Destinazioni - Comune
Cerreto Laziale
Luogo:
Cerreto Laziale (Roma)
Cerreto Laziale è un comune italiano di 1.212 abitanti della provincia di Roma, nel Lazio.
Geografia fisica
Territorio
Cerreto Laziale è un paese della valle del Giovenzano. È posizionato su una collina, leggermente staccata dai monti che la sovrastano, a 520 metri sul livello del mare. Alle spalle, a Nord, vi sono tre montagne ben distinte, che con nome generico sono dette Monti Ruffi. In un primo piano vi sono i Fossicchi (m. 985) fino al fosso del Fioio, che segna i confini di Cerreto con Sambuci e Saracinesco. Il versante Ovest scende, attraverso i Vignali, fino alla valle del Giovenzano; il versante Est scende alle valli (in dialetto locale Le Vagli) che separano i Fossicchi da Costa Sole; lì passa la mulattiera per Saracinesco.
In secondo piano vi è la montagna che ha una prima cima nel monte Scrima (m. 1060) e poi sale fino a Costa Sole (m. 1251), la cima più alta dei M. Ruffi, detta nel Resgesto Sublacense "caumen montium". Al comune di Cerreto appartiene il versante Ovest di Costa Sole, fino a Forca Tradella: è un punto in cui confinano Cerreto, Saracinesco, Anticoli e Rocca Canterano.
La terza montagna, in territorio di Rocca Canterano, è Ceresola: di lì si scende a Est a Rocca di Mezzo, Rocca Canterano, Canterano e poi, per l'Empolitana II e la Sublacense si prosegue a Subiaco. Cerreto dista da Subiaco Km. 22,8.
Il comune di Cerreto confina con quello di Gerano. A Est la collina di Cerreto scende fino ai pressi di Colle Careone (in dialetto locale la zona viene chiamata "fontana a balle"), e a Sud attraverso i Serroni e Colle Chiuvittu scende fino al prato S. Anatolia, che è di Gerano.
Poco oltre il prato incomincia la pianura di Cerreto. Essa si estende a Sud-Ovest lungo la via Empolitana II fino a Ponte Terenzio, e a Nord-Ovest fino alle pendici dei Fossicchi, lungo la via Ponte Varano-Sambuci e lungo il corso del Giovenzano, affluente dell'Aniene e subaffluente del Tevere. Per un tratto confina con Pisoniano e poi con Ciciliano; i confini toccano poi P. Terenzio, passano a Est di Colle Passero e di Monte Carbone, attraversano il Giovenzano e,lungo le falde dei Fossicchi, risalgono fino al Fioio.
La pianura di Cerreto è discretamente vasta; essa costituisce gran parte del territorio comunale (in tutto ettari 1187), e nel Medioevo era il nucleo centrale della "Massa jubenzana". Essa è attraversata, oltre che dalla via Cerreto-Sambuci, dall'ultimo tratto dell'Empolitana II, da Madonna della Pace a P. Terenzio. Quest'ultimo è un nodo stradale importante. A sinistra, per la Pedemontana, si va a Pisoniano e poi a San Vito Romano, Genazzano, Palestrina; a destra l'Empolitana I, costeggiando le rovine di San Valerio, di Saxula e di Empulum, conduce a Ciciliano, Castel Madama, Tivoli. Da Cerreto a Tivoli sono Km. 19,4 e fino a Roma Km. 51,2.
Clima
Classificazione climatica: zona E, 2224 GR/G
Storia
Le origini
Il territorio fu abitato fin dall'antichità, come ci testimoniano le mura poligonali e gli edifici romani (probabilmente adibiti a granai) in contrada Fonte Farolfa e Arnale. Nel V secolo a.C. divenne territorio degli Equi e dopo la loro sconfitta, divenne dominio romano, fino alle invasioni barbariche.
Nei secoli che seguirono, i territori della valle del Giovenzano, vennero accorpati in una Colonia chiamata ”Massa Giovenzana”, amministrata prima da un Governatore e poi dal Monastero di Santa Scolastica.
