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Monastier di Treviso

Luogo: Monastier di Treviso (Treviso)
Monastier di Treviso (Monastièr in veneto) è un comune italiano di 4.087 abitanti della provincia di Treviso, in Veneto. Si tratta di un comune sparso in quanto sede comunale è la frazione Fornaci. Amministrazione Storia L'antichità La notevole presenza di corsi d'acqua, come ad esempio il Meolo, anche alimentati da risorgive ha favorito l'insediamento umano nella zona sin dal neolitico (5000 a.C.), come testimoniano i numerosi reperti del periodo: punte in selce, strumenti vari e un pugnaletto. Anche la presenza romana è ben comprovata da numerosi ritrovamenti. Lo stesso impianto stradale sembra seguire l'antica centuriazione, avvenuta in due momenti successivi. Tra l'altro, sembra che qui passasse l'importante arteria che collegava Altino ad Oderzo. Il Medioevo Bisognerà tuttavia aspettare l'880 per avere una prima testimonianza scritta di Monastier. Nella trascrizione di un atto di quell'anno è ricordato Pilum (Pero), porto fluviale rilevante nell'ambito dei commerci dell'entroterra veneto. La storia del comune, però, è indissolubilmente legata a quella del monastero (lat. monasterium da cui il nome) benedettino fondato nel 958 in luogo palustre e ricco di boschi grazie alle donazioni di Ottone I che, qualche anno più tardi, sarebbe diventato imperatore del Sacro Romano Impero. L'originario titolo dell'abbazia era di San Pietro. Dipendente dal Patriarcato di Aquileia, l'Abbazia di Santa Maria del Pero controllava "tutti i territori" tra i fiumi Piave e Vallio, sino alla Laguna Veneta. Nel 1017 l'imperatore Enrico II confermò con un diploma i suoi privilegi e impose un'ammenda a chi li avesse violati. Il monastero, arricchito da donazioni e dotato di venti magazzini, fu coinvolto in conflitti di giurisidizione con il clero di Treviso ed Ezzelino da Romano. Nel 1200 il complesso mutò il titolo di San Pietro con quello di Maria Assunta. Nel 1300 il monastero si stacca dal Patriarcato di Aquileia e si lega alla diocesi di Treviso. Il periodo veneziano Nel Quattrocento i monaci erano per lo più appartenenti alla nobiltà veneta e ne sostenevano gli interessi. Tra il 1449 e il 1479 il monastero fu trasformato in commenda e gli edifici andarono in disuso, per poi risorgere quando passò alla congregazione Benedettina Cassinese di Santa Giustina di Padova, affidato all'abate di San Giorgio Maggiore di Venezia. Nel 1489 la chiesa, paragonata per grandezza e bellezza al duomo di Treviso, fu restaurata e ingrandita con l'elevazione delle navate laterali permettendo così la creazione di un secondo piano di chiostro illuminato da bifore. Interventi e migliorie continuarono negli anni a seguire. Del 1604 gli affreschi del refettorio riportanti brani di vita benedettina. Vi si trovano raffigurati un paio di miracoli di San Benedetto e le Abbazie di: Montecassino, Praglia (PD)e Santa Giustina con Prato della Valle. Ed ancora nel 1621 un ulteriore abbellimento del complesso con la costruzione del portale marmoreo della chiesa e della sacrestia. Nel 1622 l'abate Cornelio Giroldi, detto Morendelio, ingrandì il chiostro mediano, che fu abbellito da pregevoli bassorilievi e affreschi. Nel 1710 si provvide alla costruzione della canonica e del Pozzo alla Veneziana nel chiostro romanico. L'Abbazia continuò la sua attività sino alle soppressioni napoleoniche del 1797 conseguenti alla caduta della Serenissima. Incamerato dal Regio Demanio, l'edificio fu abbandonato e spogliato degli archivi e degli arredi, in particolare una pregevole tela del Carpaccio con San Giorgio che uccide il drago, che fu portata nel Monastero di San Giorgio Maggiore a Venezia. Solo la chiesa rimase in funzione. Dall'Ottocento ad oggi Nel 1837, durante il dominio austriaco, il monastero e gran parte dei beni furono venduti alla famiglia Ninni, originaria della Grecia, la quale tuttora vi dimora. Il comune passò, con tutto il Veneto, al neonato Regno d'Italia. Alla fine dell'Ottocento la crisi dei prezzi, l'imposizione fiscale e il frazionamento fondiario determinarono una pesante crisi del mondo rurale. Di questo periodo sono da ricordare la costruzione