Destinazioni - Comune

Costabissara

Luogo: Costabissara (Vicenza)
Costabissara (Còsta in veneto) è un comune italiano di 7.064 abitanti della provincia di Vicenza, situato nella parte nord-occidentale della provincia stessa ed appartenente alla regione Veneto. Esso fa parte dell'hinterland, l'insieme dei comuni detti della cintura della città di capoluogo. Geografia fisica Territorio Posto ad un'altitudine di 51 metri sul livello del mare, è situato ai piedi delle colline bissaresi, parti terminali delle Prealpi e facente parte dei Lessini Meridionali Vicentini che comprendono il più noto Monte delle Pignare sede della celebre chiesa longobarda di San Giorgio e del cimitero. Il colle, precedentemente noto come Monte della Chiesa, è formato da rocce calcaree e presenta sulla sommità una dolina che gli dà l'aspetto di un vulcano Sulle colline adiacenti ha sede la famosa località di Madonna delle Grazie. Il 70% del territorio appartiene alla Pianura Veneta, il 7% ad un fondovalle pedecollinare e il restante 23% è collina. Il paese è bagnato dal torrente Orolo, quasi sempre in secca, e da diversi rogge e fossi, anche per scopo idrico. La più famosa tra questi è la Roggia Bagnara o Roggia Rosa (in veneto: Rosa) che, con una serie di curve, attraversa l'intero paese. Il territorio di Costabissara è formato da una parte urbana, collocata al centro del territorio comunale. Il resto del paese è composto da campi. Non mancano tuttavia i quartieri più staccati dal centro, come le località Ca' Carraro, San Valentino, Fornaci, San Zeno, Pilastro, sulle colline, Pignare e Madonna delle Grazie e a Motta Fabrega, Botteghino, Villaraspa, Cadanotte e Motta bassa. Costabissara confina: a nord-est con Caldogno a sud-est con Vicenza a sud con Monteviale a ovest con Gambugliano a nord-ovest con Isola Vicentina. Storia I primi ritrovamenti Non è stato rinvenuto nessun reperto che possa testimoniare la presenza dell'uomo a Costabissara prima dell'età del bronzo. Nella dolina presente sul monte delle Pignare, nel 1970, è stata scoperta una grande quantità di ceramica datata dell'Età del Bronzo (di cui la più antica circa del 1500 a.C.) facendo pensare che il primo insediamento umano nel territorio fosse costituito da una tribù di trenta individui. L'esame dei reperti porta a pensare ad un'economia primitiva in grado però di integrare l'allevamento con l'agricoltura in suoli e ambienti eterogenei. Per quanto riguarda le abitazioni, poche informazioni sono state rinvenute, però pare logico pensare a capanne leggermente interrate con un basamento in pietra. Successivamente si è assistito ad uno spopolamento della zona che andrà incontro ad una rioccupazione nei secoli X e IX a.C. portando alla creazione di due piccoli abitati: uno nella valletta del Tumulo a nord-est rispetto al colle delle Pignare e uno in pianura nella località di San Valentino, più a sud. In queste zone e in siti vicini si è potuto osservare un'evoluzione delle tecniche di allevamento e agricoltura: arature, costruzione di terrazze nei pendii e rotazione nell'uso del suolo. È stato inoltre rinvenuto alle Pignare, un forno di forma di tronco di cono scavato nell'argilla con residui di fusione e segni di fuoco nelle pareti. Intorno all'VIII secolo a.C. si assiste ad un nuovo spopolamento a favore di alcuni centri in pianura lasciando presenze sporadiche. È il periodo, infatti, della nascita dei grandi centri di Este e Padova e dell'inizio dello sviluppo di Vicenza avvantaggiata dalla vicinanza ai fiumi. A Costabissara di questo periodo non si sono ancora ritrovati reperti a testimonianza dell'esodo avvenuto. Dopo la formazione dei grossi centri, comincia l'occupazione dell'intero territorio con molti piccoli insediamenti nelle zone collinari più fertili e rioccupando i precedenti siti abitativi. La romanizzazione Nei secoli II e I a.C. ha inizio la romanizzazione che sfocia nell'assegnazione di terre ai veterani romani (in alcuni casi si parla anche di esproprio). Sono state datate ai primi due secoli d.C molte abitazioni romane sparse nelle varie aree fertili e suddivisioni del territorio legate alla centuriazione. La presenza romana è più evidente a Motta dove era presente l'acquedotto di Vicenza. I ritrovamenti Romani hanno confermato la presenza