In un documento di papa Giovanni XVIII (21 luglio 1005) e in un altro di papa Benedetto VIII (settembre 1015), risulta il nome di un monte detto Cerreto che, insieme ad altri beni, venivano donati ai monaci sublacensi, in cui dovevano costruire un castello. segno che nel 1015 il castello ancora non c'era, ma c'era già il progetto di costruirlo. Mentre nel privilegio di San Leone IX del 31 ottobre 1051, c'è una variante decisiva: si dona il monte Cerreto in cui già c'è il castello. Quindi Cerreto è sorto, per opera dei monaci sublacensi, in un anno tra il 1015 e il 1051.
Il governo dei monaci (1051-1456)
Cerreto sorse nello Stato della Chiesa, in cui restò fino al 1870. Così fino al 1456, l'alto governo civile di Cerreto spettò all'abate di S. Scolastica, per passare poi all'abate commendatario (fino al 1753) e poi alla Congregazione del buon governo (fino al 1870). Appena nato, Cerreto fu subito strappato con la forza al monastero sublacense da Lando di Civitella, imprigionando lo stesso abate. Eletto un nuovo abate (Giovanni di Farfa), quest'ultimo, riuscì a rioccupare Cerreto (1077-1078). Cerreto fu anche conteso tra Subiaco e Tivoli. Una pace tra queste due città fu stipulata il 16 maggio 1169. Purtroppo si trattò più di tregua che di pace, infatti i Tiburtini recarono danni sensibili a diversi comuni, tra cui Cerreto, verso la fine del XIII secolo. Grazie anche a Bonifacio VIII tali molestie cessarono.
Il governo dei monaci commendatari (1456-1753)
Tra il 1456 e il 1753 fu retta da abati commendatari, tra i quali figurarono rappresentanti delle potenti famiglie dei Borgia, dei Colonna (famiglia), dei Borghese (famiglia) e dei Barberini.
La fortezza
Una vera fortezza fu costruita all'inizio del governo dell'abate Tommaso da Celano: di forma quadrangolare, con ingresso ingresso unico (a Sud), quattro torrioni agli angoli e in mezzo, di fronte all'ingresso, fu posto il maschio, la grande torre ancora intatta. Per la sua costruzione fu imposta una tassa a tutti i comuni circostanti. L'erezione della fortezza portava con sé la presenza di una piccola guarnigione nel comune. Fu proprio in questo castello che gli abitanti si rifugiarono il 10 aprile del 1592 per resistere all'assedio dei briganti di Marco Sciarra.
L'assedio di Marco Sciarra
I briganti di Marco Sciarra, attaccarono Cerreto e i cittadini furono costretti a rifugiarsi nella fortezza. Così i malviventi decisero di tenere Cerreto sotto assedio, intenti a sterminare la sua popolazione. Gli abitanti, riuscirono ad inviare una lettera a Roma, per informare la Chiesa dell'accaduto, ma quest'ultima rifiutò la richiesta. Ma i Cerretani non si diedero per vinti e chiesero l'aiuto dei paesi vicini, che acconsentirono. Così la notte tra il 24 e il 25 aprile 1592, i Cerretani legarono della stoffa imbevuta di pece alla coda di una gatta (la quale darà il nome alla festa popolare di Cerreto) e, dopo averle dato fuoco, la buttarono nei fienili dove i briganti riposavano. La gatta, correndo impaurita, diede fuoco ai fienili.
Le fiamme erano il segnale che era stato deciso tra Cerreto e alleati per dare inizio alla battaglia. Così, al divampare delle fiamme, i Cerretani armati uscirono dalla fortezza e, insieme agli alleati, sconfissero i briganti. Poiché l'incendio divampò per tutto il borgo, i Cerretani fecero una processione in onore di S. Agata che, si dice, avrebbe sedato le fiamme.
Prima e Seconda Guerra Mondiale
Nella Prima Guerra Mondiale, Cerreto ebbe 21 morti. Numerosi morti ci furono nella seguente epidemia: l'Influenza spagnola. Nella Seconda Guerra Mondiale i morti e i dispersi furono 7. Il paese fu anche lievemente bombardato, il 27 maggio 1944. Tre case distrutte ed altre danneggiate; qualche persona cavata fuori dalle macerie e una ragazza ferita; nessun morto.
