Destinazioni - Comune
Ortona dei Marsi
Luogo:
Ortona dei Marsi (L'Aquila)
Ortona dei Marsi è un comune italiano di 722 abitanti della provincia dell'Aquila in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana Valle del Giovenco.
Geografia
Ortona sorge su un'altura di 1.003 metri, ma le vette delle montagne che circondano il paese arrivano fino ai 1800 metri slm.
Il territorio ortonese è attraversato dal fiume Giovenco, che viene originato nella Valle del Templo, alle pendici del Monte Argatone, e va a sfociare in tre rami di cui uno confluisce nei canali del Fucino, ed altri due arrivano al fiume Liri.
Clima
Il clima ad Ortona, la cui classificazione climatica è nella zona F, è molto rigido in inverno e fresco in estate. Le minime possono, d'inverno, superare di almeno 10 gradi lo zero in negativo, mentre in stagione autunnale la temperatura oscilla tra i 20 e i 5 gradi sopra lo zero; le precipitazioni sono abbondanti, e ben distribuite nell'arco annuale, perlopiù nevose dal tardo autunno sino addirittura all'inizio della primavera. In inverno è spesso soggetta a violente bufere di neve, con manto nevoso che non di rado può raggiungere il metro di altezza; è considerata una delle "porte d'accesso" al Parco Nazionale d'Abruzzo.
Frazioni
Aschi
Aschi Alto, a 1139 metri sul livello del mare, che porta sul suo stemma tre stelle d'argento in campo azzurro, è molto di più di una frazione di Ortona dei Marsi. Dei mille abitanti, alla vigilia del terremoto del 13 gennaio 1915, non ne rimasero che trecento, gli altri furono trovati cadaveri sotto le macerie delle case distrutte dall'immane flagello. Molti dei superstiti preferirono trasferirsi, in località Casali di Aschi ove possedevano terreni e fabbricati sparsi in diversi centri denominati , , e che prima del terremoto costituivano il soggiorno invernale, per trovarsi sulle rive del Lago del Fucino, degli abitanti di Aschi allora detto Alto. E così, mentre oggi questo centro conta circa 150 abitanti, i Casali d'Aschi che, nel 1948 vennero aggregati al comune di Gioia dei Marsi da cui distano appena un chilometro, hanno una popolazione di oltre 1000 abitanti. Aschi è allacciato da una strada panoramica a Venere dei Marsi ed alla provinciale Pescasseroli-Bisegna-Ortona dei Marsi-Pescina.
Aschi prima del terremoto del 1915
Il nome di Aschi ha eccitato la fantasia e le ricerche di storici circa le sue origini: deriva da Asilum, da Asciclum, da Aculum, da Aschium o da Asinio? Oppure come scrive F.Terra con etimologia tratta dalla lingua ebraica da (Pignatta di fuoco) o da (Fessura di adustione) o da < Hasen e Haschen fumante> forse per le miniere di ferro, di filantrace, legno nericcio e di nafta sallucida trasparente ricordate da diversi geografi? Andrea Di Pietro nella sua opera ricorda l'Asilo che i Marsi. In questo asilo si radunavano i marsi con il collegio dei sacerdoti feciali per prepararsi alla guerra e per la celebrazione di feste, riti e sacrifici, in onore della Dea Bellona. Distrutto nel 302 a.C. dai consoli Fulvio Patino e Tito Manlio Torquato i superstiti si rifugiarono nelle località limitrofe all'Asilo denominate Puzzello, Vallefredda, Vallo e Vico-Albo, per poi, a seguito di eventi diversi, fissarsi in quella località cui venne dato il nome di Aschi. Ricordiamo tra queste, come la più importante, Vico-Albo anch'essa distrutta e riedificata nella sua parte inferiore, con il nome di Vico che . I pochi superstiti, dopo la metà del secolo XVII si riunirono ad Aschi. Il territorio di Vico è