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San Carlo Canavese

Luogo: San Carlo Canavese (Torino)
San Carlo Canavese (San Carl o San Carlo in piemontese) è un comune italiano di 3.852 abitanti della provincia di Torino, in Piemonte. Geografia San Carlo è situato nel basso Canavese, dista circa 23 chilometri a nord da Torino e costituisce un unico agglomerato urbano con il confinante comune di Cirié. Altopiano della Vauda Il territorio comunale è in parte adagiato su un altopiano di origine morenica, risultato del deposito dei detriti prodotti dallo scioglimento dei ghiacciai nell'era glaciale. Questo altopiano, un tempo chiamato "le Valde", oggi denominato "la Vauda", nasce dalle pendici delle Valli di Lanzo, nel comune di Balangero, e prosegue fino ai confini del comune di Volpiano. Corsi d'acqua Sono tre i corsi d'acqua che attraversano il comune: il Banna, il Fisca e il Rio Valmaggiore. Zone sottoposte a vincoli Quasi metà del territorio di San Carlo Canavese è vincolato come area militare. L'utilizzo da parte dell'esercito dura da circa 170 anni. Dal 1993 tutto il territorio militare e il vallone del Rio Valmaggiore ricadono nella Riserva Naturale Orientata Regionale della Vauda, che comprende anche parte dei comuni di Nole, Vauda, Front, Rivarossa, San Francesco al Campo e Lombardore. Storia Inquadramento generale Sin dall’antichità la zona di Cirié e dell’Alto Canavese era abitata dai Salassi, una popolazione di origine gallo-celtica, discendente, con buona probabilità, dagli Allobrogi. In epoca anteriore alla dominazione romana, la zona del Canavese, come riferisce lo storico Polibio, era ricoperta da fitte boscaglie, con poche radure, qualche piccolo villaggio e rari sentieri che scorrevano tra la vegetazione. Nell’anno 141 a.C. i Romani, guidati dal console Appio Claudio, attaccarono le tribù stanziate nelle valli dell’Orco e della Dora Baltea, per potersi aprire una via verso l’Elvezia e la Gallia transalpina. Quella che doveva essere una rapida conquista, per effetto della dura reazione delle tribù locali divenne invece un'aspra guerra di occupazione. I Romani si videro costretti a stabilire alcuni accampamenti nella zona, per meglio organizzare l’esercito e sorvegliare le vie di comunicazione verso le valli. Nascono così gli accampamenti nei pressi di Ivrea, di Torino e nell’area dell'attuale Cirié. Da questi accampamenti era possibile sorvegliare l’accesso alle vallate di Lanzo e di Viù, da dove attraverso il colle del Lautaret si scendeva nella Gallia Transalpina. L’accampamento prossimo all’attuale Cirié si chiamava Castrum Cerreti, in riferimento alla grande quantità di cerri presenti nella zona. Successivamente, il nome divenne più semplicemente Cerretum. Assoggettati i tenaci Salassi, l'accampamento perse via via la sua funzione prettamente militare e cominciò a diventare un importante crocevia di scambi commerciali concentrando attorno a sé un gran numero di abitazioni. Dalla caduta dell'Impero Romano e dalle prime invasioni barbariche vi è un vuoto di informazioni che dura quasi un millennio. Si sa con certezza che nel 1229 il territorio della zona di Cirié viene occupato dai Marchesi del Monferrato. Nel 1296 Margherita di Savoia sposò Giovanni I, ottenendo in questo modo i diritti sulle terre di Caselle, Cirié e Lanzo. Nel 1576 i Savoia effettuarono uno scambio con i Marchesi genovesi Doria: la Castellania ciriacese venne ceduta in cambio di alcuni territori sulla costa ligure. Gian Gerolamo D’Oria stabilì la sua residenza a Cirié, inaugurando una lunga dinastia che durò fino ai primi anni del Novecento, concludendosi con il marchese Emanuele D'Oria Cenni storici particolari Il primo nome attribuito all'abitato di San Carlo fu quello di Vauda di Cirié, perché le