Toponimo
Secondo alcuni il nome del paese si riferisce al Monte “Cerretum”, nei pressi del quale è situato il paese. Secondo altri deriva dal latino “Quercus cerris”, ossia cerro (poiché, in precedenza, il territorio dove ora sorge il paese era ricoperto da cerri) con l'aggiunta del suffisso collettivo “etum” che indica abbondanza.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di Santa Maria Assunta
La chiesa di Santa Maria Assunta fu costruita intorno al XII-XIII secolo nelle vicinanze della vecchia Porta del Castello o "Porta di Santa Maria", ora non più esistente. La chiesa risale al XII-XIII secolo ma non si conosce la data certa della costruzione. Sappiamo che nel 1372 questa chiesa sostituì la più antica chiesa di San Nicolò, divenendo la chiesa principale di Cerreto.
Oggi la Chiesa, presenta un corpo architettonico suddiviso in tre navate con tre cappelle per lato; un'abside semicircolare; un organo a canne con cantoria e una torre campanaria con 3 campane. All'interno si possono vedere tre altari:
1° - Altare maggiore dedicato a S. Maria Assunta. Centralmente, sotto la pala raffigurante l'Assunzione, si può ammirare un Tabernacolo in legno dorato risalente al XVII sec. Sulla volta si trova l'immagine del Padre Eterno. Tutto il presbiterio è contornato da marmi policromi.
2° - Altare della Madonna delle Grazie, legato alla Confraternita omonima, che è stato ricostruito nel 1990. Al centro si nota una teca in vetro che contiene la venerata immagine della Madonna delle Grazie, che viene esposta ai fedeli solo in opportune occasioni.
3° - Altare della Vergine Addolorata, ora sede della Statua di San Sebastiano Martire.
Vi sono poi, quattro cappelline:
A – del Santissimo Rosario. Con un dipinto raffigurante la Madonna del SS. Rosario di Pompei, e tutt'intorno i 15 Misteri.
B – dei Santi Anna e Gioacchino.
C – dei Santi Antonio di Padova e Agnese.
D – delle Sante Agata e Maria Goretti, con al centro un statua dell'Addolorata.
Sulle colonne che dividono le navate sono sistemate le 14 stazioni della Via Crucis che risalgono al 1862. Del 1815 è l'organo a canne.
Negli anni 1859-1860 furono fatti rilevanti lavori per rinforzare e quasi ricostruire la Chiesa e fu realizzata la volta a botte, invece del precedente tavolato. Nel 1870, cominciarono i lavori per rifare l'attuale campanile. Attualmente la chiesa all'esterno presenta una facciata abbellita con due paraste che terminano sotto un cornicione, al di sopra del quale è posto il timpano leggermente aggettante. L'interno, debolmente rischiarato dalla luce delle finestre che sovrastano il cornicione, una volta scandita da lesene, con ovoli e volute inquadranti le cappelle, ora ricoperti da intonaco bianco (dopo i lavori eseguiti, completati nel 2006, in seguito ai danni riportati nel terremoto del 2000).
Nella chiesa si conservano opere di un certo interesse storico-artistico:
a. La venerata immagine di Maria Santissima delle Grazie (forse del Sebastiano Conca), restaurata di recente.
b. Tabernacolo in legno dorato (sec. XVII).
c. Crocifisso ligneo (sec. XV).
Chiesa di San Sebastiano
La chiesa di San Sebastiano (nominata nel Regesto Sublacense del 1572 fa presumere che la costruzione della chiesa sia terminata prima di questa data) di Cerreto Laziale sorge a prospetto del Monte Ruffo.
Nel 1640 la chiesa molto più bassa dell'attuale, era priva della cantoria, della sacrestia e dei locali annessi; aveva solo due altari: quello maggiore dove era collocata la statua cinquecentesca del Santo in stucco colorato (dello stesso stile e della stessa epoca delle statue di Sant'Anatolia e di Sant'Audace presenti nella chiesetta di Sant'Anatolia a Gerano); e il secondo più piccolo, posto nella parete laterale destra dell'ingresso della chiesa, dedicato a San Carlo Borromeo; quest'ultimo serviva al sacerdote per pararsi nei giorni di festa prima di celebrate la Messa, in quanto la chiesa era priva di sacrestia. Alla fine del '600 l'altare di San Carlo venne rimesso a nuovo e dedicato a San Francesco.
