Destinazioni - Comune
Scheggia e Pascelupo
Luogo:
Scheggia e Pascelupo (Perugia)
Scheggia e Pascelupo è un comune italiano di 1.436 abitanti della provincia di Perugia. La sede comunale si trova nel centro di Scheggia. Il comune costituisce insieme ai comuni di Costacciaro, Sigillo e Fossato di Vico, il territorio del parco del Monte Cucco. Il paese fa parte del comprensorio Eugubino-Gualdese ed è l'ultimo comune umbro sulla via Flaminia in direzione Fano.
La comunità condivide insieme alle città di Fano, Cervia, Sellano e Grottammare il culto di san Paterniano vescovo.
Il comune comprende numerose frazioni e nuclei abitativi sparsi dal carattere rurale, in alcuni casi disabitati. Il territorio è stato interessato dagli eventi sismici del 1997 che colpirono Umbria e Marche.
Geografia fisica
Ambiente
Il comune di Scheggia e Pascelupo è un territorio montuoso di circa 64 km², che occupa la porzione nord-orientale dell'Umbria, al confine con le Marche, ed è l'unico comune umbro situato interamente nel versante adriatico della catena appenninica. Immerso nel cuore dell'Appennino umbro-marchigiano, occupa una vasta zona del parco del Monte Cucco. Boschi, pareti rocciose, forre, sorgenti di acqua limpida sono frequenti.
La zona, oltre ad una notevole varietà di piante come il faggio, il leccio, la roverella, ospita anche specie animali in via di estinzione come il lupo appenninico, l'aquila reale e la lontra. Nei pressi si trovano il monte Catria (1701 m), il monte Cucco (1566 m), il monte Motette (1331 m), il monte Le Gronde (1373 m), la forra del Rio Freddo e la Valle delle Prigioni. Il fiume Sentino attraversa con il suo corso, lungo la valle omonima, l'intero comune, ma numerosi altri sono i corsi d'acqua, tra i quali spiccano per importanza di portata il Rio Freddo (proveniente dal massiccio del Monte Cucco), il Fiume Artino e il Fosso della Gorga (che provengono dal massiccio del Monte Catria), il Fosso della Pezza (dal Monte Tino), il Fosso di Campitello o Bulgarello e il fosso Sanbucara (provenienti dal Monte Motette) e il Fosso la Foce (dal monte Orneti). Numerose in tutto il territorio montuoso circostante sono anche le sorgenti e le fonti di acqua fresca tra le quali fonte Fontanelle (783 m), fonte S. Giglio, fonte le Campora e fonte Peschi lungo le pendici del Monte Motette, fonte Lorno (877 m), fonte Bregna (830 m) lungo il Monte Foria e fonte Tino sulle spianate del Monte Forcello.
Clima
Classificazione climatica: zona E, 2416 GR/G
Il clima a Scheggia è quello tipico di media montagna: gli inverni sono rigidi con temperature minime costantemente sotto zero anche oltre i -10°. Le estati sono fresche e ventilate, con temperature massime che raramente superano i 30 gradi. Le precipitazioni sono abbondanti tutto l'anno (1200-1400 mm), specie nei mesi autunnali e primaverili, mentre in quelli invernali sono frequenti le nevicate, con accumuli rilevanti a volte superiori al metro. In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990) per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di 1,9 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di 19,8 °C; mentre la media annua è di 10,9 °C
Storia
Il paese di Scheggia sorge sulle sponde del torrente Sentino, alle pendici del Monte Calvario e Le Pianelle sulla strada Flaminia. Nella Tabula Peutingeriana degli inizi del III secolo, la località, situata sull'antica via Flaminia a 134 miglia da Roma nel punto in cui la strada valicava gli Appennini, è segnata come ad Ensem. Vi si trovava probabilmente una stazione per il cambio dei cavalli (mutatio). Nei pressi sorgeva il santuario oracolare di Giove Appennino.
Dopo essere appartenuta, in età medievale, a Gubbio, passò ai Montefeltro per poi essere incorporata nello Stato Pontificio. Scheggia è ancora classificata provincia di Pesaro ed Urbino in data 1813 all interno del catasto gregoriano.
Il comune, già denominato Scheggia, assunse nel 1878 l'attuale nome in seguito all'aggregazione, nello stesso anno, del comune di Pascelupo.
Il catasto gregoriano del 1813, conservato nell archivio di stato di Roma, fornisce numerose informazioni riguardo alla struttura urbana del centro abitato, sulle destinazioni d'uso degli edifici e sull utilizzo del suolo. I terreni intorno al centro abitato erano destinati principalmente alla coltivazione della canapa e della vite.
La mappa del catasto gregoriano è stata redatta prima dell'espansione urbana del paese e prima dei piccoli ampliamenti del centro storico. Dalle piante è possibile notare la presenza di una seconda torre difensiva (situata sul lato opposto di quella ancora esistente, alla fine di Via Masaccio angolo palazzo Scarinci).
Fino a tale data (1813) erano ancora presenti tre porte di accesso al centro storico. La prima porta era situata sul lato sinistro dell'attuale torre comunale, l'altra alla fine dell'attuale via Roma (la via centrale del paese) e la terza, ancora esistente, alla destra della torre comunale. A questa data (1813) l'attuale ingresso principale del paese (via Roma) era ancora chiuso ed occupato da un edificio di proprietà ecclesiastica, successivamente demolito per far fronte alle nuove esigenze urbane.
Monumenti e luoghi d'interesse
Tracce architettoniche medioevali sono evidenziabili da alcune costruzioni all'interno del centro storico di Scheggia: vie strette, logge, la chiesa di S. Antonio e dei SS. Filippo e Giacomo con la torre campanaria (un tempo torre difensiva), costituiscono la parte più antica del paese.
