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San Costantino Albanese

Luogo: San Costantino Albanese (Potenza)
San Costantino Albanese (Shën Kostandini Arbëresh in arbëreshë) è un comune italiano di 758 abitanti della provincia di Potenza, in Basilicata. L'origine storica di San Costantino Albanese è da attribuirsi all'insediamento delle popolazioni albanesi, esuli dai territori balcanici sud - occidentali, in seguito alla migrazione avvenuta nell'anno 1534, che coincide con la caduta della fortezza albanese di Korone (Κορώνη), città dell'attuale Messenia, sotto il controllo turco. Gli arbëreshë, nome antico delle popolazioni albanesi, si rifugiarono nella zona che conserva sino ad oggi l'identità, le funzioni religiose in rito bizantino-greco, i costumi e lingua arbëreshe, l'antico idioma albanese che la popolazione del luogo usa quotidianamente come lingua madre, sia nel privato che in luoghi religiosi e pubblici. Storia San Costantino Albanese è stato fondato da popolazioni albanesi provenienti dall'Albania e dalla Morea nel 1534, in seguito all'invasione ottomana dell'Impero Bizantino. Il re di Napoli li accolse, e Lazzaro Mattes destinò uno di questi gruppi presso Noja (l'attuale Noepoli). Sorge così il casale di Shën Kostandini basato su un'economia agricola con coltivazioni di castagno, olivo, lino, ginestra e cotone. Il paese fu premiato con dei privilegi regali, infatti fino al 1671 i suoi abitanti erano esenti dalle tasse e dai pesi fiscali poiché i regnanti spagnoli li premiarono per l'aiuto dato in passato nelle battaglie contro i turchi. Venduto ai Pignatelli, principi di Noja, seguì le sorti degli altri Casali facenti parte dei loro domini, anche se nel XVIII secolo la sua giurisdizione era ormai stata concessa in usufrutto alla famiglia Pace. Peculiarità dei suoi abitanti come elementi di distinzione dai latini sono la lingua arbëreshë, il costume tradizionale e il rito bizantino. I costumi, le manifestazioni tradizionali, l’apparato folklorico e le consuetudini di vita contribuiscono, con la lingua, a caratterizzare l’identità del gruppo etnico. La conservazione del rito Greco-Bizantino, fa ricadere la comunità sotto la giurisdizione ecclesiastica dell’”Eparchia” di Lungro (CS). Geografia fisica Il comune si trova in Val Sarmento, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, posto a circa 650 metri sul livello del mare. Il territorio circostante è prevalentemente montuoso, rientrando a costituire parte del massiccio del Pollino. Il comune è situato in un'area geografica di particolare valore naturalistico, presentando differenti caratteristiche ambientali tipiche, in gran parte, della macchia mediterranea, a cui si associano ambienti propri delle zone continentali. La macchia mediterranea si impone principalmente nelle aree in prossimità del fiume Sarmento, le cui acque attraversano un ampio letto sassoso tipico delle "fiumare" meridionali, tratto peculiare di antichi bacini alluvionali a regime irregolare. Il territorio collinare è caratterizzato da formazioni soggette a fenomeni carsici come generalmente si può indicare anche per i rilievi montuosi. Il nucleo abitativo antico è diviso in parte alta (katundi alartaz), il cui abitante veniva chiamato lastu lasht, e parte bassa (katundi ahimaz) che si estende longitudinalmente. Monumenti Interessante è il secentesco palazzo dei signori Pace di Venticalia, originato su di una precedente struttura edificata dai Pignatelli principi di Noja. Ospitò Giulio Capece Scondito, vescovo di Anglona, durante la sua visita pastorale. Subì danni ingenti a causa del terremoto del 1783 e venne così più volte rimaneggiato. Conservava sino ai primi anni del XX secolo bei soffitti lignei affrescati cinqueenteschi con scene grottesche e mitologiche tra cui quello principale del salone che ricordava le Dodici fatiche di Eracle Venduto dall'ultima erede della famiglia, Menadora Pace di Venticalia (1845-1930), il palazzo fu sede dell'asilo infantile gestito dalle suore basiliane e