di insediamenti stabili e l'importanza di un territorio che ospitava parte dell'acquedotto (passante per Villaraspa) che forniva Vicenza. Erano presenti diverse cave di pietra, marmo e calcare. La villa rustica romana Un importante reperto per la ricostruzione storica di Costabissara fu scoperto nel 1970 nell'incrocio fra via Mascagni e via Carducci (45.582907°N 11.489384°E45.582907; 11.489384) e consiste in una villa rustica romana che aveva funzione di fattoria per la coltivazione, l'allevamento e per la produzione industriale di tessuti, ceramica, attrezzi e carri. La villa sembra essere stata abitata dal I secolo al VI secolo, cioè durante il periodo imperiale di Roma. Fra i reperti ritrovati durante gli scavi della villa venne rinvenuta la discussa statuetta del dio egiziano Anubi. Fra gli altri oggetti rinvenuti: un peso da telaio, una lucerna, una fibula in bronzo, vasellame e 25 monete di cui una del periodo tardo repubblicano, mentre la maggior parte coniata nel IV secolo. Ora gran parte dell'area è diventata un parco-giochi in cui sono state preservate le mura interrandole e segnalandone la presenza con un rocco di colonna e una stele di trachite. Alto medioevo Nel 568 i Longobardi, capitanati da Alboino, entrano a Vicenza, seguendo la via Postumia, conquistandola. Questa è la premessa di numerosi mutamenti avvenuti nei costumi e nei luoghi di Vicenza e della periferia La loro successiva conversione al cattolicesimo portò alla costruzione della famosa chiesa protocristiana di San Zeno, sotto il regno di Teodolinda, alla Pieve di San Giorgio sul colle e della chiesetta di Santa Maria in Favrega. Dopo l'arrivo di Carlo Magno nel 774 e della sua decaduta, inizia il periodo del feudalesimo e con esso l'aumento del potere delle famiglie locali e delle autorità religiose, in particolare i vescovi feudatari. In questo periodo viene dato il diritto di costruire fortificazioni per proteggersi dalle ripetute invasioni unghere dando così vita ai tre castelli di Costabissara: il castello di Donna Berta, il castello di Pizamerlo (di cui non è rimasto più nulla) e il castello Sforza-Colleoni. Il comune e il vicariato Da sempre il Comune di Costabissara si reggeva sulle leggi dello statuto che regolava la Città di Vicenza con la possibilità per gli amministratori del luogo di aggiungere o modificare tali leggi senza mai contravvenire a quelle del capoluogo stesso. I Vescovi di Vicenza avevano poi la possibilità di investire famiglie nobili del Feudo di Costa Fabrica, che godevano poi di privilegi e diritti speciali riconosciuti dalla Repubblica Veneta che di fatto rendevano Costa Fabrica in grado di costituire un Vicariato a sé, soggetto direttamente alla città di Vicenza. I Vicari nominati, detti anche Podestà, esercitarono fino al 1406 un grande potere sulla terra di loro giurisdizione, avendo la facoltà di reggere il Comune senza il concorso di altri rappresentanti pubblici e usufruendo da solo della maggior parte dei benefici che discendevano dalle rendite annue del Comune stesso. Questo durò fino al 1527 quando liti fra la Comunità di Vicenza e i Feudatari di Costa Fabrica portarono alla soppressione del Vicariato di Costa per aggregarlo al Vicariato di Thiene. I nobili Bissari, che possedevano il feudo dal 1285, si opposero e ottennero dei Deputati della Repubblica l'annullamento del decreto e la dichiarazione esplicita che Costabissara «costituiva un Vicariato a parte soggetto in virtù di diritti d'antica consuetudine ai Feudatari della Villa». Le varie investiture e i Bissari Fino dai tempi più remoti (almeno dal 1067) Costa Fabrica viene annoverata tra i possedimenti dei Nobili Conti Maltraverso, già proprietari di Schio, Lonigo, Santorso, Montegalda e Barbarano nel Vicentino e aventi giurisdizioni anche nelle città di Treviso, Padova, Feltre, Cividale, Ravenna e altre città nella romagna. Intorno al 1200 alcuni esponenti della famiglia Maltraverso decaddero per sospetti di eresia e del feudo venne investita la famiglia dei Conti Della Costa con il titolo di Cattanei o Castellani minori. Con la caduta di Romano d'Ezzelino, la famiglia Della Costa decadde e, nel 1261, Giacomo Baretta venne investito dal Vescovo di Vicenza Beato Bartolomeo da Breganze con la condizione di non difendere mai