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Cerro Veronese

Luogo: Cerro Veronese (Verona)
Cerro Veronese (el Sèro in veneto, Kame Cire in cimbro) è un comune italiano di 2.474 abitanti della provincia di Verona, in Veneto. Geografia Cerro Veronese dista 23 chilometri da Verona. Rispetto al capoluogo è in posizione nordest ed è raggiungibile percorrendo la Strada Provinciale 6 "dei Lessini" (SP6), una strada che ha l'origine a Quinto di Valpantena (nel comune di Verona) e che termina a San Giorgio (nel comune di Bosco Chiesanuova), per una lunghezza totale di circa 40 chilometri. La casa comunale è ubicata a 730 m s.l.m. ed il rischio di sismicità è basso. Del comune di Cerro Veronese fa parte anche la località di Praole, distante circa 3 chilometri dal capoluogo, che collega il comune di Cerro con quello di Grezzana (località Rosaro). Storia Cerro è detto “Veronese” per distinguerlo da Cerro Lambro (Milano), Cerro al Volturno (Campobasso), Cerro Maggiore (Milano), Cerro Tànaro (Asti),ecc. Eppure probabilmente nessuno di questi altri comuni può vantare un’origine più antica del Veronese, visti gli importanti ritrovamenti di oggetti preistorici sul Dosso Bertin e in altre zone del comune quali il Vajo Squaranto e la Nasa, testimonianti la remotissima colonizzazione abitativa del territorio dell’odierno Cerro. Le più importanti scoperte tuttavia, furono fatte al Còale del Mondo nel Vajo de la Busa negli anni tra il 1947 ed il 1953 grazie al lavoro degli studiosi del Museo di Storia Naturale di Verona, che diede luce ad un primo strato di sedimenti di età eneolitica (età del Rame, a partire dal 5000 a.C.) al quale seguirono altri più antichi fino ad un ultimo di età paleolitica superiore (40.000-10.000 a.C.) che rivelò agli archeologi una meravigliosa collezione di lame, abbozzi di schegge, raschiatoi su lame, bulini, punte di freccia e di giavellotto, lame denticolate ed altri manufatti che non si discostano da quelli ritrovati nel più importante sito del Ponte di Veja. È evidente quindi, che la zona di Cerro e la bassa Lessinia più in generale siano state soggette fin dall’antichità alla presenza di comunità umane di entità più o meno importante, fatto che smentisce l’idea secondo la quale questi territori siano stati spopolati fino ai secoli X e XI, ai quali risalgono tuttavia le prime testimonianze scritte di colonizzazioni da parte di popolazioni provenienti da altre regioni. È del 969 infatti un documento con il quale Ottone I (re di Germania ed Italia) concesse anche ad alcuni abitanti della Valpantena il diritto di usufruire dei boschi della cosiddetta “Selva hermannorum” o Frizzolana (nome di probabile origine preromana) che era già detta degli arimanni o waldemanni (boscaioli), popolazioni aventi il diritto al taglio dei boschi e al pascolamento “cum liberis hominibus qui vulgo herimani dicuntur” probabilmente già a partire dal terzo secolo. La gestione della Frizzolana passò poi al vescovo di Verona, che nel 1218 ne regolamentò l’utilizzo. Ed è finalmente del 5 febbraio 1287 il documento con il quale il vescovo Bartolomeo della Scala concesse, con il nulla osta del Capitano di Verona Alberto della Scala, ad un certo numero di coloni di probabile origine bavarese il diritto di stabilirsi in Roverè e nelle zone limitrofe, esentandoli dal pagamento di dazi e di obblighi militari nei periodi di pace. Si è così sviluppata la credenza che l’alta Lessinia sia stata colonizzata per la prima volta da queste popolazioni germaniche, mito però da sfatare visto che già in precedenza tali territori interessavano ai vescovi e ai signori di Verona che concedevano boschi e pascoli a pastori e contadini. Sono inoltre di chiara origine romana o veneta i nomi dei principali centri lessinici (Cerro, Roverè, Bosco, Velo,..), mentre solo contrade e piccoli centri portano nomi d’origine tedesca (Vesterle, Laito, ecc..). Poco prima della conquista di Verona da parte della Serenissima (1405), Caterina duchessa di Milano (della casata dei Visconti), definì il “Vicariatus Montanearum Theotonicorum” (nome che contribuì a far correre la fantasia degli storici di qualche secolo dopo