L'attuale altare di San Sebastiano fu consacrato il 22 agosto 1857. Nel 1851 fu messo un piccolo organo nella cantoria. Nel 1856 il Comune eresse l'altare di San Antonio Abate, dirimpetto a quello di San Francesco.
Oggi la chiesa è una grande aula rettangolare di metri 13,30 x 6,50 terminante in una cappella absidata. L'interno è scandito da tre pilastri per lato addossati alla parete che sorreggono tre archi ribassati sui quali poggia il tetto a due spioventi. Due cappelline, una per lato, si aprono lungo le pareti laterali.
La facciata dell'edificio, sormontata da un timpano, è molto semplice. Su di essa si apre la porta principale che ha una incorniciatura cinquecentesca in travertino fiancheggiata a sua volta da due finestrelle con mostre in pietra locale e protette da inferriate.
Sopra il portale, fino ai più recenti rifacimenti, si apriva un oculo, sostituito oggi da un riquadro maiolicato raffigurante la Trinità. Sotto il timpano corre la scritta dedicatoria terminante con la data 1571.
L'interno era tutto dipinto ad affresco fino all'altezza delle mensole delle precedenti capriate e la decorazione consisteva in uno zoccolo in finto marmo modanato su cui poggiavano, ogni 2,60 metri, delle lesene decorate a candelabro, larghe 20 cm che sostenevano a loro volta un architrave di finto marmo, giallo antico. L'interspazio tra le lesene era occupato da 4 figure allineate di santi e sante con sfondi naturali.
Degli affreschi scialbati, durante i vari rifacimenti e visibili sino all'Ottocento, rimangono dei brani nella parete a sinistra, entrando, in cui si notano: Sant'Antonio Abate con campanella, fuoco e maialino; S. Sebastiano, trafitto dalle frecce e legato ad un pilastro di finto marmo; un Santo non identificabile vestito da centurione con spada e due frecce strette nella mano destra, ai cui piedi è inginocchiato un orante di proporzioni minuscole; S. Rocco che mostra la piaga della peste, Santa Lucia con ciuffo di capelli a sinistra, che porta gli occhi su di un piatto. A sinistra dell'altare maggiore altre due tracce di affreschi coperti: due teste aureolate di Santi.
Le pitture (XVI secolo) con reminiscenze di sapore ancora quattrocentesco, sono dello stesso autore di quelle situate nell'atrio di Santa Scolastica a Subiaco.
Architetture militari
Mura poligonali
Queste mura, costruite a secco con grandi massi a forma irregolare, si trovano in territorio di Cerreto nella contrada Le Jonte, vicino alla Fonte di Farolfo. Un muro, poco sopra la Fonte, è lungo oltre 40 metri; resti minori sotto l'Arnale.
Simili mura sono sparse qua e là nell'Italia centrale. Si ritiene che esse risalgano ai secoli VII-IV a.C. Nel caso delle mura poligonali di Cerreto fa meraviglia di trovarle quasi in pianura alle radici dei Fossicchi. In passato sono state rinvenute anche numerose tombe, alcune delle quali con ossa di proporzioni gigantesche.
La Torre
L'unica torre di Cerreto (risalente al XIV secolo) che ha resistito fino ad oggi, è quella che sovrasta il borgo antico e che, durante il medioevo, era il maschio della fortezza. Oggi viene aperta al pubblico solo in occasione di festività e ricorrenze.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT, gli stranieri residenti a Cerreto Laziale al 1º gennaio 2011 sono 133 e rappresentano l'11,0% della popolazione residente. I dati sono i seguenti:
Romania 85,71%
Ucraina 75,26%
Polonia 43,01%
Albania 32,26%
Tradizioni e folclore
Sant'Agata
La Confraternita di Sant'Agata, chiamata "Sant'Agata Vergine e Martire", cura in modo diligente le attività della Festa del 5 febbraio dedicata alla Santa che, per veneranda memoria, ha salvato il paese dalle fiamme provocate dallo scontro tra la popolazione e i briganti. La Confraternita, ogni anno, con i proventi della festa compie un'opera di carità in favore di associazioni cattoliche. Nel giorno della festa, offre un pasto caldo alla popolazione del paese.