gli eretici (in particolare i Patarini). Dopo poco tempo vennero investiti i Conti Lozzo, originari di Padova. Il 5 gennaio 1285, Alberto Bibe di Padova, procuratore di Lozzo, rinunciò ai diritti per la villa di Costa Fabrica e il vescovo di Vicenza Bernardo Nicelli la consegnò a Gualdinello Bissari, che pagò al conte di Lozzo 4250 lire. L'investitura venne confermata con Decreto 26 novembre 1291 dal successore di Nicelli stesso, il Romano Pietro Saraceno. Della famiglia dei Bissari, che portarono anche al cambio del nome del feudo, si ricordano gli esponenti Matteo e Pier Paolo Bissaro. I Bissari possedevano anche la giurisdizione delle acque, affermata in un atto del 1565 e ribadito in altri documenti del 1595, 1632 e 1660. Nel 1662, con l'aumento del potere della famiglia veneziana Repeta, i Bissari dovettero condividere il feudo di Costa Fabrica con loro. Tale situazione, molto scomoda ai Bissari che si erano opposti, non dura a lungo: nel 1676 i Repeta perdono l'investitura feudale. Un atto del 1697 afferma inoltre che i Repeta sono costretti a cedere i loro beni ai Bissari. Nel 1859 muore il conte Girolamo Enrico Sforza, ultimo esponente maschio della famiglia Bissari. Il feudo venne quindi diviso fra le sorelle e i loro discendenti: Il castello passò al conte Guardino Colleoni, la futura Villa San Carlo a Cesare Biego mentre il resto della proprietà passò alle contesse nipoti Teresa Dal Bovo Brognoligo, Francesca Bonacossi e Gabriella Bissari. Il castello nel 1894 venne venduto a Pia Zabeo moglie del marchese Aleduse De Buzzacarini e la villa fu venduta alla signroa Elisa Conte Dalle Ore. L'epoca napoleonica e il dominio austroungarico Verso la fine del Settecento le Leggi Napoleoniche decretarono la soppressione del Vicariato e il Viceré d'Italia Eugenio Beauharnais, con decreto 28 settembre 1810, costituì il Capoluogo Comunale con le frazioni di Gambugliano, San Lorenzo e Monteviale e successivamente formò il Comune Amministrativo con la sola frazione di Motta. Con la caduta di Napoleone l'amministrazione comunale venne ulteriormente modificata dal Governo Austriaco. Dal Consiglio Comunale si sceglievano tra membri col titolo di Deputati per formare una Giunta il cui capo, non più chiamato Sindaco, diventava il Deputato politico. Tra i poteri del deputato politico vennero tolti l'ufficio dello stato civile per la celebrazione dei matrimoni che passò al Parroco. Dal Regno d'Italia ad Oggi Dopo l'annessione del Lombardo-Veneto in seguito alla terza guerra di indipendenza, nel 1866, Costabissara divenne municipio. La Giunta divenne composta da un numero di assessori che si dividevano le varie materie dell'amministrazione e tornò il Sindaco al quale, dopo il 1870, si conferirono anche i poteri d'Ufficiale di Stato per la celebrazione dei matrimoni. Durante la prima guerra mondiale, Costabissara viene assegnata alle retrovie militari e dopo la conquista austriaca di Asiago venne invasa dai profughi. Nella Villa Buzzaccarini (l'odierno castello) aveva sede un piccolo ospedale francese e in Villa San Carlo il Comando di Brigata e di Divisione. Con la disfatta di Caporetto, Costabissara entra a far parte della seconda linea e vengono costruite trincee e fortificazioni per la difesa dal nemico austro-ungarico. La popolazione raggiunge il numero di 5.000 abitanti a causa dei profughi che arrivano con tutta la famiglia. Nella scuola infantile venne creata una scuola di tiratori e sulla Pignare un campo di addestramento per il lancio delle bombe. Durante la guerra scoppiò l'epidemia di influenza spagnola, che a Costabissara fece solo 6 morti. Al termine della guerra, Costabissara contava 23 morti, di cui 12 caduti e 11 morti per malattia o in prigione, oltre a 4 dispersi. Monumenti e luoghi di interesse Chiese Chiesa parrocchiale di San Giorgio Realizzata tra il 1910 e il 1920, la chiesa nuova di Costabissara venne pensata per facilitare la partecipazione alle S. Messe da parte della popolazione di pianura (in continua crescita). Il terreno su cui sorgono la chiesa e la canonica, venne regalato dalla signora Elisa Conte al curato del tempo, don Guglielmo Stringari, che fu il fautore della chiesa. La chiesa parrocchiale di San Giorgio è la principale del paese, sede della maggior parte delle