riguardo ai cimbri) comprendente i principali comuni della Lessinia, vicariato della montagna che durò a lungo e a cui appartengono fino al secolo XVIII i comuni di Velo, Roverè, Valdiporro, Azzarino, Camposilvano, Selva di Progno, S. Bartolomeo, Badia Calavena, Saline, Chiesanuova, Tavernole, Erbezzo e appunto Cerro. In tale secolo quindi il nostro paese aveva già abbandonato il toponimo di Alferia per Cerro, nome la cui prima comparsa fu in alcuni documenti del secolo XVI. Con l’epoca prima Napoleonica e poi Austriaca, cessò il dominio Veneziano su Verona, e con esso tutto il sistema di privilegi feudali e territoriali come il “Vicariato dei XIII comuni” e lo stesso comune di Cerro che andò a costituire parte del Distretto della Montagna fino al 1866, anno in cui Verona fu annessa all’Italia. Ed ecco come, dalle parole scritte del Sormani-Moretti sulla Monografia della Provincia di Verona, doveva apparire Cerro verso la fine del secolo: “Il capoluogo è formato da un gruppo di 200 case sopra un monte aperto. Queste case, dall’aspetto civile, fra cui la ristretta ma pure sufficiente residenza comunale è, piuttosto misera, le scuole attorno alla dominante chiesa. Appariscente e vasta giusta ai bisogni dell’estesa parrocchia alla quale allarga la propria giurisdizione, oltre che su Cerro, sopra 400 comunisti di Boscochiesanuova e 70 di Grezzana, trovansi in quella chiesa due discrete pale, l’una un San Carlo Borromeo attribuita ad un Brusasorci, ma, ad ogni modo, non certo cattiva, nell’altra avendovi la figura d’un diavolo il cui nudo sembra ben fatto assai per quanto male lo si possa vedere a cagione d’una infelice oleografia odierna del Sacro Cuore da cui è coperta e nascosta”. Dal 1928, e fino al 1947, Cerro perse l’autonomia comunale, per entrare a far parte del comune di Grezzana. In quegli anni venne realizzato l’importante (anche se non ancora sufficiente) acquedotto che portò l’acqua dal Dosso del Martin (sopra Azzago) fino ai piedi del Paese. Ma è nel 1948 che, con la ricostituzione del comune e la nomina del nuovo sindaco il cav. Albino Perini, che si asfaltò la piazza con le vie limitrofe, e poi con il 1957 e il neo-sindaco dott. Fernando Chiampan, il paese si abbellì di fioriere, sedili marmorei e rimboschimenti, oltre alla realizzazione delle fognature e dei gabinetti pubblici. Persone legate a Cerro Veronese Angelo Vinco, presbitero missionario Damiano Cunego, ciclista professionista Gigliola Cinquetti, Regina della Canzone Italiana nata 1947 Evoluzione demografica Abitanti censiti Cultura I monumenti Considerato monumento lo storico cerro (albero) con almeno 300 anni di vita che campeggia nella piazza del centro storico fra la chiesa e il teatro parrocchiale. Gli appuntamenti Economia È zona di produzione del vino Valpolicella DOC, dell'Amarone della Valpolicella e del Recioto DOC Amministrazione Questo comune fa parte della Comunità montana della Lessinia. Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 settembre 2011. ^ Giancarlo Volpato, Civiltà cimbra. La cultura dei Cimbri dei Tredici Comuni veronesi, Verona, Bi & Gi, 1983, p. 73. ^ Cenni Storici - COmune di Cerro Veronese. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. ^ amministratori.interno.it - 1985. URL consultato il 10 ottobre 2013. ^ amministratori.interno.it - 1990. URL consultato il 10 ottobre 2013. ^ amministratori.interno.it - 1995. URL consultato il 10 ottobre 2013. ^ amministratori.interno.it - 1999. URL consultato il 10 ottobre 2013. ^ amministratori.interno.it - 2004. URL consultato il 10 ottobre 2013. ^ amministratori.interno.it - 2006 prefettizio. URL consultato il 10 ottobre 2013. ^ amministratori.interno.it - 2006 straordinario. URL consultato il 10 ottobre 2013. ^ amministratori.interno.it - 2006. URL consultato il 10 ottobre 2013. ^ amministratori.interno.it - 2011. URL consultato il 10 ottobre 2013. Bibliografia Giovanni Solinas, Cerro Veronese, monografia comunale del centro studi e ricerche di Verona, Edizioni Guide Bruno Trombin, Verona 1964. Voci correlate Comunità montana della Lessinia Collegamenti esterni
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