Destinazioni - Comune
Bajardo
Luogo:
Bajardo (Imperia)
Bajardo o Baiardo (Baiàrdo in ligure) è un comune italiano di 311 abitanti della provincia di Imperia in Liguria.
Geografia fisica
Paese montano situato, in linea d'aria, 11 km a nord del comune di Ospedaletti, circa 10 dal comune di Sanremo e posizionato su uno dei crinali delle montagne delle Alpi Marittime dell'entroterra all'apice della val Nervia. Il territorio del comune risulta compreso tra i 332 e i 1.627 metri sul livello del mare. L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 1.295 metri. Dista dal capoluogo Imperia circa 40 km.
Il territorio è composto principalmente da coltivazioni di olivi, qualità taggiasca di montagna, da seminativi ormai incolti, vigne, castagneti e bosco misto. Oggi una parte dei terreni incolti (quelli facilmente irrigabili) è stata adibita a floricoltura. La recente sensibilità nazionale sui prodotti biologici ha impresso nuovo interesse per la coltivazione dell'ulivo da olio.
Il borgo ha carattere tipicamente rurale, a struttura sia lineare, sia anulare, e presenta molti aspetti ambientali ed architettonici tipici dei villaggi liguri: pietra, stretti vicoli, con alte case collegate tra loro da archi di controspinta.
Storia
Il centro storico esiste fin dal I millennio a.C. quando fu un'importante luogo di culto per i Druidi - sacerdoti celti - dove sono tuttora presenti alcuni obelischi di pietra.
Nel VII-VI secolo a.C. l'area era popolata da Celti e Liguri, uniti in una vera e propria simbiosi economico-religiosa, a cui si aggiunsero presto Greci e Iberici che introdussero la coltivazione dell'ulivo e della vite. I Romani giunsero ad incontrare le varie popolazioni del luogo nel III secolo a.C. e provvedettero innanzi tutto a trasformare l'originario scrigno druidico in una fortezza, tuttora parzialmente visibile.
Intorno alla metà del XIII secolo la figlia del conte Oberto Veirana si sposò con Pietro di Ceva, al quale, dopo la morte del padre, passò il dominio su vari paesi dell'entroterra, tra i quali pure Bajardo, che divenne così un possesso del Marchesato di Clavesana. Le sempre più forti pressioni dei Genovesi indussero ben presto Pietro e sua moglie a cedere i loro possedimenti nell'estremo ponente al governo della Repubblica di Genova, che li acquistò ufficialmente con annessi i relativi diritti e prebende tramite un atto stilato a Genova il 24 novembre 1259 alla presenza del capitano del popolo Guglielmo Boccanegra al prezzo complessivo di 2.300 lire genovesi. Da quel momento Bajardo avrebbe seguito le sorti politiche della repubblica sotto la giurisdizione della podesteria di Triora.
All'inizio dell'Ottocento il territorio passò al Regno di Sardegna.
Nel 1887 il paese venne semidistrutto e gli abitanti decimati: il 27 febbraio la terra tremò ed il tetto della chiesa di San Nicolò (edificata sulle vestigia di un antico tempio pagano sacro al dio Abelio) crollò sui fedeli, riunitisi per il mercoledì delle ceneri: morirono 226 abitanti. A seguito del terremoto e conseguente al crollo del tetto della chiesa, vennero alla luce alcune colonne e reperti del tempio pagano su cui era stata edificata la chiesa. Sui capitelli, fanno mostra alcune figure di volti che hanno tratti somatici che ricordano popolazioni mongole) .
Negli anni trenta del Novecento una famiglia di musicisti si stanziò nel paese, tanto da far ben sperare in una rinascita culturale del borgo. Il paese dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 diventò baluardo della Resistenza partigiana. Il 14 agosto 1944 avvenne una battaglia durissima celebrata da Mario Mascia nel suo libro pubblicato nell'immediatezza del dopoguerra riguardante la Lotta Partigiana nella provincia di Imperia L'epopea dell'Esercito scalzo. Alla battaglia prese parte anche Italo Calvino.
La leggenda vuole che la toponomastica tragga origine dal paladino Rinaldo, che diede al paese il nome del proprio destriero, Bajardo, appunto.
