Destinazioni - Comune
Fossombrone
Luogo:
Fossombrone (Pesaro e Urbino)
Fossombrone (Fossombron in dialetto gallo-italico marchigiano) è un comune italiano di 9.897 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche.
Geografia
La cittadina di Fossombrone è il maggior centro della media val Metauro ed è caratterizzato da un centro d'impronta medievale disteso sul pendio di un colle e dominato da una Cittadella e dai ruderi della Rocca malatestiana. La parte moderna del paese si estende sulla pianura su entrambi i lati del fiume Metauro mentre la zona industriale si trova lungo la via Flaminia, dopo la località San Martino del Piano in direzione di Fano.
La frazione Calmazzo, che si trova sulla vecchia strada Flaminia poco prima della gola del Furlo, è sede di antichi ritrovamenti dell'epoca romana. Nel 1989 uno scavo effettuato nella zona dall'Università di Urbino ha portato alla luce il recinto sepolcrale della famiglia Cissonia.
Storia
L'abitato di Forum Sempronii, a 164 miglia da Roma, era situato più ad est dell'attuale Fossombrone, in località San Martino del Piano, fu presto elevato al rango di municipio (I secolo a.C.) e conobbe un periodo di splendore in epoca imperiale. Plinio il Vecchio (II secolo d.C.) nella sua Naturalis historia chiama i suoi abitanti Forosempronienses. L'antica città fu devastata dai Goti guidati da Alarico, in transito verso Roma nel 409 d.C. Erano oltre centomila persone tra uomini, donne e bambini con le loro masserie, che depredavano e distruggevano quanto trovavano lungo il cammino. Durante la ventennale guerra gotica, ci fu un continuo passaggio di eserciti e dopo la vittoria dei bizantini di Narsete su Totila (552 d.C.), entrò a far parte dell'Esarcato di Ravenna, componendo la cosiddetta Pentapoli annonaria assieme ad Urbino, Cagli, Gubbio e Jesi.Dopo tante rovine gli abitanti costruirono il nuovo centro sul colle che sovrasta l'attuale città. In epoca longobarda il suo territorio fu teatro di una dura battaglia tra il re Liutprando e il ribelle duca di Spoleto Trasmondo che vinto, fu deposto e chiuso in un convento.
Fossombrone come risulta dai documenti scritti, rimase fuori dal dominio della chiesa fino al 999, dopo di che passò sotto il potere di papa Silvestro II. Durante i primi decenni del XIII secolo sotto il pontificato di Innocenzo III la città fu feudo di Azzo VI d'Este, passando successivamente al figlio Aldobrandino e poi ad Azzo VII. Nel 1228 la famiglia Este per meglio tutelare il proprio dominio su Fossombrone dalle mire espansionistiche dei signorotti vicini subinfeudarono la città al vescovo Monaldo. Nei primi anni del XIV secolo lo Stato della Chiesa investì la famiglia Malatesta a signori della città, e nel loro duro governo provvidero alla costruzione di imponenti fortificazioni. Nel 1444 Galeazzo Malatesta, signore di Pesaro, vendette la città al conte Federico da Montefeltro, sotto la cui signoria, Fossombrone godette di un periodo di prosperità per il fiorire di produzioni di lana, carta, seta e per il rinnovamento edilizio. A Federico succedette il figlio Guidobaldo che vi dimorò quasi costantemente a causa dell'amenità del luogo e per il clima salubre, successe Francesco Maria I della Rovere nipote di Guidobaldo. Sotto i duchi Della Rovere la città fu notevolmente ampliata, Francesco Maria II nel 1616 fece espandere l'abitato nella zona pianeggiante al disotto del colle fino a toccare il fiume Metauro. Nel 1631 essendosi estinta la famiglia Della Rovere l'intero ducato d'Urbino, e quindi anche Fossombrone, passò sotto il diretto controllo della Chiesa, del cui stato fece parte sino al 1860 anno di annessione al Regno d'Italia di cui seguirà d'ora in poi le vicende storiche.
