Antrodoco
Antrodoco conta all'incirca 2.800 abitanti. Si trova nella provincia di Rieti, in Lazio, e appartiene alla Comunità montana del Velino.
La scritta "DVX"
Situato lungo la via Salaria, a circa 20 km dal capoluogo provinciale, è circondato da tre gruppi montuosi. A Nord-Est del paese si erge il Monte Giano (1820 m). Da diversi chilometri di distanza si può notare sul monte la scritta "DVX" (duce, dal latino dux, ducis), composta da alberi di pino. La pineta, di circa otto ettari e di 20mila pini, fu realizzata dalla Scuola Allievi Guardie Forestali di Cittaducale nel 1939, con il contributo in braccia di numerosi giovani del posto, come omaggio a Benito Mussolini. La scritta, visibile nelle giornate di poca foschia anche da Roma, è patrimonio artistico e monumento naturale unico in Italia e nel mondo ed è stata recentemente restaurata con i fondi regionali nell'estate del 2004. A Sud troviamo il Monte Nuria (1888 m). Il toponimo Nuria è etimologicamente analogo al nome di una valle dei Pirenei (N-Uri-a, luogo-tra-monti). Un'altra possibilità è che il nome derivi dalla radice araba Nuri, nella sua forma femminile Nuriye, che significa "luce".
A Nord la Valle del Velino (o Falacrina) è sovrastata dal Monte Elefante (2089 m), facente parte del massiccio del Monte Terminillo (il Mons Tetricus degli antichi Romani). Il paese è attraversato dal fiume Velino, il maggiore affluente del fiume Nera, l'Aven Flumen dei latini (Livio), all'imbocco meridionale delle omonime Gole del Velino.
Il centro d'Italia
Antrodoco è uno dei Comuni che si proclama Centro d'Italia, in competizione con il suo capoluogo, Rieti (Umbeliculus Italiae) e Urbino (Centro del mondo). Il centro della Penisola è qui segnato da un piccolo obelisco sormontato da una sfera metallica, posto vicino alla chiesa di Santa Maria Extra Moenia.
Il clima
Il clima è tipicamente continentale con inverni freddi ed estati fresche e piovosità massima in autunno.
Il nome della cittadina
Pare che il nome della cittadina venga dall'osco Interocrium, dalla radice antica ocre, ovvero "tra le montagne"; è ricordato col nome di Vicus Interocrea dal geografo classico Strabone, come Introthoco nelle fonti dell'alto medioevo e come Introduci al tempo di Madama Margherita d'Austria, coniuge del duca Ottavio Farnese, sposato a Cittaducale.
La storia di Antrodoco
In epoca romana, Antrodoco è stata una mansio, una stazione di posta sulla via Salaria. Fu un centro che vide tra i suoi ospiti l'imperatore Vespasiano e i suoi figli Tito e Domiziano. Fonti latine menzionano anche le proprietà terapeutiche delle sue acque solfuree, rinomate anche nel Settecento, nell'Ottocento e fino agli anni '80 del Novecento in tutta la zona. Medioevo ed età moderna In età medievale, fu costruita una cittadella nella parte alta del paese, la "Rocca" (oggi chiamata dagli antrodocani "Rocchetta"), un avamposto inespugnabile e strategicamente importante lungo la Via degli Abruzzi. In seguito alla conquista normanna, Antrodoco venne a far parte del Regno di Sicilia e da Ruggero II fu concesso come feudo in capite a Raimondo da Lavareta.
Ai Lavareta fu tolto nel 1226, a seguito di un assedio al castello ordinato dall'imperatore Federico II ed affidato a Rainaldo di Urslingen, duca di Spoleto, e a suo fratello Bertoldo. Ma i due fratelli si ribellarono all'impero e tennero per loro il castello, che fu riconquistato dalle truppe imperiali nel 1233; nel 1382 fu comprato da Giovanna II di Napoli per 11.000 Fiorini. Antrodoco fu parte dell'Abruzzo Ultra, provincia del Regno di Napoli. Divenne feudo del marchese Giovanni Battista Savelli nel 1529, per poi passare, nel corso dei secoli, sotto la signoria dei Colonna, dei Bandini e dei Giugni.
