Orti Oricellari
Era il giardino dell'attuale Palazzo Venturi Ginori, proprietà della famiglia Rucellai (o "Oricellari"). Nel 1573, la proprietà fu acquistata da Bianca Cappello, che la riportò agli antichi splendori. Alla metà del Seicento, il cardinale Giovan Carlo de' Medici, venuto in possesso della Villa e del Parco, si fece promotore di un'importante serie di lavori, creando un Giardino con impianto all'italiana. La decorazione si ispirò all'opera di Bernardo Buontalenti a Pratolino, sia per l'uso di giochi d'acqua, sia per la presenza di statue gigantesche, in un ambiente caratterizzato da scene araldiche ispirate alla mitologia classica. Fra le numerose vedute scenografiche, spiccava la statua ciclopica di "Polifemo che beve all'otre", di Antonio Novelli, alta ben 8,40 metri, in muratura intonacata con struttura in ferro. L'acqua che alimentava le fontane proveniva direttamente da Boboli. Nello stesso periodo, sempre il Novelli realizzà la Grotta degli Orti, ipogea, composta da due camere comunicanti decorate da spugne e statue in raffiguranti i Venti. Nel 1808, Giuseppe Stiozzi-Ridolfi acquistò il Giardino, ampliandolo secondo la moda del parco romantico all'inglese, su disegno di Luigi De Cambray-Digny. Nel 1861, ci fu un nuovo cambio di proprietà, con la principessa Olga Orloff, che incaricò Giuseppe Poggi di ammodernare Villa e Giardino. Poggi creò un progetto classicheggiante, che prevedeva il ripristino del laghetto dal quale emergeva la statua di Polifemo. Nel 1892 il luogo fu dichiarato Monumento Nazionale.