celebrazioni della Comunità. Chiesa parrocchiale di San Cristoforo La chiesa di San Cristoforo è la chiesa parrocchiale di Motta, la frazione di Costabissara. Si trova lungo la Strada Provinciale 46. Originariamente era in una sede diversa da quella attuale (più vicina alla strada), ma è stata demolita nel 1965 per favorire l'allargamento della strada. L'odierna chiesa è stata inaugurata nel 1965. Presenta all'interno tre altari, due dei quali possiedono pale di Alessandro Maganza e un'ulteriore tela del Maganza (facente parte del vecchio altare maggiore) appesa nell'abside. Il campanile, del 1856, è rimasto quello della vecchia chiesa ed è stato restaurato nel 1970 con la dotazione delle campane automatiche e la sostituzione del vecchio orologio fuori uso. Chiesa longobarda di San Giorgio La Chiesa longobarda di San Giorgio (detta anche Pieve di San Giorgio o chiesetta vecchia di San Giorgio) è la chiesa originaria di Costabissara e sorge sul Monte delle Pignare, di fianco al cimitero e non molto distante da Villa San Carlo e il castello. Il suo campanile, che batte ancora le ore per il paese, può essere visto da qualsiasi punto della pianura sottostante. Costruita, come dice il nome, in epoca longobarda, è stata chiesa parrocchiale fino al 1920, anno in cui vennero terminati i lavori alla nuova chiesa del paese. Da allora venne usata saltuariamente sia per la posizione scomoda alla comunità che per la grandezza non più adeguata. Dall'11 marzo 2012 la chiesetta è stata messa a disposizione della Diocesi Ortodossa rumena di Vicenza. Di origini incerte, tra il XV e il XVII secolo venne ricostruita in stile romanico aggiungendo un pronao, un abside, un tetto a capanna e una nuova soffittatura barocca di cui rimangono ancora le tracce. Nel 1859 viene ricostruita la sagrestia, viene demolita l'antica abside in cotto e ricostruita in pietra, viene rifatto il pavimento e abbattuto il pronao e vennero aggiunti i portali, rosoni e pinnacoli attuali di imitazione gotica. La chiesa ora si presenta con la faccia rivolta ad ovest e l'abside ad est. Ha uno stile archiacuto. La porta principale è a sesto acuto e presenta degli stipiti finemente lavorati e terminanti con delle gugliette. Il timpano sormontato dalla croce presenta una affresco di Pietro Zappella che rappresenta la Madonna del Carmelo, cioè la Vergine col Bambino in atto di porgere ai fedeli il tradizionale Scapolare. Chiesetta di Madonna delle Grazie Durante la Prima Guerra Mondiale la paura per il conflitto e le prime disfatte (prima fra tutte Caporetto) portarono gli abitanti di Costabissara a formulare voto (in realtà furono addirittura due: nel 1917 e nel 1918 di costruire una chiesa sul colle Zovo. Al termine della guerra, tra il 1919 e il 1921, la chiesetta venne costruita. Chiesetta di San Zeno La chiesetta paleocristiana dedicata a San Zeno è sita sui colli bissaresi e formata da un'unica aula rettangolare. Costruita nei secoli VI-VII circa, la sua consacrazione è collegata al culto di San Zenone, il vescovo africano di Verona, a cui furono intitolate numerose chiese del Vicentino e del Veronese. Mal conservata fino al 2010, è stata poi restaurata dall'amministrazione comunale. Chiesa del Termine Questo edificio non più esistente sorgeva nella zona a confine tra Costabissara e Vicenza chiamata anticamente Termine. Giacomo Bissari, in un documento del 4 maggio 1547 dà ordine ai suoi figli di terminare la chiesetta, testimoniandone la presenza. Tale obbligo fu rimarcato ai discendenti nel 1651 anche da un certo Spinella Bissari, figlio di Girolamo Bissari e discendente di Giacomo. La chiesa non fu mai completata e nemmeno consacrata. Nel 1919 venne inglobata in un edificio nella piccola via che si stacca a sud dall'incrocio fra Strada Costabissara e via Fornaci. Questo edificio fu poi ristrutturato nei primi del 2000 per farne un'abitazione. Chiesa di San Pietro La chiesa di San Pietro, non più esistente, era una piccola chiesa sita sul pianoro a cui ha donato il nome tra la fattoria De Buzzacarini e la vecchia canonica della Pieve di San Giorgio, vicino all'odierno castello e a Villa San Carlo. Ufficiata agli inizi del Settecento, la più antica testimonianza scritta risale 1288 e già agli inizi del Novecento non ne rimaneva più nessuna