Toponimo
Il nome Fossombrone deriva certamente da Forum Sempronii nome dell'antico centro romano legato a sua volta alla figura del tribuno Gaio Sempronio Gracco capitato in queste zone nel 133 a.C. per l'applicazione della legge agraria.
Monumenti e luoghi di interesse
Danno un certo rilievo a Fossombrone alcune vie e quartieri del centro storico nati intorno al XV e XVI secolo, nel periodo in cui la cittadina fu eletta residenza di campagna della famiglia Della Rovere. Grande rilievo assume corso Garibaldi per i suoi palazzi quattro-cinquecenteschi come palazzo Staurenghi, Cattabeni, comunale e vescovile anche se hanno perso molto del loro antico splendore eccezion fatta per la Corte alta. Tra gli edifici ecclesiastici sono degni di nota le chiese di San Filippo, San Francesco, Sant'Agostino, Sant'Aldebrando sulla cittadella e la Cattedrale. Degno di nota il monumento "il gemellaggio", fusione in bronzo dell'artista Andrea Corradi.
Architetture religiose
Chiesa di San Filippo. L'edificio si trova sul lato sinistro del corso, fu edificato tra il 1608-13 dai forsempronesi per voto pubblico alla nascita del duca Federico Ubaldo figlio di Francesco Maria II Della Rovere.
La facciata della chiesa è rimasta incompiuta mentre l'interno barocco ha stucchi attribuiti al plasticatore Tommaso Amantini. Questa chiesa barocca è utilizzata come ambiente per concerti e manifestazioni artistico-culturali promossi dal comune e dall'Associazione Vernarecci: che ne cura attualmente la gestione.
Chiesa di Sant'Agostino. La chiesa si trova sempre sulla sinistra di corso Garibaldi, edificata nel XIV secolo mentre alla fine XVIII secolo fu ampliata e sopraelevata. La facciata a capanna è caratterizzata da un grande portale d'arenaria e di due finestre murate del Seicento, si trova anche lo stemma malatestiano e quello della corporazione Delli Spetiali (XIV secolo), il portone in legno possiede le statue di Sant'Agostino e Santa Monica risalenti al XVII secolo. L'interno ad una navata e movimentato da alte colonne, recentemente riportato alla sua originale colorazione, conserva l'altare principale del 1802, la tela della Natività opera di Federico Zuccari, sopra l'ingresso vi è la tela rappresentante Madonna e santi di scuola bolognese secolo XVIII. Nel primo altare a sinistra si trova la rappresentazione della Madonna della cintura coi Santi Monica e Agostino tela di Giovanni Francesco Guerrieri.
Chiesa di San Francesco. La chiesa situata di fronte piazza Dante e al parco fu edificata nel XVIII secolo al posto di un'altra dedicata a Santa Francesca Romana. L'alta facciata incompiuta conserva nella lunetta del portale un bassorilievo in arenaria, opere di Domenico Rosselli (XV secolo) raffigurante la Madonna con Bambino e i Santi Francesco e Bernardino purtroppo gravemente danneggiato durante l'ultimo conflitto. L'interno della chiesa ad una navata è in stile neoclassico e conserva sull'altare maggiore la tela del Guerrieri raffigurante Gesù Crocifisso coi Santi Francesco e Girolamo e un crocifisso ligneo del XVII secolo.
Palazzo vescovile. L'edificio è situato dopo il palazzo Comunale, fu eretto a partire dal 1479 per volere dell'allora vescovo di origine urbinate Girolamo Santucci che chiamò a lavorarvi maestranze già impegnate nella costruzione del Palazzo Ducale di Urbino tra i quali Domenico Rosselli. Il palazzo nel tempo ha subito notevoli rimaneggiamenti ma ancora oggi la facciata a bugnato conserva l'originario stile rinascimentale, questa un tempo provvista di portico è divisa da una cornice che funge da balconcino alle finestre del primo piano le quali sono sormontate da un fregio e da timpani triangolari e semicircolari in alternanza. L'interno è caratterizzato dal grande salone d'onore con fregio a ghirlande e stemmi di tutti i vescovi fossombronesi e dalla cappellina privata che conserva una Crocifissione, affresco attribuito a Bartolomeo di Gentile datato al 1493.
