Villa Fabbricotti
Nel Trecento, la Villa era di proprietà del Buoninsegni, in seguito, fino a fine Ottocento, divenne Casino di Caccia della famiglia Strozzi. Gli Strozzi l'abbellirono con un ampio giardino, ma l'aspetto attuale si deve a Giuseppe Fabbricotti, che l'acquistò nel 1864, incaricando gli architetti Vincenzo Micheli e Antonio Cipolla di trasformarla in una lussuosa residenza. Il monumentale ingresso su Via Vittorio Emanuele II è caratterizzato da un'imponente cancellata in ferro, ai cui lati sono posti due propilei. A sinistra dell’ingresso, si diparte un viale che sale su due tornanti collegati fra loro da rampe di scale diversificate per forma e materiali. La Villa si trova in posizione predominante rispetto all’ingresso del giardino. È un edificio di linea semplice, a pianta rettangolare, sovrastato da una torretta merlata. Sul lato frontale ha un loggiato. Fra le scale che mettono in comunicazione il portico della Villa e il prato, è collocata una vasca in marmo sovrastata da un mosaico con conchiglia in rilievo. Sul lato est, in posizione arretrata, si trova una piccola cappella che richiama il modello del Pantheon. A nord, un tempietto di stile neoclassico: un "tholos" in pietra serena, a pianta circolare,coperto da una cupola in laterizio intonacato. La tinaia si trova sul lato ovest insieme alle serre, ormai abbandonate. Nel giardino sono presenti varie sculture: due leoni in pietra, vasi zoomorfi e mezze colonne. Un grande Cedro del Libano, simbolo della Villa, alto circa 24 metri, risale a 140 anni, al tempo di Firenze Capitale.