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Monforte San Giorgio

Luogo: Monforte San Giorgio (Messina)
Monforte San Giorgio (Munfotti in siciliano) è un comune italiano di 2.867 abitanti della provincia di Messina in Sicilia. Sorge a 260 metri sul livello del mare sulle prime pendici dei monti Peloritani ed è un comune della Valle del Niceto. Storia I primi insediamenti abitativi nel territorio di Monforte San Giorgio risalgono alla fine della prima età del bronzo (sec. XV a.C.) come risulta dai ritrovamenti archeologici in contrada Pistarina, località impervia e lontana dall’abitato di Pellegrino, frazione montana di Monforte. Si deve ritenere che i primitivi abitatori appartenessero ai Sicani, cioè alla prima popolazione della Sicilia di cui possa veramente dimostrarsi l’esistenza. E proprio sulle pendici del colle su cui sorge il paese non lontano dalla strada che porta al Santuario dell’Immacolata gli archeologi hanno individuato alcune grotte che erano state adibite a tombe da tali antichi abitatori della Sicilia. In epoca greca e romana furono soprattutto le sponde dei torrenti ad essere abitati e particolarmente quelle del torrente Niceto, dove si sono avuti significativi ritrovamenti archeologici: una necropoli di epoca greca nella zona di Bonerba ed un tesoretto costituito da pregiate monete del V secolo a.C. ritrovato nel 1947 in contrada Annunziata. L'importanza del torrente Niceto nell’antichità è sostenuta da numerosi storici: si pensa che lungo le sue sponde sorgesse un tempio dedicato a Diana Facellina con un centro abitato detto Artemisio. L'abitato di Monforte ebbe origine durante la resistenza all’occupazione della Sicilia da parte dei musulmani. Essa a Monforte fu organizzata dai monaci bizantini, fuggiti dall’Oriente per sottrarsi alle persecuzioni durante le lotta contro le immagini sacre (813-820); trovato asilo nelle grotte precedentemente usate dai Sicani come sepolture, essi diedero vita a due comunità religiose organizzate secondo le regole di San Basilio da Cesarea (monaci basiliani). Al primo apparire del pericolo musulmano i monaci costruirono un castello sull’alto del colle ed organizzarono la popolazione per resistere all’invasione. Questo castello e quelli di Rometta, Taormina, Miqus (Monte Scuderi) costituenti un formidabile quadrilatero formavano un organico sistema di difesa che rese difficile la conquista del territorio da parte dei Saraceni. In realtà le cronache del tempo non nominano Monforte, ma il grande arabista Michele Amari in considerazione della posizione del Paese sostiene che il sito dove oggi si vedono i resti del castello di Monforte corrispondesse a Demona, uno dei castelli che più eroicamente parteciparono alla difesa della cristianità dall’attacco degli arabi ed uno degli ultimi ad essere domati. L'invasione musulmana della Sicilia iniziata nell’827 ebbe termine nel 965 con la caduta di Rometta. Nel 1061 una spedizione normanna guidata dal conte Ruggero di Altavilla e dal fratello maggiore Roberto iniziò la conquista della Sicilia. Dopo aver preso Messina e Rometta, i Normanni passarono per Monforte, diretti a Tripi; secondo la tradizione, furono trionfalmente accolti dalla popolazione e soprattutto dai monaci basiliani. Il ricordo di questo episodio rivive nella tammurinata e campanata di S. Agata o Katabba che costituisce il sottofondo musicale di questa pagina. Le campane e il tamburo, mezzi di richiamo del mondo cristiano il primo, di quello musulmano il secondo, rievocano le varie fasi dell'avvenimento: il passo del cammello cavalcato da Ruggero, il trotto dei cavalli, lo scalpiccio dei soldati vengono resi realisticamente dai suoni più o meno intensi dei due strumenti che riproducono anche l'atmosfera festosa seguita alla liberazione. Attiva o interrompe la campanata (katabba). Le comunità monastiche precedentemente ospitate