Cattedrale.
San Aldebrando. La chiesetta si trova nel cortile della vecchia rocca risale al XVIII secolo e nonostante le sue forme barocche conserva in una cappella, resto dell'antica omonima cattedrale, gli affreschi di Antonio Alberti da Ferrara narranti le storie del santo e databili alla prima metà del XV secolo; da questo punto si può ammirare il panorama di tutta la val Metauro dal Furlo al mare. In fondo alla navata destra si può trovare un bellissimo calendario solare dove, ogni giorno a mezzodì, un raggio di sole indica in quale segno zodiacale ci si trova e l'altitudine del sole stesso sull'orizzonte
Chiesa di S. Antonio. Sorge nel quartiere omonimo, sull'altra sponda del Metauro ed è originaria del secolo XIV, ma fu completamente rifatta nel secolo XIX ed in quell'occasione le fu cambiato orientamento: l'attuale vestibolo all'ingresso era in realtà l'abside quadrangolare, tuttora coperta da una volta a crociera con costoloni. Negli ultimi anni ha subìto dei restauri che hanno evidenziato, specie all'esterno, i vari palinsesti architettonici che si sono succeduti dalle origini fino al secolo scorso.
Colle dei Cappuccini. Su un colle di 329 m s.l.m., sul lato opposto a Fossombrone, si trova la chiesa di San Giovanni Battista, ora santuario del Beato Benedetto Passionei, del XVI secolo, con annesso convento dei Padri Francescani Cappuccini, uno dei primissimi dell'ordine. Il luogo è chiamato anche Colle dei Santi, perché fu dimora di parecchi religiosi santi: Beato Benedetto, San Giuseppe da Copertino, San Serafino da Capradosso.
Architetture civili
Corso Garibaldi. All'ingresso della via si apre largo Sempronio Gracco con un cippo dedicato all'omonimo personaggio, proseguendo per l'arteria si trovano palazzi monumentali tra i quali quattro con facciata a bugnato mentre sulla destra si estende la parte più antica della città.
Corte Bassa. Fu una delle residenze forsempronesi dei duchi di Urbino, situata quasi di fronte Sant'Agostino è una costruzione cinquecentesca con porticato, finestre scolpite in arenaria, portale a bugnato piatto che pur avendo perduto molto del suo antico splendore conserva ancora la pregevole cappella privata del cardinal Giuliano Della Rovere con all'interno stucchi attribuiti al Brandani.
Palazzo Ducale (Corte Alta). Questo edificio rinascimentale XVI secolo fu costruito con interventi di Francesco di Giorgio Martini e di Girolamo Genga per il cardinale Giuliano Della Rovere fratello del duca Guidobaldo II. Il palazzo possiede un cortile interno sopraelevato, con portali rinascimentali, un elegante ballatoio e un sottostante ninfeo opera di Ludovico Carducci; interessante è anche la cappellina del cardinal Giuliano. All'interno del palazzo le sale possiedono soffitti a cassettoni, vi è lo studio della duchessa Eleonora. Nel salone delle feste fu data la terza rappresentazione dell’Aminta del Tasso dopo quelle di Ferrara e Pesaro.
Palazzo Cattabeni. Cinquecentesco palazzo lungo la sinistra di corso Garibaldi detto anche del Monte di Pietà, la sua facciata è a bugnato con un portico a tre arcate e con tre alte finestre in pietra liscia. La famiglia Cattabeni originari di Ferrara, si imparentò con i Seta-Rufo grazie al matrimonio del cavalier Flaminio ereditando così il sontuoso palazzo cinquecentesco. L'edificio fu interamente restaurato e consolidato dopo i danni subiti durante la guerra, racchiude una cappella decorata a raffaellesche e sale con soffitti lignei e cassettoni.
Palazzo Dedi. Si trova poco oltre palazzo Cattabeni, sulla destra di corso Garibaldi, edificato alla fine del XV secolo, la facciata è in bugnato piatto, con portico a tre arcate su robusti pilastri e finestre adornate da piccoli piastrini sormontate da trabeazione.