poi, smembrato, venne adibito ad abitazioni private. Si conservano ancora intatti l'imponente scalone di tufo che conduce alla loggia panoramica del terzo piano e la ricca cornice litica settecentesca del portone, opera di maestranze locali, sormontata dallo stemma di famiglia Pace che raffigura, in campo d'azzurro, due gemelli abbracciati reggenti in mano l'uno una stadera e l'altro una corona d'ulivo e sedenti sopra la frase in greco "giustizia e pace si sono abbracciate" tratta dal libro dei Salmi 85.11. Chiese Dalla piccola chiesa della Madonna delle Grazie prende il via la strada dedicata a Giorgio Castriota Scanderbeg (nxellikata), che taglia il paese giungendo alla Katistea. Poco dopo la metà di via Skanderberg ha luogo la piazza principale con la Chiesa madre dedicata a Santi Costantino ed Elena. L'edificio, di stile barocco, risale agli inizi del 1600, ed è strutturato su tre navate. Nel 1845 sono state realizzate le maioliche collocate in corrispondenza della facciata, che raffigurano i Santi Costantino (al centro), Pietro (sulla sinistra) e Paolo (sulla destra). In seguito alla costruzione, avvenuta secondo i canoni del rito romano, la chiesa ha subito delle trasformazioni negli anni 50 del XX secolo, quando il presbiterio costruito secondo il rito latino, è stato adattato al rito bizantino. Con i lavori di consolidamento terminati nel 1998 è stata costruita l’Iconostasi, balaustra lignea di separazione tra l'altare "Vima" e la navata, riccamente ornata da un assortito patrimonio iconografico rappresentante le 12 principali festività del calendario bizantino; altre icone presenti sono quelle dell’ultima cena, del Santo Patrono, della Madonna Odigitria, del Cristo, di San Giovanni Battista, del Crocefisso, dell’Annunciazione e dei due Arcangeli. L'edificio è stato ristrutturato esternamente assumendo un carattere sobrio ed imponente che domina l'intera piazza. L'interno si caratterizza, come già anticipato, per il variegato assortimento pittorico ed iconografico; spiccano, tra le altre raffigurazioni, l'Ascensione ed il Giudizio universale, eseguiti dall'iconografo albanese Josif Droboniku e dalla moglie Prifti. Semi-nascosto tra i cerri e gli ulivi, nella parte alta si trova il Santuario della Madonna della Stella, patrona del paese, che costituisce il cuore religioso della comunità. La Chiesa è fornita di un'iconostasi ricca di icone e di affreschi bizantini raffiguranti scene bibliche e santi della chiesa d'oriente. Una volta le punte estreme erano delimitate da due chiesette: una dedicata alla Madonna delle Grazie ancora oggi esistente; ed un'altra dedicata alla Madonna della Katistea, sin dal XVII secolo in giupadronato alla famiglia Pace e demolita una trentina di anni fa per la costruzione di una strada. Frazioni Conserva Venticalia Frazione di San Costantino Albanese. Dalla fine del XVII secolo fu feudo rustico della locale famiglia Pace che lo possedette ininterrottamente sino all'eversione della feudalità su concessione dei Pignatelli principi di Noja. Martorino Anche Martorino, frazione di San Costantino Albanese che conta circa 300 abitanti fu tra le concessioni feudali che la famiglia Pignatelli concesse alla fine del XVII secolo alla famiglia Pace, avendo una storia simile alla frazione di Venticalia. Persone legate a San Costantino Albanese Tommaso Pace, letterato e storico Donato Scutari, politico Nicola Scaldaferri, etnomusicologo docente universitario Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Amministrazione Note ^ ]http://demo.istat.it/bilmens2012gen/index.html - Popolazione residente al 30 settembre 2012. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Voci correlate Albania Arbëreshë Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi Parco nazionale del Pollino Penisola balcanica Κορώνη Rito orientale Rito ortodosso Collegamenti esterni Comune di San Costantino Albanese / Bashkia e Shën Kostandinit Arbëreshë Informazioni turistiche su San Costantino Albanese
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