nelle grotte del colle diedero vita a due distinti monasteri: quello di S. Nicola e quello di S. Anna; tali monasteri da Re Ruggero, figlio del Gran Conte, nel 1131 furono dotati di cospicui possedimenti e sottomessi all’abate del monastero del SS. Salvatore di Messina il quale prese il nome di Archimandrita, cioè capo dei monasteri da lui dipendenti. Il nome del paese, Montisfortis, compare per la prima volta in un documento che porta la data del 1104, mentre il geografo arabo al-Idrisi chiama il paese Munt da furt (monte dei forti) forse ricordando il comportamento eroico tenuto dagli abitanti della zona nella resistenza contro i Musulmani di cui era ancora viva la memoria al tempo della stesura della sua opera (1154). Monforte col suo castello fu possesso dei sovrani normanni da cui veniva assegnato a loro fedelissimi, tra cui uno dei primi signori di Monforte, Bartolomeo de Luci. Il castello di Monforte ebbe importanza soprattutto nel periodo svevo e in quello angioino. L'imperatore Federico II lo incluse tra i castelli che per la loro importanza nel sistema difensivo dell’Isola erano controllati direttamente da lui. Grande fu la fiducia che ebbe nel castello di Monforte Carlo I d'Angiò: su di esso contava particolarmente per respingere sollevazioni popolari. A partire dal 1357 entrò in possesso della famiglia Alagona, come baronia. Nel 1393 il re Martino confiscò il feudo al barone di Monforte Blasco Alagona, accusato di tradimento poiché aveva partecipato ad azioni di guerriglia contro di lui, e lo aggregò alla città di Messina. Successivamente Martino, rimangiandosi quella decisione, assegnò Monforte in feudo alla famiglia Cruillas dalla quale passò nel 1405 per vendita a Nicolò Castagna. Il 12 aprile 1405 Cola Castagna, tesoriere del Regno acquistava Monforte dai Cruillas. Con la morte del Castagna si alternarono, per successione, numerosi feudatari tra cui, a metà del XV secolo, Federico Ventimiglia, poi i Saccano e Ilaria La Grua, fino a divenire feudo della famiglia Pollicino, che la possedette fino alla prima metà del Cinquecento per passare, poi, a seguito di matrimonio, in casa Moncada. A partire dal 1596 Monforte fu soggetto ai Moncada, gli ultimi signori del paese, che dal 1628 ebbero il titolo di principi. I Moncada hanno anche costruito un palazzo a Monforte Marina. Loro andavano nel palazzo solo nei ritiri di caccia per 2 o 3 giorni Economia L'economia a sfondo agricolo poggia su agrumeti, uliveti e nell'area marina notevole è la produzione della sbergia, una pesca liscia dal gusto particolare. Ma i servizi e il settore terziario sono sempre più preponderanti per la formazione del reddito. Trasporti e collegamenti Monforte San Giorgio si raggiunge dall’A20 Messina-Palermo, con uscita allo svincolo autostradale di Rometta, bivio a Torregrotta. Da Palermo, uscita Milazzo, dopo 9 km sulla SS 113 direzione Messina, si raggiunge Monforte Marina. In treno la fermata più agevole è la Stazione di Torregrotta per le tratte regionali, Milazzo per gli altri. Gli aeroporti più vicini sono a Catania e a Reggio Calabria. Evoluzione demografica Abitanti censiti Amministrazione Gemellaggi Monforte del Cid Montfort-sur-Risle Gabrovo Rometta Altre informazioni amministrative Il comune di Monforte San Giorgio fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.9 (Colline litoranee di Milazzo). Note ^ Dati Istat 2011. URL consultato il 22 maggio 2014. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2011. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012. ^ Laura Simoncini, La storia dell'antico castello. La racconta Guglielmo Scoglio nel libro su Monforte S. Giorgio, Dalla “Gazzetta del Sud” del 28 aprile 2011. Edizione di Messina p. 17. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008. URL consultato il 22 maggio 2014. 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