Luogo - Museo
Museo regionale dell’uomo in Cansiglio
Luogo:
PIAN CANSIGLIO, Tambre (Belluno)
Il Museo vuole illustrare la presenza dell’Uomo in Cansiglio nei secoli, evidenziando come la situazione attuale sia il frutto dell’interazione tra fattori ecologici e antropici. MUC è l’acronimo, efficace e immediato, cioè Museo dell’Uomo in Cansiglio, un’esposizione sintetica ma esauriente delle relazioni tra Uomo e Altopiano, dalla Preistoria ai giorni nostri. Il Museo, ancora in fase di allestimento, presenta diverse sezioni già visitabili, seguendo idealmente un percorso cronologico dal piano terra al primo piano: sezione archeologica, sezione sulla Serenissima Repubblica di Venezia e la foresta del Cansiglio, la produzione di remi per l’arsenale veneziano, le attività forestali e la Comunità Cimbra in Cansiglio.
Interessante e unica è la sezione archeologica che testimonia la presenza di numerosi insediamenti temporanei di cacciatori nomadi sull’altopiano e dimostra che il Cansiglio è stato frequentato fin dalla Preistoria più antica, più sicuramente circa 40.000 anni fa, certamente dopo la fine dell’ultima glaciazione (circa 15.000 anni fa). Per molti secoli quindi la frequentazione umana dell’Altopiano si è limitata alle stagioni favorevoli, al solo scopo di dedicarsi alla caccia, attività prevalente di quelle antiche culture. Il Cansiglio è importante anche dal punto di vista paleobotanico in quanto all’interno di una torbiera sono stati fatti importanti ritrovamenti di materiale vegetale (polline, pigne e piccoli rami, tronchi) depositatesi migliaia di anni fa, dal cui studio è stato possibile ricostruire il clima nel passato e la situazione vegetazionale del Cansiglio dal tempo dell’ultima glaciazione in poi.
Ben testimoniata è anche la presenza della dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia, che nei secoli della sua massima espansione ha utilizzato la Foresta del Cansiglio per soddisfare il bisogno di legname per l’Arsenale. Nel 1458 la Repubblica mise il Cansiglio (Bosco da Reme di San Marco) sotto la sua diretta giurisdizione, utilizzando il faggio come fonte principale per produrre i remi delle galee. Al museo è visibile un piccolo modello ligneo di galea veneziana e un remo da galea in scala reale, oltre alla fedele riproduzione degli strumenti utilizzati per la sua costruzione. Al primo piano sono esposti modelli lignei di strutture utilizzate per l’esbosco e la lavorazione del legname e del carbone e una serie di attrezzi forestali utilizzati per il taglio delle piante.
Anche la sezione dedicata alla Comunità Cimbra è ben illustrata al museo. Popolazione di origine germanica che si insediò nella foresta e si sviluppò in vari insediamenti, in parte ancor oggi esistenti. Al piano terra del Museo sono esposti strumenti di lavoro, oggetti di vita quotidiana e immagini che testimoniano gli usi e i costumi delle famiglie Cimbre in Cansiglio.
Al Museo è presente un plastico dell’altopiano del Cansiglio, che si presenta come un’ampia conca a catino a una quota media di 1000 m, chiusa da ogni lato dalle montagne circostanti. Questo plastico sintetizza la situazione geomorfologia e naturalistica dell’area, è utile dal punto di vista didattico per far capire le motivazioni principali che hanno reso l’Altopiano un luogo difficile da colonizzare. Una è la presenza di un accentuato carsismo che provoca la quasi totale assenza d’acqua, se non quella piovana che si raccoglie in alcuni stagni (lame). La seconda è la particolarità del clima, caratterizzato da inverni estremamente rigidi e molto lunghi.
Interessante e unica è la sezione archeologica che testimonia la presenza di numerosi insediamenti temporanei di cacciatori nomadi sull’altopiano e dimostra che il Cansiglio è stato frequentato fin dalla Preistoria più antica, più sicuramente circa 40.000 anni fa, certamente dopo la fine dell’ultima glaciazione (circa 15.000 anni fa). Per molti secoli quindi la frequentazione umana dell’Altopiano si è limitata alle stagioni favorevoli, al solo scopo di dedicarsi alla caccia, attività prevalente di quelle antiche culture. Il Cansiglio è importante anche dal punto di vista paleobotanico in quanto all’interno di una torbiera sono stati fatti importanti ritrovamenti di materiale vegetale (polline, pigne e piccoli rami, tronchi) depositatesi migliaia di anni fa, dal cui studio è stato possibile ricostruire il clima nel passato e la situazione vegetazionale del Cansiglio dal tempo dell’ultima glaciazione in poi.
Ben testimoniata è anche la presenza della dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia, che nei secoli della sua massima espansione ha utilizzato la Foresta del Cansiglio per soddisfare il bisogno di legname per l’Arsenale. Nel 1458 la Repubblica mise il Cansiglio (Bosco da Reme di San Marco) sotto la sua diretta giurisdizione, utilizzando il faggio come fonte principale per produrre i remi delle galee. Al museo è visibile un piccolo modello ligneo di galea veneziana e un remo da galea in scala reale, oltre alla fedele riproduzione degli strumenti utilizzati per la sua costruzione. Al primo piano sono esposti modelli lignei di strutture utilizzate per l’esbosco e la lavorazione del legname e del carbone e una serie di attrezzi forestali utilizzati per il taglio delle piante.
Anche la sezione dedicata alla Comunità Cimbra è ben illustrata al museo. Popolazione di origine germanica che si insediò nella foresta e si sviluppò in vari insediamenti, in parte ancor oggi esistenti. Al piano terra del Museo sono esposti strumenti di lavoro, oggetti di vita quotidiana e immagini che testimoniano gli usi e i costumi delle famiglie Cimbre in Cansiglio.
Al Museo è presente un plastico dell’altopiano del Cansiglio, che si presenta come un’ampia conca a catino a una quota media di 1000 m, chiusa da ogni lato dalle montagne circostanti. Questo plastico sintetizza la situazione geomorfologia e naturalistica dell’area, è utile dal punto di vista didattico per far capire le motivazioni principali che hanno reso l’Altopiano un luogo difficile da colonizzare. Una è la presenza di un accentuato carsismo che provoca la quasi totale assenza d’acqua, se non quella piovana che si raccoglie in alcuni stagni (lame). La seconda è la particolarità del clima, caratterizzato da inverni estremamente rigidi e molto lunghi.