Luogo - Monumento

Loggia dei Lanzi

Luogo: Via Vacchereccia, 1, Firenze

La Loggia dei Lanzi  (o della Signoria) - detta anche Loggia dell'Orcagna per via di un'errata attribuzione ad Andrea di Cione, soprannominato Orcagna, mentre è opera del fratello Benci e di Simone Talenti - si trova in Piazza della Signoria, alla destra di Palazzo Vecchio, accanto agli Uffizi. L'edificazione risale al periodo tra il 1376 e il 1382, e serviva per ospitare al coperto le numerose assemblee pubbliche popolari e le cerimonie ufficiali della Repubblica Fiorentina. Pur essendo un edificio gotico, la presenza di archi a tutto sesto rappresenta lo stile rinascimentale che ispirò Filippo Brunelleschi nella realizzazione dello Spedale degli Innocenti, in Piazza Santissima Annunziata. A partire dal '500, con la creazione del Granducato di Toscana, questo spazio fu destinato ad accogliere alcuni capolavori scultorei: caso unico al mondo, nelle tre arcate della Loggia sono tuttora ospitate sculture di eccezionale pregio risalenti all'età classica e al periodo del manierismo, veri capolavori fruibili liberamente e gratuitamente giorno e notte. Ai lati della gradinata d’ingresso vigilano due leoni marmorei: uno di epoca romana e l'altro del 1600, realizzato da Flamino Vacca, a simboleggiare la guardia e la protezione dei luoghi da presenze negative. Il capolavoro più importante è il "Perseo" di Benvenuto Cellini, una grande statua in bronzo alta 3,20 metri, compreso il piedistallo istoriato da bassorilievi di tema mitologico, coIl corpo ben proporzionato e la posizione plastica, appoggiato su una sola gamba mentre solleva col braccio sinistro la testa di Medusa. Opere del Gianbologna, il "Ratto delle Sabine" (1583) e "Ercole con il Centauro Nesso" (1599), dal sensazionale effetto di movimento espresso dai corpi in tensione. Sono sculture di epoca romana "Patroclo e Menelao", copia di epoca flavia di un originale greco del 230-240 a.C., e le sei figure di donna vicine alla parete di fondo, che si ritiene possano provenire dal Foro di Traiano a Roma, trovate verso la metà del Cinquecento. È invece un'opera ottocentesca il Ratto di Polissena, dello scultore Pio Fedi.

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