ricordato anche dal Giustiniani nel suo Dizionario geografico del Regno di Napoli come località . Nel medioevo, intorno ad Aschi, venne stretta una cinta muraria dalla quale si levavano sette torri: Di qualcuna di queste esistono ancora i residui, mentre nel 1710 si conservavano due porte che la sera venivano chiuse. Intorno ad aschi, gravitavano diversi castelli poi distrutti: Apamea, Altrano, Bozzano, Sant'Anzio. Nel 1173, Aschi, come ricorda l'Antinori, era feudo di Rainaldo, conte di Celano, per la tassa di un soldato a cavallo e con una popolazione di ventiquattro capi di famiglia. Con il suo antico nome, Ascilum è ricordata nella bolla di Clemente III al Vescovo Eliano. Viene ricordato nel 1411 tal Nicolò d'Aschi possessore di feudi. Il Vescovo Maccafani che resse la diocesi dei marsi dal 1446 provvide ad unificare i beni ecclesiastici di proprietà delle varie popolazioni riunite ad Aschi creando con questi la Parrocchia del SS. Salvatore con a capo un arciprete,(Parrocchia tuttora esistente). La bella chiesa dedicata al suo protettore, venne distrutta dal terremoto del 1915: al suo posto, ne è stata costruita una nuova che conserva una preziosa statua lignea del SS.Salvatore. Antonio Piccolomini, barone di Pescina, fu nel 1464, Signore di Aschi, titolo che gli venne conservato nel 1484 dal Re. Nel XV secolo, periodo di sanguinose guerre tra gli Orsini ed il Colonna, che ebbero vasta eco nella Marsica ove le due famiglie possedevano estesi feudi, Aschi parteggiò per i Colonna e nell'anno 1442 Fabrizio Colonna per ricompensare gli abilissimi e coraggiosi frombolieri di Aschi che si erano battuti per lui, concesse agli aschitani il privilegio del pascolo senza pernottamento della città di Marsia e del castello di Venere. Nel 1591, Antonio Piccolomini, vendette la contea di Celano alla donna Camilla Peretti e dall'atto relativo si rileva che Aschio pagava annualmente per la colletta di S.Maria Assunta trenta ducati, mentre per la balia, per la cera di Vico e per l'adoho pagava sette ducati. Nel 1597 contava oltre 500 abitanti che coltivavano grano, orzo e producevano anche olio da oliveti situati presso Casali di Aschio di Vico, dato che il Lago del Fucino esercitava un'azione termormoregolatrice sul clima (dopo il prosciugamento la pianta d'oliva è scomparsa). Oggi Aschi Alto conta circa 150 abitanti.
Carrito
Carrito deriva forse dal latino carretum, luogo di smistamento dei carri, o dal germanico karith, sporgenza. Fattostà che viene menzionata da papa Pasquale II agli inizi del XII secolo. Vi sorge il Santuario della Madonna della Pietà, risalente al XVI secolo ma restaurato nel 1734, nel 1916 e nel 1998. A Carrito affiorano resti di mura megalitiche pre-romane, connesse verosimilmente con la fortezza di Milionia. Vi sorse anche un monastero dedicato a San Massimo, che fiorì nel XII secolo e di cui oggi restano pochi ruderi.
Cesoli
Cesoli viene menzionata la prima volta da papa Pasquale II, e poi ancora per tutto il XII secolo. L'attuale chiesa del Sacro Cuore è del 1905, e assurse a dignità parrocchiale solo nel 1947.
Sulla Villa
L'abitato di Sulla Villa era anticamente chiamato Fumegna. Nel 1690 vi venne costruita una chiesa dedicata alla Vergine Maria, che divenne poi l'attuale Santuario di Santa Maria, che essendo al confine col territorio di Villalago, venne chiamato della Villa e poi sulla Villa, donde l'attuale nome della borgata.
Toponimo
Ortona probabilmente deriva dal latino Ortus solis, orto del sole, data la sua posizione verso Oriente.