terre conosciute come Vaude o Valde appartenevano al Comune di Cirié. Questo nome ha una probabile etimologia celtica, da Wald che significa bosco, landa. Secondo la tradizione la Grande Vauda era una foresta lunga 17 chilometri e larga 6, distrutta da un incendio. Dal ritrovamento di alcune tombe romane possiamo stabilire che i primi insediamenti nel territorio dell'attuale San Carlo risalgono al III-IV secolo d.C. Riscontri storici di insediamenti si hanno con l'XI secolo, epoca in cui si costruiscono le prime abitazioni e fortificazioni. Questi insediamenti sorgevano tra la Vauda e il torrente Banna. Le costruzioni più importanti sono il castello di La Piè di Liramo del 1020 circa e la chiesa di Santa Maria di Spinerano dell'XI secolo. Solo nei primi anni del Seicento apparvero i primi caseggiati sopra riva, si formarono così e si svilupparono le borgate Massa, Tempo, Canavera, Sopetto, Perino. Del 1621 è la costruzione della chiesa di San Carlo. Un momento importante per lo sviluppo della Vauda fu, nel 1485, la costruzione della "bealera", un canale per l'irrigazione tutt'oggi esistente, derivazione della Stura di Lanzo, che nasce a Balangero. Monumenti e luoghi di interesse Aree naturali Riserva Naturale Orientata della Vauda L'area è caratterizzata da un'ampia zona pianeggiante ricca di stagni e piccoli laghi, con numerose bassure e ristagni di rii di drenaggio, che ricordano il paesaggio della Baraggia vercellese. Sono presenti zone umide e a brughiera (relitti di brughiera pedemontana), caratterizzate da una vegetazione di tipo steppico a base di eriche e graminacee con l'associazione di numerose specie botaniche non rare, ma non eccessivamente diffuse, che rendono queste zone molto interessanti dal punto di vista naturalistico. Interessante anche l'aspetto archeologico della zona che, pur soggetta, fino ad ora, soltanto a sporadici sondaggi, ha rivelato la presenza di reperti longobardi. Flora e fauna Negli ampi spazi aperti risalta la presenza della calluna (Calluna vulgaris), un’ericacea, e di altre erbe come la graminacea Molinia (Molinia coerulea), tra le quali si inseriscono macchie di alberi pionieri, in particolare la betulla (Betula pendula) ed il pioppo tremulo (Populus tremula). Numerose piante erbacee testimoniano la particolare povertà dei suoli, ad esempio la Festuca Tenuifolia. Spicca per diffusione e bellezza la Genziana pneumonanthe, che fiorisce a tarda estate. La fauna della Vauda è rappresentata essenzialmente da specie umili, in teoria a larga diffusione, ma in realtà di grande interesse in quanto sempre più rare nelle aree di pianura. Tra le specie da segnalare, il Copris Lunaris, grandi insetti che lavorano in coppia e sono in grado di seppellire notevoli quantità di sterco nei nidi, scavati nel terreno a dieci-venti centimetri di profondità, in cui allevano la propria prole. Il Trottis Gaiocci è invece una specie assai rara della quale non si conoscono bene le origini ma si pensa che sia più diffusa nella zona del "Ponte Masin". L’avifauna della Vauda è ricca di specie ormai in declino in tutta Europa: l’allodola, dall'intenso canto, le quaglie che nidificano senza il rischio dello sfalcio dei prati, gli ortolani e gli strillozzi che vi trovano spazio per soddisfare le loro esigenze riproduttive. Società Evoluzione demografica Abitanti censiti Persone legate a San Carlo Canavese Elsa Fornero, economista e accademica italiana, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali nel Governo Monti. Amministrazione Note ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010. ^ Dato Istat all'1/1/2009. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. Collegamenti esterni Mappa di San Carlo Canavese online
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