traccia. In buone condizioni fino al 1518, il 3 giugno 1530, durante una visita pastorale, il vescovo di Vicenza ne impone la sistemazione. Successive visite pastorali del 1639, 1748 e 1768 riportano una mansioneria di tre messe a settimana, poi aumentate a quattro. Possedeva tre altari: uno maggiore (comprensivo di una tela di Alessandro Maganza) dedicato a San Pietro e due laterali entrambi fatti costruire dal conte Giacomo Bissari. Uno (costruito nel 1679) era dedicato ai Santi Valentino e Bovo, l'altro (costruito nel 1682) alla Vergine del Carmelo e ai Santi Francesco e Gaetano. Chiesetta di Santa Maria Favrega Ubicata a Motta, fu costruita intorno al secolo VIII da Anselmo di Nonantola e appartenne per secoli alla famiglia Bissari. È ora di proprietà della famiglia Gasparoni. Fu soggetta a diversi lavori di ampliamento nel 1888. i> Chiesetta di Sant'Antonio da Padova Sita in Cà Gardellina a Motta è datata 1709 e vi sono presenti numerose sculture attribuite a Giacomo Cassetti. Altre chiese o strutture religiose Chiesa di San Nicolò da Tolentino: era una piccola chiesa presente dove c'era il vecchio alimentari dei Fantelli (l'odierna Unicredit), vi si celebrava una messa a settimana da parte dello stesso cappellano che ufficiava l'Oratorio di San Battista. Oratori Oratorio di Sant'Apollonia Piccola chiesetta barocca nella zona urbana, venne costruita da don Teodoro Bacchi intorno al 1642. Oratorio di San Valentino Piccola chiesetta barocca in zona San Valentino, venne costruita dai nobili Repetta nel 1684 e fu benedetta nel 1685. Dal 14 febbraio 1943 è presente una statua in gesso di San Valentino donata dalla signora Elisa Conte Dalle Ore. Oratorio di San Giovanni Battista L'Oratorio di San Giovanni Battista fu fatto costruire nel 1645 dal conte Ostilio Bissaro dopo che Gerardo Bissari, nel suo testamento del 1501 lasciò un lascito per la sua costruzione. Rimase senza ufficiatura fino all'inizio dell'Ottocento anche se nel 1748 possedeva un cappellano con una mansioneria di tre messe a settimana. Non ha subito modifiche nel corso del tempo e presenta un'unica sala con una volta a botte e numerosi dipinti. La pala che adornava l'unico altare e che ora è posta sopra la porta d'ingresso è un opera di Alessandro Maganza. È stato anche questo edificio di proprietà, per un periodo imprecisato, della signora Elisa Conte Dalle Ore. Ville Villa San Carlo In origine di proprietà della famiglia Bissari, la villa è situata sul Pianoro di San Pietro e risale al XVIII secolo. È circondata da un immenso parco con moltissimi tipi di piante, comprese specie esotiche e fusti secolari (il cedrus libani ha più di quattrocento anni), che insieme ad un laghetto e alcune voliere formano un vero e proprio orto botanico. La Loggia Belvedere in stile dorico venne fatta costruire da Camillo Bissari. Acquistata dalla diocesi di Vicenza e inaugurata nel 1964, dopo radicali lavori di ristrutturazione e adattamento, la villa è attualmente adibita a casa per esercizi spirituali. Ogni anno nel parco, a fine estate, si svolge la Fiera degli Uccelli. Oltre all'esibizione degli uccelli è presente anche quella di animali da cortile, cavalli pony, ed un'esposizione canina aperta a tutte le razze. Cà Gardellina Nota anche come Villa De Sandri-Bortolan, è un complesso in aperta campagna in località Gardellina, a Motta. Esso è formato dal corpo padronale, cui si affiancano la cappella gentilizia, una torre colombara e le barchesse per gli usi agricoli. La cappella gentilizia è la chiesetta di Sant'Antonio da Padova. Castelli Costabissara, come testimoniano le investiture delle varie famiglie nobiliari, è stata sin dall'inizio un feudo vescovile che comprendeva di conseguenza un castello, vescovile anch'esso. Il Mantese ricorda come, nei libri dei feudi, si faccia riferimento sempre ad un solo castello che sorgeva poco sopra l'attuale chiesetta di San Zeno, sul colle noto come mons castri. Tale struttura corrisponde all'antico Castello di Donna Berta, di cui rimane oggi solo un pezzo della muraglia. Sono ricordati però anche altri due castelli: Castello di Pizamerlo (non è più esistente) e uno che corrisponde al Castello Bissari Sforza Colleoni odierno. Castello di Donna Berta Il castello di Donna Berta, antico castello vescovile