Storia
Età antica
Nel territorio di Ortona, tra le frazioni Casej, Rivoli e Colle Cavallo, è stata collocata l'antica fortezza marsica di Milionia. A Milionia si rifugiarono i Sanniti, alleati dei Marsi, nel 294 a.C., durante la Terza guerra sannitica, dalle truppe romane guidate dai consoli Lucio Postumio e Marco Attilio Regolo, che alla fine espugnarono la città.
Nell'area di Ortona ebbe origine la Gens Poppedia, di cui esponente più importante fu Quinto Poppedio Silone, comandante degli Italici nella Guerra sociale (91-88 a.C.). La moglie e la figlia di Poppedio Silone vennero sepolte in località Le Rosce di Ortona, dove è stata rinvenuta una lapide con delle sepolture femminili.
Medioevo
Papa Pasquale II in una bolla del 1115 e papa Clemente III in una bolla del 1185 citano una chiesa di Sancti Quirici in Melogne, dove Melogne sarebbe la corruzione dell'antico toponimo Milionia. Nelle stesse bolle vengono anche nominate le chiese di Sant'Onofrio, Sant'Abbondio e San Giovanni Battista di Ortona. Il nucleo storico del borgo sarebbe sorto quindi attorno alla chiesa di Sant'Onofrio e alla torre feudale sulla sommità del colle.
Nel 1187, in un'indagine commissionata dal Re di Napoli Guglielmo II il Buono Ortona risulta possesso feudale del conte Rainaldo di Celano.
Età Moderna
Nel 1454 il Re di Napoli Alfonso d'Aragona investì dei castelli di Ortona e Carrito Gianpaolo Cantelmo, col titolo di conte.
Nel 1579 la contea di Ortona era acquistata da Fabio degli Afflitti di Alfedena. Nel 1594 il vescovo di Pescina Matteo Colli in una relazione ad limina denuncia la presenza di bande violente e numerose di briganti che impedivano il transito nella aree di montagna, e d'altro canto parla della chiesa di San Giovanni Battista in Ortona, elevata a Collegiata.
Nel 1602 la contea veniva venduta all'asta a Giovanni Fibbioni dell'Aquila, che la rivendeva subito a Francesco Paolini di Magliano. In questo periodo le relazioni ad limina dei vescovi di Pescina lamentano tutte la miseria crescente delle parrocchie della Diocesi, e soprattutto della valle del Giovenco, tanto che il 14 ottobre 1639 il vescovo Lorenzo Massimi unì rendite e benefici di tutte le parrocchie rurali sotto la Collegiata di San Giovanni Battista.
Nell'intera Diocesi di Pescina la peste del 1656 causò 4080 vittime, ma Ortona rimase pressoché immune da questo flagello.
Il 29 ottobre 1734 venne riconsacrata la Collegiata di San Giovanni Battista dal vescovo di Pescina Giuseppe Baroni.
Nel 1756 la Comunità di Ortona inoltrò al Papa una supplica chiedendo di poter prelevare dalle catacombe di San Sebastiano in Roma delle reliquie di un santo martire. Così il 19 settembre 1759 arrivarono ad Ortona le spoglie di San Generoso Martire.
Nel corso del Settecento si verificheranno gravi calamità naturali, e molti ortonesi decideranno di recarsi, come braccianti stagionali, ai Castelli Romani, soprattutto in quel di Frascati e di Marino.
Ortona nel Regno d'Italia
Agli inizi del XIX secolo Ortona contava 1178 abitanti; mentre nel 1866 la popolazione era salita a 2214 abitanti. Nel 1874 Ortona ed Aschi contavano 3436 abitanti.
La frazione di Aschi, in considerazione della grande importanza da essa rivestita, chiese nel 1887 di venire aggregata al comune di Gioia dei Marsi, richiesta poi respinta.
Nel 1888 il comune commissiona la fontana in Piazza San Giovanni, per un costo di 23.330 lire.
Il 13 gennaio 1915 Ortona venne colpita dal terremoto di Avezzano, non subendo tuttavia gravi danni o perdite umane ingenti.