Le gole di Antrodoco sono note per essere state il centro di quella che è considerata la prima battaglia risorgimentale: fra il 7 e il 9 marzo 1821 qui si scontrarono le truppe napoletane capitanate da Guglielmo Pepe e l'esercito austriaco, guidato dal generale Frimont. Pepe ebbe la peggio e Frimont venne ricompensato dal suo re, Ferdinando I, con il titolo di Principe di Antrodoco.
Nel 1860 Antrodoco, già parte del Regno delle Due Sicilie, diventa parte del Regno d'Italia. In questo periodo si manifestò fortemente anche in questo territorio, così come in quasi tutti i territori del Regno delle Due Sicilie, la resistenza popolare all'invasore sabaudo-piemontese: la cosiddetta Banda di Antrodoco, guidata da Domenico Natalucci, Pasquale Di Silvestro, Bernardo Di Biaggio, Angelo Di Biaggio, Giovanni Cenfi, Giuseppe Gregari, Carmine Bianchini, Giovanni Grassi e Giovanni De Angelis.
Fra il 4 e il 5 settembre 1862, la popolazione fu duramente colpita da un'alluvione (l'alluvione di Sant'Anna), che fece trentanove vittime: il fiume Velino, esondando, rase al suolo la chiesa di Sant'Anna, di cui non si hanno più testimonianze, e il borgo circostante.
Nel 1927 Antrodoco, a seguito del riordino delle Circoscrizioni Provinciali voluto dal regime fascista, entrò a far parte della appena costituita Provincia di Rieti, dopo essere stata per circa seicento anni capoluogo di mandamento del Circondario di Cittaducale, parte della Regione dell'Abruzzo Ulteriore del Regno di Napoli (poi Regno delle Due Sicilie). Storia recente Negli anni immediatamente precedenti la caduta di Mu'ammar Gheddafi, diverse personalità del comune, a partire dall'allora sindaco Maurizio Faina, hanno intrecciato rapporti col dittatore libico nella speranza che questi contribuisse al rilancio dell'economia della zona, alquanto compromessa dopo la chiusura di varie realtà imprenditoriali negli anni '70: un pastificio, una distilleria di liquori e lo stabilimento termale.
Gheddafi era stato attratto dalla bellezza ambientale del paese durante un'escursione in occasione del G8 dell'Aquila, nell'aprile del 2009. Nei progetti del rais e degli amministratori, lo stabilimento termale si sarebbe dovuto trasformare in un albergo di lusso con centro benessere.
Da vedere ad Antrodoco
Chiesa di Santa Maria Extra Moenia e suo battistero La Chiesa di Santa Maria Extra Moenia è appena fuori il centro storico del paese (extra moenia in latino è appunto "fuori le mura"), ed è il monumento artisticamente più rilevante di Antrodoco.
Costruita nell'XI secolo su di un precedente tempio dedicato alla dea romana Diana, fu originariamente dedicata a san Severo, primo parroco del paese; venne dunque intitolata alla Vergine nel 1051 dal vescovo Gerardo. L'edificio fu ripetutamente restaurato nei secoli, a causa di diversi rovinosi terremoti. La facciata, a capanna con spioventi irregolari, venne, per usare le parole dell'umanista Vincenzo Bindi, "barbaramente rinnovata" nell'Ottocento. Il portale duecentesco, di origine sconosciuta, venne inserito durante il restauro degli anni cinquanta (mentre il portale originale attualmente orna la chiesa di Santa Maria Assunta, nel centro storico del paese). La torre campanaria presenta, dal basso verso l'alto, monofore (murate), bifore e trifore con capitelli a gruccia, finestroni rettangolari.
L'abside, semicircolare, presenta all'esterno una cornice di archetti ed è percorsa da lesene longitudinali. L'interno della chiesa è diviso in tre navate: quella di destra è di due arcate più una terza arcatella su pilastri, quella di sinistra di quattro arcate disuguali su colonne. Come spesso succedeva all'epoca, per la costruzione della chiesa sono stati usati elementi di spoglio di provenienza romana. Vi troviamo numerosi affreschi, per la maggior parte avanzi piuttosto malconci.