Dal 1973 al 30 aprile 2011 ha fatto parte della Comunità Montana Intemelia, quest'ultima soppressa con la Legge Regionale n° 23 del 29 dicembre 2010 e in vigore dal 1º maggio 2011.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Vecchia chiesa parrocchiale di San Nicolò. Distrutta dal terremoto del 1887, ne rimangono ad oggi soltanto alcuni ruderi recentemente recuperati e messi in sicurezza. Tra i ruderi si possono scorgere le vestigia dell'antico castello medioevale, delle colonne del tempio romano e una stele celtica. Come molti monumenti italiani, ogni nuova struttura aveva inglobato quelle precedenti, con la distruzione della chiesa ad opera del terremoto sono emerse. Dal piazzale antistante la chiesa si gode un panorama tra la costa ligure e francese a sud, mentre a nord la vista spazia sulle Alpi marittime.
Nuova chiesa parrocchiale di San Nicolò. Eretta nel 1893, conserva al suo interno il quattrocentesco polittico del pittore lombardo Francesco da Verzate.
Oratorio di San Salvatore, che contiene diverse opere pregiate.
Santuario di Nostra Signora Assunta di Berzi, edificato nell'omonima frazione dai Doria e risalente al XV secolo.
Chiesa della Madonna delle Grazie nella frazione di Vignai.
Chiesetta di San Gregorio, edificata in stile romanico nell'omonima località, lungo la strada che conduce a Castel Vittorio.
Aree naturali
Monte Ceppo è un Sito di Interesse Comunitario (SIC) istituito con il Decreto Ministeriale del 25 marzo 2005, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat).
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2011 i cittadini stranieri residenti a Bajardo sono 34, pari al 10,93% della popolazione comunale.
Cultura
Istruzione
Pinacoteche
Pinacoteca civica.
Eventi
Da qualche anno si tiene all'inizio dell'estate una festa che richiama alle origini celtiche del paese. In tre giorni vengono presentati balli, tradizioni e conferenze, aventi come unico denominatore comune l'origine celtica dell'insediamento.
La festa della Ra Barca risulta come l'unica cerimonia antica di carattere non religioso presente nell'intero territorio della provincia di Imperia ed è la più sentita del paese. Si celebra nel giorno della Pentecoste. Nell'occasione viene eretto tramite la sola forza delle braccia, dai giovani ragazzi del paese, un albero di pino abbattuto la notte precedente e trasportato nel centro del paese; il fusto simboleggia l'albero maestro di una nave. Al termine dell'innalzamento si intona un antico canto, malinconico e dolente, rievocando una antica storia d'amore tragico: A barca du mei amure ("La barca del mio amore").
La domenica successiva l'albero, come simbolo di buona sorte e felicità, viene battuto all'asta al miglior offerente. L'asta è spesso accanita per due ordini di motivi: il primo è l'alta qualità del materiale. Pino della qualità con aghi (foglie) corte Pinus sylvestris, privo di nodi all'interno del fusto (ottimo per legname da edilizia), il secondo è la "luna ideale" nel momento dell'abbattimento. La concessione dell'autorizzazione all'abbattimento è frutto di una deroga speciale in quanto a nessun altro è consentito abbattere un pino in tale periodo dell'anno.
Questa festa trae origine da un avvenimento che risale al periodo delle repubbliche marinare. Si narra che il signore del paese, il conte Rubino, avesse, con la Repubblica di Pisa, un florido commercio di legname proveniente dai boschi del Toraggio, del Bignone e del Monte Ceppo. Tre dignitari Pisani, giunti in paese per verificare il carico, si innamorarono delle tre figlie del conte: cominciò quindi una frequentazione prima segreta e poi contrastata, che culminò con l'allontanamento furtivo, da parte della figlia più giovane, Angelina, dalla casa paterna per incontrare nottetempo, in quello che ancor oggi è noto come "viale degli Innamorati", il giovane amato, in partenza per Pisa. Gli amanti decisero quindi di fuggire per recarsi nella rada sanremese, dove le navi pisane stavano per salpare. Il conte, venuto a sapere della fuga, li inseguì armato di spada e raggiunti al passo Ghimbegna, in località Pian Chissora (nome derivante dal commento dei marinai preoccupati dalla reazione del conte: "chissà ora!") decapitò la figlia con un solo colpo. La storia narra che gli abitanti di Bajardo raccolsero il corpo della giovane sfortunata, lo avvolsero in un manto bianco, e lo trasportarono fin sul piazzale del castello.