Palazzo comunale. Il palazzo fu opera di Filippo Terzi nel XVI secolo, la facciata a bugnato in arenaria e il portico a quattro arcate con alti pilastri, dopo un fregio in pietra liscia possiede un ordine di finestre a fronti triangolari.
Corte alta. La costruzione dell'edificio fu iniziata nel XIII secolo e rimaneggiata per volere del Duca Federico da Montefeltro con interventi di Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Girolamo Genga. La parte centrale dell'edificio in principio gotica fu trasformata in stile rinascimentale con l'apertura di finestre e sedili su colonnine e stipiti in pietra, il soffitto di legno fu modificato a carena di nave e i pavimenti rifatti sul modello di quelli del Palazzo Ducale di Urbino. La loggia sul lato est offre una vista panoramica sulla città e gran parte della valle, pregevole è anche la sala del Trono detta anche Teatro Ducale. Nel 1508 vi morì il duca Guidobaldo che la elesse quasi a sua dimora abituale.
Rocca Malatestiana. La rocca del XIII-XV secolo oggi mostra solo i suoi ruderi, ma si possono riconoscere i possenti torrioni angolari, il mastio e la caratteristica pianta pentagonale dovuta all'intervento del architetto senese Francesco di Giorgio Martini.
Ponte sul Metauro, detto "di Diocleziano". In realtà è originario della seconda metà del secolo XVIII, ha un'unica arcata a schiena d'asino sul modello dei "ponti del diavolo" di tradizione medievale, e collega l'abitato storico con il quartiere di Sant'Antonio. Venne iniziato nel 1776 su progetto dell'architetto romano Filippo Marchionni, dopo un'esitazione di ben undici anni, ritardo causato per le incertezze nella scelta dei progetti, dell'esitazione per l'identificazione del sito e della difficoltà per reperire fondi. Sostituiva un manufatto precedente a cinque archi costruito nel 1292 e travolto da una enorme piena nel luglio del 1765. Si disse che una volta ultimato il manufatto, le autorità del tempo esitarono a far rimuovere le armature a centine di legno per paura che crollasse. La rimozione venne effettuata da un falegname dell'epoca, dietro promessa della concessione di tutto il materiale. Che sia stato costruito bene lo dimostra il fatto che quando le truppe tedesche in fase di ritirata nel 1944 minarono il ponte per farlo saltare, vi riuscirono in pieno solo con la terza carica di esplosivo che provocò il crollo dell'arco, mentre le prime due abbatterono solo le spallette laterali. Come si presenta attualmente, venne ricostruito dov'era e com'era nell'immediato dopoguerra.
Siti archeologici
Area archeologica di Forum Sempronii. Gli scavi effettuati hanno portato alla luce parte della consolare Flaminia, numerosi edifici porticati, pochi resti della cinta muraria, un edificio parzialmente adibito a terme ed un tratto del basolato romano, il tutto proprio intorno alla chiesa di San Martino del Piano.
Un secondo edificio termale di grosse dimensioni risalente al I secolo a.C. si trova nella parte sud degli scavi; le statue e gli altri resti mobili si trovano ora nel museo Vernerecci.
Aree naturali
Pineta delle Cesane. Proseguendo a nord della Cittadella si arriva alla pineta della Cesane, distesa su un altipiano ad un'altezza media di 580 m s.l.m., creata dai prigionieri austro-ungarici nella prima guerra mondiale. La pineta incorpora anche il vivaio della guardia forestale ed è attraversata da una strada panoramica che da Fossombrone giunge fino a Urbino.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Cultura
Istruzione
Musei
Museo archeologico e pinacoteca Augusto Vernarecci
La Corte alta attualmente sta ospitando il museo e la pinacoteca fondate dall'omonimo studioso forsempronese nel 1901, questa sede venne stabilita negli anni sessanta in seguito al danneggiamento della prima durante la guerra. Il museo negli ultimi decenni ha subito una grande espansione a causa dei ritrovamenti fortuiti e delle campagne di scavo a Forum Sempronii, ciò ha reso necessario nel 1997 il totale riallestimento delle sale del museo che mostrano il susseguirsi delle culture umane nella zona.
