Stazione di Santa Maria Novella
La Stazione Centrale di Santa Maria Novella, collocata nel cuore di Firenze, rappresenta uno dei capolavori del razionalismo italiano. La prima stazione cittadina, la Leopolda, fu costruita nel 1844 dal figlio dell’inventore della ferrovia, Robert Stephenson, che decise di collocarla fuori le mura cittadine, per servire la linea verso Livorno. Successivamente, fu realizzata una seconda stazione, Maria Antonia, in onore della moglie del Granduca, entro le mura della città, poi demolita per far posto, negli anni trenta, all’attuale Stazione, che si affaccia sull'omonima Chiesa. Nel 1931, il Ministro delle Ferrovie, Ciano, affidò all’architetto Mazzoni il potenziamento della stazione fiorentina, ma il progetto fu criticato, e il Comune bandì un concorso poi vinto dal “Gruppo Toscano”, con un progetto che rappresentava il primo esempio in Italia di stazione moderna. Nel 1935 fu inaugurato l'edificio a fianco, la cosiddetta Palazzina Reale, destinato a ospitare il Re a la sua famiglia durante i brevi soggiorni a Firenze: opera tradizionalmente attribuita a Giovanni Michelucci, composta da un corpo di fabbrica cubico, con la parte centrale occupata da un grande salone che si sviluppa per tutta l'altezza dell'edificio. Tra le caratteristiche architettoniche della Stazione Centrale, spicca la scelta della pietra forte, per "amalgamare" l'edificio al resto delle architetture cittadine, inclusa la facciata posteriore della Chiesa di Santa Maria Novella. All’interno della stazione si trovano la biglietteria, vasto ambiente articolato in tre navate marmo giallo di Siena, con enormi pilastri rivestiti in marmo verde Alpi e pavimentato in serpentino perlaceo; e opere di grande valore, come le sculture di Italo Griselli e le pitture di Ottone Rosai e Mario Romoli.