Ancora oggi si inscena una tragedia su questi eventi che recita:( qui in Italiano )
CANTO PRIMO
“La barca del mio amore Ratantirondena E Ratantirondà!
La Barca del mio amore
Stanotte se ne va!
Ahi! stanotte se ne va!”
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena!
“Lasciala andare, figliola! Ratantirondena E Ratantirondà!
Lasciala andare, figliola!
Che presto ritornerà!
Ahi! che presto ritornerà!”
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena!
“Prima che torni, oh mamma!
Ratantirondena
E Ratantirondà!
Prima che torni, oh mamma,
il mio cuore si consumerà.
Ahi! il mio cuore si consumerà!”
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena!
“Le tavole delle quali è fatta, Ratantirondena E Ratantirondà!
Le tavole delle quali è fatta
Son di noce noce nostrana.”
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena!
“L’acqua che la regge, Ratantirondena E Ratantirondà!
L’acqua che la regge
È acqua salata,
Ahi! è acqua salata.”
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena!
“Il Capitano che la guida Ratantirondena E Ratantirondà!
Il Capitano che la guida
È ben addestrato,
Ahi! è ben addestrato.”
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena!
Il vento che ce la portata Ratantirondena E Ratantirondà! Il vento che ce la portata È ben indirizzato Ahi ! è ben indirizzato
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena!
Il porto dove arriva
Ratantirondena Ratantirondà
Il porto dove arriva Ahi ! è un porto ben chiuso Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
L'albero maestro
Ratantirondena
Ratantirondà L'albero maestro Ahi ! è ben sopradorato Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
Se io fossi una cardellina Ratantirondena Ratantirondà Se io fossi una cardellina che sapesse volare Ahi ! se sapessi volare ! ….
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena Sulla punta della nave Ratantirondena Ratantirondà Sulla punta della nave Andrei a posarmi Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
Il primo che saluterei Ratantirondena Ratantirondà Il primo che saluterei Sarebbe il mio innamorato Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
E tutti gli altri di seguito Ratantirondena Ratantirondà E tutti gli altri di seguito Capitano e marinai Ahi ! capitano e marinai
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
CANTO SECONDO
Son le tre figlie di un Conte Son le tre figlie di un Conte faleranlena Tutte e tre alla finestra Faleranlena, faleranlà !
Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
Si guardano l’una con l’altra Si guardano l’una con l’altra “ Dove saranno i nostri amori ? “ faleranlena “ Dove saranno i nostri amori ? “ Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena!
