Abbazia di Santa Maria delle Moie
L'Abbazia, emblema di Moie, era ubicata in mezzo alla selva detta Santa, al margine della riva sinistra dell'Esino, con la tipica moja (zona paludosa) da cui il nome dell'edificio e del centro abitato. Con probabile fondazione all’inizio dell'XI secolo dalla famiglia Attoni Alberici Gozoni come monastero privato, costituì il centro di rinascita della zona. Nei secoli XI-XV ricevette numerose donazioni, per raggiungere un'estensione di circa 428 ettari di possedimento e quattro mulini. La Chiesa fu restaurata nel 1524, come testimonia una lapide sulla facciata occidentale, subendo una modifica nella parte superiore occidentale, dove fu collocata l’abitazione del sacerdote, oltre all'aggiunta dell’attuale campanile. Nel 1600 la Chiesa fu elevata a parrocchia. L'esterno si presenta in pietre squadrate di arenaria giallastra. L’interno si articolata in tre navate, con quella mediana sopraelevata e leggermente cuspidata. Tutte le navate terminano con un’abside semicircolare a est, a evidenziare la forma basilicale della chiesa, eccetto le due sporgenti verso l’esterno, nel lato nord, decorate con archetti pensili in travertino bianco. La pianta dell'edificio, basata sui quattro pilastri interni isolati, ricorda gli edifici triconchi paleocristiani e altomedievali; inoltre, la navata centrale, con volte a botte acuta, e la facciata a doppia torre hanno importanti precedenti nelle Marche: prima tra tutte, la chiesa abbaziale di Santa Maria di Portonovo di Ancona. L'ingresso è preceduto da un atrio a pianta quadrata, coperto a crociera e fiancheggiato da due ambienti. Il portale presenta una strombatura a colonne gradinate ed è decorato con intrecci di foglie e fiori.
(Da un testo di Daniele Guerro)