di Costabissara si trovava sul colle di San Zenone (noto anche con il nome di mons castri), all'incirca al secondo tornante della strada che porta a Madonna delle Grazie. La costruzione potrebbe risalire ai primi anni del X secolo, a seguito delle famose invasioni degli Ungari e come molti altri castelli del vicentino. Non è mai stata scoperta la ragione per cui sin dall'antichità abbia questo nome. Alcune teorie parlano di un legame con la località "sopra il sasso di Donna Berta", un punto della costa collinare sotto Piazzale della Vittoria a Monte Berico; altre rimandano a Donna Berta di Lotaringia marchesa di Toscana, personaggio italiano di spicco dell'epoca, grazie alla quale sembra si sia costruita di tale fortificazione. Le sole memorie che abbiamo su questo castello sono in due feudi di beni datati 1288 e 1302 e in un'investitura vescovile del 1316. Pare quindi evidente che all'inizio del Trecento il castello fosse ancora presente e che avesse superato gli assalti ezzeliniani prima e padovani del 1311-1314 poi. Il fatto che non se ne parli durante la Guerra della Lega di Cambrai e alle battaglie del 1513 fa supporre che il castello resistette a lungo durante gli anni dal momento che solo nel 1860 cadde l'ultimo pezzo di muraglia che ne permetteva la visione anche da lontano. Le mura sud sono ancora visibili lungo il sentiero che dal tornante porta alla chiesetta di San Zeno. È uno dei due lati più lunghi del rettangolo di mura che delineavano il castello e che misuravano circa 80 metri, contro i 40 dei più corti. L'angolo vicino al tornante reggeva il torrione e lì le mura hanno uno spessore di quasi 3 metri. L'entrata al castello si intravede a metà delle mura Sud. Queste mura sono le ultime tracce che si potevano rinvenire già ad inizio del Novecento, come attesta la testimonianza visiva del Dalla-Cà. Castello di Pizamerlo Il castello di Pizamerlo viene citato per ragioni storiche non esistendoci da secoli più nessuna prova fisica della sua esistenza. Prendeva il nome del colle su cui sorgeva ed era non molto distante dal Castello di Donna Berta, fra la Chiesetta di San Zeno e di San Giorgio. Castello Bissari Sforza Colleoni Il Castello Bissari Sforza Colleoni, precedentemente noto anche come Villa De Buzzacarini o il Castello, è originario del 1100 circa ed era già esistente all'arrivo dei Bissari. Essi lo ricostruirono al loro arrivo, nel 1285, dopo la distruzione avvenuta ad opera di Ezzelino III. Nel 1859, dopo l'estinzione della famiglia Bissari, passa nelle mani del conte Guardino Colleoni che ne cura la ricostruzione richiedendo anche un'iscrizione lapidaria che ne riassume la storia. Successivamente fu del marchese De Buzzacarini e dal 1973 è di proprietà della famiglia Putin. Altri edifici storici Casa Repeta Casa Repeta o Repetta è un abitazione sita in via Roma (45.582832°N 11.482166°E45.582832; 11.482166), poco distante dall'Oratorio di Sant'Apollonia. La struttura quattrocentesca è stata più volte modificata nel corso del tempo. In una mappa del 1541 viene citata come di proprietà di "messer Peroto Repeta", mentre in una data 1570 viene indicata come proprietario "m.co sartorio Repeta". Nell'Ottocento diviene un'osteria e passa di proprietà a Francesco Sassatelli. La famiglia Serbelloni la prende in eredità per poi passare al Monte di Pietà di Vicenza nel 1950. L'aspetto che rende la casa degna di nota è la presenza di un affresco sulla facciata raffigurante un leone alato con due code, lo stemma del casato dei Repeta (che uno studio araldico ha ritenuto di far risalire alla prima metà del Settecento) e un paesaggio collinare nello sfondo. Lo stemma, infatti, sembra che appartenga ai fratelli Enea e Scipione Repeta: le trombe e il liuto vicino allo stemma rappresentano Scipione, marchese, che si impegnò come consigliere comunale per valorizzare musica e teatro; le zampe del leone sullo stemma ricordano Enea, soldato al servizio della Repubblica di Venezia. Lo sfondo, invece, rappresenta la Costabissara collinare dell'epoca: parte di villa San Carlo con la sua Loggia Belvedere, la Pieve di San Giorgio e un palazzo non più presente. Fattoria De Buzzacarini La Fattoria De Buzzacarini sorge nelle vicinanze di Villa San Carlo e del Castello Bissari Sforza Colleoni ed è