E l’uccellino sul ramo E l’uccellino sul ramo Stai a sentire le nostre ragioni Faleranlena,! Stai a sentire le nostre ragioni Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Una ha la gonna rossa Una ha la gonna rossa L’altra l’ha dorata Faleranlena,! La terza l’ha di taffettà Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena “ E quanto paghereste , o belle e quanto paghereste , o belle se vi dicessi dove sono ? Faleranlena,! Se vi dicessi dove sono ? Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
“ ti faremmo il becco d’oro “ ti faremmo il becco d’oro e le ali d’argento Faleranlena,! E le ali d’argento Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
I vostri amori sono in piazza I vostri amori sono in piazza A giocare al pallone Faleranlena,! A giocare al pallone Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena Buondì e buongiorno, giocatori Buondì e buongiorno, giocatori Il buon giorno a tutti e tre Faleranlena,! Il buon giorno a tutti e tre Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
“ le vostre innamorate vi si affidano “ le vostre innamorate vi si affidano si affidano a tutti e tre Faleranlena,! si affidano a tutti e tre Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
“ bell’uccellino dal becco d’oro “ bell’uccellino dal becco d’oro come le conosci tu , Faleranlena,! come le conosci tu , Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
“Una vi ha mandato una mela “Una vi ha mandato una mela l’altra vi ha mandato un limone Faleranlena,! l’altra vi ha mandato un limone la terza vi manda un cedro Faleranlena, faleranlà ! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
CANTO TERZO
“ Cedro! Bel Cedro ! Come sei fiorito Tanto quanto il mio bell’innamorato ( bis) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
“ Padre ! una grazia vi vorrei domandare che mi lasciaste andare nel giardino ( bis) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
“ Chiedetemi quello che volete ma al giardino non voglio che andiate ! ( bis) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
“ Suo padre credeva che fosse andata in giardino : era nel bosco a cercare l’amore fino . ( bis) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
Suo padre la mandata a chiamare : “ Figlia Angelina , ritorna a casa ! ( bis) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
“ Padre picchiatemi ma picchiatemi bene: picchiate il mio vestito ma non il mio cuore ( bis) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
“ padre picchiatemi, ma cosa picchiate voi ? Picchiate il vestito dei sette colori ! ( bis) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
Potrete picchiarmi, potrete ammazzarmi, ma il mio amore non lo lascerò andare ! ( bis) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
Mi potrete picchiare mi potrete sfinire ma il mio amore non lo lascerò partire ! ( bis ) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
Al primo colpo che gli ha dato La testa in terra è caduta ! ( bis ) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
L’hanno presa e avvolta in un mantello E l’han portata, la bella, nella Piazza del Castello. ( bis ) Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena! Tralerin lanlà, lerin lanlà, lerin e lalerena
Economia
Il paese si regge oggi principalmente sulle coltivazioni di ulivi di varietà taggiasca, che forniscono un delicato e rinomato olio, e sulla floricoltura. Il turismo,oggi soprattutto tedesco, ha avuto grande sviluppo nei primi anni sessanta con la lungimiranza del sindaco dell'epoca - Aurigo Onorino - che propose la concessione di terreni gratuiti, divisi i lotti, a fronte dell'obbligo di edificazione di ville . Oggi se ne contano in numero di 120. La posizione, la vicinanza al mare, il panorama splendido in un contesto di rarissima bellezza rendono molto attraente un periodo di vacanza. Ottimo per il silenzio, per il trekking, per le escursioni in bicicletta. La ristorazione ha come punto di eccellenza: ravioli di magro e "crustuli" ( dolci simili alle bugie, ma non secchi . Al 2013 sono presenti sei ristoranti e tre strutture di pernottamento.
Il borgo è anche popolato da un gran numero di pensionati, tanto che solo il 22% degli abitanti è lavorativamente attivo.
Il continuo spopolamento della zona sta rappresentando un grande problema, nonostante vi siano alcune condizioni particolarmente favorevoli ad un'imprenditoria agricola. Nei terrazzamenti di Bajardo, infatti, gli ulivi, che grazie al microclima favorevole possono qui crescere fino ad oltre 800 m di altitudine, non subiscono attacchi da parte della mosca dell'ulivo e di parassiti, e potrebbero essere quindi sfruttati in maniera molto più intensa.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Bajardo è situata lungo la strada provinciale 55 ed è raggiungibile inoltre anche attraverso la provinciale 56 che la unisce a San Romolo, passando sotto la vetta del monte Bignone. Altre strade raggiungono la località: da Ventimiglia via Camporosso - Isolabona - Apricale o da Arma di Taggia (valle Argentina - Vignai).
Queste strade costituiscono buona parte del percorso sui cui si corre il Rally di Sanremo.
Amministrazione
Note
^ a b Dato Istat al 31/12/2011
^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF) in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^ In realtà questi volti disegnati sono comuni nella zona della Liguria di ponente, molto probabilmente segno distintivo dei lavoratori della pietra di Cenova.
^ Legge Regionale n° 23 del 29 dicembre 2010
^ Fonte sulla soppressione delle comunità montane
^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
^ ISTAT, cittadini stranieri al 31 dicembre 2011. URL consultato il 15 gennaio 2014.
Voci correlate
Comunità Montana Intemelia
Santuario di Nostra Signora Assunta di Berzi
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Collegamenti esterni
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