Il 10 ottobre 1908 ad Ortona venne inaugurata una centrale elettrica, oggi caduta in disuso. Ortona però fu una delle prime località italiane ad essere servita dall'energia elettrica.
Negli anni trenta del XX secolo vennero costruite numerose scuole rurali, mentre nel 1948 venne aperto l'asilo delle Suore Apostole del Sacro Cuore, rimasto in funzione fino al 1975.
Oggi
Il 27 luglio 2007 un grande incendio, probabilmente doloso, ha devastato il bosco di Ortona. Si è subito costituito un comitato per ripiantare in tempi rapidi la vegetazione.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
La popolazione di Ortona sta negli ultimi tempi precipitosamente calando: ciò è dovuto soprattutto all'assenza di infrastrutture e servizi e alla posizione del paese, al di fuori delle grandi vie di comunicazione. Le numerose scuole rurali, erette negli anni trenta del XX secolo per far fronte ad un aumento della popolazione connesso alla ruralizzazione voluta dal regime fascista (la "battaglia del grano"), sono oggi tutte abbandonate e cadenti. L'ultimo asilo ortonese, retto da religiose, è stato chiuso nel 1975.
Luoghi d'interesse
Chiese e conventi
Collegiata di San Giovanni Battista
La chiesa risale verosimilmente al XIV secolo, dato che la campana grande porta la data di fusione 1342. È costruita senza fondamenta, come la maggior parte del paese, e si fonda direttamente sulla roccia viva.
Tra il 1485 e il 1500, vennero eseguiti alcuni affreschi alle colonne delle navate. Il bel portale è stato eseguito nel 1735 dal maestro Berardino Melone della Torre di Alfedena, mentre l'intera facciata è stata restaurata nel 2001. Nel 1916 venne rifatto il tetto, rovinato dal terremoto di Avezzano, e nel 1947 venne eretto l'altare di San Generoso Martire, che ospita la reliquie del santo.
Nella notte tra il 13 ed il 14 settembre 2000 nella Collegiata di San Giovanni Battista si verificò un furto sacrilego del valore di 400 milioni di lire. Ancora non sono stati individuati i responsabili: sparirono alcune tele settecentesche, parti di sculture e i bambinelli delle statue.
Chiesa di Sant'Onofrio
Questo luogo di culto si fa risalire al XII secolo, essendo la più antica chiesa di Ortona. Crollò più volte, venendo in seguito ricostruita. L'ultimo rifacimento è del 1940.
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Venne eretta nel XVIII secolo forse nel sito dell'antica chiesa di Sant'Abbondio: fino a qualche anno fa vi veniva celebrata la benedizione degli asini, scena descritta da Ignazio Silone nel racconto Il seme sotto la neve, senza però fare riferimento ad Ortona. Nel 1789 vi venne costituito un altare privilegiatum della famiglia Maggi.
Le chiese rurali
Sant'Abbondio in Fundo Magno: citata dalla sunnominata bolla di papa Clemente III, sita nella frazione rurale di Fundus Magnus, cadde in abbadono senza altre menzioni;
Santa Maria di Loreto: citata da Clemente III extra moenia terrae Hortonae ad Marsos erecta in fundo Paschalis Tomei loco nuncupata la Portella cum campanili, caemeterio fonte baptismi aliisque officinis opportunis, caduta anch'essa in disuso;
Sant'Angelo: citata in un istrumento del 1587, come possesso del seminario diocesano di Pescina;
Santa Maria delle Grazie: situata all'ingresso di Ortona, nel luogo dove oggi è il piazzale col monumento ai Caduti: venne lesionata gravemente dal terremoto del 1915 e in seguito spianata al suolo. Nel 1748 era stato approvato il regolamento della Confraternita del Gonfalone o delle Grazie, che aveva sede in questo luogo di culto.
Castelli, palazzi e ville
Torre feudale
L'antica torre tonda che sorge sulla sommità del colle di Ortona, risale al XIII secolo e rappresenta il punto focale della fortificazione del borgo. Si presenta in buono stato di conservazione, ed è circondata da antiche murature appartenenti alla cerca muraria. È situata nel quartiere più antico del borgo, detto di Sant'Onofrio.