L'abito della Confraternita si compone di un saio bianco, di un cingolo azzurro e di una mantellina azzurra.
Festa di S.Sebastiano
Non ci sono documenti sul culto di San Sebastiano professato a Cerreto Laziale. Possiamo fare riferimento all'opinione comune (leggendaria) secondo la quale nel secolo XVI sarebbe venuta a Cerreto una colonia di milanesi. Questi avrebbero portato con sé il culto del Santo che appunto, secondo S. Ambrogio, sarebbe nativo di Milano.
Un altro dato interessante riferibile alla leggenda popolare, riguarda il fatto che poco dopo la canonizzazione di San Carlo Borromeo, nella Chiesa di San Sebastiano fu costruito un altare dedicato a San Carlo, ciò si spiegherebbe se ammettiamo la presenza di questa colonia a Cerreto. La data della festività è fissata al 20 gennaio.
Festa della Gatta
La festa ed il palio della Gatta, la cui prima edizione risale al 1992, si svolgono a Cerreto Laziale il 24 e il 25 aprile. I festeggiamenti iniziano il 24 sera, con la tradizionale cena dei rioni di Cerreto, mentre il 25 ricorre il Palio della Gatta, disputato dagli stessi quattro rioni (Torre, Costa Sole, Trabocca, Lavaturu). Così il 24 e il 25 aprile di ogni anno si festegga la Tatta (dal dialetto locale, che significa Gatta), con tanto di sbandieratori, di corteo storico (dove vengono esibiti abiti cerretani medievali), di una pantagruelica cena nella piazza centrale, del già citato palio fra i quattro rioni e di giochi popolari.
Madonna delle Grazie
La festa più importante del paese è quella dedicata alla Madonna delle Grazie, che cade la prima domenica di settembre dopo l'8. Il sabato prima della celebrazione ufficiale, verso le 17.00 vede protagonista la tradizionale “Calata”. Questo è il momento più commovente e solenne della festa, consiste nello scoprire l’immagine della Madonna dall'Altare a lei dedicato, per poi esporla alla devozione dei fedeli. Durante la domenica seguente, si tengono le celebrazioni della Madonna delle Grazie, infine il lunedì vie è la festa dedicata a Santa Maria Goretti.
Per la celebrazione della Madonna, la notte prima della festa, viene allestito un Tappeto Artistico (nei pressi della chiesa di S. Sebastiano, dove la mattina stessa viene portata la Macchina della Madonna), realizzato dai ragazzi del paese, in cui (come per le tradizionali infiorate), vengono riprodotti anniversari, eventi importanti, personaggi famosi con materiali quali: sale (che viene colorato), polvere di marmo e segatura. Il giorno della festa durante la processione, la Macchina della Madonna delle Grazie, dopo aver percorso le vie del centro storico del paese, passa sopra il Tappeto Artistico.
La Confraternita della Madonna delle Grazie, è responsabile dell'organizzazione di tutte le manifestazioni della festa: concerti con artisti nazionali, spettacoli pirotecnici, mostre artistiche, gare di poesie dialettali e fotografiche.
Sagra delle Pizzarelle
Una festa nella festa, tale è la Sagra delle Pizzarelle, che si tiene la settimana successiva a quella della Madonna delle Grazie.
Inserita nel contesto dei festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie nel lontano 1977, non ha mai conosciuto flessioni, grazie agli infaticabili ragazzi della PRO-LOCO che si sono alternati nel corso degli anni, dedicando il loro tempo e la loro inventiva con lo scopo di migliorare la festa di anno in anno, portando a Cerreto sempre più ospiti graditi, e sempre più soddisfatti.
Le Pizzarelle (simili a fettuccine ma più corte e più spesse preparate con farina di grano e una parte di farina di granturco) è un tipico piatto locale servito nelle tradizionale "scifette" (contenitori in legno) con il sugo di pistacchio (pesto di aglio e peperoncino con l'aggiunta facoltativa di acciughe).