Nel tamburo e nella conca dell'abside troviamo immagini bizantineggianti databili fra la fine del XII secolo e l'inizio del secolo successivo. Lungo le pareti laterali troviamo affreschi raffiguranti la Crocifissione (seconda metà del XIV secolo), Santa Caterina da Siena (metà XV secolo), San Giovanni Battista (metà XV secolo) e altri santi. Notevole l'affresco dello sposalizio di Santa Caterina d’Alessandria, conservato meglio degli altri, della prima metà del XIV secolo.
Vicino alla chiesa di Santa Maria Extra Moenia vi è un battistero a pianta esagonale, costruito presumibilmente intorno al terzo decennio del XV secolo. All'interno troviamo un notevole patrimonio pittorico, costituito da cicli dipinti nel corso del Quattrocento: la strage degli innocenti e la fuga in Egitto (del 1464), il giudizio universale (con l'arcaica figura di un diavolo dai molti tentacoli), storie della vita di San Giovanni Battista (del terzo decennio del XV secolo), la pietà di San Giovanni, la crocifissione, la salita al calvario e altre figure di santi.
La chiesa di Santa Maria Assunta era in origine intitolata alla Madonna del Popolo: il cambio di nome è avvenuto negli anni cinquanta, dopo la proclamazione del dogma dell'Assunzione. Distrutta dal terremoto del 1703, era originariamente in stile romanico.
La forma della navata centrale è a barca rovesciata; lungo le due pareti laterali si aprono simmetricamente cinque cappelle. In una di queste troviamo un pregiato altare ligneo. Sotto l'altare principale troviamo il corpo imbalsamato di San Benedetto (probabilmente un soldato francese). Dopo il sisma del 1997, che ha colpito l'Umbria e parte del Lazio, la chiesa è stata restaurata in diverse parti, anche se i lavori per il consolidamento non sono a tutt'oggi terminati; la facciata è stata completamente rinnovata nel corso del 2008.
Nel 2009 è stato inaugurato il nuovo organo Ahlborn-Ferraresi, a tecnica mista, con quattro registri reali e circa cinquanta virtuali. Per la sua acustica particolarmente favorevole la collegiata è spesso sede di concerti di musica sacra. Organista titolare della Collegiata è il maestro Daniele Rossi, organista e clavicembalista dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e docente presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Chiesa di Santa Chiara Riaperta al culto il 17 marzo 2012 dopo una più che quarantennale chiusura per restauri, ha un'unica navata ed altare in muratura di tipo preconciliare, oltre a quattro altari laterali.
La parte sopra la porta d'accesso è sormontata da una grande cantoria in muratura alla quale si accede grazie ad una scala accessibile dal corridoio laterale destro. La chiesa, prima che alla santa di Assisi, venne intitolata a San Francesco e a San Giovanni Battista. Pregevole la volta affrescata, raffigurante un cielo stellato. Incastonati nella volta gli affreschi raffiguranti Santa Cecilia, lo stemma del Cardinal Federico Tedeschini e l'Agnello.
La Madonna delle Grotte Nell'ottobre 1601 un'immagine dipinta della Vergine Maria fu ritrovata in una grotta di Vignola, località nei pressi della frazione di Rocca di Corno, da una pastorella di nove anni, Bernardina Boccacci. L'anno successivo al ritrovamento dell'immagine sacra, presso la grotta fu costruito un altare, e negli anni seguenti un santuario. Da più di quattrocento anni la Madonna delle Grotte è venerata dagli abitanti della Valle. Ogni inizio maggio la statua raffigurante la Vergine è portata in processione dai fedeli dal Santuario fino alla Collegiata di Antrodoco, dove rimane per tutto il periodo dei festeggiamenti, che durano circa un mese; il lunedì successivo la Pentecoste, l'immagine sacra viene riportata dai pellegrini al Santuario di Vignola: le strade del quartiere antrodocano di San Terenziano sono infiorate per l'occasione dagli abitanti.
La sezione antrodocana del Club Alpino Italiano è attiva nel valorizzare le montagne circostanti, provvede a segnare gli antichi sentieri e mulattiere che dalla valle portavano in cima ai monti o che collegavano tutti i paesi limitrofi, agevolando i turisti amanti del trekking. Schola Cantorum Antrodoco La Schola Cantorum Antrodoco è un coro polifonico a quattro voci (soprani, contralti, tenori e bassi), da più di vent'anni sotto la direzione di Franco Minelli.