accanto alla Chiesa della Sala della dottrina cristiana, (1907) la fondazione della Cassa rurale (1908), delle scuole e l'arrivo della corrente elettrica (1912). La prima guerra mondiale colpì duramente il paese per la vicinanza al fronte del Piave. Il monastero divenne ospedale militare; un duro bombardamento austriaco distrusse quasi totalmente la chiesa di Monastier e l'attigua Sala della dottrina sociale, ribattezzata Casa del soldato. Il campanile fu risparmiato dagli austriaci solo perché era utile come riferimento per aggiustare il tiro delle batterie. La località è descritta anche da Ernest Hemingway nei suoi racconti, che allora gestiva l'ospedale della Croce Rossa Americana allestito a Casa Botter. Nel 1923-27 la chiesa arcipretale viene ricostruita in stile neoromanico in località Fornaci, determinando lo spostamento del baricentro del paese in tale località. Le spese furono ingenti, tanto che nel 1934 la Banca d'Italia fece commissariare la Cassa rurale di Monastier, eccessivamente indebitata dai prestiti. La seconda guerra mondiale vide Monastier coinvolta nella resistenza partigiana contro i tedeschi e i fascisti: nel 1944, ad esempio, fu incendiato il municipio. Nel 1947 il parroco di Monastier, mons. Albino Schileo, riottiene per la chiesa la dignità abbaziale. Negli anni cinquanta vi fu una rilevante emigrazione della popolazione verso il Piemonte, la Lombardia ed i Paesi esteri. Dopo l'uragano del 1965 e l'alluvione del 1966 Monastier è riuscita a reagire, divenendo una delle aree economiche più dinamiche e sviluppate della Marca e in essa ha sede la Banca di Monastier e del Sile. L'Abbazia ai giorni nostri Attualmente l'Abbazia è suddivisa in più proprietà. Nelle pareti del cortile centrale sono state recentemente restaurate le antiche meridiane solari con le ore "italiche". Vengono tuttora utilizzate le antiche cantine per la produzione del vino da parte dell'azienda agricola F.lli Bozzoli. La porzione più antica denominata "Chiostro Romanico", recentemente acquistata dalla famiglia Porcellato - Zorzi è interessata da un intervento di recupero. Sono stati ripuliti gli spazi da superfetazioni che nulla avevano a che vedere con gli usi originari. È stato recuperato il "Frutteto Antico" con il reinserimento di specie antiche rintracciate nel territorio circostante. Gli spazi sono stati cintati con siepi di acero campestre "a Gelosia". Negli spazi del Chiostro Romanico, del refettorio e della tinaia, si svolgono eventi culturali quali incontri, spettacoli, mostre in collaborazione con Enti ed Associazioni. Ville Venete Il territorio di Monastier, sebbene poco edificato, possiede un patrimonio edilizio storico di notevole interesse. Esso è rappresentato per lo più, da insediamenti in villa. Di seguito è riportato l'elenco delle ville venete, presenti nel comune di Monastier di Treviso, con nota che riporta alla relativa schede dell'Istituto Regionale Ville Venete. Villa Stefani, Albrizzi, in via Barbarana in località S. Pietro Novello Villa Pia, Zevi, in via S. Pietro Novello in località S. Pietro Novello Villa Giustiniani, Recanati, in via Pralongo in località Fornaci Villa Serafini, in via Serafini in località Chiesa Vecchia Villa Botter, in via Castelletto in località Monastier Villa Ninni, in via Monastero, in località Chiesa Vecchia Villa Levi, in via Brusoni in località Fornaci Villa Tramonti, Ninni, in via Giovanni XXIII in località Fornaci Evoluzione demografica Abitanti censiti Variazioni La denominazione del comune fino al 1868 era Monastier. Personalità Gino Donè Paro, partigiano italiano e unico europeo partecipante alla rivoluzione cubana Ernest Hemingway, soggiornò nell'ospedale militare provvisoriamente allestito in paese, dopo essere stato ferito al fronte in località Fossalta di Piave Note ^ Comune di Monastier di Treviso - Statuto. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012. ^ Carla Marcato, Monastièr di Treviso in Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 1990, p. 403. ^ L'abbazia benedettina di Monastier di Treviso" di p. Davide da Portogruaro 1948 ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
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