Luogo - Area Archeologica

Museo archeologico nazionale e Zona archeologica di Luni

Luogo: Via Luni, 37, Ortonovo (La Spezia)
Colonia romana di Luna. Fondata nel 177 a.C. sul litorale della baia alla foce del fiume Magra, dopo la conquista del territorio dei Liguri Apuani da parte di Roma, deve il suo nome alla dea Selene-Luna. La prossimità al porto oggi interrato, già frequentato da Greci ed Etruschi, la ricchezza dei filoni marmiferi delle vicine Alpi Apuane e gli interessi politici di famiglie senatorie come quella degli Aemilii favorirono ben presto la prosperità del centro, che fu arricchito di templi, statue onorarie ed edifici privati lussuosi. Alla fine del IV secolo d.C., piegata dal terremoto, la città fu ricostruita sfruttando i resti delle sue imponenti architetture. Fortezza bizantina contro i barbari, sotto la guida politica e religiosa dei suoi vescovi fu centro della Diocesi con la cattedrale di Santa Maria, meta di pellegrini e viandanti lungo la via Francigena. L'impaludamento del porto e la malaria ne segnarono l'abbandono. Dante la ricorda infatti fra le città morte. Il Museo si apre con una sezione relativa alla statuaria in marmo e alla ritrattistica, seguono quella dedicata alla ceramica, con una rassegna tipologica, ordinata cronologicamente, delle produzioni rinvenute a Luni, quella numismatica, con un ampio repertorio che dall’età repubblicana arriva fino all’alto medioevo, ed ancora una sezione destinata ai monili e agli strumenti da toilette. Sono poi esposti i contenitori da trasporto, i vetri e una selezione di oggetti in metallo. Lo spazio del portico sottostante il Museo è destinato al capitolium, di cui si presenta una rassegna degli elementi di decorazione architettonica in marmo e in terracotta. All’uscita dal Museo si possono osservare i resti della “domus dei mosaici” che prende nome appunto dalla ricca pavimentazione musiva. L’abitazione, che ha avuto varie fasi edilizie, ha restituito in particolare un mosaico con la raffigurazione di Ercole ed uno con il Circo Massimo di Roma, entrambi databili a fine III — inizi IV d.C. Oltrepassata la domus, svettano i ruderi del tempio dedicato alla dea Luna. L’edificio sacro fu edificato in età repubblicana (a questa epoca è da attribuire anche la decorazione del frontone in terracotta datato intorno al 150 a.C. ) e poi profondamente ristrutturato in età imperiale. I materiali del santuario sono visibili nella sezione sacra allestita nel contiguo casale Maurino. Ritornando lungo il percorso da una parte si possono osservare un tratto delle fondazioni della cinta muraria, i resti della “domus settentrionale” e la sezione epigrafica, dall’altra si può raggiungere l’area pubblica centrale che si sviluppa intorno al foro. La grande piazza era in origine rivestita di marmi e delimitata sui lati lunghi da porticati con botteghe. In età imperiale vi si affaccia una serie di edifici pubblici sia a carattere sacro che civile tra cui il capitolium, la basilica civile e la curia, affiancata da due piazze gemelle. La visita prosegue con la sezione dedicata all’edilizia privata presso la quale un spazio significativo è attribuito alla “domus degli affreschi”, vasta dimora che prende il nome dagli intonaci dipinti rinvenuti al suo interno. Il percorso si chiude con l’anfiteatro ubicato al di fuori delle mura; il monumento, costruito in età imperiale, poteva ospitare fino a 7000 persone.
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