La pinacoteca che si trova dal 1993 nella Corte alta è una prestigiosa collezione nata grazie ancora ad Augusto Vernerecci ed ampliata dalle donazioni di Gustava Augusta Von Stein Ribecchi e dal Conte Luigi Rocchi Camerata Passionei di Jesi erede della nobile famiglia fossombronese. Nella pinacoteca si possono ammirare opere che vanno dal XVI al XIX secolo, miniature (XVIII e XIX secolo) ed una collezione di ceramiche dal XV al XVIII secolo. L'Associazione Vernarecci cura attualmente la gestione di entrambe le strutture museali.
Casa museo e quadreria Cesarini
La casa museo si trova nel cinquecentesco palazzo Pergamino un tempo appartenente all'omonimo letterato, riaperta al pubblico nel 1988 si articola in venti sale di cui solo una d'arte antica le restanti contengono opere d'arte contemporanea e moderna dei migliori artisti italiani. La quadreria fu lasciata in eredità al comune nel 1977 dal notaio Giuseppe Cesarini.
Biblioteca civica Passionei
Fondata nel 1784 dall'umanista e archeologo mons. Benedetto Passionei. La biblioteca si divide in sezione antica con i disegni di Giulio Romano e Ulisse Severino, le caricature di Pier Leone Ghezzi e alcuni atlanti del Coronelli; la sezione moderna comprende testi di storia, giurisprudenza, letteratura e arte per non parlare di una raccolta di 3000 foto ed un'altra di editoria marchigiana del XVI secolo.
Persone legate a Fossombrone
Aldebrando di Fossombrone, vescovo e santo della Chiesa Cattolica
Anselmo Bucci, pittore e scrittore
Giovanni Bucci, scrittore
Gallo Galli, filosofo
Giovanni Francesco Guerrieri, pittore
Luigi Mercantini, poeta risorgimentale
Giuseppe Occhialini, fisico
Ottaviano Petrucci, tipografo musicale
Benedetto Vadi di Fossombrone, giureconsulto
Felice Maniero, criminale veneto che evade dal carcere della città
Amministrazione
Gemellaggi
Entraigues-sur-la-Sorgue
Sport
F.C. Forsempronese 1949: squadra di calcio attualmente in Eccellenza.
U.S. Fossombrone Calcio: Scuola Calcio e Settore Giovanile con quasi 300 ragazzi iscritti, dai "Piccoli Amici" (6 anni) fino alla categoria "Allievi" (17 anni). Inaugurati nel novembre 2008 due campi d'erba sintetica di ultima generazione.
Bartoli Mechanics Fossombrone: squadra di basket attualmente in Serie D Regionale del Presidente Matteo Gelsomini.
Nuovo Basket Fossombrone: settore giovanile con più di 100 iscritti dai 5 anni ai 17. Presidente Matteo Gelsomini.
Isola di Fano: squadra di calcio a 11 della piccola frazione di circa 400 abitanti, i colori sociali sono il bianco e l'azzurro che milita in 2ª Categoria.
Sammartinese: squadra di calcio a 11, dai colori sociali rossoblu che gioca in 2ª Categoria.
Forum Calcetto: squadra di calcio a 5 militante nel campionato provinciale di Serie D
Note
^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 283.
^ Dato Istat all'1/1/2010.
^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
Bibliografia
Augusto Vernarecci. Fossombrone dai tempi antichissimi ai nostri. Fossombrone, 1903-1914.
Augusto Vernarecci. Dizionario Biografico degli Uomini Illustri di Fossombrone. Tip. Monacelli, Fossombrone, 1872.
Aldebrando Bucchi. Cronache Forsempronesi, dal 1860 al 1940. Metauro Edizioni, Fossombrone, 2007.
Voci correlate
Comunità montana del Metauro
Patti di Fossombrone
Altri progetti
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