell'Età dei Gallio, tomo I (Atti), Banca della Ciociaria, Alvito 1997; Dionigi Antonelli, Alvito dalle origini al sec. XIV. Nella ricorrenza del IX Centenario della fondazione della Città (1096-1996), Printhouse, Castelliri 1999; Cesidio Iacobone, Alvito e la sua valle dall'antichità fino ad oggi. Cronache documentali, Centro studi Cominium “P. Michele Jacobelli”, Casalvieri 2003. Valerio Iacobone, Appunti e…spunti su “Alvito e Valle di Comino”, Centro studi Cominium “P. Michele Jacobelli”, Casalvieri 1984. Domenico Santoro, Pagine sparse di storia alvitana, 2 voll., Jecco, Chieti 1908-1909; Antonia Pasqua Recchia, La Val di Comino, in «Storia della città», VII (1982), n. 23, pp. 83–122. Voci correlate Civita di Sant'Urbano Contea di Alvito Ducato di Alvito Valle di Comino XIV Comunità Montana Valle di Comino Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Alvito Collegamenti esterni Alvito in Open Directory Project, Netscape Communications. (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Alvito") Notizie da e su Alvito Video su storia e arte di Alvito