formata da più strutture di epoche diverse, accollate e con entrate indipendenti. La parte più antica dà sulla strada, risale al XV secolo ed è riconoscibile per via degli angoli decorati con pietra bugnata, come gli ingressi. La struttura poggia su un sotterraneo con volta a botte da cui diparte un cunicolo non più percorribile completamente che dovrebbe portarsi alla vicina villa. Tale cunicolo dovrebbe far parte di una serie di collegamenti di origine medievale che portano anche al castello. Ostarià de Franco Grumello L'Ostarià de Franco Grumello, non più presente, si trovava in via Montegrappa, poco distante dalla Strada Provinciale del Pasubio (n° 46) a Motta. Sorgeva sulla Strada Regia da Vicenza che portava a Schio o Thiene (le attuali via Fogazzaro e via Piave). La casa è già presente nella mappa del Magnifico Conte Franceschini Vincenzo del 1563 e in una datata 20 giugno 1596 dove è indicata come osteria. Nei documenti napoleonici del 1809 la casa raffigura di proprietà di un certo "Pace Fabio del fu Antonio" e appare divisa in due parti: la casa e una boaria che sembra essere stata costruita nel 1790. Tra il 1809 e il 1813 sembra sia stato costruito un altro piccolo edificio adiacente di 4 m per 6 m con la probabile funzione di colombaia di cui si erano perse le tracce prima ancora che l'edificio venisse abbattuto. Dopo ulteriori rilievi nel Catasto Napoleonico del 1811 e 1823 l'edificio cambiò più volte proprietario: nel 1838 passò a Francesco Tecchio, l'11 aprile 1838 diventa di Gaetano Sbardelà e nel 1841 passa a "Sacchiero Pietro prete Leone" e prete Giovanni Battista. Il catasto austriaco dal 12 aprile 1850 aggiunge fra i proprietari anche il fratello Pietro Salvatore. Il decreto n.1263 dell'8 agosto 1885 dell'Intendenza di Finanza registra l'aggiunta di un aratorio, un prato e un orto. Al momento dell'abbattimento il proprietario era Ermenigildo Brodesco. Nel 1995 l'edificio viene definitivamente abbattuto e costruito l'attuale locale Billabong. Casa Maistrello Casa Maistrello, costruita nel XVI secolo circa, è una fattoria appartenuta ai Maistrello, una delle famiglie più antiche e importanti di Motta. Il loro nome compare nei documenti dal 1508, in una mappa del 1601 e in due mappe del 1721 e 1751 in cui le proprietà sono attribuite ad un certo Gerolamo Maistrello. Particolarità della casa è la presenza, nello spigolo sinistro della facciata posteriore, di un mattone un tempo appartenuto all'acquedotto romano di Vicenza che passava per Motta. Società Popolazione Gli abitanti residenti nel comune ammontano, alle stime del 31 dicembre 2010, a 7.131 unità. Tra queste esiste una perfetta parità tra numero di maschi e femmine (49,9% M - 50,1% F). La popolazione straniera rappresenta il 7,0% dei residenti (si veda la sezione relativa per i dettagli). L'età media è di 40,3 anni, cioè molto alta rispetto alla media dei comuni italiani. Tuttavia oltre i tre quarti della popolazione ha un'età compresa tra i 15 e i 64 anni. Nel decennio 2001-2011, Costabissara ha visto una costante crescita demografica, con un incremento annuale che è andato dal +1,53% al +5,43%. Il tasso di crescita medio è quindi del 2,84%, uno dei più alti d'Italia: ciò è dovuto non solo ad una migrazione nel territorio comunale, ma anche ad un saldo naturale positivo. Le famiglie censite sono 2.835, con una media di 2,52 componenti per nucleo. Evoluzione demografica Abitanti censiti Etnie e minoranze straniere Gli stranieri residenti nel comune al 31 dicembre 2009 risultano 474; di seguito sono riportate le provenienze e le unità (tra parentesi la percentuale sulla popolazione totale): Romania, 79 (1,11%) Serbia, 70 (0,98%) Albania, 62 (0,87%) Marocco, 39 (0,55%) Bosnia ed Erzegovina, 29 (0,41%) Moldavia, 25 (0,35%) Nigeria, 13 (0,18%) Bangladesh, 11 (0,15%) Germania, 10 (0,14%) Filippine, 10 (0,14%) Brasile, 9 (0,13%) Cuba, 8 (0,11%) Tunisia, 8 (0,11%) Cina, 7 (0,10%) Perù, 7 (0,10%) Qualità di vita Il reddito medio pro capite dei bissaresi è di 14.844 € annui, il terzo più alto di tutta la provincia di Vicenza. Culture Istruzione Scuole Nel territorio comunale sono presenti una scuola dell'infanzia paritaria, una scuola elementare (intitolata a Fedele Lampertico) e una scuola media (intitolata a Giuseppe