È un gruppo compatto ma anche variegato, composto da coristi non professionisti, di ogni età e mestiere. Compito principale dell'associazione è arricchire con il canto le messe solenni, ma in diverse occasioni il coro si cimenta nel repertorio musicale popolare. Cultura Istruzione In città ha sede l'Istituto "Luigi Mannetti", che comprende scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di Antrodoco e Posta. Musei Museo della città, dedicato al pittore ed incisore seicentesco Carlo Cesi e al pittore albanese Lin Delija; Museo storico militare, curato dall'Associazione Nazionale Alpini sezione di Antrodoco.
Celebri nella provincia di Rieti e non solo, sono gli stracci antrodocani, delle crespelle ripiene di sugo di carne e salsa di pomodoro e formaggi, composto che viene poi anche distribuito sopra gli stracci; le crespelle arrotolate vengono disposte su uno o più strati in una teglia e cotte al forno per circa 40 minuti a 180°.
Eventi ad Antrodoco
Ogni anno, in agosto, si tiene ad Antrodoco la sagra degli stracci. Ricca la tradizione dolciaria, nella quale spiccano per tipicità i ciambelletti della sposa, dolci tipo taralli ricoperti di una glassa a base di albume, tradizionali dei matrimoni; i ciambelletti al vino, con anice; la copeta, sfoglie spianate sul tavolo e poi tagliate a rombi, composte di miele, noci e nocciole tritate e aromatizzate da foglie di alloro; le tisichelle (dolcetti di consistenza dura di forma circolare ottenuti dal semplice impasto di acqua, farina, zucchero e semi di anice); la pizza di cacao, una torta soffice; i pizzicotti, biscotti dalla forma irregolare con frutta secca e cioccolato.
A Pasqua le donne si cimentano nella preparazione della pizza messa (o pizza dde Pasqua), dolce robusto con canditi, simile al casatiello dolce campano, che viene consumato nella tipica colazione pasquale con uova benedette il giorno del Venerdì Santo, prezzemolo e il tipico salame schiacciato abruzzese.
Concerto di Capodanno della Schola Cantorum Antrodoco, 1º gennaio; Festa di Sant'Antonio Abate, la domenica seguente al 17 gennaio; Carnevale storico "Li dodici mesi", la domenica precedente il martedì grasso; Carnevale morto, martedì grasso; Festa della Madonna delle Grotte, a maggio Rassegna; Cori Polifonici, a maggio Festa di San Giovanni, dal 22 al 24 giugno; Festa di Sant'Anna (patrona di Antrodoco), dal 17 al 26 luglio; Fiera del Formaggio Pecorino, 26 luglio (contestualmente alla Fiera di Sant'Anna); Sagra delle Lumache, ad agosto nella frazione Rocca di Corno; Sagra degli Stracci (piatto tipico), ad agosto Interocrea; Festival (kermesse di musica classica e operistica), a luglio e agosto; Sagra della Scoppozza (cocomero e vino, accompagnata da canti popolari), 14 agosto; Festa d'Autunno (dedicata al marrone antrodocano IGP), a ottobre Concerto di Santa Cecilia dell'Orchestra di Fiati ACMA, a fine novembre Economia Agricoltura Antrodoco è anche famosa per il marrone antrodocano, pregiata qualità di castagna riconosciuta a marchio IGP, prodotta dai secolari boschi di castagno prospicienti alla valle del Velino, purtroppo in via di progressivo abbandono e deterioramento.
Ogni anno, a novembre, si tengono delle manifestazioni e sagre dedicate al frutto autunnale. I marroni antrodocani vengono anche utilizzati per la preparazione dei marron glacé.
Personaggi noti di Antrodoco
Carlo Cesi, pittore, nato ad Antrodoco nel 1622; Federico Tedeschini, cardinale e arcivescovo cattolico italiano, nato ad Antrodoco nel 1873; Luigi Mannetti, medico e benefattore, nato a L'Aquila nel 1875; Leone Cattani, avvocato e politico italiano, nato a Rieti nel 1906; Mario Riva, conduttore televisivo e attore italiano, nato a Roma nel 1913; Lin Delija, pittore albanese, nato a Scutari nel 1926.