Durante la Sagra, nella piazza centrale e nelle vicinanze, vengono allestiti piccoli stand, dove si possono degustare e comprare i prodotti tipici del paese, comprese ovviamente le stesse pizzarelle.
Cultura
Musica
Cerreto possiede anche una propria banda: "Banda Musicale Giuseppe Verdi". Le prime notizie certe circa l'esistenza della Banda musicale a Cerreto, risalgono al 1876, anno in cui risulta che il "Concerto di Cerreto" suonò per la festa patronale. Da quel giorno Cerreto ha avuto sempre la sua banda che ormai ha superato i 130 anni di vita.
A fine '800 il Maestro Andrea Leo fece raggiungere al Concerto un notevole livello artistico, portando la sua musica in molte occasioni nelle piazze e giardini di Roma con numerosi concerti domenicali al Pincio. Neanche le due guerre mondiali riuscirono ad impedire alla Banda di continuare la sua attività che con i maestri Roccardi, Piccioni ed Aleandri era divenuta ormai punto di riferimento per tutti i comitati delle feste della Provincia di Roma.
La sua fama giunse alle orecchie del M° Manfredo Siciliani, che sul finire degli anni ’30 iniziò una proficua collaborazione con il complesso cerretano che portò considerevoli frutti tuttora rintracciabili nel repertorio artistico.
Nel secondo dopoguerra, con l’evolversi dei mezzi di trasporto, l’impegno del M° Mario Ilari e il crescente numero di componenti, la Banda, che nel frattempo aveva preso il nome Giuseppe Verdi, aumentò le prestazioni fuori delle mura cittadine arrivando a suonare per un mese intero senza sosta per le vie d’Italia.
Gli anni ’60 e ’70 furono anni difficili a causa soprattutto del progresso e dell’inurbamento della popolazione, gran parte della quale si trasferì nelle città limitrofe, specie Roma, per avere maggiori opportunità di lavoro.
Furono gli anni del M° Vito Buè, siciliano, a Cerreto dagli anni ’40, che prese in mano le redini dopo il M° Ilari, a portare alla banda il suo antico splendore. Buè lavorò affinché, anche a ranghi e ritmi ridotti, la Banda continuasse la sua attività.
A metà degli anni ’80 si formarono due complessi bandistici, costole del vecchio gruppo: La Rossini e la Verdi, che, grazie anche ad una sana competizione, aumentarono di gran lunga il numero dei musicanti del paese, avendo più di sessanta elementi ciascuna.
A metà degli anni ’90 le due bande tornarono unite per dare vita all’attuale complesso bandistico, oggi diretto dal M° Daniele Piccioni. Attualmente i componenti sono circa 30.
Persone legate a Cerreto Laziale
Tommaso da Celano, abate italiano e fautore della costruzione della fortezza di Cerreto.
Gervasio Federici, nato a Cerreto Laziale, è stato un partigiano italiano.
Sebastiano Conca, pittore italiano e probabilmente autore del quadro della Madonna delle Grazie, conservato nella chiesa di Santa Maria Assunta.
Marco Sciarra, brigante italiano che assediò Cerreto Laziale nella primavera del 1592.
Amministrazione
Nel 1872 Cerreto cambiò denominazione in Cerneto, poi nel 1885 la cambiò in Monterufo, e quindi nel 1886 in Cerreto Laziale. Il sindaco è Pietro Mastrecchia (Lista civica) dal 13/04/2008.
Gemellaggi
Civrieux, dal 1998.
Altre informazioni amministrative
Fa parte della Comunità montana dell'Aniene
Sport
Cerreto possiede due squadra di calcio: La A.S.D. Cerreto Laziale Calcio, fondata nel 1997 che gioca nel campionato di Promozione del Lazio e la A.S.D. Atletico Cerreto, fondata nel 2012 che disputa il campionato di seconda categoria. Inoltre Cerreto ha anche due squadre di calcio a 5: F.C.D. Vicolo maschile e F.C.D. Vicolo femminile.
Note
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Sito Istituzionale del Comune di Cerreto Laziale
Il sito della Cerreto Laziale Calcio
Il sito della Banda Musicale Giuseppe Verdi