Ungaretti), entrambe statali. A Motta sono presenti una scuola paritaria dell'infanzia (intitolata a San Gaetano) e una elementare statale (intitolata a Edmondo De Amicis). Media Radio Dal 1983 fino alla prima metà degli anni novanta è stato presente sul suolo bissarese lo Studio 2 di Radio Collina, una piccola emittente privata locale. Stampa Il Foglio di Costabissara e Motta è un piccolo periodico indipendente che tratta di temi locali. Geografia antropica Frazioni Costabissara presenta un'unica frazione, Motta che è situata lungo la Strada Provinciale del Pasubio (n° 46) procedendo verso Schio o Thiene. Altre località Il territorio di Costabissara comprende le località: Ca' Carraro San Valentino Fornaci San Zeno Pilastro Pignare Madonna delle Grazie mentre a Motta sono presenti: Fabrega Botteghino Villaraspa Cadanotte Motta bassa. Economia Il settore primario è rappresentato dalla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, frutta, uva da vino e dall'allevamento bovino. Il settore secondario è sviluppato soprattutto nei comparti della lavorazione e conservazione dei prodotti ortofrutticoli. Storica presenza bissarese è l'azienda artigiana dolciaria Loison, nata in paese nel 1938. Il settore terziario è presente con qualche filiale bancaria. Infrastrutture e trasporti Strade A 2 km dal centro urbano e per un pezzo del territorio comunale passa la Strada provinciale 46 del Pasubio (SP 46 ), ex strada statale 46 del Pasubio (SS 46). Mobilità urbana L'AIM di Vicenza serve il centro urbano e la frazione di Motta. Le Ferrovie e Tramvie Vicentine servono la parte di paese sulla SP46 (e quindi anche Motta) con due gruppi di linee: linee in direzione di Schio linee in direzione di Thiene Amministrazione La legge 25 marzo 1993 n. 81 ha introdotto l'elezione diretta del Sindaco insieme a quella dei Consiglieri, mentre prima il Primo Cittadino veniva eletto dal Consiglio Comunale eletto dal popolo. Le elezioni del 1990 sono state per Costabissara le ultime in cui l'elezione del sindaco non è avvenuta direttamente. Prima di tale data, quindi, la data di elezione non coincide necessariamente con quella della nomina per via della votazione che doveva essere fatta in sede di consiglio (potevano passare anche alcuni mesi): è riportata la data della nomina. Durante la storia del paese, si è anche assistito a quinquenni amministrati da più di un sindaco dei quali il primo è stato con molta probabilità destituito dal Consiglio Comunale stesso. Molte informazioni sono state raccolte da una serie di quadri (trascritti o stampati) appesi nella Sala Consiliare del Municipio e visibili al pubblico che riportano sindaci, assessori, consiglieri e (eventualmente) i commissari prefettizi delle amministrazioni del secondo dopoguerra. Altre provengono dal Sito del Ministero dell'Interno. Sport Calcio La principale squadra di calcio della città è l'U.S.D. Costabissara che milita nel girone C veneto di 1ª Categoria; la società è gemellata con l'Associazione Sportiva Cittadella. L'altra squadra di calcio della città è l'U.S.D. Bassan Team Motta che milita nel girone E di Seconda Categoria. Pattinaggio L'Associazione Sportiva Dilettantistica Costabissara Pattinaggio Libertas è nata nel 1986 ed effettua corsi di pattinaggio per bambini e ragazzi. Note Bibliografia Balistreri, Lovato, Traverso, Vighy, Costabissara, memorie e rilievi degli edifici di un tempo, Venezia, Edizioni Cluva, 1991, ISBN 88-7259-004-3 Alessandro Dalla-Cà, Costabissara, Memorie Storiche, Schio, 1904 Gaetano Maccà, Storia del Territorio Vicentino tomi XVII, XVIII, XIX, Caldogno, 1813 Antonio Canova e Giovanni Mantese, I castelli medioevali del vicentino, Accademia Olimpica di Vicenza, Vicenza, 1979 Adriano Toniolo, Villa San Carlo in Costabissara, Vicenza, Cooperativa Tipografica degli Operai, 1989 Traverso, Lovato, Menin, Ceccon, S. Giorgio, chiesa longobarda, Costabissara, 1989 La restaurata Chiesa di San Giorgio in Costabissara, 16 ottobre 2005, edito a cura della parrocchia del paese con contributi dei gruppi locali 7º centenario dei Bissari, Testimonianze per il centenario, maggio 1985, edito a cura del Comune di Costabissara Altri progetti Commons contiene immagini o altri file su Costabissara
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