La struttura edilizia storica rivela, anche se molto debolmente, tratti del tipico insediamento medievale con edifici che si sviluppano in verticale con finestre ed aperture strette. Durante i lavori per le ristrutturazioni post-sisma sono emersi spesso tipici elementi architettonici come gli archi a sesto acuto di pietra calcarea.
Ancora intatto si trova "l'arco etrusco" così erroneamente e comunemente denominato, che rappresenta una delle antiche porte medievali di accesso dell'antico castello, nei pressi del quale si erge ancora maestosa la trecentesca torre, attuale sede comunale.
Il centro del paese (escludendo le adiacenti espansioni edilizie avvenute dal 1950 in poi) è costituito da un vero e proprio nucleo centrale, agglomerato e commpatto (dentro le mura) e da una seconda zona esterna chiamata ancora oggi "Il Borgo" (fuori le mura) che si sviluppa lungo l'odierna via Sentino.
Le caratteristiche architettoniche degli edifici, sia pubblici che privati, sono estremamente semplici e rispecchiano l'immagine comune a molti altri paesi dell area Umbro-Marchigiana. Solo in pochi casi sono visibili elementi e decori caratterizzanti come per esempio cornici, portali, stemmi o fregi.
Nei pressi del "Ponte a botte", lungo l'antica via Flaminia, alle falde del massiccio del Monte Catria, sorgeva un tempio umbro-romano, il Tempio di Giove Appennino. L'esatta collocazione di questo luogo di culto e la sua stessa veridicità rimane ad oggi ancora incerta.
Chiese
Chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo (1556) - Scheggia
Chiesa di S. Antonio Abate (1665) - Scheggia
Santuario di Monte Calvario (1698 circa) - Scheggia
Chiesa della Madonna della Neve - Belvedere
Chiesa della Madonna Assunta (Secolo XIII) - Campitello
Chiesa di San Michele Arcangelo - Coldipeccio
Chiesa di Sant'Antonio - Isola Fossara
Chiesa della Madonna del Carmelo (Secolo XVI) - Monte Fiume
Chiesa di San Bernardino - Pascelupo
Chiesa della Madonna del Buon Consiglio (1661) - Ponte Calcara
Chiesetta di Valdisarnia/Val di Sarnia, (rudere)- "Scheggia"
Chiesa di San Paterniano (Secolo IX-X)- "Scheggia" località omonima- (inaccessibile, sconsacrata, inagibile)
Eremi e Abbazie
Abbazia di Santa Maria di Sitria, fondata da san Romualdo nell'XI secolo nella Valle di Sitria ai piedi del Monte Nocria. L'abbazia, cioè la parte del complesso destinata alle attività di gestione, abitative sociali ed economiche, è quasi interamente scomparsa. Restano solo due ambienti sovrapposti destinati ad abitazione privata. La struttura era costruita, considerando quel poco che è rimasto, con pietra squadrata in una bilanciata composizione di motivi romanici e gotici. La chiesa è a una sola navata e con una cripta sottostante l'altare maggiore, in puro stile romanico, retta da una colonna con capitello tardo-antico.
Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli, oggi usato come insieme di abitazioni rurali e in restauro dopo il terremoto del 1997. Probabilmente fondata dai monaci benedettini nel X secolo. Sorge nella congiunzione (da cui il nome "Congiuntoli") del torrente Rio Freddo e del Sentino. La chiesa è a due navate in stile romanico-gotico. Una analisi architettonica del complesso permette di identificare il campanile del complesso in facciata, simile ad una torre. I caratteri distributivi degli ambienti (ingresso principale, connessioni e aperture) risultano ad oggi particolarmente inusuali e disorganizzati. È da notare come lo stato attuale della chiesa richiami più ad una struttura incompleta o parzialmente demolita.
Eremo di San Girolamo (Pascelupo): costruito intorno all'anno Mille alla base di una spettacolare parete rocciosa alta più di cento metri. La rigogliosa vegetazione e l'anfiteatro di roccia calcarea su cui sorge l'eremo rendono lo scenario unico nel suo genere. L'eremo di San Girolamo era negli anni ottanta del XX secolo pressoché scomparso e in condizione di rudere. La ricostruzione e il reinsediamento della comunità eremitica sono dovuti ad un benefattore privato eugubino che curò l'intero iter.
Cultura
Osservatorio Astronomico e Geofisico, situato presso la località "Trocchi del Tino /La Pezza".
Folclore
Durante tutto il mese di agosto a Scheggia si svolgono manifestazioni e serate danzanti.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Economia
Il comune, centro prevalentemente agricolo con allevamenti di bovini e di ovini che riforniscono i caseifici locali, vanta anche la presenza di alcune aziende industriali, l'imbottigliamento delle acque minerali che sgorgano dal monte Motette, la lavorazione e il commercio del legname.
In località "Molino delle Ogne" sorge l'industria Motette Srl che produce ed imbottiglia le acque con il marchio "Motette", "Fonte Santa Chiara" ed "Altea".
Un altro esempio industriale è lo stabilimento della multinazionale ILPEA Spa che si ococupa della progettazione e realizzazione di componenti in materiali plastici, magnetici e di gomma.
Amministrazione
Note
^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2011.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
Bibliografia
Luconi Geremia, Umbria Ignorata, Psalterium, Roma, 1939.
Paolucci Pio, OSBSilv., Scheggia:note critico-storiche, La Toscografica, Empoli, 1966.
Tabarrini Mario, L'Umbria si racconta, Tipografia Porziuncola, Assisi, 1982.
Bartoletti Domenico, L'Eremo di Montecucco, Tipografia Donati, Gubbio, 1987.
Voci correlate
Serra di Burano
Altri progetti
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