Cultura
Feste e sagre
Festa di Sant'Antonio Abate: si celebra il 17 gennaio, presso la relativa chiesa nel borgo antico di Ortona. Si procede alla benedizione degli animali, e si festeggia anche la Sagra della salsiccia;
Festa di San Generoso Martire: festa patronale celebrata da 4 secoli l'8 maggio, con processione per le vie del borgo della grande statua del santo martire;
Festa di Sant'Onofrio: festeggiata il secondo o terzo sabato di luglio, nella chiesa dedicata al santo;
Festa della Madonna di Sulla Villa: si celebra il 14 ed il 15 agosto, presso il Santuario di Sulla Villa; la novena invece inizia il 5 agosto;
Festa dell'Anziano: ricorre il 12 agosto, e sono festeggiati i "nonni" ortonesi;
Festa di Sant'Antonio di Padova: si festeggia il 6 settembre;
Festa di San Rocco: si festeggia il 7 settembre;
Festa della Madonna delle Grazie: si festeggia l'8 settembre.
Economia
L'economia locale era basata prevalentemente sull'agricoltura (nella valle del Giovenco) e sulla pastorizia (nelle contrade montuose). Fin dal XVIII secolo le manovalanze stagionali dei Castelli Romani, zona di produzione prettamente vinicola vicino Roma, provenivano da questa zona.
Nel 1908 ad Ortona venne aperta una delle prime centrali elettriche, in seguito chiusa, che sfruttava le acque del fiume Giovenco. Sempre da queste acque traevano forza alcuni mulini, di cui oggi restano le strutture riadattate a civili abitazioni.
Oggi la principale risorsa del paese è il turismo, che punta sulla vicinanza con centri sciistici rinomati come Pescasseroli (27 km), Opi (20 km), Pescina (11 km).
Amministrazione
l
Gemellaggi
Sauvigny, Francia (settembre 2005)
Sport
Calcio
La SS Ortona Calcio 2000 è stata la squadra del paese dal 2000 fino alla stagione 2009/2010.
Impianti sportivi calcistici
Ortona è dotata di un centro sportivo, con campo da calcio e da tennis, situato poco fuori dell'abitato.
Ferrovie
La frazione di Carrito è servita da una stazione ferroviaria, ubicata lungo la Ferrovia Roma-Sulmona-Pescara.
Note
^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
^ In questo Santuario, sulla destra della porta della chiesa dopo le scritte, era una ruota per i bambini abbandonati e una fioriera a muro del XIX secolo, ora trafugata. Inoltre nel 1990 la Penitenziaria Apostolica ha accordato l'indulgenza plenaria a chi visita il Santuario.
^ Tito Livio, Ab Urbe condita, libro X.
^ La lapide è: POPPEDIA P. F. SECUNDA / FILIAE OSSA SITA FILIAE / M. F. MATRI OSSA SITA
^ La Diocesi di Pescina era stata costituita nel 1579 e il seminario diocesano era stato dotato delle rendite di numerose chiese rurali del territorio di Ortona.
^ Relazione ad limina del vescovo di Pescina Giovanni Camillo Rossi.
^ Basti pensare che la sola frazione di Aschi aveva nel 1887 un'entrata di 32.048,01 lire, contro i 45.973,13 di entrate per Ortona.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
^ Questa campana rimase in funzione per 7 secoli, fino al 1962, anno in cui si lesionò. Venne tolta dalla torre campanaria nel 2002, ed oggi è esposta nella navata destra della Collegiata.
Bibliografia
Vincenzo Amendola, Ortona dei Marsi - 2300 anni di storia, Ortona 1990.
Vincenzo Amendola, Milionia e Poppedio Silone, Ortona 1995.
Voci correlate
Comunità Montana Valle del Giovenco
Francesco Saverio Petroni
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Collegamenti esterni
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