Giardino dell'Orticultura - Orti del Parnaso
Nel 1852, l’Accademia dei Georgofili favorì la nascita della Società Toscana di Orticoltura. Dopo tre anni di lavoro, la Società realizzò un piantatoio, una vigna e un pomerio, oltre all'impianto di rare piante ornamentali. Nel 1880, la Federazione Orticola Italiana organizzò a Firenze la prima Esposizione Nazionale, mentre nel 1911, il Giardino ospitò una grande mostra di floricoltura per celebrare il cinquantenario dell’Unità d’Italia, apportando per questa occasione considerevoli modifiche: il cavalcavia sulla ferrovia, l'ingrandimento del viale d'accesso, la decorazione del cancello con stendardi e la costruzione della Loggetta Bondi, opera della Manifattura di Signa. La Società toscana decise di completare il Giardino con la costruzione di un tepidario (serra in ferro e vetro) di grandi dimensioni, senza precedenti in Italia. L'incarico fu affidato a Giacomo Roster e realizzato dalle Officine Michelucci di Pistoia, con le colonnine in ghisa della fonderia Lorenzetti. Il tepidarium, a base rettangolare, era riscaldato da stufe e abbellito da due vasche con nicchie decorate da rocce spugnose, omaggio all'architettura manierista, opera dell'intagliatore fiorentino Francesco Marini. Nel 1930, il Giardino venne acquistato dal Comune, che lo destinò a Giardino pubblico, stanziando dei fondi per restaurare il Tepidario del Rosten, gravemente abbandonato. Attraverso un passaggio pedonale, oltre la ferrovia, si accede alla parte superiore del Giardino, detta “Orti del Parnaso”: una piccola area verde posta su un dislivello panoramico, dove spicca una fontana a forma di serpente, che si snoda sulla scalinata. In questo Giardino sono state girate alcune scene dei film "Amici miei - Atto II", di Mario Monicelli, e “Sotto una buona stella”, di Carlo Verdone.